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Autore: ElisFois    22/02/2012    2 recensioni
Due lunghe fasce di tessuto bianco si liberarono dal soffitto, ancora ondeggiavano quando le accarezzò.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tessuti Aerei
 



Sono sempre stato incline a credere che un uomo, da solo con le sue forze, non sarebbe mai stato capace di sfidare la gravità.
Ho sempre saputo che l’esistenza degli angeli si attribuiva solo a miti ripiegati su se stessi, persone dall’aspetto etereo munite di ali capaci di violare il cielo, frutto della fantasia di quei pensatori che non vogliono rassegnarsi alla realtà.
Avevo però sottovalutato il fattore a sorpresa, l’asso di picche che la vita ti scaglia addosso non appena i tuoi piedi vengono indirizzati verso una via sconosciuta,  per la loro primissima volta.
Avevo 12 anni quando lo vidi.
Ero alle porte della mia adolescenza, reduce da una fanciullezza destinata a distinguersi da quella dei miei coetanei.
Mio padre era fisico, Termodinamica e Relatività hanno preso il posto di ginocchia sbucciate e palloni da calcio sgonfiati dalle vecchie signore in preda all’ennesima crisi di nervi.
Tuttavia , mio padre aveva una grande passione, un amore verso qualcosa che non si trovasse all’interno del suo laboratorio o che non avesse a che fare con me: Il Circo, e me la trasmise.
Ricordo solo vagamente la voce di un uomo con la faccia truccata di bianco che lo annunciò, poi il silenzio, successivamente il buio ed infine, Lui.
Forse una musica lo accompagnava, ma non riesco a rievocarne la melodia.
Due lunghe fasce di tessuto bianco si liberarono dal soffitto, ancora ondeggiavano quando le accarezzò.
Era vestito di bianco, fasciato da fili rosso sangue, quel sangue che - vittima di una visione – credetti fosse mio.
Le sue mani scivolarono tra la stoffa e le sentii addosso in ogni parte di me, le sue braccia si tesero, i suoi muscoli si contrassero e in un attimo era sospeso nel vuoto, con quella forza che mai immaginavo potesse avere.
La sua bocca socchiusa sembrava sussurrare in una lingua muta e silenziosa, sconosciuta a chiunque fosse condannato a tenere i piedi incollati a terra, lui che si proiettava verso l’alto, verso quella luce che lo richiamava a se.
Il tessuto prima lo avvolgeva, poi lo abbandonava; prima lo proteggeva, poi lo minacciava.
Lo vedevo volare e desideravo immedesimarmi in quelle fasce che lo trattavano da amante , che si piegavano schiave del suo volere.
Lottava come se ci fosse in palio la sua stessa vita, dominava l’aria facendomi sentire solo un povero peccatore di fronte a quella meraviglia che esibiva la sua anima.
Lo sentivo soffrire, lo guardavo morire e poi riprendere vita, sembrava un tormento senza fine.
Mi sentii sviscerare all’improvviso quando una scarica che partiva dal ventre pian piano si espanse sgretolando tutto quello che incontrava.
Mi sentivo svuotare mentre una nuova essenza entrava dentro di me, la sua.
Avrei voluto che mi guardasse, ma non avrebbe visto altro che un ammasso di pelle e carne devota alla sua immagine riflessa nelle mie pupille. Avrei voluto toccarlo, ma il rosso si sarebbe tramutato in nero, infettando tutto quello di cui il mio sguardo aveva gioito.
La sua danza ipnotica si imponeva al resto, con irruenza si lasciava sprofondare verso terra e con grazia maestosa risaliva prendendosi ogni particella del mio respiro.
Viveva di quelle parole che non riuscivo a pronunciare, di quei sospiri che mi lasciavo sfuggire, mentre le mie mani correvano altrove per placare quel dolore che mi attanagliava dall’interno.
Ancora oggi mi chiedo come potesse ondeggiare nel vuoto con quella devozione surreale, quel giorno mi domandai se il cuore umano, tra un battito e l’altro , fosse davvero capace di sprigionare tali emozioni, perché la sua passione era più profonda della mia. Quando le sue mani si perdevano in quell’aggrovigliarsi di tessuti, quando le sue braccia possenti si aprivano una via in quel labirinto inesistente, quando le sue cosce sinuose si schiudevano nell’aria, lui era libero e io potevo percepirlo. Sono sicuro che fosse il suo volere a permettermi di farlo, si prendeva gioco della mia volubilità, e io ero troppo giovane per non lasciarmi condizionare, troppo ingenuo per non lasciarmi sedurre.
E poi si dimenava, affranto da emozioni che sicuramente non ero in grado di capire, scivolava tradito dal suo stesso elemento.
Provai terrore quando lo vidi precipitare senza armonia, l’angoscia si portò via i pensieri  pietrificandomi all’immagine del suo corpo inerme atterrato con teatrale orrore, lasciai che i brividi mi risvegliassero da quell’incubo in cui ero stato catapultato, ma la sua immagine a contatto con la superficie non se ne andava.
Ed eccoli i miei piedi, le mie gambe, le mie braccia, muoversi senza che ne avessi coscienza, correvo verso quell’arena distruggendo tutto il silenzio che mi aveva circondato, ma la mia voce non c’era. Mi ero perso.
Ero affogato chissà dove sprofondando a ogni scalino che mi lasciavo alle spalle, per avvicinarmi a lui, per sentire che quella fine fosse reale, per percepire tra le dita la consistenza di quella crudeltà che mi spiazzava gettandomi addosso il mio primo asso di picche.
Ma non era quella la lezione che la vita aveva in serbo per me, non era la fine di un sogno quello a cui stavo assistendo.
I suoi muscoli vibrarono, alzò la testa verso di me e puntò i suoi occhi scuri nei miei, mi guardava perplesso, mentre una lacrima insipida mi bagnava il volto e lo vidi sorridere.
Mi accorsi di essere stato l’unico a correre in modo così disperato verso di lui, e in quel momento capii quanto si fosse preso gioco di me, lo odiai.
Un applauso assordante ci aveva circondati, ma non si curava di quell’elogio, continuò a guardarmi come se si trovasse di fronte a un fantasma .
Era in piedi di fronte a me, al mio livello , lo sentivo vero, lo sentivo vivo e lui s’inchinò, solo per me.
Avevo 12 anni, e m’innamorai.
 





Uh sono ancora qui a distanza di poco tempo, non mi aspettavo di pubblicare nuovamente a breve, ma l'ispirazione è stata lampante non è vero. E' un idea alla quale tengo particolarmente e che mi ha dato qualche difficoltà nel convincermi a pieno, ma lascio a voi il giudizio finale ^^
  
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