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Autore: MargotRoux    23/02/2012    1 recensioni
"Sapeva chese ne sarebbe dovuta andare. Per il bene suo e anche di lui. Ma non ci riusciva, qualcosa, qualcosa che non aveva mai provato prima si era insediato nel suo petto e non voleva uscire. Ma lei voleva farlo uscire? Era così caldo, rassicurante..."
Questa storia, cari lettori, parla del gruppo dei Guns completo e originale: Axl, Slash, Duff, Steven e Izzy. La protagonista, Erin, è completamente inventata e uscita dalla mia cara testolina, dunque non ci sono riferimenti alla vera ragazza del cantante. Ciò premesso, se volete ancora seguirmi in questo racconto spero non ve ne pentirete, perdonatemi le incongruenze di date etc. di concerti, creazioni di canzoni etc. e spero che noterete le citazioni. In quanto alla storia... è romantica, parla di un amore disilluso, crudo, spero reale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la primissima parte della storia, spero vi piaccia...

Camminava per le strade di Los Angeles


Camminava per le strade di Los Angeles senza più preoccuparsi di come era vestita. Avevano già tentato di stuprarla, ma lei si sapeva difendere bene. Così sculettava leggermente nella sua gonna di pelle nera, e con passo deciso si avviava al locale dalla cima dei suoi tacchi dodici rossi e verniciati, infilati in piedi fasciati da sottili calze a rete.  Prima di uscire dal suo piccolo appartamento vicino al centro si era gettata sulle spalle la sua inseparabile giacca di pelle, nera anch’essa, a cui aveva attaccato recentemente la scritta “Rocket Queen”, in onore del gruppo che quella sera stessa andava a sentire. 
Sentì vagamente l’urlo di qualche ragazzo dal marciapiede opposto. Mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé alzò il mento e affrettò impercettibilmente il passo. “Stasera no” si disse “Stasera non posso permettermi di mancare per delle fottutissime teste di cazzo”. Tese le orecchie, ma non le parve di sentire nessun accenno di passi dietro di lei.

Era sempre stato difficile convivere con un corpo come il suo. Curve perfette, che aveva il gusto di saper accentuare meravigliosamente, fasciandole con i vestiti più sexy. Quando aveva dovuto andare al liceo, aveva cambiato decine di scuole, a causa del suo corpo. Gli insegnanti maschi della zona in cui era nata erano uno più stronzo e puttaniere dell’altro. Qualche volta non si era ribellata, alla promessa di non essere bocciata, qualche volta, bisognava agire nel proprio interesse, perché non c’era altro modo di uscirne. Scacciò via quei pensieri, e si concentrò su cosa doveva fare quella sera. Come se fosse poi tanto diverso, pensò con un ghigno. Come se il cantante di quella sera non avrebbe voluto scoparsela, come se fosse diverso dagli altri. Ci sarebbero state decine e decine di piccole troiette come lei, nel locale, quella sera, intenzionate a portrsi a letto almeno un membro della band. A lei  interessava solo il cantante.  Sapeva che avrebbe dovuto lottare per averlo. Che si prendesse anche tutto il locale a lei non interessava. A lei interessava che si scopasse lei.



Camminò ancora per qualche isolato, e finalmente arrivò al Jack’s, dove i Guns n’ Roses suonavano quella sera. Prima di entrare Erin si passò una mano fra i capelli neri e mossi, sciolti sulle spalle. Spinse la porta di legno, e le note di quella meravigliosa band l’avvolsero, accogliendola in un’ambiente pieno di fumo, sudore e desideri repressi che venivano soddisfatti. Erin sorrise di quell’ambiente familiare, tendendo le labbra dipinte di rosso scuro. Gli occhi verdi scrutavano la folla. Non si era sbagliata. C’erano soprattutto ragazze, che non erano certo venute lì per ascoltare buona musica. Trovò un tavolo libero in fondo al locale, e si sedette, ascoltando e assaporando le note di Welcome to the Jungle. Raramente riusciva a non scatenarsi mentre ascoltava quella canzone, ma quella sera fece un’eccezione. Vide alcune ragazze lanciare sguardi eloquenti al cantante, un rosso scatenato con una voce da paura. Erin si mise a guardarlo, cercando di studiarlo un po’.  I capelli rossi erano stati  trasformati in un groviglio dalla foga del concerto, e probabilmente anche la maglietta doveva esser stata persa durante qualche canzone. Erin si soffermò a guardarlo cantare, affascinata dalla sua energia. Una specie di onda magnetica, attraente e incredibilmente sexy, arrivava fino a lei. Non riusciva staccargli gli occhi di dosso, e allo stesso tempo si ripeteva che era come tutti gli altri, che aveva avuto la fortuna sfacciata di essere nato meravigliosamente bello.

Finalmente distolse lo sguardo, e gettò un’occhiata al resto del gruppo. Il chitarrista indossava un cilindro nero, in bilico su un cespuglio di ricci neri che non lasciavano intravvedere nemmeno la faccia. Figo però, si disse. Il suo sguardo cadde sul bassista, un biondone altissimo, con i tratti del viso che lo facevano somigliare a un felino. La seconda chitarra era occupata da un ragazzo con i capelli neri e un’espressione incredibilmente dolce sul viso. Il ragazzo alla batteria era un biondo scatenato che picchiava forte, e come! Forse, se avesse avuto l’immenso culo di ingraziarsi il cantante, sarebbe riuscita a fare un tour assieme a loro. Sarebbe stato divertente, con dei tipi come quelli.
Si alzò dalla sedia, e, con il suo solito passo lento ma deciso, si avviò nella folla esultante, facendosi largo a forza di gomitate, e arrivò vicino al palco. Non saltava al ritmo della musica, non urlava, né ballava come tutti gli altri. Stava ferma, in mezzo al casino, a guardare il cantante, aspettando che si accorgesse di lei, che potesse studiarla e desiderarla.


Axl cantava, drogato della sua stessa musica, esaltato dal suono delle sue stesse urla, scatenato come tutto il pubblico che lo stava guardando. E mentre cantava, il suo sguardo non mancava di osservare le ragazze che lo osannavano, sorridendo alla prospettiva di un’ altra notte di sesso sfrenato. E mentre godeva alla vista di tanti corpi senza volto, vide una ragazza, proprio sotto il palco, che lo guardava, immobile. Axl ricambiò lo sguardo, penetrando i suoi occhi verdi, che lo fissavano ancora, maliziosi. Poi la mora si girò e si allontanò suadente nella folla. Affascinato da quella visione, il rosso continuò a cantare, e contemporaneamente a cercare quegli occhi verdi, che l’avevano distolto persino dalla sua musica.








Ed ecco la fine del primo capitolo!  Spero che vi sia piaciuto... Fatemi sapere, recensite!
  
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