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Autore: ginny090    22/02/2012    4 recensioni
Storia Harry e Ginny, divertente, ambientata dopo la seconda guerra, in cui Harry, a causa di Ron, si fa prendere dalla gelosia. Il titolo non mi convince molto, ma non sapevo come chiamarla.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Ron Weasley, Viktor Krum | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quell’assurdo sentimento chiamato gelosia.

 
Harry stava tranquillamente seduto in salotto nel suo appartamento Londinese, vicino al camino. Era un venerdì. Aveva lavorato duramente per tutta la mattina, così aveva deciso di concedersi un pomeriggio libero. Gli sarebbe piaciuto trovare Ginny lì, ma l'incontro delle Harpies contro il Puddlemere United era alle porte e così per quella settimana, Gwenog aveva intensificato il loro programma d'allenamento. Era sicuro però che non appena fosse finito, lei sarebbe venuta lì invece che andare alla Tana. I due non vivevano ancora ufficialmente insieme, tuttavia Ginny spendeva più tempo da lui che non a casa dei suoi genitori. Egli stava per prendere la Gazzetta del Profeta, quando Ron gli si materializzò davanti, facendogli prendere un colpo.

“Maledizione Ron! Quante volte ti ho detto di non materializzarti dentro casa in questo modo?” Egli disse esasperato. A quanto pare il fatto che avesse già beccato lui e Ginny mezzi nudi sul divano non gli era bastato.
“Giusto, scusa.” Ron rispose pronto a sparire.
“Ehi aspetta non ti ho mica detto di and…”ma non riuscì a finire la frase, che egli sparì. L'attimo dopo Harry sentì bussare alla porta. Alzandosi, egli andò ad aprire trovandoci Ron.

“Ciao amico. Posso entrare?” Chiese lui con un sorriso beffardo alla Weasley, che tante volte aveva visto anche sul viso di Ginny.
“Prego.” Harry disse spostandosi per lasciarlo passare. “Allora che cosa ti porta da queste parti?”
“Niente. Volevo solo venire a salutare il mio migliore amico e la mia dolce sorellina! è un problema?"
"No, affatto." Si affrettò egli a dire. Eppure la cosa non poté non apparirgli ugualmente sospetta, dato che loro si fossero visti fino a poco prima a lavoro.
"Scherzi a parte dov’è Ginny?” Chiese, accorgendosi che il ragazzo fosse solo.
“E’ all’allenamento delle Holyhead Harpies.” Disse sedendosi su una poltrona vicino al camino e invitando Ron a fare altrettanto.

“E come vanno le cose tra voi?” Chiese il rosso esitando.
“Bene, ma perché me lo chiedi?” Harry domandò, osservando meglio l’amico. Ron giocherellava troppo con le mani e aveva un’aria tesa. Si, c'era decisamente qualcosa che non andava.
“Niente così.” Rispose vago, ma Harry, che ormai lo conosceva bene, sapeva, che quando l’amico parlava poco, significava che aveva qualcosa che lo tormentava.
“Che cosa c’è? Devi dirmi qualcosa che non so?” Harry chiese, incitando Ron a parlare.

“No mi chiedevo solo se tra di voi andasse tutto bene, ecco tutto.” Insistette l’altro.
“Il sesso va alla grande, se proprio lo vuoi sapere.” Harry disse. Il mostro dentro di lui, fece le fusa al ricordo dell’ultima notte di passione insieme a Ginny. Sua sorella era molto "attiva" prima di ogni partita importante, ed egli non era certo uno che disdegnava la cosa. Sorrise soddisfatto, quando vide Ron trasalire a quella affermazione.
“Non mi riferivo a quello!” Disse distogliendo lo sguardo, e arrossendo leggermente in zona orecchie. “Io non voglio sapere proprio niente al riguardo.”

“Allora cosa c’è?” Harry lo guardò con un pizzico di esasperazione, che lo fece sentire rassomigliante a Hermione, Ron parve notare la stessa cosa e forse fu per quello che cedette.
“Oh…e va bene, ma se Hermione te lo chiede, io non ti ho detto niente.” Harry annuì, allora il ragazzo proseguì: “Hai letto il Settimanale delle streghe ultimamente?” Ron chiese.
“Si giusto cinque minuti prima che arrivassi tu. Credi davvero che potrei leggere una rivista come quella?” Harry disse.“Sai bene anche tu che non fanno altro che scrivere cavolate sul mio conto.”
“Si, lo so, ma forse questa volta avresti dovuto leggerla. C’è un articolo riguardante Ginny.” Ron sembrava fermarsi ad ogni parola, come se temesse una sua possibile reazione ed Harry cominciava ad essere stufo di questo suo atteggiamento.

“Ron, o mi dici tutto subito, o vado a dire ad Hermione che il braccialetto, che le hai regalato per il compleanno, in realtà non l’hai comprato, ma l’avevi trovato in un uovo di pasqua!”
“Non oseresti mai.” Esclamò Ron, ma dall’espressine di Harry capì che non scherzava e che era meglio parlare.
“Ok ok..” Così dalla tasca estrasse un foglio, che probabilmente aveva staccato dal giornale e lo diede ad Harry. L’articolo occupava l’intera pagina e intitolava “Gli incontri segreti tra la giocatrice rossa delle Holyhead Harpies e il famoso cercatore bulgaro Viktor Krum

Harry scoppiò a ridere e senza nemmeno leggere l’articolo ridiede il foglio a Ron.
“E tu saresti venuto fin qui solo per farmi vedere questo?” Disse lui ancora ridendo.
“Non sei preoccupato?” Ron chiese.
“Preoccupato? E perché dovrei esserlo?” Ron sembrava non capire il comportamento dell’amico, se fosse stato per lui sarebbe andato su tutte furie.

“Beh.. io non mi fido di quello. E hai visto la foto? Fossi in te sarei furioso.” disse l’altro. Harry annuì ricordava fin troppo bene gli attacchi di gelosia dell’amico che spesso aveva trovati eccessivi, per non dire altro.
“Sai Ron credo che tu ti preoccupi troppo per queste cose.”
“Forse hai ragione. Anche Hermione me lo ripete sempre."
"E poi quella foto è chiaramente falsa." Aggiunse Harry lanciando una veloce occhiata al foglio che Ron teneva ancora in mano.
"Se lo dici tu. Beh.. sarà meglio che vada. Hermione dovrebbe tornare a casa a minuti.”  Ron poggiò l’articolo su un tavolino in ingresso. “Nel caso volessi leggerlo.” Disse prima di salutare l’amico e sparire.

Harry si sedette sulla poltrona ancora sorridente, immerso nei sui pensieri. Ginny con Viktor Krum? Quella sì che era una cosa ridicola. Era un tipo di cosa che solo gente come Rita Skeeter avrebbe potuto scrivere. Ginny non l'avrebbe mai fatto. Giusto? All’improvviso sentì un nodo all'altezza dello stomaco e diede un sguardo al tavolino, dove Ron aveva posato l’articolo. No era impossibile, si era vero che, da quando era diventata una famosa giocatrice di Quidditch, gli ammiratori erano aumentati, ma lui si fidava di lei. Ne era certo, non l’avrebbe mai tradito. Non ne sarebbe mai stata capace.

E allora perché continuava a pensarci? Accigliato, si alzò per prendere una burrobirra, poi prendendo La gazzetta del profeta e si mise a leggere il giornale. Non passo nemmeno mezz’ora, che abbassò il quotidiano per osservare l’orologio. Le 5, Ginny probabilmente stava finendo l’allenamento.

Voce interna: “Ne sei sicuro?”
Harry: “Cerco che ne sono sicuro! Oggi aveva l’allenamento.”
Voce interna: “Potrebbe averlo saltato.”
Harry: “Impossibile! Non è da Ginny..”
Voce interna: “Sei sicuro di conoscerla bene?”
Harry: “Oh.. chiudi il becco! Maledetto Ron, perché era dovuto venire a dirmi questa cosa!” Alzandosi prese l’articolo.

“Solo una letta veloce.” disse. Era sicuro che dopo averlo letto e essersi fatto altre due risate, avrebbe dimenticato quella stupida faccenda. Così facendo un enorme respiro e ignorando la foto di Ginny e Krum insieme, iniziò a leggere. Era arrivato già a metà pagina, quando una frase non poté non fargli alzare gli occhi al cielo. “E così io sarei un uomo incapace di notare ciò che sta al di là dei miei vecchi occhiali? Andiamo questa frase non ha nemmeno senso!” Una volta terminato l’articolo, Harry l’appoggiò sorridendo. Era stato davvero uno stupido a preoccuparsi così. Come aveva potuto anche solo pensare che Ginny lo tradisse. E poi, nel periodo in cui aveva conosciuto Krum, il ragazzo non aveva mai mostrato interesse per Ginny. I due si conoscevano appena. Quell’articolo non aveva alcun senso ed era solo pieno di fesserie. Andando vicino al camino lo buttò tra le fiamme, ma mentre vedeva il foglio bruciare, sentì di nuovo il mostro dentro di lui rianimarsi.

D’improvviso, si ricordò di una conversazione fatta con Krum, qualche anno prima, al matrimonio di Bill e Fleur. Il ragazzo aveva fatto apprezzamenti su Ginny, e il sospetto cominciò ad impadronirsi sempre di più in lui. Finalmente, Harry osservò la foto, ormai quasi completamente bruciata. Quello scatto poteva anche essere vero. I due potevano essersi incontrati alla fine di una partita o ad un evento sportivo al quale lui non era potuto andare. Harry rimase lì immobile ad osservare il fuoco, finche non si accorse che stringeva i pugni così forte, da farsi male con le unghie. Possibile che Ginny fosse capace di una cosa del genere? Non ne era più sicuro. Doveva andare a parlare con lei, o sarebbe impazzito. Stava giusto per materializzarsi, quando la porta di casa si aprì e entrò Ginny.

“Ciao. Come mai già a casa?” Chiese quando lo vide.
“Dove sei stata?” Harry domandò. Alla vista di lei, si era ripromesso in tutti i modi di stare calmo, ma la paranoia aveva preso il sopravvento.
“Ad allenarmi. È successo qualcosa?” Ginny rispose preoccupata notando il suo sguardo.
“Dimmelo tu? Non c’è niente che devi dirmi?” Harry era consapevole, che con quel suo comportamento, si stava solo rendendo ridicolo, ma non riusciva a trattenersi.

“No… anzi si, ma ti prego Harry non essere arrabbiato con me, perché ho cercato di non farlo, ma non ho potuto resistere.”
“Non hai potuto restistere? Ginny di che cosa diavolo stai parlando?”
“Ok, hai presente il cercatore Viktor Krum, il bulgaro.” Inizio lei, ma Harry a quel nome la fermò.
“Viktor Krum?” Allora era tutto vero… Per un attimo, che però sembrò infinito, il ragazzo pensò che il destino complottasse di nuovo contro di lui, portandogli via la cosa più bella, che avesse mai avuto nella sua vita.

“Si quel cretino che va dietro a tutte! E’ da quando mi ha visto ad una delle mie ultime partite, che non fa altro che riempirmi di fiori e biglietti.” Harry non disse niente a tale rivelazione, ma era sicuro che la sua espressione parlasse da sé. “Biglietti a cui tra l’altro, io non ho mai risposto.” Si affrettò subito a dire lei. “Ma questo non è tutto, oggi ha avuto pure il coraggio di presentarsi agli allenamenti, provandoci spudoratamente e mi ha irritato così tanto, che gli ho scagliato un’orcovolante!” Disse esasperata. A quelle parole, Harry scoppiò a ridere e corse ad abbracciarla facendola girare e baciandola intensamente. Ginny presa alla sprovvista, da questo gesto non da lui, si lasciò trascinare dal momento. Improvvisamente il ragazzo si era reso conto di quanto idiota fosse stato a dubitare di lei e quasi provava pietà per l’ennesima vittima dell’ira di Ginny.

“Harry, ma che ti prende? Sei sicuro di stare bene!” Chiese dopo che lui l’aveva rimessa a terra. La ragazza lo guardava perplessa e Harry sapeva bene perché. Raramente si abbandonava ad effusioni così spontanee. Era quasi sempre lei a prendere l’iniziativa e quando un giorno glielo aveva rinfacciato, lui si era difeso trovando la scusa, che Ron era ancora peggio. Scusa, a cui lei non aveva potuto ribattere, in quanto vera.    
“Mai stato meglio! Mi sento così bene con te… e ti amo così tanto!” Disse prima di baciarla ancora. Ginny lo guardava ancora più perplessa, poi  notò la bottiglia sul tappeto.

“Lo sapevo, hai bevuto! Mi sembrava strano..”
“E’ una burrobirra.” Ginny prese la bottiglia per accertarsene e Harry cominciò a sentirsi offeso, per la sua poca fiducia pur sapendo che fosse assurdo, visto quanta poca ne aveva avuto lui prima.
“E poi io non bevo mai.”
“E che mi dici dell’addio al celibato di Percy?” Gli ricordò lei con un sorrisetto.
“Ah… già!” Ron, Bill, George e lui avevano cercato di far divertire Percy, facendolo ubriacare, col risultato che lui fosse rimasto l’unico sobrio.  

“Va beh… io vado a farmi una doccia.” Disse lei e guardandolo maliziosamente iniziò a spogliarsi, facendo cadere i vistiti per terra in una specie di spogliarello. Camminando, i suoi lunghi capelli rossi le danzavano sulle spalle e il ragazzo si ricordò di quella volta in treno, al suo sesto anno, in cui l’aveva vista allontanarsi da lui per raggiungere Dean. Era stata la prima volta, in cui aveva provato qualcosa per lei, ma non aveva ancora capito, che si trattasse di amore.  Il rumore dell’acqua e una più che evidente tensione nel pantaloni, lo riscosse dai suoi pensieri e iniziando a spogliarsi, si affrettò verso il bagno.
 
  
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