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Autore: Almy_    23/02/2012    0 recensioni
"La ragazza non sa quanto tempo è passato, non vuole sapere perché è come se un mostro le avesse strappato un pezzo di cuore, un'altra ferita che si aggiunge a quella di tanto tempo fa, ma non ancora cicatrizzata, non vuole ricordarsi il motivo per cui tutto sembra immerso in una nebbiolina fine e appiccicaticcia e a ogni passo che muove le sembra di sprofondare nel vuoto. Sa solo che ora ci sono quattro esseri che hanno bisogno di lei. Ora. Non può fermarsi ad aspettare il nulla, deve andare. Agire. Muoversi. Ora."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO II

Il tragitto di ritorno verso casa è più breve di quello dell’andata a scuola perché un autobus collega quasi direttamente i due luoghi, autobus che all’andata Vy non può prendere perché deve accompagnare i suoi fratelli a scuola. Mentre arriva alla fermata un bel autobus arancione le sfila davanti e la lascia con un palmo di naso “accidenti” pensa Vy che si apposta alla fermata vuota in attesa del successivo.
Durante l’attesa tutta la stanchezza della mattinata piomba sulla ragazza come un pesantissimo macigno. L’unica cosa che vorrebbe fare è dormire; sdraiarsi su una amaca cullata dal venticello fresco e scaldata da qualche raggio di sole, chiudere gli occhi assaporando il profumo dei fiori appena sbocciati nel giardino e abbandonarsi al sonno. Vy però sa benissimo che per scacciare tutto il torpore che la sta avvolgendo c’è anche un altro modo, molto più congeniale alla sua vita… cioè mangiare qualcosa, che di solito rinvigorisce il corpo, e piazzarsi davanti al casino che regna in casa e sicuramente la sua stanchezza cederà il passo alle cose da fare, abbandonandola.
Un nuovo autobus arancione spunta da dietro un angolo e viene subito preso dalla ragazza. Trovato un posto a sedere Vy si mette a guardare la gente fuori dal finestrino: quando non è lei stessa oggetto delle supposizioni degli altri le piace immaginare a sua volta la vita delle persone che le passano accanto. Ogni tanto sfuggevoli pensieri vanno a Jamie, Judith, Ed e Ian “chissà che cosa stanno facendo ora” “avranno già mangiato? Forse stanno dormendo…”
Dopo poco l’autobus si arresta alla fermata di Vy, la ragazza scende e inizia a camminare speditamente sul  marciapiede che porta a casa sua. Il venticello soffia ancora ma il sole si è alzato e ora, facendo capolino tra le nuvole, scalda maggiormente l’aria. Camminare piace molto a Vy: cammina, non è in nessun luogo, non a casa, non a scuola, non al parco, cammina e basta, il punto di partenza e quello di arrivo sono sfocati, lontani, ora ci sono solo i suoi piedi e le sue gambe che la portano dovunque lei voglia, potrebbe girare qui a destra oppure proseguire dritto, o, ancora, voltarsi indietro e tornare da dove è venuta. Mentre cammina, sola, non deve fare altro che mettere un piede davanti all’altro, senza pensarci, anzi, non deve proprio pensare a niente, basta guardare il paesaggio che le sfila davanti. Camminare è muoversi, sciogliere le membra accartocciate da cinque ore passate perlopiù seduta, ma non è faticare e quindi stancarsi ancora di più. Camminare è per Vy sentire il vento che le agita i capelli e li fa svolazzare sulle sue spalle solleticandole il viso…
Poco distante Vy vede la villetta in cui abita, esattamente uguale a tutte quelle che le circondano nella via, ma tuttavia diversa per la sua trasandatezza. Ralph non si cura mai dell’aspetto della sua casa e sembra che non gliene freghi nulla del fatto che ormai la vernice delle persiane si sia scrostata e la vegetazione del giardino sta trasbordando in strada. “Ma” pensa Vy “certamente non mi metterò io a fare anche questo”.
Entrata in casa, si accorge che Archie è già arrivato e, dopo aver appoggiato la giacca e lo zaino, si dirige verso la cucina, dove trova il ragazzo intento a prepararsi qualcosa da mangiare. < ciao > la saluta < ciao > risponde Vy, mentre a sua volta si dirige verso il frigo per prepararsi il pranzo.
Tirando fuori il prosciutto cotto, il salame e due fette di pane, Vy si accinge ad assemblare un panino sulla liscia superficie del tavolo. “Un conto è raccogliere le briciole dal tavolo e un altro è lavare 20 piatti” pensa per spiegare a sé stessa il non utilizzo di un comune piattino. Lanciando un’occhiata ad Archie si accorge che anche lui sta preparando il tonno in modo da poterlo mangiare direttamente dalla scatoletta e il resto del suo pranzo provando ad usare meno stoviglie possibile, cercando così, in quel suo modo silenzioso, di aiutarla, senza sgarrare agli ordini del padre. Ralph, invece, si accorge spiacevolmente Vy, non bada a risparmi, come segnala il lavandino già stracolmo. “Strano” pensa Vy “sono già nel lavandino e niente resti della colazione sul tavolo…” ma poi l’occhio le cade su Archie, che nel frattempo si è seduto al tavolo e ha iniziato a mangiare, e pensa che quel giorno è arrivato prima di lei… vorrebbe ringrazialo per quel piccolo favore ma sa che probabilmente lui ne rimarrebbe terribilmente imbarazzato e poi una parola da parte sua sull’accaduto sancirebbe la reale disubbidienza di Archie ad un ordine del padre, seppur così minimo e insignificante. Così Vy, con un sorriso, si accomoda al tavolo con il ragazzo e, mentre mangia il suo panino sfoglia il diario alla ricerca di compiti più o meno importanti e di verifiche.
I due ragazzi non fanno nemmeno il minimo sforzo di conversazione, da ormai molto tempo hanno deciso di lasciarsi l’un l’altro nel proprio mondo, solo rare occhiate rompono il muro che è stato eretto tra loro. Sanno bene che il loro atteggiamento non è ostile nei confronti dell’altro, hanno solo capito che sono diversi e che, seppur rispettando ciò che l’altro fa, non hanno intenzione di inserirsi nella sua vita. Finito il panino Vy beve un po’ d’acqua e si sente meglio; come predetto gli zuccheri del panino iniziano a circolare nel sangue facendo scomparire quasi del tutto la stanchezza e ora Vy può tranquillamente pensare a tutte le cose che deve ancora fare. Decide di iniziare dal salotto, dove i resti della sera precedente campeggiano ancora tra le poltrone e ai quali si sono aggiunti altri resti probabilmente prodotto di una “fruttuosa” mattinata davanti alla tv. Impilati i bicchieri e i piattini Vy li aggiunge alla pila nel lavandino non più stupita delle quantità che quell’uomo può arrivare a mangiare in sole cinque ore, poi passa alle lattine di birra e simili, ai sacchetti di porcherie varie e, si accorge con preoccupazione, i resti di numerose sigarette. Almeno prima Ralph si era asptenuto dal fumare in casa, rendendosi conto del male che poteva fare ai gemelli, ma ora, a quanto pare, aveva rincominciato, e Vy non sapeva proprio come fare per farlo smettere. Di dirglielo non se ne parlava nemmeno, tanto peggio chiedere ad Archie di dirglielo… l’unico modo era quello di tenere le finestre aperte il più possibile per far areare l’ambiente e sperare che l’uomo non si fosse messo a fumare anche al piano di sopra…
Questo pensava Vy mentre raccoglie le briciole sui divani, sistema i cuscini e butta anche l’ultimo pezzetto di carta. Fatto ciò apre subito una finestra per iniziare con il suo piano d’azione. Effettivamente si sentiva un certo odore di fumo nell’aria, e subito un fresco vento entra nella stanza facendo rabbrividire la ragazza e dopo poco anche il ragazzo ancora seduto al tavolo. < Scusa, ma devo far andare via l’odore di fumo... > è la semplice spiegazione di Vy ad Archie che le risponde con uno sguardo preoccupato a sua volta, come di scusa per le irrazionali azioni del padre, comprendendo benissimo i motivi che hanno spinto Vy a compiere quel gesto < si si! Fai pure > è la lenta risposta.
Finito con il salotto Vy guarda l’orologio, le tre meno un quarto. Salendo velocemente le scale la ragazza va in bagno e poi si infila nello stanzino-lavanderia e pigia il bottone di accensione della lavatrice per poi scendere di nuovo.
Si rendeva conto benissimo che tutte quelle mansioni non erano abituali per una ragazza della sua età , ma veramente non aveva avuto scelta.
< Se tu e i tuoi fratelli volete rimanere qui, dovrai guadagnarti l’alloggio come ogni persona normale > le aveva detto quel lontano giorno Ralph < e, dato che non puoi lavorare per pagartelo potrai pagarlo facendo tutte le faccende di casa > < ma… > aveva iniziato Vy < niente ma ragazzina, è già tanto che non ti sbatto in strada, tu e i tuoi due marmocchi piagnucolanti > a quelle parole un’attonita Vy aveva accettato la “proposta”, anche perché non avrebbe nemmeno saputo dove andare e parenti non ne conosceva.
Così era iniziata la vita affaccendata di ora.
Sedendosi di nuovo al tavolo della cucina Vy inizia a fare i compiti assegnatele per il giorno dopo. Archie intanto ha finito di mangiare e, messi nuovamente i piatti nel lavandino, si è dileguato per le scale verso la sicurezza della sua camera.
Vy si addentra con lena nel tema di filosofia per l’indomani, e, finita quello che per fortuna non era molto lungo, ha anche il tempo di studiare qualche pagina del pensiero di Kant, concludendo così quasi tutti i compiti per il giorno successivo. Totalmente assorta nello studio, l’occhio le cade sull’orologio, le quattro. Alzandosi di scatto, Vy raduna le sue cose, preso anche lo zaino sale di corsa le scale, entra nella sua camera, butta tutto in un angolo e, presa una borsa, le travasa dentro il cellulare, le chiavi e il portafoglio dallo zaino. Poi, sempre di corsa, riscende in cucina, aprendo le ante di un mobiletto tira fuori due merendine al cioccolato e dal frigo due succhi e li infila a loro volta nella borsa. Fatto ciò inforca giacca e borsa stessa e si precipita fuori dalla porta. Percorrendo quasi di corsa la strada fino alla fermata dell’autobus, arriva con il fiatone e riesce per un pelo a prendere il solito grosso autobus arancione. Una volta salita, si butta quasi a peso morto su un sedile e lì cerca di riprendere fiato. La fermata giusta arriva dopo poco e Vy scende per poi procedere a passo spedito verso la scuola di Jamie.
Una rapida occhiata le rivela che sono le quattro e quattordici, esattamente un minuto prima dell’uscita del suo fratellino. Con un sospiro di sollievo Vy rallenta il passo proprio quando l’edificio si staglia nel suo campo visivo.
Come è davanti alla scuola un’orda di bambini urlanti fuoriesce dalle porte spalancate, accolta da una altrettanta moltitudine di mamme papà e babysitter. Grembiulini bianchi e blu, zaini e zainetti, trecce sfatte, codini mancanti, mani e faccine ricoperte di segni colorati, pantaloni macchiati di verde erba giacchette allacciate alla bell’ e meglio e chi più ne ha più ne metta, si rovesciano insieme ai bambini tra le braccia dei rispettivi familiari. Vy aguzza la vista e scorge Jamie in mezzo all’ultimo gruppetto di bambini. Mentre gli va incontro, anche Jamie si accorge di lei e trasforma i suoi ultimi passi in una corsa che termina in un abbraccio. Poi la ragazza e il suo fratello rientrano nella scuola mano nella mano.
Una volta entrati si dirigono a passo sicuro verso un corridoietto laterale dove un tavolino li aspetta vuoto. “È stata una fortuna trovare un posto dove mettersi al caldo” pensa Vy. Infatti ormai quel luogo è diventato di uso quotidiano per i due da quando Vy si era resa conto che se fossero ritornati a casa sarebbero dovuti uscire di nuovo dopo solo pochi minuti per andare a prendere Judith e i gemelli alle cinque. Così, dopo l’autorizzazione di una bidella, che vedeva di buon occhio quella ragazzina che ogni giorno veniva a prendere in suo fratellino, si erano appropriati di quel luogo per un’ oretta al giorno.
< Oggi abbiamo letto tutta una storia di fila e qualcuno non era capace… ma quando dovevo leggere io la maestra mi ha detto bravo perché non mi sono mai sbagliato e mi ha fatto leggere un pezzettino in più > spiega Jamie a sua sorella mentre si siedono < e poi sai che Ben mi ha chiesto se voglio scambiare la figurina “gold”con cinque delle sue ma io non gliel’ho data > < hai fatto bene > può solo replicare Vy, dato che ha una scarsa conoscenza delle figurine in questione nonostante una lunga e accurata spiegazione di Jamie in proposito. Dopo poco Jamie tira fuori i suoi compiti per l’indomani e si mette a farli con Vy che supervisiona e lo aiuta.
Li finiscono proprio allo scoccare delle cinque: Vy è brava a far concentrare il fratello ma anche lui ci mette la sua parte, visto che, incredibilmente, si diverte da matti a spiegare tutto e quindi, inconsciamente, a ripeterlo e ad impararlo. Dopo aver raccolto le loro cose, Vy e Jamie si alzano ed escono dalla scuola che sta per chiudere. L’asilo degli altri tre è poco distante e riescono ad arrivarci in pochi minuti. Durante tutto il tragitto Jamie snocciola ad una attenta sorella una serie di aneddoti e fatti accaduti in quella “lunga” giornata.
Giunti alla scuola materna i due entrano e si trovano subito circondati da una masnada di bambini e dalle loro mamme che tentano di tenerli a bada, tra i quali scorgono a fatica Judith che, con una bella macchia rossa sulla maglietta, in pendant con il colore della ciliegia, corre a perdifiato rincorrendo un bambino con chissà quale intento. Vy spera che si tratti di un gioco inventato dai bambini perché sennò le toccherà profugarsi in scuse con la mamma del suddetto bambino per le sconsiderate azioni della sua sorellina come  le è già capitato di fare. Fortunatamente un attimo dopo il rincorso scoppia a ridere, segnalando così che si trattava veramente di un gioco e Judith vede i suoi fratelli che la stanno aspettando. Con un’altra poderosa corsa la bambina si butta tra le braccia prima di Vy e poi di Jamie, gettandolo quasi a terra. I tre allora tra le risate si dirigono verso il reparto dei neonati dove trovano Ed che si rotola tra delle palline nel tentativo di afferrarle e Ian che tutto intento cerca di infilare un cerchio in un buco quadrato. Vy, recuperato il passeggino, si avvicina ai gemelli seguita da Jamie e Judith che subito dimostra la sua intelligenza tirando via dalle mani di Ian il cerchio e infilandolo nel suo buco rotondo e accompagnando il tutto con parole di rimprovero per il fratellastro che, dalla sua parte, si mette a frignare agitando le manine. Dopo aver tirato su Ed e averlo messo nel passeggino dove Jamie inizia ad intrattenerlo Vy si dirige a riappacificare i due che nel frattempo si stanno dando alle mani. < Jud smettila! Non picchiarlo gli fai male !> rimprovera Vy a Judith che sta veramente tentando di dare degli scappellotti a Ian il quale agita le manine mirando agli occhi della precedente. Messo in salvo il piccolo tra le braccia, Vy passa a consolare quello che da singhiozzo è diventato un urlo sfrenato del bambino e, presa con l’altra mano una Judith ancora un po’ imbronciata, si dirige verso l’uscita salutando le donne che lavorano lì con un < arrivederci >. Jamie, felice per aver ricevuto l’ordine di poter spingere il passeggino precede la sorella, e Ed che si diverte un mondo per le spinte discontinue del fratellastro lancia urletti e gorgoglii estasiati. Procedendo così escono dalla scuola e finalmente un accenno di sorriso appare sul volto di Ian mentre Judith, staccatasi dalla mano di Vy si precipita a rubare il posto al fratello per spingere a sua volta il passeggino; purtroppo però la zuffa tra i due non giova all’andamento dello stesso e anche Ed inizia a dare segni di fastidio così Vy è costretta a riprendere le redini seppur con una mano sola. Judith però, non contenta di questo cambiamento, inizia a lamentarsi e decide di volersi sedere al posto di libero di Ian. Accomodatasi, lo stesso Ian decide che è stato abbastanza in braccio e inizia a agitarisi per scendere a terra. Vy così si trova a spingere un passeggino i cui occupanti sono Ed e Judith e a monitorare attentamente Ian che ha deciso di fare quattro passi, fortunatamente almeno attaccato alla mano di Jamie che sembra il più adulto della situazione. I cinque avanzano lentamente in questo modo diretti alla fermata dell’autobus e, una volta arrivati, si posizionano all’ombra di una grande betulla. I bambini iniziano nuovamente a muoversi: Judith vuole scendere, Ian vuole salire, Jamie ha fame e, dopo aver ripristinato l’ordine, Vy tira fuori dalla borsa le due merendine e i succhi per Ja e Jud. Nel frattempo i gemelli si sono lanciati in un faccia a faccia nel passeggino che comprende la mossa di contrattacco preferita di Ian: mettere le dita negli occhi dell’avversario, e Vy deve badare che i due non si facciano male. Alla fine arriva l’autobus e Vy spinge tutta la sua carovana all’interno. Una volta entrati la ragazza può finalmente tirare un sospiro: preso in braccio Ed, Ian si è calmato e la sua attenzione viene attirata dai cerchi appesi nel passeggino, Jamie e Judith invece sono ancora presi dalle loro merende e si sono seduti l’una in braccio all’altro su un posto libero. Presa da Ed, Vy non si accorge quasi del tempo che ci vuole per arrivare alla loro fermata e, dopo quello che le sembra pochissimo, si ritrovano ancora tutti sul marciapiede in direzione casa. Mentre camminano Judith inizia a cantare l’ennesima canzoncina che le hanno insegnato a scuola e ben presto tutti ne hanno imparato le parole e le fanno coro da sotto, persino Ed e Ian partecipano. Arrivati, Vy apre la porta e subito si accorge del freddo che regna in casa. Le finestre aperte non sono più state chiuse e ora l’aria marzolina si è impadronita del piano di sotto. In fretta Vy provvede a chiuderle “se non altro l’odore di fumo non si sente più” pensa. Tolti tutti i cappotti e prelevati i gemelli dal passeggino i cinque salgono le scale ed entrano nella loro camera.
Subito i gemelli vengono depositati per  terra e Vy si dedica alla maglietta di Judith < come hai fatto a sporcarti così? > domanda alla bambina < stavamo dipingendo e…ho visto il colore ideentico alla mia ciliega e volevo disegnarla… ma poi mi è caduto… >risponde Judith < meno male che è solo tempera > è il borbottio di Vy mentre le fa togliere la maglietta e glene infila una seconda pulita.
Poi, dopo che tutti i presenti si sono lavati le manine, più o meno aiutati da Vy, sedendosi per terra giunge per la ragazza il momento più bello della giornata con i suoi fratelli e fratellastri: quello in cui per una mezz’oretta può dedicarsi completamente a loro. Prima si occupa dei pannolini dei gemelli, poi lasciandoseli giocare tra le gambe cerca di capire quali potrebbero essere le loro esigenze. Mentre Ed gioca felice con le cordicine della sua felpa, Ian inizia a piagnucolare senza un apparente motivo e poi si dirige a braccia spalancate verso di lei. Vy allora si rende conto che probabilmente la camminata pomeridiana ha sfiancato il bambino e ora tutto quello di cui ha bisogno è una bella dormita, “anche se” non può fare a meno di pensare Vy “stanotte faremo le ore piccole…”. Infatti, dopo aver messo il pigiamino a Ian e averlo abbondantemente cullato gli occhi del piccolo iniziano a chiudersi e viene depositato nella sua culla. Nel frattempo Judith e Jamie, con l’onnipotente consenso di Vy, hanno tirato fuori l’ennesimo gioco e iniziano a chiamare la sorella per farla giocare con loro.
Voltandosi Vy vede che il divertimento del giorno consiste in un intricato gioco di carte e si rende conto che i suoi fratelli lo hanno tirato fuori solo perché apparteneva ai suoi genitori e non c’era sera in passato che loro non si sedessero a fare una partita. Ovviamente il gioco è troppo difficile per i bambini e Vy si deve inventare un nuovo funzionamento delle carte. Anche Ed sembra interessato e gioca facendo squadra con Vy. Tutti giocano in un silenzio quasi totale, un po’ perché sono concentrati, un po’ a causa degli ammonimenti di Vy su Ian addormentato.
Ad un certo punto Vy si ricorda del resto del mondo e, lasciati i bambini che continuano a giocare si mette a rifare i letti nella stanza.
Le piace molto stare con loro, e la necessità l’ha resa una sorella responsabile. Vy si trova a ripensare a quando dopo, la morte del padre per una terribile malattia, lei e sua mamma dovevano sobbarcarsi tutto da sole. Lei aveva appena compiuto quattordici anni, Jamie ne aveva quattro e Judith quasi due. Era stato in quei lunghi pomeriggi a casa con i suoi fratelli da sola che aveva imparato a prendersi cura di loro man mano con più sicurezza, mentre sua madre, casalinga da una vita, aveva dovuto trovarsi un lavoro per mantenere i suoi figli. I consigli di sua madre di quei tempi le erano rimasti stampati in testa e ora le ritornavano alla mente con la precisione di un orologio svizzero. Nonostante il dolore straziante che aveva caratterizzato gran parte della loro successiva vita, le sembrava, che loro quattro se la stessero cavando benissimo, riuscendo a superare i primi terribili momenti e i successivi problemi rimanendo saldamente uniti e facendo affidamento gli uni sugli altri. Ma, appunto, le sembrava, perché un bel giorno sua madre, sedute al tavolo della cucina, le aveva rivelato che non sarebbero riusciti ad andare avanti da soli dal punto di vista economico e che aveva deciso di risposarsi…
I pensieri di Vy vengono interrotti dal fatto che ha finito di fare i letti. Mentre raccoglie la maglietta con la ciliegia e preleva Ed che, senza di lei ha iniziato a mettersi in bocca tutte le carte che gli capitano a tiro, scatenando l’ira degli altri due, Judith e Jamie, ormai stufi del gioco, lo rimettono a posto, sotto ordine di Vy, e ognuno si dedica all’attività che più gli garba. Vy decide che Judith non può a rimanere nella stessa stanza con Ian addormentato senza di lei che frena il suo naturale amore per gli urli e quindi convince lei e la sua barbie a seguirla nello stanzino della lavanderia, lasciando Jamie che sparpaglia per terra le sue amate figurine e la porta semi aperta per ogni eventualità.
Entrati nella lavanderia Vy si mette subito a lavare via la macchia dalla maglietta e, una volta pulita, la stende su una corda. Poi, lasciando Judith che gioca nel lavandino, trasformato in una piscina per barbie, si dirige nella stanza di Ralph con Ed. Entrata nella camera ormai Vy non rimane quasi più sconvolta dal disordine che coinvolge ogni suo angolo nonostante la sua quotidiana ripulita, e, rimboccatasi le maniche, e appoggiato Ed per terra, inizia a sistemare.
Innanzitutto accumula i vestiti da lavare su una sedia, poi fa il letto, mette un po’ di ordine sui comodini ed infine apre le finestre, riprendendo subito in braccio Ed, per non fargli prendere freddo, e con l’altra mano le cose sporche.
Si ricorda ancora la prima volta che aveva sistemato quella camera… Ralph aveva passato venti minuti a sbraitare che aveva messo le sue manacce dappertutto e ora lui non poteva più dormirci, e Vy, spaventata, non ci aveva più messo piede. Poi però dopo una settimana si era reso conto che era molto più facile far fare tutto a lei e quindi si era rimesso a sbraitare che Vy puliva tutte le stanze tranne la sua, le faceva forse schifo? E così la ragazza aveva rincominciato a pulirla quotidianamente.
Almeno non aveva esteso la sua area di pulizie anche alla stanza di Archie, che già era imbarazzatissimo quando il sabato lei puliva i pavimenti e toglieva la polvere e faceva in modo di volatilizzarsi non appena sentiva il rumore della aspirapolvere in corridoio.
Dopo essere usciti dalla stanza di Ralph i due e i vestiti si dirigono in bagno dove Judith gioca ancora beata nel lavandino. Vy inizia a ritirare i panni asciutti e a stendere i panni puliti, mentre Ed, seduto sulla lavatrice gioca con le mollette da bucato.
Finito di stendere Vy sotto ordine di Judith assiste ad alcuni tuffi della barbie, che intanto è diventata una nuotatrice professionista. Poi, preso per l’ennesima volta in braccio Ed, si dirige di nuovo verso la camera di Ralph con i vestiti asciutti. Entrata, chiude la finestra e piega i panni sul letto, sistemando direttamente quelli di Ralph nel suo armadio; poi lascia quelli di Archie fuori dalla sua porta ed infine rientra nella sua camera e sistema i propri e quelli dei bambini nel loro armadio. Con un sorriso a Jamie, che continua imperterrito nel suo misterioso gioco delle figurine, e un’occhiata a Ian, che dorme pacifico, Vy scende le scale con Ed sempre appollaiato sul suo braccio che intreccia felicemente i suoi capelli.
Al piano di sotto l’aria si è riscaldata e Vy appoggia Ed a terra, dove subito si mette a sgambettare e lei si dirige verso lo straripante lavandino. Mentre lava i piatti giunge in cucina anche Judith, in cerca di un posto dove far sdraiare barbie per asciugarla.
Sedutasi per terra, la bambina inizia a pettinare i capelli bagnati della bambola e viene raggiunta da un incuriosito Ed. Judith si lancia così nella spiegazione della storia della nuotata di barbie e viene incredibilmente ascoltata anche dal bambino, che la guarda con interesse fino a quando decide che non può più resistere e allunga una manina per afferrare la bionda bambola. Allora un urletto indignato interrompe la narrazione di Jud, lasciando Ed con un palmo di naso e gli occhi pieni di lacrime. Vy, accortasi che la situazione inizia a farsi critica si stacca dal lavandino, ormai quasi vuoto, e, asciugandosi le mani, va ad appianare il conflitto. Così Ed viene depositato sul piano della cucina mentre Judith rimane per terra ad asciugare la sua nuotatrice.
Finito di lavare i piatti Vy dà un’occhiata all’orologio: le sette e cinque. Inizia allora a preparare la cena per i gemelli e Judith: mette una pentola con l’acqua sul fuoco, e, aspettando che l’acqua bolli, prepara il tavolo per il pasto. Ripreso in braccio Ed che girovagava per la stanza, spostato dalla sua precedente postazione quando ha acceso il gas, e avvisata la sorella di non avvicinarsi al fuoco per nessun motivo, Vy sale le scale per andare a prendere Ian.
Trova i bambini esattamente come li aveva lasciati e si avvicina alla culla del più piccolo. Sollevatolo con un solo braccio, per via di Ed comodamente seduto sull’altro, lo sveglia dolcemente, mentre Jamie raccoglie le figurine dal pavimento per seguirli in cucina.
Riuniti così tutti in cucina i gemelli vengono depositati sul divanetto e Vy butta la pastina. Dopo pochi minuti, nei quali sembra che regni il caos più completo tra le voci dei bambini, la pastina è pronta e prima viene servita a Judith, che nel frattempo è stata accomodata nel suo seggiolone attaccato al tavolo e ha legato al collo un bel bavaglino, e poi ai gemelli, anch’essi innalzati sui seggioloni.
Dare da mangiare ai gemelli è sempre risultata un’impresa ardua per Vy, che all’inizio aveva provato con vari metodi: dar da mangiare a uno per volta, ma poi o il pasto del secondo si incollava alla pentola o il secondo stesso urlava per poter mangiare anche lui, oppure cadeva e Vy doveva andare a soccorrerlo mollando il primo e facendogli raffreddare il cibo oppure fare due pasti separati, ma ciò richiedeva troppo tempo. Per non parlare delle prime volte in cui aveva provato a dar loro da mangiare insieme… un disastro!
Ora però aveva affinato una tecnica che, se non sempre perfetta, risultava efficace e sembrava sortire gli effetti desiderati. Messi dunque i gemelli in posizione sul loro seggiolone Vy si piazza davanti a loro e dà un cucchiaio di pastina a uno e, mentre questo mastica, ne dà un altro all’altro e continua così, a ritmo serrato, parlando e facendo facce strane per far aprire le loro boccucce e quindi impedendo quasi che i gemelli si rendano conto di ciò che sta accadendo loro. Dopo la pastina passa ad un omogeneizzato alla frutta che divide in due.
Quando Ed e Ian hanno finito di mangiare vengono spostati dai loro seggioloni e depositati per terra. Vy allora si occupa di Judith che ha a sua volta quasi finito di mangiare; la bambina infatti è un po’ lenta a mangiare da sola e si perde più che altro a giocare con il cibo nel suo piatto, intervenendo Vy, però, che la imbocca per finire le ultime cucchiaiate, in men che non si dica il suo piattino è vuoto. Poi Vy prende una mela e mentre la sbuccia e la taglia a pezzetti per la bambina ne mangia qualche fettina anche lei e qualcuna la fa finire anche nella bocca di Jamie, sempre seguendo attentamente i movimenti dei tre bambini che giocano sul pavimento.
Alla fine della cena di Judith, Vy fa alzare dal seggiolone anche la bambina che subito si dirige verso il gruppetto degli altri; allora Vy si dedica a lavare i piatti del pasto appena consumato.
Con la pancina piena i bambini sono più tranquilli e i loro strilli meno frequenti, così Vy riesce a lavare i piatti a sparecchiare e a riapparecchiare la tavola con poche interruzioni.
Proprio mentre ha finito sente una chiave nella toppa della porta e uno sgradevole e involontario guizzo nello stomaco. Sembra che anche Jamie e Judith lo abbiano percepito nei loro perché contemporaneamente la guardano con occhioni sgranati. Vy solleva da terra i due gemelli e i due fratellini si alzano a loro volta tenendosi però vicino a lei.
A volte le reazioni dei suoi fratelli nel confronti di quell’uomo preoccupano un po’ Vy ma si rende conto che i bambini sono molto percettivi e probabilmente con le loro semplici testoline hanno capito molto più di quanto Vy vorrebbe.
Ralph entra proprio mentre Vy sta iniziando a salire le scale con i due gemelli sulle braccia e i fratelli dietro, a volte l’uomo arriva quando  sono già tutti in camera loro o, invece quando stanno ancora finendo di mangiare in cucina, dipende, quel che è certo però è che le espressioni di Ja e Jud alla vista di Ralph non cambiano di molto. Con un grugnito Ralph entra in cucina; tutti e tre sanno che è inutile salutarlo ma gli rivolgono comunque un sottile < ciao > senza ottenere risposta. L’uomo, dopo aver lanciato una perforante occhiata intorno si dirige verso le scale a sua volta, quando loro hanno appena finito di chiudere la porta della loro camera.
Nel frattempo Ed e Ian, senza aver dato alcun segno di preoccupazione, iniziano a sprofondare in un leggero torpore e Vy li sistema ognuno nella sua culla, adagiando sopra di loro una copertina mentre Jamie e Judith riacquistano la loro serenità giocando a battere le mani tra loro. Dopo pochi minuti si sente la figura massiccia di Ralph che ridiscende le scale per dirigersi ai fornelli.
Vy si è sempre stupita del fatto che tutte le cene le cucinasse lui invece di affidarle, come aspettato, ancora una volta alla sua giurisdizione, ma sembra che a questo interrogativo non ci sia risposta. Una volta monitorati a dovere i gemelli e aver constatato che il loro sonno sembra stabile, Vy si mette con Jamie e Judith a preparare le loro cartelle e i loro vestiti per l’indomani. Questa operazione, come al solito, richiede svariato tempo perché i due sono molto volubili sull’argomento e continuano a cambiare idee.
Alla fine verso le otto e mezza tutto è pronto e Vy e Judith si dirigono nel loro bagnetto per prepararsi alla nanna di quest’ultima. Dopo averle fatto lavare i dentini e averle fatto fare la pipì, Vy le mette il pannolino per la notte, visto che la bambina non riesce ancora a controllarsi nel sonno, le pettina i ricciolini bruni, le lava la faccina e le manine, le mette una crema  per i puntini di sfogo rosso che le sono apparsi sulla pancina e, rientrando in camera, le fa infilare il suo colorato e caldo pigiamino con i fiorellini. A questo punto la bambina è già praticamente addormentata, avvinghiata con le sue bracciotte al collo di Vy e con la testolina appoggiata alla sua spalla, la ragazza non deve far altro che sussurrarle una < buonanotte >, cullarla un po’ e metterla nel suo letto, dove sprofonderà in un sonno profondo. "Almeno tutta la sua esuberanza ed energia durante il giorno la rende stanchissima la sera, così si addormenta subito” è il costante pensiero di Vy sul rapido sonno della sua sorella, che sin da quando era in fasce aveva sempre seguito questo schema. Allora Vy accende la lampadina a forma di luna infilata nella presa della camera per scacciare la paura del buio dei bambini e insieme a Jamie si dirigono di sotto, facendo meno rumore possibile per non svegliare i tre addormentati.   

 

  
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