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Autore: Rik Bisini    27/09/2006    3 recensioni
Questa storia parla degli Anni del Terrore. Quando Voldemort ed i suoi Mangiamorte spadroneggiavano impuniti, seminando la morte e la desolazione. Una giovane Guaritrice del San Mungo è chiamata a soccorrere le vittime di quegli orrori, nella speranza di un domani migliore.
Prima storia che scrivo sul mondo di Harry Potter con personaggi originali, classificatasi seconda al terzo contest di Acciofanfiction, che è anche un ringraziamento per il sostegno ricevuto dai lettori al contest precedente.
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In guerra e tra le pozioni
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Lacrime

Era il primo giorno di una primavera che non sarebbe mai venuta per il mondo dei maghi.
Perché nessuno sarebbe riuscito a vedere il ritorno alla vita delle piante e degli animali, lo sbocciare dei fiori, il mitigarsi del clima nel corso di quella orribile guerra.
Difficile da ricordare che la terra si risvegliava dal torpore assieme a tutti i viventi, mentre legioni di Inferi venivano strappate al loro sonno senza fine per trascinare con loro uomini, donne e bambini in un'esistenza senza riposo.
Era uno dei tanti giorni del Terrore, quando i seguaci di Lord Voldemort imponevano con la violenza il loro capriccio e quello del loro Signore, un Signore Oscuro di cui i maghi non osavano neppure pronunciare il nome.
Le vittime, quelle che sopravvivevano ai crudeli attacchi dei Mangiamorte, così i servi del Signore Oscuro usavano farsi chiamare, ricorrevano ai Guaritori del mondo magico per lenire le sofferenze inflitte, guarire dalle ferite ricevute, sciogliere le maledizioni che incombevano su di loro.
Molti di costoro, praticamente da tutta l'Inghilterra, giungevano al San Mungo, l'Ospedale per Ferite e Malattie Magiche più illustre di Londra. Un ospedale in cui il personale, seppur altamente qualificato, a stento riusciva ad impedire il tracollo della struttura di fronte al continuo accorrere dei pazienti.

« La prego di tornare nella sua camera, signor Cheney. » disse con decisione la voce di una giovane.
L'uomo, molto alto, dai radi capelli color argento, portava una vestaglia blu che cadeva abbondante sulle membra quasi prive di muscoli.
« Ora che riesco a camminare » disse il vecchio sorridendo amabilmente, « preferisco passeggiare fuori dalla stanza, invece di restare sdraiato a letto ».
La stessa voce decisa, la voce di una donna sui venti anni dalla carnagione chiara e dai lunghi capelli neri, il naso sottile, gli zigomi alti, gli occhi azzurri, che portava la veste verde acido con il simbolo dell'osso e della bacchetta che identificava i Guaritori, replicò.
« Il Regolamento sulla Distribuzione delle Pozioni prevedere che i pazienti ricevano le cure giornaliere nelle loro stanze dalle ore otto alle ore dieci. Paragrafo sedici. Nessuno ha il tempo per cercare i pazienti per tutti i reparti, lei conosce la situazione come tutti. Se non vuole più essere curato si rechi al pianterreno e chieda una pergamena per la richiesta di dimissione ».
« Aspetti » precisò il vecchio visibilmente allarmato, « il braccio della bacchetta è ancora quasi paralizzato! Dovrei vivere senza fare magie? Come un Babbano? »
La ragazza mutò di colpo la sua espressione in un candido e confortante sorriso che la rese improvvisamente molto più graziosa.
« Devo solo farsi curare, se non vuole questo » spiegò. Gli prese il polso e lo invitò con delicatezza e decisione a seguirla. « Nella sua stanza. » aggiunse.
Il vecchio seguì la giovane docilmente, tentando di muoversi con una cautela che la determinazione della Guaritrice consentiva a stento. Giunti alle scale la ragazza dovette rassegnarsi a seguire il vecchio che si muoveva sollevando faticosamente i piedi passando da un gradino all'altro.
A pochi gradini dal pianerottolo del quarto piano la ragazza alzò lo sguardo per incontrare quello di un piccolo anziano, la cui totale calvizie evidenziava le grandi orecchie a sventola. Aveva occhi cerulei e rivorse alla ragazza un timido sorriso.
« Buongiorno, Guaritrice Wenlock ».
« Anche lei non è in stanza, signor Wheeler? » chiese la ragazza severa, « Cosa sta facendo in giro? »
Il vecchio intrecciò le dita delle mani.
« Credo ci sia bisogno del Responsabile del reparto » spiegò, « pensavo che potevo chiamarlo appena torna. »
« Il Guaritore Krims » lo informò la ragazza, « non tornerà dal suo turno di riposo prima di tre ore. Secondo il Regolamento per la Salvaguardia del Personale, all'articolo ventuno, sono necessarie sette ore di riposo ogni giorno, salvo quanto prescritto nei successivi commi ».
« Oh! » replicò l'anziano paziente, come se la Guaritrice avesse spiegato qualcosa di ovvio che gli era sfuggito di mente.
Il signor Cheney si accostò al signor Wheeler ed entrambi varcarono la soglia del reparto con aria circospetta. La ragazza li squadrò rapidamente.
« Cosa sta succedendo, in realtà? » chiese.
Non attese risposta. Si fece largo con agilità tra i due e puntò dritta verso il fondo del corridoio dove scorse un gruppetto di cinque anziani maghi che liquidò con un'occhiata di sdegno, precipitandosi nella stanza accanto alla quale il gruppo sostava.
All'interno c'erano solo due persone, sedute sul medesimo letto, una ragazza bionda e formosetta che sembrava aver varcato da poco la soglia dei diciassette anni, la maggiore età nel mondo dei maghi, e un uomo di almeno trenta anni, con lunghi capelli bruni, la pelle abbronzata e gli occhi verde oliva. Entrambi vestivano l'unifome verde dei Guaritori. La ragazza aveva gli occhi lucidi ed arrossati e stringeva nel pugno un fazzoletto. L'uomo si avvide dopo pochi istanti della nuova entrata e le rivolse un sorriso sereno e cordiale.
« Tu sei Raquel Wenlock, dico bene? » esordì.
La ragazza fece una smorfia.
« Sono io, esatto. » confermò.
« Non credo ci abbiano ancora presentati » continuò l'uomo, « sono Benjamin Bigler, ma puoi chiamarmi Ben ».
« Benissimo, signor Bigler » rispose Raquel, « ma devo ricordarle che il primo punto della Nota sulla Destinazione d'Uso delle Aree indica che gli spazi riservati ai pazienti e quelli per i Guaritori devono essere diversi e separati » si voltò verso la porta ed il suo sguardo intercettò tre paia di occhi che si affacciavano timidamente alla stanza, poi tornò a fissare con disapprovazione Ben, « questa stanza è riservata ai pazienti. Tra l'altro in questo reparto la somministrazione delle pozioni è cominciata da dieci minuti ».
La ragazza arrossì vistosamente « Mi dispiace, Guaritrice Wenlock » disse, « la colpa è solo mia ».
Ben fece un gesto verso la ragazza per chiederle di fermarsi.
« Nessun problema, Bridget. » la tranquillizzò. Poi sostenne con fiducia lo sguardo severo di Raquel.
« La signorina Bridget Caine ha avuto una leggerissima crisi emotiva. Le ho spiegato che è capitato a tutti non riuscire a reprimere il proprio turbamento nel trovarsi di fronte agli effetti di certi anatemi. Come avrà immaginato, Bridget è qui da poco, nemmeno una settimana per la precisione. I pazienti hanno avuto la delicatezza di allontanarsi qualche minuto, cosa per cui li ringrazio ».
Concluse con un cenno rivolto agli sguardi che venivano da fuori la stanza. Raquel incrociò le braccia.
« Encomiabile. » commentò senza che il suo sguardo divenisse più mite, « E capisco che la scelta del luogo non sia potuta avvenire come convenuto. Tuttavia il Regolamento per la Salvaguardia del Personale prevede che qualsiasi tipo di sostegno ai Guaritori sia responsabilità del Responsabile di reparto o di un Guaritore di pari qualifica che ne faccia le veci ».
Ben annuì.
« Il Guaritore Krims infatti è assente. » aggiunse, « ho dovuto affrontare questa piccola questione in qualità di suo supplente ».
Raquel aprì la bocca senza trovare parole da pronunciare.
« Come ti dicevo » continuò Ben, « non c'è stata l'occasione di presentarci dal momento del mio trasferimento. So che sei un elemento molto apprezzato da Richard. Anzi se potessi mostrarmi come scrivergli due righe di nota ti sarei grato ». Tornò a guardare Bridget. « Non vorrei che si facesse una impressione sbagliata delle qualità di Bridget per una mia espressione inopportuna ».
« Sono d'accordo » convenne Raquel, « è già molto difficile accettare che i sostenitori di Tu-Sai-Chi lancino indiscriminatamente l'Anatema che Uccide. Invece sembra che godano anche ad infliggere sofferenze e lunghe agonie alle loro vittime. Tuttavia questo loro piacere sadico ci permette a volte di salvare delle vite ».
Lo sguardo di Ben si indurì improvvisamente.
« Credo che l'Avada Kedavra » disse, « sia fonte di sofferenze molto maggiori di qualsiasi altra maledizione. E che non sia per sadismo che non uccidono all'istante, ma perché sono meno potenti di quello che vorrebbero farci credere ».
Raquel si sentì stranamente inquieta mentre lo sguardo dell'uomo sembrava passare attraverso di lei e le stesse mura dell'ospedale. « Qualcuno un giorno li fermerà. » decretò Ben, « O non varrà la pena vivere ».

   
 
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