Prologo.

 

Londra, 16 Febbraio.

Non si direbbe che fosse un pomeriggio come tanti, quello in cui è iniziata questa storia. E' una vicenda assai intricata e a tratti demenziale, ma è parte fondamentale della loro vita. Loro, che pensavano di essere delle fallite e che sarebbero morte sotto i ponti di una cittadina di periferia, non immaginavano che qualcuno le avrebbe mai notate. Ma accadde, e così una stilista dai gusti improbabili e una bassista strampalata trovarono il primo incarico importante della loro carriera. 

Per Hannah (quella dai gusti improbabili) non sarebbe stato troppo difficile abbinare cinque completi da palcoscenico multicolor così come per Carmen (quella strampalata) sarebbe stato un gioco da ragazzi suonare per una giovane boyband altamente commerciale. Motivo per cui avevano accettato subito, sicure com'erano che quello fosse il lavoro perfetto per loro.
E adesso aspettavano nella hall di un hotel che gli facessero conoscere la famosa band per cui avrebbero lavorato.

Ma conosciamo meglio queste due sfigate a cui la provvidenza divina ha voluto dare una possibilità, forse per dimostrare la propria potenza (in effetti solo un miracolo poteva salvarle) o più probabilmente perchè anche Dio provava pena per loro..

La prima, Hannah, non troppo alta, capelli e occhi di un anonimo castano, era fondamentalmente cinica e lunatica, la tipica persona capace di trovare difetti dovunque e che cambia umore per una sola parola di troppo. Al di là di questo, però, sapeva essere anche simpatica e gentile, e in alcuni casi si rivelava una scoppiata totale, con idee del tutto fuori dalla norma. Non per niente aveva frequentato una scuola d'arte per diventare stilista, e in un luogo pieno di emo, dark, otaku e trans come si poteva pensare che venisse fuori come una persona normale? 

Era cresciuta con la convinzione che appena uscita dall'accademia avrebbe iniziato a lavorare per gli Hetherette, ma, manco a dirlo, non aveva mai avuto nessuna chance. E così si era lasciata andare, finendo come commessa in un negozio di strumenti musicali. 

Lì aveva conosciuto Carmen, capelli scuri e occhi verdi, musicista dai tempi della terza media, che aveva cambiato decine di band ma che non era mai riuscita a trovare la strada per il successo, ma che nonstante ciò non aveva mai perso il proprio entusiasmo e la propria allegria. Avevano fatto amicizia e la loro vita era leggermente migliorata, anche solo perchè si tenevano compagnia i sabato sera, quando tutti gli "amici" le scaricavano con scuse banali. 

Al momento, Carmen si sentiva troppo gasata per preoccuparsi dell'ipocrisia dei suoi vecchi amici, perchè adesso la sua vita stava per cambiare.

«Ho fame», mugolò Hannah, guardandola storto mentre lei la ignorava, troppo presa dal proprio basso che stava suonando abilmente. Anche lei si era stufata di aspettare, ma non gli sembrava utile dirlo.

«Si, lo so. Firmiamo questo contratto e ce ne andiamo al McDonald. Okay?»

Hannah non rispose, perchè in quel momento qualcuno si stava avvicinando a loro. Finalmente.

Si presentarono all'uomo e parlarono un po', poi firmarono il loro contratto e stavano per andarsene, quando gli fu detto che la band stava arrivando, così li avrebbero conosciuti subito, visto che il tuor sarebbe iniziato di lì a pochi giorni.

Ad un tratto, mentre Hannah era talmente annoiata da togliersi lo smalto con i denti e Carmen aveva ripreso a suonare solo per non addormentarsi, la porta si aprì.

Le due ragazze girarono la testa e osservarono la scena, mentre cinque giovani ragazzi facevano il loro ingresso. Erano tutti sorridenti e vestiti casual e Hannah ringraziò per quello: non avrebbe sopportato una banda di ragazzini snob, ma questi sembravano decisamente simpatici.

Si sedettero di fronte a loro, mentre l'uomo col contratto usciva dalla stanza. Sembravano due partizioni nemiche: le ragazze sul divano a sinistra e i cinque ragazzi su quello opposto. Nessuno parlava.

«Hahahahahaha», esplose il ragazzo dai capelli biondi, seduto sul bracciolo del divano. Le due ragazze rimasero allibite, soprattutto quando tutti gli altri si unirono alla risata.

«Scusate ma.. Accidenti c'era un silenzio inquietante! Io sono Niall, quello irlandese>, si presentò, sorridendo.

Hannah si rilassò e anche Carmen sorrise. A turno tutti gli altri si presentarono: quello con la felpa azzurra e lo sguardo color cioccolato disse di chiamarsi Liam, quello con un ciuffo alto tre metri e la camicia da boscaiolo Zayn, il ricciolino con delle adorabili fossette nelle guance Harry e quello che a Carmen era sembrato avesse la faccia di scemo disse di chiamarsi Louis. 

Chiacchierarono un po' (per lo più furono i ragazzi a parlare, mentre raccontavano di come si erano conosciuti e dei primi tempi insieme) e le ragazze ebbero la conferma: erano molto semplici e troppo simpatici.

Senza che se ne accorgessero erano passate due ore, ed era arrivato il momento per Hannah e Carmen di andarsene, visto che erano molto stanche e anche affamate.

«Ci vediamo domani allora...»

«Non restate per cena?»

Le due ragazze si scambiarono un'occhiata.

«Certo!»

.....

Ed era appena l'inizio!