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Autore: __WeatherlyGirl    22/02/2012    0 recensioni
-Sei sempre il solito! Ora basta, V! E’ finita- E Y si dirigeva a grandi passi verso la camera da letto, V le andava dietro.
-Y, fermati, ti prego. Amore, calmati, mi dispiace...- Nonostante le scuse di V, Y continuava a camminare veloce, da dentro un armadio prese una grande valigia di pelle nera e la poggiò sul letto
-Ora falla, e smettila di chiamarmi amore. V, è finita davvero. Vattene- V era rimasto in piedi, pallido e rosso allo stesso tempo, non sapeva cosa dire o cosa fare. Era bloccato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabato - 12 Febbraio

 

Era una gran brutta giornata, la neve impediva di muoversi in città, e lo spettacolo di danza era rimandato. Y era seduta sul divano, con una coperta sulle ginocchia ad ascoltare della buona musica. V, invece, era a casa propria, in piedi che camminava per la sala, andando di qua e di là, senza una meta. Erano passati cinque mesi dalla loro separazione, era tutto accaduto in un piovoso giorno di Ottobre...

 

Domenica - 16 Ottobre

-Sei sempre il solito! Ora basta, V! E’ finita- E Y si dirigeva a grandi passi verso la camera da letto, V le andava dietro.

-Y, fermati, ti prego. Amore, calmati, mi dispiace...- Nonostante le scuse di V, Y continuava a camminare veloce, da dentro un armadio prese una grande valigia di pelle nera e la poggiò sul letto

-Ora falla, e smettila di chiamarmi amore. V, è finita davvero. Vattene- V era rimasto in piedi, pallido e rosso allo stesso tempo, non sapeva cosa dire o cosa fare. Era bloccato.

-Cosa fai lì in piedi? Non stavi così fermo quando ero via. Ne ho passate abbastanza, V, è ora di finirla- Y aveva pronunciato le ultime parole con un tono più gentile, quasi malinconico, come se stesse pregando V di andarsene.

-Cosa ne è stato di noi tutti questi anni, Y? Amore, ne abbiamo passate tante, ricominciamo!- Il volto corrucciato, quasi piangente di Y si stava raddolcendo, ma a quelle parole tornò aspro proprio come prima

-Tante?! Ne abbiamo passate tante?! Io sono andata in Germania un fine settimana e tu sei andato in giro con quell’altra! Io ne ho passate tante, tu ti sei solo divertito!- Ormai V non poteva dire più niente, Y aveva toccato il tasto dolente: il tradimento. V sapeva di avere sbagliato, di aver bevuto troppo un sabato sera e di aver commesso l’errore della sua vita. Aveva passato con Y tanti anni ormai, e per lui era diventata il suo mondo. 

La sua passione per la danza e la passione di V per la musica si erano completate; V e Y si erano completati. Come lo Ying e lo Yang, ma in quel caso uno dei due non era più della forma giusta per completare l’altro, e V sapeva di essere lui.

In silenzio sollevò la valigia dal letto, la poggiò sul pavimento e lentamente cominciò a riempirla. Svuotava i cassetti meccanicamente, andava dalla camera da letto al bagno lentamente, con piccoli passetti e ogni tanto guardava Y che lo seguiva con lo sguardo dal corridoio. 

Lei stava ritta, rigida, con lo sguardo fisso e vitreo. Nulla, nessuna emozione traspariva dal sui volto, ma V sapeva scavare più a fondo. Y era terrorizzata dall’avvenire, che ne sarebbe stato di lei senza il suo V? Ma d’altronde cosa poteva fare?, V aveva esagerato, per l’ennesima volta l’aveva usata, e appena lei se ne andava qualche giorno lui se la spassava. No, non doveva aver compassione di lui, ma era normale che provasse quelle sensazioni.

Poco prima di uscire V si mise le mani in tasca, ne tirò fuori un mazzo di chiavi e lo porse a Y, che si era appoggiata allo stipite della porta:

-Ecco le chiavi di casa, tieni- le disse

-V, mi dispiace, ma è meglio per tutti e due.-

-Y, permettimi di dire un’ultima cosa...- Ma prima che potesse terminare la frase lei si avvicinò alle sue labbra e lo baciò

-Ora è veramente finita. Vattene- e lo spinse fuori dalla porta. 

 

Questo è ciò che entrambi stavano ricordando, senza immaginare però che anche l’altro lo stesse facendo. V, mentre ripeteva quelle immagini nella propria mente, non aveva smesso di camminare nel salotto; Y, invece, aveva lentamente alzato la musica sempre più. Il suo Ipod stava casualmente riproducendo la playlist “Spettacolo”, dove erano tutte le canzoni che V aveva mixato per lei. In quel momento John Lennon stava cantando nel suo salotto Strawberry Fields Forever con quella voce un po’ roca, un po’ dolce e un po’ malinconica così bella da sentire. Ma a Y in quel momento non piaceva per niente, tutta quella gran bella musica le ricordava solo V. 

Lui, invece, stava nel più completo silenzio; il battere del suo cuore e il rumore dei suoi passi erano già abbastanza, ma allo stesso tempo niente. Il telefono squillò:

-V? Sono Y-

-Oh...ciao...- V era imbarazzato, agitato e tremendamente felice, ma non sapeva cosa dire

-Hey, tutto bene? Ti disturbo?-

-Oh, no. Cioè, sì, tutto bene, e non disturbi- Tu non disturbi mai, pensava V.

-Ti ho già detto che stasera non c’è lo spettacolo?-

-Sì, già detto-

-E ti ho già detto che è domani sera alle nove?-

-Sì...già detto- V era deluso, l’aveva chiamato solo per parlare dello spettacolo. Niente più.

-Bene, allora ci vediamo domani- Non vedo l’ora, pensava Y.

-A domani...- amore, avrebbe voluto completare V.

Appena V ebbe riagganciato, nel salotto di Y comparve I.

-Chi era?- le chiese

-Ho informato i genitori di alcune bambine riguardo allo spostamento dello spettacolo-Y teneva lo sguardo basso

-Non ci credo- esclamò I- era V, vero?- Y annuì.

-Devi smetterla di parlargli,- continuava lui -ti fa solo male. Pensiamo a noi due.- e mentre diceva questo la si sedette sul divano accanto a lei e la abbracciò. Ma Y si divincolò dall’abbraccio e corse via in cucina, dicendo di avere sete. E così terminò quella giornata di ricordi e di speranze, in attesa dello spettacolo.

   
 
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