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Autore: Daicchan    23/02/2012    3 recensioni
Piccola shot sul piccolo James Potter e suo padre.
Guarda verso l'alto, l'anziano signore coi baffi grigi gli sorride: -il tuo papà sta bene, adesso-
E' come se un peso gli fosse tolto da sopra il cuore. Vorrebbe abbracciare quest'uomo, riempirlo di baci e ringraziarlo tante e tante volte per il solo fatto di avergli dato l'attesa notizia.
Ma, suo malgrado, non riesce a fare altro se non chiedere: -posso vederlo?-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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NDA: questa storia si colloca prima dell'ingresso di James ad Hogwarts. La persona importante per Charlus è un personaggio di mia invenzione, volutamente avvolto nel mistero, nel caso un giorno decida di scrivere una ff sui signori Potter nella loro "età dell'oro" xD

 

 

 

Lo giuro.

 



La pioggia batte contro i vetri della finestra, i lampi illuminano l'interno della stanza in un alternarsi di luce e buio.
Il piccolo James Potter si preme le mani contro le orecchie, per non sentire il rombo dei tuoni, le parole concitate del Medimago e le urla di dolore provenienti da dietro quella porta chiusa.
Seduto sul pavimento, con la schiena contro il muro, può vedere le ombre gigantesche dei mobili della stanza proiettate lungo la parete dinnanzi a lui, incombere su di lui, ogni volta che il cielo s'illumina per via della tempesta.
Suo padre grida.
James chiude gli occhi.


Una mano sulla  sua spalla lo scuote con delicatezza, e James solleva le palpebre.
Si sorprende nel trovarsi disteso a terra, con la schiena dolorante e la guancia destra contro il freddo marmo del pavimento. Deve essersi addormentato.
Guarda verso l'alto, l'anziano signore coi baffi grigi gli sorride: << Il tuo papà sta bene, adesso. >>
E' come se un peso gli fosse tolto da sopra il cuore. Vorrebbe abbracciare quest'uomo, riempirlo di baci e ringraziarlo tante e tante volte per il solo fatto di avergli dato l'attesa notizia.
Ma, tuo malgrado, non riesce a fare altro se non chiedere: << Posso vederlo? >>
<< Certo. Tua madre è già dentro. >>


James apre la porta, mentre il dottore rimane nel salone di casa Potter, in modo da lasciare la famiglia alla sua intimità.
Suo padre è disteso sul letto matrimoniale, sveglio ma pallido, gli occhi scuri cerchiati da occhiaia violacee, la gamba destra fasciata con cura meticolosa.
Sul comodino, una bacinella bronzea  ricolma d'acqua e di strumenti di metallo e pezzi di garza macchiati di sangue.
Dorea Potter, in piedi davanti al letto, guarda severamente il marito, gli occhi lucidi e le braccia incrociate davanti al petto. Nessuno dei due sembra aver notato il suo arrivo
<< Te l'avevo detto, Charlus. >> inizia, la voce tremante mentre i capelli neri le ricadono davanti al viso. << Ti avevo detto che non era una buona idea, ma tu sei andato comunque. >>
James vede suo padre sospirare, l'aria stanca.
<< Non potevamo immaginare che fosse una trappola, Dorea. Doveva essere un'operazione sicura. >>
<< Sicura? E' da settimane che abbiamo la certezza di una talpa al Ministero, e tu ti fidi ciecamente di una soffiata anonima? >>
<< Io... Moody era sicuro. >>
<< Chi ti dice che non sia lui, la spia? >> borbotta lei, scura in volto. << E' particolarmente strano da quando... be', da quando è successo tu sai cosa. >>
<< Sua sorella è stata fatta a pezzi da questi tipi che si fanno chiamare Mangiamorte, Dorea. Era l'unico famigliare che gli era rimasto, ed in più ha anche perso un occhio. Tu come ti comporteresti? >> 
<< E' passato più di un anno, ormai. >> afferma la donna, scuotendo la testa. Poi, la sua voce si fa incerta. << I... I lutti si superano, ad un certo punto. Sai che nessuno può dirlo meglio di me. >>
Charlus distoglie lo sguardo, e James capisce che sua mamma sta parlando di zio Edgar, scomparso due anni fa.
Non sa come sia...come sia morto, ma la mamma ha pianto per tre giorni di fila, quando è successo, ed era diventata tanto, tanto magra. Ma quel periodo è passato, per fortuna.
Charlus rimane un attimo in silenzio. Poi, lentamente, dice: << Possiamo fidarci di Alastor. E lo sai anche tu. >>
<< Questo non toglie che siate stati due stupidi. >> replica lei, secca. << E' che, nonostante sia un Auror anch'io, non mi date mai ascolto... E' perché sono una donna, giusto? >>
<< Avanti, Dorea! Non essere ridicola! >>
<< Ridicola?! Tu sei quello che è caduto in un'imboscata come un novellino, rimettendoci quasi la vita, e sarei io quella da biasimare? Cosa faremmo io e James, da soli? Cosa avrei potuto fare, se fosti mor..- >>
<< Dorea. >> la riprende il marito, buttando uno sguardo allusivo verso la porta. Quando sua madre si gira stupita verso di lui, James prova a farsi più piccolo di quanto non fosse già. Si passa una mano tra i capelli, un po' titubante.
<< Ciao. >> dice, a fil di voce. << Posso entrare? >>
Lo sguardo della donna si raddolcisce in un attimo, e James non ne rimane affatto sorpreso: di rado i suoi genitori s'arrabbiano con lui. Solitamente, gli lasciano fare ciò che vuole, riservandogli solo lodi ed affetto.
<< Certo, Jim. >> esclama la donna, avvicinandosi. Si china su di lui e gli dà un affettuoso buffetto sul naso. << Io vado a parlare col dottor Paciock, d'accordo? >>
<< Okay. >> risponde lui, mentre la mamma gli scompiglia i capelli con una mano e passa oltre. Sulla soglia della porta, si volta, mandando un'occhiataccia al marito: << Ne parliamo dopo. >>
James aspetta che la porta si chiuda alle sue spalle. Poi, corre verso il letto, buttandocisi sopra di getto.
<< Papà! >>
<< Ehi, pulce, piano! >> ride lui, pur non potendo trattenere una smorfia di dolore al sobbalzare del materasso. << Il tuo papà ha qualche problema, quindi stai calmo. >>
James lo ignora, guardandolo preoccupato: << La mamma si è arrabbiata? >>
<< E' solo spaventata, non preoccuparti. >>
James china sguardo, mordendosi l'interno della guancia.
<< Anche io ho avuto paura. >> dice, a fil di voce, mentre ricorda le ore bruttissime che ha passato da solo, piangendo -e spera che nessuno l'abbia visto, perché sarebbe umiliante.-
L'espressione di suo padre si addolcisce; sorride, mentre gli passa una mano tra i capelli. << E' tutto a posto, piccolo. Papà sta bene. >>
<< Non sono piccolo. >> borbotta lui, di rimando. Suo papà si concede una risatina.
<< Lo so. Sei un ometto, ormai. Ed è per questo che se non dovessi esserci, dovrai prenderti cura tu, della mamma. >>
James non sa cosa dire e, come alternativa, alcuni lacrimoni cominciano a scendergli sulle guance. Suo padre ha ancora la mani posata sulla sua testa.
James vorrebbe immediatamente smettere di piangere, odia quando succede: gli si appannano gli occhiali e, con lenti tonde imbiancate e il naso rosso sembra uno sciocco.
E poi, piangere è una cosa brutta: vuol dire che si è tristi, e i suoi genitori glielo dicevano sempre: "Sii felice, Jim, perché hai fortune che molti altri non hanno, perché hai la fortuna di esistere, e conoscere anche le cose brutte della vita."
Non hai mai capito bene quelle parole, ma il loro messaggio e chiaro; inoltre, deve essere una frase valida perché suo padre - l'uomo migliore che conosca- ci tiene molto. Dice che sono le parole di una persona che per lui è stata molto importante, e dopo questo diventa stranamente silenzioso: ogni volta che James prova a chiedere spiegazioni, la mamma lo zittisce con lo sguardo.
<< Devo essere forte. >> esclama poi, capendo il significato delle parole del padre.
<< Forte e coraggioso, come la tua mamma. >>
<< Ma quello che hai detto non mi piace! >> protesta subito dopo, la voce resa un po' nasale dal pianto. << Giura che non lo dirai più! >>
<< Non si giura, James, lo sai... >>
<< Giura! >> lo interrompe allora a voce  più alta, mentre si tuffa fra le sue braccia piangendo. Il padre rimane spiazzato.
<< Ti prego, giuralo. Tu ci sarai sempre... >> sussurra poi il bambino, la voce appena udibile, dato che ha il viso premuto contro il suo petto.
Charlus vorrebbe spiegargli che non tutto va come si desidera, che certe volte la vita prende dei risvolti inaspettati, anche spiacevoli. Con delicatezza, gli vorrebbe insegnare che non ci sono solo rose e fiori, soprattutto in questo periodo. Vorrebbe prepararlo fin da subito ad un futuro che, per il suo bambino e i suoi coetanei, sta preannunciandosi alquanto tetro e pericoloso. Vorrebbe dirgli tutte queste cose, lui, di persona, prima che non abbia più la possibilità di farlo.
...Ma James è troppo prezioso, per lui. Hanno avuto così tante difficoltà, con Dorea, nel metterlo al mondo, la sua nascita è stato un evento così felice, di cui si erano ormai perse le speranze... Gli vuole così bene, che non vorrebbe fare altro che proteggerlo da tutto e tutti.
Prendendo la sua decisione, china il viso sul capo del figlio, baciandone la fronte.
<< D'accordo, Jim. >> dice, a bassa voce. << Lo giuro. >>

 


  
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