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Autore: Lydia97    22/02/2012    0 recensioni
Salve a tutti! Inizio col dire che è la mia prima storia. Adoro scrivere e spero che vi piacerà.
Una ragazza destinata a salvare un grande regno.Un regno di cui sicuramente ne avete già sentito parlare. Certo...esistono molti altri libri che cominciano così...una ragazza o un ragazzo destinato a... eccetera eccetera...sempre la stessa minestra. Ma se non siete un po' curiosi di sapere la grande svolta che avrà la vita di una normale ragazzina...allora tornate indietro e andate a leggere altre storie.Ma vi avverto: se leggerete questa straordinaria storia, vi catapulterete anche voi in un grande regno leggendario...il regno di Camelot.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un cavallo bianco galoppa nel vento insieme al suo padrone. Un uomo in armatura con una spada in mano. Una statua raffigurante Excalibur.Un bagliore di luce dorata. Un tonfo. Mi svegliai per terra, vicino al mio letto. Da quando il professore di storia aveva annunciato a tutta la classe che avremmo iniziato storia medievale, facevo stranissimi sogni su re Artù e la fontana che si trova nel vialetto vicino a casa mia, Witch Street. Il nome lascia desiderare. Mia madre corse con il cesto dei panni sporchi nelle mani, evidentemente preoccupata. -Tutto bene? Ho sentito un tonfo … oh, no!Sei ancora caduta dal letto?! Ti succedeva quando avevi 5 anni!-disse sarcastica mia mamma. Mia madre era una donna di 43 anni, con i capelli biondi e lunghi, raccolti sempre in una coda disordinata. Aveva la pelle molto chiara e gli occhi color nocciola. -Sto bene e … grazie per avermelo ricordato!-risposi con lo stesso tono sarcastico. Guardai l’orologio appeso al muro, di fronte al mio letto. Era tardissimo! Mi vestii in fretta e furia, scesi al piano di sotto, salutai mia mamma e uscii fuori nel freddo paesaggio invernale del mio piccolissimo, nonché misteriosissimo, quartiere. Ogni giorno, per andare a scuola, prendevo lo scuolabus. Odiavo prendere lo scuolabus. C’erano tutti i ragazzi e le ragazze più popolari, tra cui Jamie, la ragazza più antipatica della scuola. Avete presente Sharpay di High School Musical? Ecco, proprio lei. Mi chiamava “la rossa” per via del colore dei miei capelli. L’unica persona che mi poteva sempre salvare era Elly, la mia migliore amica. Lei non ha mai paura di niente, al contrario di me, che sono timida, fifona e molto pasticciona. La raggiunsi alla fermata dello scuolabus. Era vestita e acconciata come al solito: capelli corti e spettinati, felpa rossa a righe blu, jeans e All Star nere. -Giusy!!!- mi chiamò con il diminutivo di Giselle. Io odio il mio nome. E’ troppo … antico. La salutai con un sorriso. -Oggi inizia storia medievale. Sarà una noia … mortale!- sbuffò. Guardai l’orologio che tenevo al polso. Mancavano cinque minuti all’arrivo dello scuolabus. -A proposito … io devo andare a vedere una cosa qui vicino, mi aspetti qui?- le chiesi. -Certo, ma sbrigati!- esclamò, con aria interrogativa. Mi addentrai quindi nella tenebrosa Witch Street. Chi aveva inventato il nome di questo vialetto ci aveva proprio azzeccato. Era una stradina con tante case in fila, vecchie e abbandonate, alcune in rovina. Non c’era anima viva. C’erano tanti giardini, ovviamente tutti abbandonati, con siepi e fiori appassiti e gli alberi vecchi e spogli. Sembrava che dovessero crollare da un momento all’altro. Era tutto morto. Non c’era una cosa viva tranne me. Anche l’acqua della fontana aveva cessato di scorrere. Dovevo vederla. Dovevo vedere la fontana dei miei sogni. Qualcosa mi diceva che dovevo vederla. Arrivai alla fontana in fondo al vialetto. La cosa strana di Witch Street è che termina proprio qui, alla fontana. Il vialetto era chiuso da un muretto in pietra. Non era come le altre vie che finiscono per esempio con un incrocio e poi ne inizia un’altra. Questa no. La fontana era identica a quella dei miei sogni: una fontana a piani, come le torte nuziali, e, sulla cima, la statua di una spada, Excalibur, incastonata in una roccia. Un vecchietto, che abitava vicino a casa mia, mi raccontò la leggenda di Excalibur e di Re Artù. Mi raccontò che questa fontana venne costruita in onore di Re Artù, il giorno stesso in cui sono stata trovata da mia madre davanti alla porta di ingresso dentro un cestino. Sono stata adottata … ho provato a cercare le mie vere origini,andando in comune e negli ospedali per vedere se ero nata nei dintorni … ma niente. Come se non esistessi. Quello strano vecchietto poi ,sparì. Una donna del quartiere mi disse che morì proprio qui, in Witch Street,forse di infarto. L’hanno trovato disteso, con una mano ancora aggrappata alla fontana. Questa storia mi faceva venire i brividi. Fu allora che mi accorsi di strani disegni sulla parte alta della fontana. Sembravano geroglifici, ma non lo erano. Era una scritta, ma ero più che sicura che non si trattava di ebraico o di mussulmano. Mi sporsi per vedere meglio e fu in quel momento che tutto cessò di esistere. I pochi uccellini che prima cantavano non cantavano più. Le case abbandonate intorno a me non c’erano più. Tutto divenne buio finchè un bagliore dorato non mi accecò. Per quel poco che riuscivo a vedere, mi sembrò che la spada si fosse mossa, come se qualcuno l’avesse estratta dalla roccia. Poi, il nulla.
  
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