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Autore: _ki_    22/02/2012    6 recensioni
«Louiiiis!» trilla Harry allontanandosi di scatto, in volto una bellissima smorfia contrariata.
«Che c’è?» chiede Louis, ancora sporto verso il collo del ragazzo, che fino ad un attimo prima stava baciando.
Harry arrossisce, arriccia il naso, si morde la lingua e poi si tuffa sulle sue labbra.
«Mi fai il solletico!» esclama, con la faccia di chi pensava fosse ovvio. Ed Harry è cosi bambino con lui che Louis quasi non ci crede.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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We’re just two perfect kids

 

 

Sono seduti sul divano, occhi negli occhi. I denti bianchi di Harry torturano le labbra piene e niente, è bello, Louis lo sa e glielo ha anche detto un paio di volte.

Sei un bambino” gli ripeteva sua madre quando si arrampicava sulla mensola in cucina per trafugare le caramelle che lei cercava invano di proibirgli. “Sei un bambino” gli ripeteva il preside della sua scuola quando lo vedeva entrare nel suo ufficio con lo sguardo basso e colpevole di chi ha appena combinato la sua ennesima marachella. “Sei un bambino” diceva Hannah con tono scherzoso quando lui si rifiutava di accettare un suo bacio dopo che lei lo aveva in qualche modo offeso. “Sono un bambino” ha cominciato a ripetersi Louis. Spesso. Quasi sempre. L’ha ripetuto così tante volte che anche adesso, a venti anni, continua a comportarsi da tale. E vorrebbe cambiare, ma nella sua testa se lo ripete ancora, ancora: “Sono un bambino” e i bambini non fanno mai niente per cambiare.

«Un po’ mi vergogno» ammette Harry candidamente, senza arrossire neanche un po’. Certo, si vergogna. Si vede.

«No, non è vero» dice allora Louis, facendogli la linguaccia, perché è un bambino e i bambini dicono sempre quello che pensano. Harry sbuffa un po’, così vicino da fargli sollevare il ciuffo di capelli che gli solletica gli occhi. Sorride, sorride come sorride sempre, come sorride solo a lui, con gli occhi luminosi e le labbra leggere.

«Già, forse no».

Quando si sono incontrati per la prima volta, Harry aveva sedici anni e Louis diciotto. Louis l’aveva guardato, aveva guardato i suoi capelli spettinati, le guance rosa, gli occhi brillanti di emozione. Aveva assistito alla sua performance e aveva visto dietro le quinte quanto esaltata fosse la madre, quanto stretto l’avesse abbracciato, quanto Harry avesse sorriso e quanto le sue fossette fossero tenere.

Sembra un bambino, aveva pensato Louis quando aveva visto Harry per la prima volta. E poi si era presentato.

«E quindi?»

Sono seduti sul divano e si guardano negli occhi. Harry ha il sorriso luminoso di chi ha appena scoperto che i suoi genitori hanno posto sotto l’albero esattamente il regalo che aveva desiderato; Louis ha un sorriso più vivace, la sua solita espressione da bambino, gli occhi chiari che aspettano, aspettano qualcosa.

Quando Louis si era presentato ad Harry l’aveva fatto in modo originale.

«Ciao, sono Louis, me lo fai un autografo?»*

Harry aveva puntato i suoi occhi azzurri -quel giorno erano azzurri, poi sarebbero diventati grigi, poi verdi; Louis ha smesso da un po’ di chiedersi di che cavolo di colore siano gli occhi di Harry Styles- sul suo viso e aveva fatto una faccia buffa.

«Non sono famoso» aveva mormorato. Louis aveva fatto il suo sorriso sono-un-bambino-assecondami.

«Ma lo diventerai! Voglio avere il tuo primo autografo, dai!»

Il volto ridente di Harry Styles l’aveva assecondato. Louis se l’aspettava, la battuta «Sei proprio un bambino. Che stupidaggine», se l’aspettava così tanto che quasi era rimasto deluso quando non era arrivata. Harry aveva scritto in stampatello il suo nome su un pezzo di carta e poi aveva guardato Louis.

«Furba, come cosa. Sei intelligente».

Forse era stato quello, il momento in cui Louis aveva capito che Harry non sarebbe stato per lui una persona come le altre.

«Quindi posso fare questo» mormora Harry in un altro tempo, nel presente, decidendosi finalmente ad annullare la minima distanza che intercorre tra i loro visi e a posare le sue labbra su quelle di Louis. La bocca di Harry sa di marmellata di fragole, la stessa nel cui barattolo Louis immergeva le mani quando la mamma non c’era e non poteva dargli del bambino.

Harry non ha mai detto a Louis “Sei un bambino”, non gli ha mai detto “Cresci” come ha fatto Hannah prima di mollarlo, né “Sono fiera del mio piccolo Louis” come ha fatto sua madre quando è diventato parte dei One Direction. Harry non l’ha mai considerato un bambino -e Louis lo sa che non è solo per il fatto che lui è più grande, perché perfino Liam ogni tanto gli dà del poppante.

Harry non gli ha mai dato del bambino e Louis pensa che se deve amare qualcuno, se deve passare la sua vita con una persona, non può di certo passarla con una che lo consideri inferiore. Deve passarla con una che lo consideri suo pari, di questo ne è più che sicuro.

«Louiiiis!» trilla Harry allontanandosi di scatto, in volto una bellissima smorfia contrariata.

«Che c’è?» chiede Louis, ancora sporto verso il collo del ragazzo, che fino ad un attimo prima stava baciando.

Harry arrossisce, arriccia il naso, si morde la lingua e poi si tuffa sulle sue labbra.

«Mi fai il solletico!» esclama, con la faccia di chi pensava fosse ovvio. Ed Harry è cosi bambino con lui che Louis quasi non ci crede.

 

Louis ha pensato che Harry gli avrebbe fatto cambiare idea, una volta o due. Ha pensato che Harry avrebbe potuto dirgli che no, non è un bambino, e lui lo ammira per l’uomo che dimostra di essere. Ha pensato che così avrebbe potuto sentirsi un po’ adulto, qualche volta.

Ma invece no, adesso Louis non lo pensa più. Louis pensa che è vero, Harry è ancora più bambino di lui, ma non lo fa sentire per niente più adulto. Con Harry al suo fianco, Louis è contento di essere quello che è. È contento che lo siano entrambi, dei bambini.

 

 

*ATTENZIONE: questo pezzo è stato deliberatamente ispirato ad un’altra storia che circola per il sito, ma di cui non ricordo il nome. Se l’autrice di suddetta o comunque una persona che la ricorda passassee per di qui e leggesse, la prego disperatamente di farmi sapere in qualche modo il nome della storia, così potrò dovutamente linkarla alla fine della OS. Grazie :D

 

Beh ragazze, se non l’avessi pubblicata questa sera non l’avrei pubblicata mai più. Larry, fluff (tanto per cambiare) e bambini. Volete sapere altro?

Oooh ma a voi non fa il solletico quando qualcuno vi bacia sul collo? A me tantissimooo :O -non c’entra niente, è il mio sfogo perché devo ancora cominciare i compiti e invece sono qui a pubblicare OS schiferrime -.-’

Un bacio, vi abbandono presto questa volta :3

_ki_

   
 
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