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Autore: Cristie    22/02/2012    5 recensioni
(Contiene spoiler sulla puntata 3x14)
I raggi del sole si proiettavano attraverso le finestre, inondando di luce l’ufficio .
Le pareti brillavano di nuova tonalità a contatto con loro.
David Karofsky smise di battere al computer, con un sospiro raddrizzò la schiena e facendo leva con le braccia sulla scrivania mise un po’ di distanza tra se ed il portatile.
Si allentò leggermente il nodo della cravatta. Prendendosi dieci minuti di pausa, magari facendosi portare una tazza di caffè dalla sua segretaria.
Eh già. La vita per un agente di borsa di successo poteva essere veramente difficile.
Dave/Nuovo personaggio, accenno Klaine,
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tutti. Questa fic è nata principalmente vedendo una particolare scena della puntata 3x14. Dove Kurt aiutava Dave ad immaginare il suo futuro...questa è la mia interpretazione.
Nella lista dei personaggi ho aggiunto sia Kurt che Blaine, ma solo perchè sono solo citati nella storia Blaine in particolare, non prendetevela. Ma stavolta la scena è tutta per Dave. Grazie a tutti coloro che passeranno a leggere. Cristie








I'm so happy right now

 
 
 
 
 
I raggi del sole si proiettavano attraverso le finestre, inondando di luce l’ufficio .
Le pareti brillavano di nuova tonalità a contatto con loro.
David Karofsky smise di battere al computer, con un sospiro raddrizzò la  schiena e facendo leva con le braccia sulla scrivania mise un po’ di distanza tra se ed il portatile.
Si allentò leggermente il nodo della cravatta. Prendendosi dieci minuti di pausa, magari facendosi portare una tazza di caffè dalla sua segretaria.
Eh già. La vita per un agente di borsa di successo poteva essere veramente difficile.
Stava per spingerete il tasto di chiamata. Quando il cellulare vicino al telefono fisso iniziò a vibrare.
 

Un MMS da Blaine Anderson.
 
“ Le due pesti non vedono l’ora di giocare con il loro cuginetto.
Quindi per il bene di Kurt, ma soprattutto il mio, vedete di non fare tardi stasera,
Ciao ciao!”

 
 
E seguiva una foto della famiglia Hummel –Anderson al gran completo. Kurt e Blaine seduti sul loro divano del salotto, spalla contro spalla sorridenti  che cercavano di tenere buoni i loro pargoli. Christine che se ne stava in braccio a Blaine, e Matt che si stava letteralmente sbracciando nel salutare, con Kurt che provava a tenerlo fermo senza molto successo.
David diede un’occhiata a l’orologio, ancora tre ore e sarebbe potuto passare a casa.
Il telefono fisso prese a squillare.
- Dimmi tutto Constance -
- Signore ci sono il signor Wright e il piccolo Evan – quelle parole illuminarono il volto del’agente di borsa.
- Falli salire – rispose immediatamente. Per poi rimettersi seduto in attesa.
Esattamente due minuti dopo senti uno scalpicciò leggero che correva veloce verso la porta del suo studio. David vide la maniglia della porta provare ad abbassarsi un paio di volte.
Voleva alzarsi ed aprirla lui stesso, ma sapeva che se lo avesse fatto Evan se la sarebbe presa in una maniera incredibile, ora che aveva scoperto di poter arrivare alle maniglie delle porte ci si metteva d’impegno per riuscire ad aprirle.
Al quinto tentativo infatti la porta si aprì finalmente accompagnata da un  - Papaaaaaa! – con una chioma castana che sfrecciava verso di lui.
David si alzò velocemente, prendendo al volo e sollevandolo in aria gli diede un bacio sulla fronte – Eccolo il mio ometto ! -  per poi tenerselo il braccio.
- Perché tutti i baci e gli abbracci sono sempre per lui? Potrei essere geloso..-  il tono della voce era come sempre irriverente. David era di spalle ma poteva giurare che Colin stava sorridendo in quel momento.
Con uno scatto veloce infilò una mano sul fianco di lui per attirarlo a sé. Facendo incontrare le loro labbra in un bacio profondo.
- Così ti sta bene? – chiese David giusto per conferma, poggiando la fronte su quella del suo compagno, o marito per la precisione.
- Ciao anche a te – fece Colin facendo sì che i suoi occhi azzurri apparissero ancora più blu.
- Come mai qui? Pensavo che ci saremo visti al mio ritorno a casa – chiese lui, mentre adagiava il bambino a terra, questi si mise immediatamente a giocare con i giochi che suo padre Colin gli aveva appena dato.
- Sono tornato a casa presto oggi, siccome è una giornata così bella. Ho mandato a casa la babysitter poi io ed Evan siamo andati a farci una passeggiata al Central Park. Poi a qualcuno era venuta voglia di vederti..per cui eccoci qui…- detto questo Colin si diresse verso la grande vetrata illuminata. Inondando la sua cascata di capelli neri in un bagno di luce.
David lo trovò bellissimo, come il primo giorno che lo aveva conosciuto. E non resistette lo raggiunse e lo circondò da dietro con le braccia.
- Puoi sempre venire qui ogni volta che vuoi…lo sa vero? – bisbiglio baciandogli il collo delicatamente. Colin gli regalò un meraviglioso sorriso. Lui era così non aveva bisogno di comunicare con le parole quello che provava. Erano sufficienti i suoi occhi azzurro cielo e il suo caldo sorriso.
- Papà? – il piccolo Evan attirò la loro attenzione. - …quando andiamo da Matt e Christine? -
Entrambi gli adulti sorrisero.
- Proprio questa mattina mi ha chiamato Kurt per ricordarmi – e calcò bene  Colin sul verbo sottolineando che per l’ennesima volta Kurt aveva chiamato per ricordargli della cena. Cosa che fece ridere David.
- Li vedrai questa sera. Così voi tre potrete scatenarvi allegramente..-
Arrivò il momento di salutarsi, David doveva assolutamente terminare un lavoro.
 
 

***

 
Le cene in casa Hummel- Anderson erano sempre una cosa gradita per chiunque ricevesse un invito. Blaine e Kurt erano degli ottimi padroni di casa e sapevano mettere a loro agio chiunque.
David e Colin alla pari di Rachel e Finn erano ormai assidui frequentatori di quella casa.
I piatti erano squisiti come al solito. Blaine ai fornelli era veramente un portento.
Fu il momento di sparecchiare la tavola, ognuno portava via il proprio piatto, nel’andare e venire generale con tre bambini scatenati che in quel momento stavano giocando a rincorrersi, David se ne stava ad osservare la scena. Per poi uscire fuori al giardino di casa.
Fece un paio di passi stringendosi di più nel proprio cappotto, quando un vento gelido gli passò vicino.
Aveva bisogno di un momento per stare da solo. A pensare alla data del giorno che lo aveva rimandato ad un passato che credeva, sperava, fosse ormai lontano.
- Hey – lo chiamo piano qualcuno dietro di lui.
- Hey – gli fece il verso, prendendolo un po’ in giro – Non trovi che le stelle siano bellissime Kurt?-
E l’uomo accanto a lui annui, semplicemente per poi mettersi ad osservare le stelle.
Ci fu un lungo momento di silenzio.
- Ci pensi mai...a quel giorno? – gli chiese Kurt centrando la questione come sempre. Quello stesso giorno di dieci anni fa, David Karofsky si era trovato da solo nella sua camera, dopo l’ennesima mancata risposta alle sue chiamate da parte di Kurt. Dieci anni da quando aveva…
- Continuamente, e tutte le volte non posso fare a meno di pensare che ora ho qualcosa per cui combatte ogni giorno. Per quanto dura possa essere… -
E Kurt, il suo migliore amico da quel lontano pomeriggio in ospedale ora stava continuando a guardare le stelle, con una lacrima che scendeva lungo il suo volto sorridente.
- Kurt?-
- Ce l’abbiamo fatta Dave. Tu, io e Blaine, anche Colin. Tutti noi ce l’abbiamo fatta ed hai ragione, per quanto possa essere dura ogni giorno noi dobbiamo continuare a combattere –
E se ne tornarono dentro. Alle loro vite, dai loro figli, dai loro mariti. Ognuno con le proprie battaglie vinte e quelle perse. Ma in quel momento con i suoi amici, con suo marito che gli sorrideva mentre si incamminava verso di lui con suo figlio per mano. David Karofsky non potè fare a meno di pensare..
 
 

Sono felice ora.

   
 
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