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Autore: francy13R    22/02/2012    0 recensioni
Francesca, una ragazza dal volto mediterraneo, dagli occhi di un verde limpido e dal sorriso timido, è insicura, vaga tra sogni e desideri che gli altri considererebbero "irrealizzabili", ma solo la sua voglia di volare via farà realmente avverare il suo sogno. Ma ancora non sa quante sorprese le riserverà il futuro, quanti nuovi luoghi esplorerà, quante amicizie stringerà e soprattuto non sa che troverà l'amore proprio quando aveva deciso di rinunciarci!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Fly Away?


Ciaoooo ragazzi!!! Bene questa non è la mia prima FF sui 1D, ma è la più ispirata, quella a cui mi sono affezionata di più. Sono loro fan da quando è uscito il video di WMYB, lo so, non li ho conosciuti prima e forse non mi merito l'appellativo di FAN!!! Ma quei ragazzi mi hanno cambiato la vita!!!!
E ora che hanno vinto anche un Brit sono la ragazza più orgogliosa di questo mondo!!!
Ci ho messo il cuore in questa FF!!!!!
Spero che vi piacciaaaaaaa
Un enorme bacio a chiunque la legga
FRA :D




-Bene, adesso estrai tu Francesca!-, disse il professor Belli con tono allegro e soddisfatto.

Il suo strano modo di cambiare i posti non piaceva a molti, ma a me si, per qualche strano caso il bigliettino che prendevo coincideva sempre con il numero di registro di un ragazzo all'ultima fila, quindi mi diressi rilassata verso i fogliettini piegati e presi il primo che vidi.

Lo aprii e non potei fare a meno di sorridere alla vista di quel 15 rosso. Il professore di matematica prese il foglio e ordinò dolcemente al mio compagno di spostarsi e di estrarre a sua volta.

Io raccolsi il mio zaino e mi sistemai all'ultimo banco contro il muro, almeno per due mesi avrei potuto finire Angry Birds sull'iPhone. Quel gioco causava dipendenza!

Notai con amarezza che la mia futura compagna di banco non era altro che la perfetta Valeria, meglio conosciuta come “tette esplosive”, “bocchinara”, “bionda da far paura” (a causa del contrasto tra le sopracciglia nere e i capelli biondo platino) e “troia”, nome usato da più di metà scuola per descriverla e nome che le si addiceva di più tra i precedenti.

Sospirai volgendomi verso il muro sicura che la sua compagnia sarebbe stata più piacente di quella della bionda.

L'ultima ad estrarre il bigliettino fu Benedetta Maledetta, come la chiamavo io, non che la mia migliore amica. Mi risvegliai dal coma mattutino quando notai che il posto assegnatole dal caso non era altro che quello davanti al mio.

-Meno male-, mi lasciai sfuggire. La reazione di Valeria fu immediata.

-Non mi aspetto che tu comprenda quanto una persona come me possa essere gentile e altruista, ma visto che sei la mia compagna di banco pretendo del silenzio, è il minimo che possa fare-, detto questo prese dal suo astuccio uno smalto di un rosa acceso e iniziò minuziosamente a occuparsi delle sue perfette unghie senza degnare di uno sguardo il professore che aveva iniziato a spiegare le disequazioni gognometriche.

Benny si girò dall'altra parte per non riderle in faccia e io fui tentata dal muoverle il banco in modo che si sporcasse le mani, ma ero stanca e preferii incollarmi al cellulare per aggiornare Twitter sulle ultime novità della mia disastrosa vita, non che a qualcuno importasse ma mi faceva sentire importante.

L'ora di matematica fu finalmente interrotta dal suono della campanella, ma non feci neanche in tempo a stiracchiarmi le gambe che il mio adorato professore di inglese entrò nell'aula con il suo golfino leggero e il pizzetto giovanile. Era uno dei migliori prof che avessi mai incontrato, nelle sue ore non ci si annoiava mai e lo studio sembrava addirittura qualcosa di bello. Tutti quanti lo adoravamo così quando entrò nella classe gli rivolgemmo dei sorrisi smaglianti nascondendo la voglia di crollare a terra.

Quando finì di compilare il registro di classe il suo sguardo perlustrò l'aula e quando trovò i miei occhi drizzò le spalle e parlò alla classe: -Ragazzi, non ve ne ho mai accennato perchè non avrei mai immaginato che potesse capitare ad un giovane della nostra scuola. In fondo noi siamo un liceo scientifico e la lingua inglese non è una materia rilevante quanto fisica e matematica, eppure quest'anno ad uno di voi è stata data una grande opportunità dall'English College di Londra-.

Tutti trattennero il fiato mentre io mi chiedevo che cavolo fosse questo English College e guardai interrogativa Benny che si era girata raggiante verso di me.

-Dio Fra, non stai mai attenta...-, ma prima che potesse dirmi qualcosa la bidella bussò alla porta e annunciò che qualcuno voleva vedere... No aspettate voleva vedere me.

Valeria mi squadrò dalla testa ai piedi mentre mi alzavo tremante. Odiavo essere al centro dell'attenzione soprattutto in quella circostanza visto che quando la bidella veniva a chiamare qualcuno era perchè aveva commesso qualcosa di grave nella scuola. Vi starete domandando: ma non hai fatto niente!!

Beh, ecco un paio di cosucce innocenti le avevo fatte. Per esempio bloccare la macchinetta delle merendine con la chiave rubata dalla preside e prendere tutte le merendine che volevo, diciamo che quella affamata era la Benny e mi dispiaceva non aiutarla. L'altra cosa che avevo fatto riguardava proprio Valeria. Due settimane prima l'avevo spinta giù dalle scale, non era stato intenzionale ma nemmeno casuale, era solo una piccola spintarella, ma lei l'aveva fatta sembrare un tentato omicidio! Quanto era drammatica. E comunque l'avevo fatto solo per il fatto che stava dando un cattivo esempio alle ragazzine di prima stuprando il suo perfetto (cosa molto banale) ragazzo. Insomma, avrebbero potuto semplicemente andare nei bagni a fare porcate di tutti i generi!! Valeria invece insisteva sul fatto che fossi gelosa di lei, del suo rapporto con l'altro sesso, solo perchè quelle che avevo non erano state altro che avventure di qualche settimana, mi scocciavo molto presto dei ragazzi, erano così banali e...beh volevano solo una cosa! Ci giravano intorno facendo i romanticoni ma appena eravamo soli in una stanza con tanto di letto ti saltavano addosso come animali famelici. Mentre scendevo le scale verso la segreteria dove ( a quanto pareva) ero richiesta un'idea s'impossessò della mia mente: forse non ero bella abbastanza per meritarmi un figaccione tenero e comprensivo. Quando passai davanti ad un finestrone mi bloccai per guardare il mio riflesso sfocato, forse era vero. Non ero una tipa pessimista, mi piacevo, ero stronza con quasi tutti, ma per le mie migliori amiche ero la persona più dolce del mondo e molti dicevano che ero affascinante per via dei lineamenti mediterranei forse un po' troppo marcati, le sopracciglia scure e dritte, gli occhi di un verde chiaro che risaltava con la carnagione scura e i capelli ricci forse un po' troppo lunghi. Insomma, a parte qualche elemento, piacevo a tutti. Mi sistemai il ciuffo nervosa nel caso fosse stata davvero la preside a volermi e vedere e proseguii verso il patibolo.

Quando entrai nella segreteria quello che vidi fu un grande sorriso sulle labbra di una donna bionda dalla carnagione chiara, un po' paffuta ma a prima vista sembrava simpatica.

-Sei tu Francesca Fiore?-, mi chiese lasciando capire la sua provenienza dall'accento biascicato. Era sicuramente inglese. Annuii scervellandomi sul perchè fosse lì, per me.

-Piacere, Meredith!-.

-Vieni, ti devo parlare di una cosa piuttosto delicata!-. Mi feci prendere dal panico e le mani iniziarono a sudarmi come sempre. Guardai terrorizzata la segretaria che mi ignorò e tornò al suo lavoro. Brutta stronza!!

La bionda mi fece sedere su una delle sedie dell'aula di informatica e mi si sedette di fronte iniziando la conversazione con un: -Bene..-.

-Saprai perchè ti ho fatto chiamare!-, disse aprendo una cartellina piena di fogli.

-In realtà no!-.

-Oh, bene, allora sarò io a darti la bella notizia!-. Mi fissò dritta negli occhi emozionata. Pff iniziavo a chiedermi se quella lì fosse davvero sana di mente o non si spicciava a dirmi cosa cavolo stava succedendo giusto per il gusto di farmi soffrire.

La incitai con lo sguardo e lei si raddrizzò sulla sedia.

-Bene. Ogni anno il London College fa una lista dei ragazzi più meritevoli in lingua inglese di tutta Europa! Vengono scelti due ragazzi per nazione proprio perchè è una cerchia molto ristretta. Ed è a questi che questa scuola offre l'opportunità di passare un anno in Inghilterra, naturalmente le spese del college non sono a carico tuo-.

La interruppi: -A carico...mio???-, chiesi confusa.

-Beh si, è ovvio che sei tu una di loro!-, disse con un'espressione scontata stampata sul volto.

La mia reazione mi sconvolse, non avrei mai pensato di arrabbiarmi, ma le orecchie iniziarono a fischiarmi e il cuore prese a battere a velocità supersonica. Quella donna veniva lì, una mattina, la stessa mattina della mia interrogazione di filosofia dove non sapevo un emerito cippo e diceva che io potevo andarmene a Londra, così.

Era il mio sogno, forse sogno no, era un bisogno quello di andarmene da quel piccolo paese nella provincia di Milano. Avevo organizzato tutto, avrei fatto lingue all'università e avrei cercato lavoro in inghilterra, volevo andare a vivere lì, volevo vivere in quel paese ma....

E se quello non era altro che un sogno?? Svegliati Fra. Ma non accadde nulla, io ero ancora lì, di fronte a quella signora che in quel momento stava assumendo le fattezze di un angelo nella mia mente.

-Mi sta prendendo in giro?-, sussurrai incredula. La mia faccia doveva somigliare a quella di un pesce palla, con le orbite di fuori. Lei si limitò a scuotere la testa.

Le mani sulle gambe non riuscivano a muoversi e il respiro era bloccato da un groppo in gola. Non potevo crederci, non ne sapevo niente di quella assurda lista e di certo io in inglese non prendevo dieci a scuola, mi piaceva tantissimo come lingua e grazie a Twitter avevo incontrato delle ragazze Indonesiane, Inglesi e Americane con cui parlavo su skype ovviamente in inglese, ma... nessuno ne sapeva niente!!

-Come...come mai me?-, chiesi cercando di riprendere la mia compostezza.

-Beh hai passato il PET e il FIRST con voti che sfiorano l'eccellenza quindi ci hanno informato di questo quelli del British Council, poi il resto è stato visto nelle tue verifiche e voti, inoltre il tuo professore di inglese non ha avuto esitazioni a dirci che tu eri la prima alunna che gli dava soddisfazioni così grandi!-, disse e per un momento pensai di correre in classe e abbracciare Zorro (non so perchè ma ci assomigliava un sacco).

-Ma...ma in tutt'Italia, dai, è impossibile!!!-. Risi cercando di ritornare nel mondo reale perchè i soliti viaggi mentali con tanto di casetta in mezzo alla campagna inglese stavano per farmi andare in iperventilazione.

-Ti assicuro che la lista del London College è una delle più severe del mondo per quanto riguarda la lingua inglese-, rispose seria.

-Naturalmente non me lo devi dire ora, è ovvio che tu ci debba pensare-.

Annuii anche se non trovavo altra risposta che: si. Avrei sparato i miei se mi avessero detto di no, ma mia mamma capiva il mio bisogno di fuga e in qualche modo lo appoggiava tristemente.

-Parlane con i tuoi genitori, ecco il mio numero di telefono per ogni informazione, al resto ci penserà la tua scuola-. Presi il biglietto che mi porse e lo misi in tasca alzandomi di scatto.

-Grazie!-, riuscii a dire con le lacrime agli occhi. Avevano scelto me, la ragazza a cui nessuno osava avvicinarsi. Potevo essere affascinante quanto volevo ma ero la ragazza più riservata di questo mondo, mi aprivo solo con persone delle altre nazionalità, il che è molto strano, ma amavo quella stranezza di me, mi rendeva interessante, almeno così credevo.

Strinsi la mano a Meredith e tornai in classe strisciando i piedi e soffermandomi sempre di più sul corridoio della scuola. Sorrisi verso il panorama campagnolo che mi si presentava davanti oltre la finestra e roteai su me stessa sentendomi libera e leggera. Libera di andarmene, volare via verso quel luogo che non aveva niente a che fare con me.

Benny!!!!! La mia adorata Benny!!!! Come avrei fatto senza di lei per un anno, senza i suoi commenti sui nostri compagni di classe, sul vestito di una e il culo di un altra???

Mi rattristai un po' ma in fondo mi avrebbe capito, non potevo, non volevo, non dovevo rinunciare a quell'opportunità. Era solo per un anno ma sarebbe stato un passo verso la mia più completa libertà, un anno sarebbe stato sufficiente per ambientarmi a Londra, magari farmi qualche amico.

Dopo aver preso un bel respiro aprii la porta della mia classe senza degnare di uno sguardo tutti i miei compagni e riservai un lungo e sincero sorriso al mio professore preferito che annuii raggiante. Quando mi sedetti con ancora in volto il sorriso ebete Benny si girò verso di me.

-Ti devo dire una cosa che molto probabilmente cambierà la mia vita per sempre!-, dissi con il cuore che rischiava di fuoriuscire dalla gabbia toracica.






Per chiunque volesse seguirmi su Twitter questo è il mio account: Francy13R 

Appena posso posto il secondo capitolo dove finalmente apparirà uno della Band!!!!!! :D 
Un BACIOO

  
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