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Autore: What is her name    22/02/2012    4 recensioni
Non so da dove mi sia venuta quest'idea, forse dalla nostalgia dell'estate! Comunque sia, se vi piacciono le fanfamily allora vi piacerà! E se vi piace immaginare i nostri eroi con camice Hawaiiane e gonnelline fatte con le foglie di piante, allora leggete!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Casa Pritchard Ore 08:00


Britney stava muovendo i piedi lungo il materasso. Il suo corpo nudo si muoveva in modo delicato dando una bella forma alle lenzuola poste sopra di lei. Guardava suo marito dormire beato ed involontareamente un sorriso le uscì dalla bocca. Succedeva sempre. Ogni mattina. Amava guardarlo dormire. Amava vedere quella bocca dischiusa, ogni singola mattina. Amava ridere di quella ruga che gli si formava tra le due sopracciglia. Amava sentire il suo caldo respiro, che le portava così tanta sicurezza. Amava lui, per come era. Mike dormiva a pancia sotto. Teneva le braccia dritte, come un militare pronto a sentire un comando. Il lato sinistro del suo viso era leggermente schiacciato dal cuscino e la sua bocca era dischiusa. Brit avvicinò il viso a quello del marito e, una volta vicino, gli stampò un bacio sulla guancia. 
"Buongiorno! Penso che dovremmo mettere il pigiama. I bambini arriveranno a momenti e non vorrei che ci trovassero nudi!" disse lei sorridendo dolcemente. 
"Mm - Mm..." mormorò Mike con ancora gli occhi chiusi. 
Brit sorrise, si alzò e prese gli indumenti. Mise la maglietta dei Ramones, lunga  fino alle ginocchia, e lanciò i pantaloni a Mike. 
Lui aprì gli occhi, mise i pantaloni ed abbracciò Brit. 
"Buongiorno!" sussurrò lui dolcemente baciandola. 
"Che ore sono?" chiese lei. 
"Mmm... le 08:10"
"Questo significa che i bambini arriveranno tra: tre... due..."
Brit non finì di contare che la porta della stanza si aprì ed entrarono due pargoletti sorridenti. 
"Ciao! Non mi avete fatto finire di contare e già siete qua!" disse lei sorridendo. 
Amava i suoi due figli. Brixton era un maschietto fin troppo grazioso. Aveva 3 anni. Ne avrebbe fatto 4 ad Ottobre. Mentre Ryan era una femminuccia bellissima, anche se dal nome uno potrebbe pensare il contrario. Aveva 1 anno e ne avrebbe fatti 2 a Novembre. 
Brit prese Ryan in braccio e la baciò, mentre Mike fece salire sul letto Brixton. 
"Hey nanetto! Buon risveglio!" disse lui prendendolo e lanciandolo in aria.
"Ti sono mancata stanotte? Eh! Monella!" disse lei facondole il solletico.
Amava sentire la risata dei suoi figli. Come amava stare con la sua famiglia la mattina presto sul proprio letto. 
"Okay, Mike! Decidi, preparare la colazione o svegliare la dormigliona?" chiese Brit divertita. 
"Mmmm... Forza nanetto, andiamo a preparare una colazione impeccabile!" disse Mike alzandosi e prendendo dai piedi il figlio, provocando delle risate divertite. 
"Bene Ryan! Papà ci ha lasciato il lavoro più facile. Forza bella, andiamo a svegliare quella dormigliona di Estelle!" disse Brit, scherzosa. 
Uscì dalla camera da letto, con in braccio Ryan, ed  entrò in quella per gli ospiti. Appena entrata vide una ragazzina scura di carnaggione, non troppo magra, con capelli lunghissimi e neri, che dormiva beatamente. Proprio come il padre. Anche se Estelle non era sua figlia, Brit la reputava come tale. Era arrivata proprio il pomeriggio prima, felice di partire con loro alle Hawaii. 
Brit si avvicinò a lei e scuotendola le disse: 
"Buongiorno bella addormentata! E' arrivato il momento di alzarsi."
"Non voglio alzarmi adesso! Posso dormire un'altro pochino? Per favore!"
"No! Non puoi! Pensa al bellissimo sole delle Hawaii. A quelle bellissime spiaggie tropicali. A quei fantastici uomini in costume, con tutti quei pettorali di fuori..."
"Okay, okay! Mi alzo! Ma solo per gli uomini in costume!" disse lei alzandosi e sorridendo maliziosa. 
Brit la guardò sorridendo, mentre Ryan giocava coi suoi capelli, e disse: 
"Aiaiai, sei proprio un adolescente!"
"Cosa vuoi dire?" disse sorridendo divertita, mentre cercava il necessario per entrare in bagno. 
"Siete tutti così in calore voi adolescenti!" 
Estelle rise e andò nel bagno degli ospiti. 
"Ci vediamo in cucina! Tuo padre sta preparando la colazione!"
"Allora non voglio neanche immaginare come mi sentirò!" disse ironica, chiudendo la porta. 
Brit rise ed andò verso la cucina. Una volta lì, vide Mike che preparava delle tazze con dei cereali. 
"Come mai i cereali?" chiese lei divertita, mettendo Ryan su una sedia. 
"Sono la cosa più facile da fare! Io e Brixton ci abbiamo provato, ma i pancakes... diciamo, che abbiamo avuto un piccolo incidente di percorso!" disse lui toccandosi la testa e segnando il soffitto.
Brit alzò lo sguardo verso il soffito e vide una decina di pancakes attaccati. Guardò prima il soffitto, poi il marito e viceversa. Vide lo sguardo spaventato di Mike e Brixton e scoppiò a ridere. Come poteva arrabbiarsi con quei due pasticcioni? Non quando assumevano quelle espressioni terrorizzate! 
"E cereali siano!" disse ridendo e sedendosi.       
 
 
 
 
 
 
Casa Cool Ore 08:30


"Papà! Papà!" disse Ramona Wright, scuotendo con forza il padre. 
Ma niente da fare, quell'uomo non si svegliava. Aveva con sè una bottiglia vuota di birra, mentre il resto erano tutte sotto il letto. 
"Perchè ti sei ubriacato la sera prima delle Hawaii? Papà!" urlò Ramona disperata.
In una famiglia normale per i figli vedere il padre ubriaco sarebbe stata una cosa scioccante, ma nella famiglia Wright l'alcool era come un culto. La maggior parte delle volte Trè non si ubriacava mai quando i figli lo andavano a trovare, ma proprio l'ultima sera aveva avuto un piccolo momento di fragilità, come un filo che si sta per spaccare.
"Odio quando non si sveglia!" sbraitò Frankito, il figlio minore. 
"Papà!" 
"Lasciatemi! Voglio solo dormire!" si lagnò lui. 
Ramona sbuffò disperata ed iniziò a riflettere. Cosa poteva far svegliare suo padre? Cosa amava così tanto da farlo svegliare? Idea!
Si girò verso il fratello minore con la stessa espressione compiaciuta dell'altro. 
"Pensi quello che sto pensando io?" chiese Ramona compiaciuta. 
"Non lo so! Ma se stai pensando che per farlo svegliare uno dei due dovrebbe farsi del male, tipo buttarsi dalle scale, allora sì!" disse Frankito compiaciuto. 
Ramona lo guardò stupita e disse:  
"No!"
"Oh! Allora cosa stavi pensando?"
"Cos'è che papà ama più di noi?"
"Emmm... la birra?"
"No!"
"I soldi?"
"Certo che no! Pensi davvero questo di papà?"
"No! Ho sparato. Ti avrei potuto dire essere vegetariano senza che me ne accorgessi!"
Ramona si mise una mano tra i capelli e disse: 
"LE CIAMBELLE!" lo illuminò lei. 
"Sciam-bell-e" bofonchiò Trè nel sonno. 
"Giusto? Come fai ad essere così intelligente?"
"Mmmm... fammi pensare un pò.... Forse ho un cervello?" disse lei. 
Detto questo scese le scale, prese la macchina del padre e percorse le strade di Oakland, in cerca di qualche bar. 
"Cazzo!" mormorò una volta aver notato di non avere soldi ed essere in pigiama. 
Prese il cellulare e chiamò a casa.
"Pronto?" si sentì la voce di Frankito. 
"Sono uscita senza soldi! Ora come faccio?" sbraitò lei isterica.
"Non so! Di solito papà tiene soldi sotto i pedali. Vedi se ci sono."
"Perchè papà tiene dei soldi nei pedali della macchina?" chiese Ramona stupita. 
"Così i ladri non li prendono. Tu non la trovi una cosa geniale?" chiese Frankito ammirato. 
"Si certo! Ma tu come fai a saperlo?"
"Sai che amo i soldi!"
"Ci vediamo dopo" disse lei per poi riattaccare. 
Parcheggiò, una volta vista l'insegna 'Bone's bar'. Rise quando trovò i soldi dietro i pedali. Okay! Erano un pò stropicciati e sporchi, ma andavano bene lo stesso. Scese dall'auto ed entrò dentro il bar. 
"Salve!" disse timida. 
"Salve signorina. Desidera?" chiese la barista. 
"Mmm... tre ciambelle da portare via!"
La barista prese una busta e dei tovaglioli e mise dentro le tre ciambelle. 
"Anzi, forse è meglio che ne metta un'altra!" disse lei.
La barista prese la ciambella.
"Anzi, altre due!" disse lei. 
La barista prese l'altra ciambella 
"Anzi, forse è meglio che ne prendo solo tre!"
La barista la guardò scocciata e uscì le altre due ciambelle. 
"Anzi forse è meglio che le prendo! Si si. Ne prendo altre quattro!" disse lei meditando. 
La barista la guardò malamente e prese quelle quattro ciambelle. 
"E' tutto?" chiese scontrosa.
"Si! Anzi no! Tre Orange mocha frappuccino"
La barista riempì i bicchieri, e li mise in un'altra busta. 
"E' tutto?" chiese, sempre scontrosa. 
"Si, Grazie."
"Fanno dodici dollari"
"Cosa?" chiese lei stupida.
"Fanno dodici dollari"
"E da quando?"
"Da sempre! Non siamo un semplice bar!"
"Bene, non voglio discutere! Sa, mio padre mi aspetta a casa bisognoso di ciambelle!"
"Se non ha abbastanza soldi per pagare me li può portare un'altro giorno!"
"No, grazie! Tenga, non lo voglio il resto!" disse lei prendendo le buste e andandosene. 
 
Arrivata in casa, salì sopra e vide il padre giocare all'Xbox con Frankito. 
"Cosa? Io esco per farti svegliare e tu! E' umiliante trovarti già sveglio!" 
"Tranquilla Ramona, le ciambelle le mangio lo stesso!"
"Sono andata a comprarle, in pigiama, per te!" sbraita lei poggiando i sacchetti sul comodino.
"Tesoro, scusami! Mi farò perdonare. Promesso!" disse lui spegnendo l'xbox e abbracciando la figlia. 
"Non preoccuparti! Spera soltanto che non mi abbiano visto i miei amici!" disse lei ironica. 
"Non preoccuparti, sei sempre bellissima, ma adesso... CIAMBELLE!!!" disse Trè urlando e buttandosi sul letto. 
"Ho preso pure da bere"
"Si? Cosa?" chiese Trè, mentre Frankito origliava dentro le buste. 
"Questo!" disse Frankito compiaciuto, facendo vedere la bevanda. 
A Trè gli si illuminarono gli occhi. 
"ORANGE MOCHA FRAPPUCCINO!" urlò entusiasta, provocando una risata di tutti. 
 
 
 
 
Casa Armstrong Ore 9:00
 


Adrienne si trovava in cucina stava squadrando il frigo pensando a cosa preparare per la colazione. 
"Allora... Jakob e Billie uova e bacon. Joey ed io pancakes e gelato!" bofonchiò ancora assonnata. 
Prese gli ingredienti dal frigo e li posizionò sulla lavastoviglie. Prese una padella, abbastanza grande, e la mise sul fuoco. Sbattè sopra le uova e il bacon ed una volta finiti li mise sui rispettivi piatti. Prese un'altra padella e preparò i pancakes, mentre dalla cucina urlava: 
"Joey!! Jack!! Billie! Svegliatevi che è tardi!" 
Mise i pancakes su un piatto di portata e li posizionò sul bancone, dove sempre facevano colazione. Guardò l'orologio e spalancò gli occhi, una volta notato l'orario. 
"Cazzo!" mormorò correndo verso le scale.
Era tardissimo! Erano le 9:10 e alle 9:45 dovevano incotrarsi con la famiglia Wright e la famiglia Pritchard nell'autogrill. Non ci sarebbero mai arrivati in tempo se i ragazzi non si sarebbero svegliati. 
Adrienne era una donna alquanto dolce e saggia. La cosa che amava di più al mondo era la sua famiglia. Era una mamma e moglie a tempo pieno. Anche se i suoi figli erano cresciuti lei non smetteva di coccolarli. Aveva sempre dato sè stessa a loro, anche quando loro non capivano. Amava essere mamma, e amava essere moglie del frontman dei Green Day. Al contrario di come la pensavano tutte le fan, Billie Joe non aveva mai tradito Adrienne e questo lei lo sapeva perfettamente. Non le erano mai sorti certi dubbi su un tradimento o quant'altro. Non le dava fastidio se ogni tanto Trè li portava in qualche Night Club, però per sicurezza lei usciva con loro. L'unica cosa che odiava della sua famiglia era il ritardo. Odiava essere ritardataria, ma con loro accanto lo era sempre. E, sicuramente, anche oggi lo sarebbero stati. 
Entrò nella prima camera a destra e la aprì. Una volta dentro sorrise al viso angelico del figlio minore. Jakob Danger Armstrong. Era davvero un tipo pericoloso, anche se alle volte molto dolce. Amava mangiare, giocare a football e suonare la chitarra. Non era uno dei bambini più educati a scuola, ma era davvero brillante. Adrienne e Billie Joe non potevano mai discutere dinnanzi a lui, perchè era un complessato, daltronde come il padre!
Si sedette sul bordo del letto a mezza piazza del figlio e sussurrò, scuotendolo dolcemente: 
"Jakob! Jack! Sveglia! Se non ti svegli, arriveremo tardi. Sai, mi secca arrivare sempre tardi! Persino Trè ci supera!" 
"Non mi interessa niente!" disse Jakob girandosi dall'altro lato. 
Adrienne lo guardò scocciata, si alzò dal letto, incrociò le braccia e disse:  
"Ah si? Peccato! Ti avevo preparato una così bella colazione! Sai avevo fatto le uova e il bacon! Bè... significa che lo mangierà papà. Sai, sarà entusiasta nel ricevere anche il tuo piatto!" 
Detto questo, Jakob si alzò, abbracciò la mamma e corse verso la cucina urlando: 
"Miooo!"
Sorrise soddisfatta e chiuse la camera di Jakob. Con Jakob era stato facile, ma adesso stava per arrivare il momento difficile. Joseph Marciano Armstrong. Lui sì che era davvero pericoloso! Camminò verso la camera del demonietto ed una volta entrata lo guardò senza sorridere. Non dormiva beatamente. Aveva la bocca serrata, sembrava arrabbiato. Il suo volto era contratto in una smorfia incazzata anche da dormiente. Adrienne sbuffò, si sedette sul bordo del letto a mezza piazza e sussurrò, scuotendo delicatamente il corpo: 
"Joey! Joey! Sveglia! Sono le 09:20 e alle 09:45 dobbiamo incontrarci con la famiglia Pritchard e la famiglia Wright! Su forza!"
"Non rompere, cazzo!" sbraitò lui girandosi dall'altro lato. 
"Gli adolescenti!" pensò Adrienne. 
Adie si alzò scocciata, dal comportamento del primo figlio, tolse le cuffie dalle orecchie di quest'ultimo e spalancò le finestre. Joey urlò arrabbiato iniziando a lanciare oggetti verso la madre indifesa. 
"Adesso mi hai proprio stancato Joseph Marciano Armstrong! Tu e le tue stupide crisi adolescenziali! Se entro cinque minuti, cioè il tempo massimo per far alzare tuo padre, non trovo quel tuo bel culetto sopra le alte sedie della cucina, giuro che verrò qui con una pentola di alluminio ed un forchettone!" urlò Adrienne seccata, uscendo dalla camera.
Sbattè la porta e si diresse verso la camera da letto di lei e Billie Joe. Verso il loro nido d'amore. Entrò dentro, pronta ad urlare ad un Billie dormiglione, ma una volta visto quel corpo esile, quel braccio poggiato sulla pancia da ubriacone e quello sguardo così sereno, si sciolse. Era così fortunata ad avere un marito del genere. Un uomo così bello dentro e, sopratutto, un uomo che dormiva come un bambino. Non solo per l'espressione serena, ma per lo più per la posizione. Non si trovava nel suo rispettivo lato, come le persone normali, ma era al centro del letto matrimoniale, più vicino ai piedi del letto che al cuscino. Con il braccio sinistro steso verso l'alto e quello destro poggiato sulla pancia. Le dispiaceva pure svegliarlo! Sapeva in quei mesi quanto Billie e gli altri avevano lavorato per il nuovo CD. Si avvicinò a lui, gli carezzò i capelli nuovamente biondi e gli schioccò un bacio sulle labbra per poi dargliene un'altro sulla guancia. Billie Joe si strofinò delicatamente gli occhi assonnati sorridendo. 
"Buongiorno!" disse lui, sporgendosi pronto al bacio mattutino. 
"Buongiorno!" disse lei dolcemente baciandolo. 
Mentre la baciava, le carezzava il viso così dolcemente da farle venire la pelle d'oca. A dir la verita lui non aveva mai smesso di farle venire la pelle d'oca. Di farle provare quelle sensazioni da farla sentire una ragazzina. Amava quell'uomo come era giusto amarlo. Anche lui l'amava come era giusto amarla. Erano una coppia fenomenale. Si amavano così tanto che riuscivano a far sentire il loro amore persino ai fan di lui!
"Okay! Dobbiamo alzarci" disse lei sorridendo e alzandosi. 
"Aspetta! Voglio un'altro pò di coccole!" disse lui sorridendo. 
"Ti ho già svegliato. Hai ricevuto tutte le possibili coccole!" disse lei tirandolo su. 
"Ho bisogno di zucchero!" disse, una volta seduto ai piedi del letto, sorridendo e carezzandole i fianchi.
Lei sorrise e lo baciò. Billie Joe la strinse a sè, trascinandosela sopra il suo corpo. 
"Okay! Abbiamo dato abbastanza tempo a Joey, per svegliarsi. Su! Muoversi!" disse lei alzandosi e uscendo insieme al marito. 
Arrivati in cucina videro Joey mangiare pancakes. 
"Dov'è Jakob?" chiese Billie sedendosi. 
"E' andato a prepararsi per andare a Miami!" rispose lui annoiato. 
"Hawaii!" Lo corressero Billie Joe e Adrienne.
  
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