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Autore: Vincent Dimitri Petrenko    22/02/2012    0 recensioni
Questa storia parla di come tsuna e hibari si siano conosciuti e di come si è sviluppata la loro storia sentimentale. Questo capitolo lo dedico alla mia amica Nini (anche se lei doveva darmi una mano).
Questo e' tutto spero che leggiate la storia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Hibari, Tsunayoshi Sawada
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hibari Kyoya-anni.25

Indiferenza. Tutto ciò che mi permetto di sentire è questo. Mi costringo a sentire solo questo.

La verità è che vorrei urlare. Vorrei tornare indietro a quel momento, dove tutto è cominciato. Così da poter cambiare quel attimo. Vorrei non averlo mai conosciuto. Lo odio. E' solo per colpa sua se ultimamente mi sento troppo indifeso.

 

Asilo di Nanimori – Ore 08.00. Hibari Kyoya-anni.5

 

 

"Vuoi essere mio amico? Prometto che staremo sempre insieme!'"

 

Apro gli occhi che mi ero concesso di chiudere.

Tiro con poca forza la gonna della persona che avrei dovuto riconoscere come madre.

Si abbassa lentamente su di me. Comincia a far finta di sistemarmi la divisa e con un finto sorriso sulle labbra mi sussura a pochi centimetri di distanza dal mio volto.

< Kyoya, Smettila....! Non farmi fare brutte figure davanti alle altre persone...! >

Mi stringe il colletto in maniera troppo forte, quasi volesse soffocarmi.

Mi mordo la lingua per trattenere un gemito di dolore. Ormai sono abituato, nonostante la mia tenera età a non mostrare alcun sentimento.

< Ah, Misa! Eccoti qua. > Ed eccolo qui...anche lui alla fine è arrivato.

< Kyoya... > mi concede solo un questa parola con un tono disgustato e un' occhiata di bisbieco.

< Padre... > gli dico con una nota di sfida nella voce, guardandolo a mia volta.

Si volta verso mia madre.

< Tesoro faremo tardi. Andiamocene da qui, tanto se la caverà da solo adesso >

Un sorriso rassegnato compare sulle mie labbra.

< Si hai ragione caro. Ma aspetta.. > Si abbassa di nuovo su di me e questa volta mi sussura all'orecchio.

< Se combini qualcosa di cattivo, i carnivori come me e papà ti faranno molto male...kyoya >

Sbarro gli occhi. No. Prima che replichi qualcosa se ne sono già andati lasciandomi solo e con la maestra che li richiama alle loro spalle.

 

 

Ormai sono passate 2 ore da quando i miei se ne sono andati e la maestra non ha fatto niente altro che parlare su cosa si pratica nell' asilo e cosa dice il regolamento.

Finalmente è anche passato il momento dello smistamento delle classi. Non che me ne importi molto. Lo trovo semplicemente noioso. Da allora non ho sentito nient' altro che pianti e urla.

Bambini che non volevano lasciare gli indumenti della madre o la sua mano, altri che avevano paura. Ma di cosa poi?

Se avessi potuto decidere io, di certo non mi sarei mai iscritto in un luogo dove ci siano tante persone inutili, stupide e deboli.

< M-ma-mamma.... > giro la testa legermente di lato irritato come no mai.

Sbarro gli occhi. Si volta anche lui. Mi guarda e sorride. Mi regala un sorriso dolce gentile no come quelli che mi dà mia madre. Spontaneo ecco come era. Così mi ritrovo in pedi, a camminare, con il volto leggermente arrossato, in maniera a dir poco ridicola, tutta per colpa di un suo sorriso.

< Su Tsu-kun...e ora che tu vada a far amicizie con gli altri bambini! Non ti preoccupare piccolo, ti vengo a prendere dopo >

Ecco come si chiamava....o almeno....so qual'era il suo soprannome.

A grandi falciate mi dirigo verso il vasto giardino dove mi nascondo dietro un cespuglio da tutto e da tutti, ma sopratutto da quel erbivoro!

 

 

 

 

 

Alcuni giorni dopo...

 

 

La maestra ci lascia liberi. O meglio, lascia liberi loro. Io di certo non mi farò sottomettere da una banda di donne stupide e senza cervello!

< Tsk... > Che sonno. Mi metto in posizione. Mi intrufolo con la testa nel cespuglio e mi metto a ispezionare l'area. Non è nei paraggi. Bene. Dalla taschetta della mia divisa estraggo un blocco per gli appunti con tanto di matita. Comincio a "disegnare". Mentre disegno mi piace pensare a come conquisterò il mondo e a come farò mettere in ginocchio le persone forti. Semplicemente adoro farmi certi pensieri. Massacrarli, ancora, ancora e ancora, finchè non diventeranno altro che inutili erbivori docili.

< Kyoya...? >

Buco il blocco per gli appunti di qualche foglio. Mi si spezza la punta della matita. Si rompe il vetro di una finestra della classe. Un bambino cade e si fa male. Uno vomita. Alzo con molta lentezza il volto. Non dice niente. I nostri sguardi si fondono l'uno dentro l'altro.

Vorrei parlare ma non ho la forza di dire o fare niente. Ho paura che con un solo mio gesto o parola possano rovinare questo momento. Distoglie lo sguardo ma con lieve candido innocente tenero rossore sulle gote. Innocuo. Tutto quello che mi viene da dire.

Dopo un' pò si alza. Si pone di frote a me. Mi tende una mano.

< Vuoi essere mio amico? Prometto che staremo sempre insieme! >

Non riesco ancora a crederci. Io che mi abbasso a un tale livello. Lui che invecie, è riuschito dove altri non avevano neanche tentato di inoltrarsi.

 

Questa è l'inizio della nostra storia,

questo è l'inizio della nostra vita insieme, nel bene e nel male, per sempre.

  
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