Ave, Roma!
Roma guardò l'uomo all'interno della cella.
-Sei stato molto coraggioso, sai? Affrontare così l'imperatore, accusarlo pubblicamente, non è da tutti.
L'uomo alzò gli occhi, non si era accorto prima dell'arrivo della Nazione: -Tu che avresti fatto se la tua famiglia fosse stata sterminata, se fossi diventato uno schiavo, se dovresti combattere per la sopravvivenza.
Roma rabbrividì: perdere i suoi amati nipotini, non poteva neanche immaginarlo.
Allontanò quei brutti pensieri e si concentrò sull'uomo:- In ogni caso, sei stato coraggioso, ti ammiro molto.
-Tutti gli uomini di Roma devono essere coraggiosi, per onorarti con le loro imprese.- rispose il prigioniero, con un sorriso di gratitudine.
Una guardia si avvicinò alla Nazione, sussurrandole qualcosa all'orecchio. Il viso di Roma si rabbuiò, l'imperatore voleva parlargli.
-Adesso devo lasciarti. Continua a combattere come hai fatto oggi, e presto avrai la tua vendetta.
Gli occhi del prigioniero si riempirono di dolore e di rabbia, avrebbe dato tutto, anche la sua vita, pur di vendicare la moglie e il figlio.
Roma si sistemò il mantello purpureo sulle spalle e iniziò ad allontanarsi.
-Ave, Roma!- gli rivolse come saluto l'uomo con cui aveva parlato fino a quel momento.
-Ave, Massimo Decimo Meridio.
Note dell'Autrice:
Ciao a tutti. Mica male l'idea di questo crossover Hetalia/Gladiatore, vero? Oggi non avevo granchè da fare a scuola e mi è nata così all'improvviso.
Spero vi sia piaciuta, ringrazio che leggerà o recensirà.
Baci,
Historygirl93