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Autore: AzzurreElle    23/02/2012    3 recensioni
Mi voltai e come a rallentatore inizia il mio viaggio per incontrare il volto del salvatore della mia bambina.
Reebok nere, pantaloni larghi, troppo per il fisico esile che probabilmente si celava all’interno di essi, una maglietta che copriva per l’eccessiva lunghezza metà di quei jeans scuri. Quasi mi cedettero le gambe quando associai quel vestiario a qualcuno che ormai non c’era più e un barlume di speranza si accese in me, speranza e pazzia .
Esitai sul volto, sapevo che non era la persona che speravo di trovare ma volente o nolente gli guardai il viso.
Ho finalmente trovato il coraggio di pubblicare questa ff, non'è la più brillante certo, ma ci terrei a sapere cosa ne pensate ;D AE.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parcheggio la mia Ferrari rossa fiammante vicino ai soliti parcheggi vicino al tribunale, gli stessi parcheggi che vedevo ogni due ,massimo tre mesi . era piuttosto raro che mio fratello facesse passare molto tempo tra una multa e l’altra per eccesso di velocità o guida in stato di ebbrezza. 
Fischiettando entro in quell’enorme palazzo di cemento armato, non mi fanno più ne caldo ne freddo gli sguardi che mi lasciano addosso le sottosegretarie degli avvocati grassi e palati che assumono delle bionde arrapanti per portarsele a letto, a letto ci finiscono , peccato che ci finiscano con me però.
Saluto le mie ultime due prede dell’ultima volta, una “botta di culo” come aveva detto mio fratello, tutte e due la sera stessa una la sera a cena e l’altra per tutta la notte. 
Scommetto che se chiedessi a loro il bis sarebbero felici di accontentarmi, ma infondo è normale , tutte mi desiderano, e guardandomi allo specchio dell’ascensore non posso biasimarle, sono bello, giovane, eccitante, ed ho una carriera musicale da fare invidia agli scorpions.
Fermo l’ascensore al terzo piano e intanto che arrivi mio fratello esco a fumare una sigaretta sul balcone. 
Una ragazza stava girata di spalle appoggiata al balcone, fumava una sigaretta piangendo, lo percepivo dai singhiozzi che soffocava quando rilasciava la nuvola grigia del fumo.
Lì per lì decisi che andare via era la cosa migliore, che poi guardando il culo ci potrei anche provare, ma bhè ecco in queste condizioni non potrebbe farlo nemmeno mio fratello. 
Prima che chiudessi il portone però si voltò .
Non stava solo piangendo, era distrutta poverina, aveva gli occhi verdi ? Non so di che colore di preciso, circondate da profonde occhiaie violacee , e il suo viso era pallido, dava l’aria di una che non si riposava da molto.
La mia mente da maschio purtroppo non si fermò solo al viso, ma la squadrai tutta, da capo a piedi.
Dava l’aria di una diciottenne , una donna appena sfiorita. Aveva dei jeans grigi chiari, dei tacchi che la slanciavano e una magliettina nera con una giacca di sopra, una maschile a quanto sembrava visto che era in contrasto con il suo abbigliamento.
Il suo piercing gli dava il tocco di ragazza ribelle che si intravedeva dai suoi capelli che lasciava lunghi e selvaggi sulla schiena. I suoi seni erano sodi e alti, si Bill Kaulitz aveva individuato un’altra sua preda per quella sera. 
Sorridendo con la mia solita aria da bravo ragazzo che catturava chiunque mi accendo la sigaretta, e mi siedo sulla panca lì vicino, lei si sta asciugando gli occhi e continua a fumare. Squadro i suoi minimi dettagli, i suoi occhi erano grandi e a quanto sembrava azzurri, il suo naso poco pronunciato, e poi come se volessi farlo apposta mi lasciai per ultimo le labbra , erano carnose e rosse. Belle, belle davvero.
-“scusa?”- ero fisso con lo sguardo sulle sue labbra mentre iniziò a parlare, non avrò fatto certo una bella figura 
-“si?”- gli rispondo con aria superficiale , il mio modo di fare conquistava chiunque
-”cos’hai da fissare ?”- mi chiede alzando un sopracciglio, aria che aimè la rendeva estremamente eccitante 
-”scusa ma non capita tutti i giorni di incontrare una ragazza così bella in un tribunale di Berlino”- dico mettendo in pratica il mio charm da simpaticone, ero così. Quando volevo una cosa cacciavo tutte le armi in mio possesso per ottenerla e lei la volevo.
-”si vede che non vieni spesso qui”- dice ridendo di un qualcosa che forse non avevo colto e che sapevo solamente lei
.”io sono Bill comunque”- ecco che parto all’attacco, in fondo non mi interessavano i suoi giri di parole
-”io so chi sei” dice stringendo la mano che gli porgevo “ io sono Brookelle piacere”
-”e così sai chi sono eh?” dico dando un tiro alla mia Marlboro gold e mi do quasi l’aria da duro
-”si ti conosco e lasciatelo dire , dovresti abbandonare il ruolo di prima donna in quella merda di gruppo che ti ritrovi” con questa frase mi spiazza, ero abituato a elogi e complimenti,mentre questa sembrava sputare veleno invece che parole.
Ma non mi innervosisco, rido quasi per dargli ragione, quando starà nel mio letto invece riderò io, quando mi imploderà di dargli piacere e io avido esiterò fino a che la voglia non travolgerà me.
-”bhè quella merda di gruppo ha fatto ricordare al mondo che esiste la Germania”- dico solamente
-” forse è questo il motivo per cui mi state altamente sul cazzo, se vi sareste fatti i cazzi vostri a quest’ora starei con i miei amici, nella mia città , no invece sono arrivati questi cazzo di tokio hotel e Germania di qua e Germania di la mi ritrovo qui, a vivere in una città sconosciuta, grazie tante eh”- dice buttandomi in faccia quello che chissà da quanto tempo mi avrebbe voluto dire 
-” mi sembra che mi stai dando colpe che non ho cara Elle che è successo oggi il ciclo non previsto dal tuo capo?”- dico così per scherzare, ma la mia risata viene smozzata da uno schiaffo che per la potenza mi fa girare il viso.
-”prima cosa , mi chiamo Brookelle, seconda cosa non sono una trentenne arrapata ho 19 anni, e terzo il motivo per cui sono qui è … “- si blocca “ non dovrebbe interessarti per la verità , non sono fatti tuoi”- mi dice staccandosi dal muro a cui si era appoggiata presa dal discorso, fa una smorfia al mio viso ancora sorpreso dal gesto che aveva compiuto 
-”a non più rivederla Kaulitz”- mi dice passandomi davanti con quel fare dispettoso che sembra appartenergli , apre la porta di vetro pesante e sparisce 
-“non contarci Elle”-
Finisco di fumare la mia Marlboro ma non mi muovo da quella panca, mi massaggio la guancia e penso a quello che mi ha detto.
-“cazzo Bill ti ho cercando ovunque, dai che dobbiamo entrare”- a queste parole nemmeno mi volto, quella voce fin troppo uguale alla mia non poteva che appartenere al mio fratello gemello, Tom.
-“arrivo si” -dico alzandomi piano da quella panca, facendolo innervosire di più. 
  
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