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Autore: Nobodyislikeu    24/02/2012    0 recensioni
Sam ha 16 anni e frequenta una normale scuola in una tranquilla cittadina. Sam non ama le persone: non ha stima e fiducia in loro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Capitolo uno.


Eravamo abbracciati, stretti l'uno contro l'altra. Il mio cuore batteva forte “è mio”, pensavo. Un momento dopo le mie labbra toccavano le sue ed il mio cuore, veterano di grandi delusioni, si poteva dire finalmente sereno. Ce l'avevo fatta.

Troppo bello per essere vero!

Non voglio essere una delle tante. Come Lucy, per esempio. Non voglio essere così, ecco.” dissi con voce debole e timida. “Non potrebbe mai essere la stessa cosa, con Lucy non avevo mai neppure parlato..” mi rispose lui, Mat. “Bene, allora giuramelo..” gli dissi, tendendogli un mignolo, come ero solita fare in segno di fiducia, “solo se ne sei sicuro, però”. A questo punto mi aspettavo una forte stretta del suo mignolo al mio, ma sbagliai. “Sam.. non posso.. la verità è che quella volta con Lucy a me piaceva un'altra ed ora mi piace anche più di prima..”.

Il mio cuore sobbalzò e mi parve fermo, per un attimo. “E perchè sei qui con me, allora?” chiesi io, con un nodo alla gola, “Perchè ci tengo troppo a te, non voglio perderti”.

<<Perfetto.>> pensai, <<starebbe con me solo per non perdermi. Fantastico. Mi sembra un deja vu. Com'è che non piaccio mai? Cazzo. Idiota che non sono altro>>. Nel pensare queste cose alcune lacrime si fecero spazio sul mio viso. Erano poche, ma lente e dolorose. Eppure lo sapevo, me l'aspettavo in fondo, perchè mai avrei dovuto avere qualche possibilità con lui? Che stupida, che stupida! Rimanemmo comunque abbracciati, desideravo sparire, morire in quell'istante. Volevo non essere mai esistita <<sono stanca di essere rifiutata>>. Rimasi a pensare per tanto tempo, fin quando, presa ormai dallo sconforto e dalla delusione, decisi di non peggiorare il tutto e finsi un sorriso. “Va bene così, almeno mi hai dimostrato di essere un amico, ecco..”, affermai, con viso basso, guardandolo. “Seriamente, non farti problemi, ti voglio bene.”. “Non volevo farti soffrire.”, sì, come no. Potevi evitare di darmi quel maledetto bacio, cazzo. “Lo so.” mi limitai a dire.
Trascorremmo il resto del tempo abbracciati, come vecchi amici. Ridevo e scherzavo, mentre il mio cuore piangeva fortissimo. Per le 19 andai a prendere la bici, per poi tornare a casa. Piovigginava, per cui le mie lacrime si mimetizzarono bene. <<Sto bene un par di cazzi.>>. Continuavo a dire a me stessa che non avevo bisogno di nessuno, che stavo bene anche da sola: mentivo. Mi sono innamorata due volte fino ad ora, questa sì, sarebbe la seconda, entrambe le volte rifiutata. Fantastico, no?

Arrivata a casa mi stesi sul mio amato letto, che per via della forma io chiamo ironicamente “Principesso”. Chiusi gli occhi per un momento e ripensai a tutto ciò che era successo, ai miei sentimenti, al cuore che mi faceva male, al mio essere stata diplomatica, al mio non essere mai apprezzata: no, non stavo bene.

*bipbipbip* sentii il mio cellulare suonare: un nuovo messaggio “Giulia: andiamo al mc stasera? Ho voglia di ingrassare”. Ma sì, perlomeno mi sarei sviata. Uscii come se nulla fosse, indossando quella solita maschera felice. Non dissi nulla a nessuno.

Il giorno dopo avrei dovuto rivedere Mat, come amici, ovviamente, ma non mi rispose. Mi lasciò sola, sola come un cane, col cuore a pezzi. <<Ti odio.>>

 

 

Secondo giorno di scuola, terza superiore. Voglia zero. Mi alzo tardi, come sempre d'altronde, prendo dei vestiti a caso, i primi che trovo, mi infilo le scarpe, mi pettino e lavo frettolosamente ed esco. E' una bella giornata, il clima è mite. Prendo il bus e giungo a scuola in tempo, stranamente. Sospiro prima di entrare in quella classe che tanto odio. “Lei” è una mia compagna di classe e Mat pure. Vita di merda, ecco cos'è! Lo vedo, non mi volge neppure uno sguardo. Fottuto bastardo. Saluto Giulia e Elena, che mi accolgono con un forte abbraccio. Sorrido e mi siedo al mio posto. Prima ora matematica: una materia che amo, per cui ero abbastanza tranquilla. Alla fine dell'ora mi giunge un bigliettino dai banchi in fondo. E' di Mat.

Sono stato uno stupido, mi manchi. Hai voglia di vedermi?”. Lo guardo intensamente, mi volgo verso di lui e lo strappo, in mille frammenti: come lui fece col mio cuore. Mi osservò sconcertato, i suoi occhi blu erano preoccupati, strano.

Alla fine della sesta ora, mentre tutti uscivano dall'aula per andare finalmente a casa, mi si avvicina ancora Mat e, fissandomi negli occhi, mi prende la mano. Io distolgo lo sguardo, indietreggio, prendo la mia cartella e scappo via. Non voglio più vederlo, per me può bruciare vivo. Fanculo a lui.

 

Sono passati due mesi dall'ultima volta in cui ho “parlato” a Mat. A volte lo guardo con la coda dell'occhio durante le lezioni: lui è sempre felice, al contrario di me. Seppi poi che era stato rifiutato da “Lei” e che quindi, probabilmente, intendeva usare me.
A scuola mi parlano in pochi, anche se in realtà conosco molte persone. Oggi, durante la pausa, esco a prendere una boccata d'aria e mi siedo come sempre sulle scalinate della scuola. Ero talmente presa dai miei pensieri che non mi accorgo di un ragazzo che mi fissa e sorride. Mi giro verso di lui e questo mi dice “Hei”, ah beh! Non ho proprio voglia di avere altre seccature maschili, per cui mi rigiro, ignorandolo completamente. Mi guarda stranito, la sua sicurezza sparisce in un attimo, mi si mette davanti e ripete “Heeei!”, allungando di molto quella “e”, intendendo un “c'è qualcuno?”. Seccata gli rispondo “ciao.”, cavolo ma perchè sono sempre così odiosa? “Cioè, ciao, chi sei?” aggiungo, nella speranza di migliorare le cose. “Per un attimo ho creduto non fossi viva! Hahaha” <<quanta simpatia!>> penso seccata, “Sono Daniel, piacere.”.

Daniel.. Daniel.. l'ho già sentito.. ma dove? “Sono Sam, piacere mio.” rispondo poi, ancora attratta dalla familiarità che mi legava a quel nome e a quel viso: capelli scuri, di un nero corvino, e occhi marroni, tendenti al verde. Un bel ragazzo.

*Drindriin* Cazzo è già suonata. Mi alzo e senza proferire alcuna parola apro la porta di ingresso e, accelerando il passo, vado in classe. La mia classe è la ragione per cui odio questa scuola. In classe ci sono le 4 “””più fighe della scuola”””, una cosa che mi fa sentire automaticamente inferiore a loro. Ovviamente “Lei” fa parte di questa elitè ristretta. Ogni volta che entro in classe mi squadrano da capo a piedi e poi farfugliano qualcosa tra di loro. <<Odiose>>. Giulia mi viene incontro nervosa “DOV'ERI??? DOBBIAMO RIPASSARE LATINO!!”, <<L-l-latino????>> “Come? Perchè?!” le dico agitata, “Oggi c'è verifica! E' una settimana che lo ripetiamo!”. Perfetto, giornata da ricordare! Ho sempre la testa fra le nuvole, cavolo. Prendo il libretto delle assenze, sezione “uscite anticipate”, falsifico una firma e vado a casa.

Mentre cammino sola sulla via di casa con la musica altissima, mi sento toccare la spalla, mi giro di scatto e con grande sorpresa mi ritrovo Daniel che mi fissa ridacchiando. “Cos'hai da ridere?!” dico nervosa: non è giornata! “Ti ho chiamata mille volte, Sam, ma non mi rispondevi..Eri troppo presa a canticchiare..” scoppia in una risata odiosa. Sono nervosissima, cosa vuole da me? Mi giro e continuo il mio cammino. Mi guarda sbigottito, accelera il passo e mi raggiunge. “Sei strana, cosa ti ho fatto?” mi dice, con voce seccata. “Nulla. Sono di fretta, scusa.” continuo a camminare in fretta, non lo vedo più al mio fianco, mi giro un secondo e lo vedo più indietro, che cammina in senso contrario rispetto a me. “Perfetto, sono una cogliona, ecco tutto.” dico urlando.

  
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