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Autore: Neko    24/02/2012    5 recensioni
Sequel di "Da allievo a maestro" Sono passati anni da quando Kabuto ha combattuto nel suo covo contro i ninja della foglia e compiendo un gesto infimo ha rapito la figlia di Naruto appena venuta al mondo, ma esso non si arrende e continua la sua disperata ricerca con l'aiuto dei suoi amici.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 2: Insegnante?

 

Pov Naruto

Tornai a casa piuttosto tardi, tanto che non mi aspettavo di trovare Sakura sveglia. Di fatto tutto era spento e facendo il minimo rumore, rincasai.

Posai le chiavi nel solito piattino sopra il comò all’entrata e mi tolsi la mia solita tuta, rimanendo in T-shirt e boxer.

Andai successivamente in bagno a darmi una rinfrescata e mi guardai allo specchio. Da quanto la superficie specchiante mi mostrava, avrei proprio avuto bisogno di una bella dormita, ma ero sicuro che difficilmente sarei riuscito a prendere sonno.

Mi feci un giro per casa per assicurarmi che fosse tutto apposto, come per esempio che il gas fosse chiuso a dovere. Sapevo che Sakura era bene attenta, ma da quella volta in cui la rottura di un tubo, aveva reso l’aria satura di gas e tutti quanti rischiammo di saltare in aria, mi ero un po’ fissato. Fu solo grazie all’olfatto sviluppato di Kurama, se non accendemmo la luce appena rientrati.

Quando ripensavo al fatto, mi veniva in mente di desiderare quei sensi sviluppati che il mio amico aveva. Avrebbero fatto comodo in varie occasioni, soprattutto durante la sua assenza.

Controllato che tutto era apposto, entrai nella camera di Daiki. Esso dormiva beatamente, con il suo visino illuminato dai deboli raggi della luna e dalla lucina azzurra, perennemente accesa per scacciare, come sostenevano lui e Akai, i mostri da sotto il letto. Gli accarezzai dolcemente i capelli, per poi passare la mano sul morbido manto di Akai che gli dormiva acciambellato vicino alla testa.

In quel momento mi accorsi che Kurama si era manifestato al mio fianco, per osservare i due dormire. A vederlo con quell’aria intenerita, dimenticavo che in realtà esso era un demone. Sembrava solo un padre follemente innamorato della sua creatura.

Uscii dalla stanza socchiudendo la porta della camera e mi recai in salotto. Mi gettai di peso sul divano, troppo corto perché potessi sdraiarmi comodamente. Kurama mi seguì, ma rimase a una certa distanza, nel buio del corridoio, ad osservarmi. Furono i suoi occhi, che riflettevano la poca luce nella stanza, a indicarmi la sua posizione.

Restava fermo e mi osservava.

Lo ignorai inizialmente, ma dal suo atteggiamento capii che voleva parlarmi di qualcosa.

“Se hai qualcosa da dire, fallo e basta. Non è da te rimuginarci sopra!” dissi a bassa voce, portandomi un braccio sopra gli occhi.

Andò subito al punto “Shikamaru e Sasuke hanno ragione”

Sussultai e lo guardai.

“Dovresti tornare a insegnare!”

Alzai gli occhi al cielo e non dissi niente. Infastidito la volpe mi si avvicinò, dicendomi “è inutile che fai finta di non avermi sentito!”

“Lo sai che non posso!” dissi in un sussurro.

“Non puoi o non vuoi?” disse muovendo le tre code che al momento possedeva “Sinceramente sull’ultimo punto avrei i miei seri dubbi!”

Mi infastidii alquanto la sua insinuazione. Infondo cosa poteva saperne di cosa volessi o meno.

“Ti ricordo che vivo dentro di te per la maggior parte delle volte e sento tutte le tue emozioni. So tutto quello che ti passa per la testa.” Mi ricordò.

Lo guardai con non curanza, per poi accorgermi che il suo sguardo era serissimo.

Naruto, ti conosco meglio di quanto tu conosca te stesso. Lo so che non vuoi tornare a insegnare per cercare Kumiko, ma è anche vero che molte volte sei bloccato qui al villaggio, senza nulla da fare, perché non hai il consenso di mettere piede fuori Konoha. Che senso ha starsene qui a girarsi i pollici, quando potresti istruire la nuova generazione a diventare dei buon ninja? Non ci vedo niente di male!”

“Non me la sento. Io…” iniziai col difendermi, ma Kurama non mi fece terminare, facendomi notare qualcosa a cui non volevo minimamente pensare.

“Se non trovassimo mai le nostre cucciole? Non ti è mai passato per la testa una cosa del genere?” ringhiò nervosamente.

Mi rabbuiai. Avevo sempre fermato sul nascere quel pensiero. Troppo doloroso da affrontare.

“Non hai mai pensato che tua figlia, ignara del fatto che Kabuto non sia il suo vero padre o parente o qualsiasi altra scusa quell’essere si sia inventato, non voglia tornare qui?”

Mi vennero i brividi al solo pensiero che Kumiko potesse, anche solo lontanamente, affezionarsi al suo stesso rapitore.

“Forse un giorno potremo anche trovarle, ma potrebbe capitare anche fra anni, quando ormai non avranno più bisogno di noi…lo so è doloroso ammetterlo, ma la vita deve andare avanti. Abbiamo entrambi un altro cucciolo di cui occuparci e senza dimenticarti di Kumiko, puoi benissimo  dedicarti alle cose che ami fare. Sento che desideri tornare a insegnare e farlo ti aiuterebbe anche a essere meno stressato. Inoltre, chi può dirlo, magari proprio durante una missione svolta con i tuoi allievi, potrai incontrarla. In più se temi che le tue ricerche possano diminuire, allora mi darò maggiormente da fare. Starò fuori giorno e notte se questo può farti stare più sereno. Inoltre non dimenticare che tutti i tuoi amici stanno dando il meglio per aiutarti nelle ricerche e puoi scommetterci che tutto questo prima o poi porterà a qualcosa, ma tu non rinunciare ulteriormente a quello che ti piace!” disse infine Kurama con le orecchie abbassate e lo sguardo verso il pavimento. 

Con una sola occhiata capii i suoi pensieri.

“Non ti ho mai accusato di niente Kurama. Non è colpa tua. Le cose dovevano andare così, questo è tutto!” dissi.

La volpe alzò lo sguardo non convinto “Se io non fossi stato soggiogato da Madara, non sarei stato rinchiuso in te e non ti avrei rovinato la vita!”

“Non me l’hai rovinata tu, ma coloro che volevano te!” dissi seccato.

“Non fa differenza!” disse sbuffando.

“La differenza c’è ed è abissale. Sono stati esseri malvagi a far sì che tutto ciò avvenisse e tu non sei quello che si può definire malvagio!” dissi convinto.

“Attento a come parli!” mi disse infastidito.

“Senti, sarà pure disonorevole per te in quanto demone, ma io non vedo traccia di malvagità in te. Guarda come ti comporti con Akai e Daiki, quello che hai fatto per me diverse volte aiutandomi, e ora stai cercando di rendere la mia vita migliore. Per me questo non è essere cattivi!” gli feci notare.

“Tu non sai cosa ho fatto!” disse Kurama abbassando lo sguardo.

“Si lo so cosa hai fatto!” dissi convinto “inoltre è una cosa del passato e tu sei cambiato da allora. Non sei più quel demone carico di odio!”

“Non mi riferisco alla distruzione del villaggio!” disse con aria dispiaciuta.

Mi stupii di quel suo comportamento. Aveva fatto qualcosa che lei riteneva grave e imperdonabile, ma alla mia domanda di cosa avesse combinato, tacque.

“Non importa. Io ho fiducia in te Kurama!”

“Allora seguirai il mio consiglio di tornare a insegnare?” mi disse e lì i dubbi tornarono a farsi sentire. Il silenzio piombò in casa, ma una voce femminile si fece udire nella stanza.

Kurama ti ha dato un buon consiglio, Naruto!”

 

Pov Sakura

Mi svegliai che erano le due passate e allungando la mano, alla ricerca del calore del corpo di Naruto, mi accorsi che la postazione era vuota.

Esso non era ancora rientrato e pensai bene di insultarlo il mattino dopo, fin quando il mio udito non captò un rumore di passi.

Aspettai diversi minuti in attesa che Naruto mi raggiungesse sotto le coperte, ma quando non lo vidi entrare, mi alzai per andare a controllare che tutto fosse a posto.

Non sospettai minimamente che potesse trattarsi di un ladro. Naruto aveva una camminata tutta sua, impossibile da confondere, oltre il fatto che il rumore delle unghie di Kurama sul pavimento, aiutavano il riconoscimento dei passi.

Mi alzai e lentamente scesi al piano di sotto, verso il salotto, da dove sentivo provenire le voci di quei due.

Mi misi in ascolto.

Capitava spesso che Naruto avesse difficoltà ad addormentarsi, capitava anche a me nei giorni più neri, solo che quei momenti di insonnia erano resi più rari dal lavoro in  ospedale, la casa, fare la mamma e le missioni ninja, oltre al fatto che Naruto in quei momenti mi stava accanto riuscendo a darmi coraggio. Non so cosa avrei fatto senza di lui.

Tutti mi definivano una donna forte, ma anche le donne forti possono crollare e io non ero così forte come molti pensavano.

Ascoltai ogni singola parola, finchè non giunse il momento per me di intervenire.

 Kurama ti ha dato un buon consiglio, Naruto!” dissi facendomi vedere, per poi continuare “Non ti sto assolutamente chiedendo di smettere di cercare, come nemmeno lui, ma se è una cosa che ami, non vedo perché rinunciare a insegnare! Anche io mi impegnerò maggiormente nelle ricerche!”

“Sakura, ti occupi già di troppe cose. È compito mio ritrovare Kumiko, sono io che l’ho lasciata portare via!” mi disse, stringendo fortemente i pugni.

“Neanche io ho fatto molto per impedirlo se è per questo e sento di non fare abbastanza per ritrovarla!” ammisi.

Esso si alzò da divano e mi fu davanti e afferrandomi per le spalle mi disse “Per favore Sakura, avevi appena partorito, eri stremata, come potevi anche solo pensare di riuscire a fermare Kabuto? Inoltre tu fai molto per lei. Continui ad amarla con tutto il tuo cuore ogni giorno. È sempre presente nelle tue preghiere e mantieni il suo ricordo vivo nel cuore di Daiki, nonostante non abbia la minima idea di chi sia. Quindi non venirmi a dire che non fai niente per lei!”

Abbozzai un sorriso  alla dolcezza di Naruto “Forse, ma farò di più se tornare a fare il maestro può esserti di aiuto!”

Lo sentii sospirare e con la coda dell’occhio vidi qualcosa muoversi.

“Dove stai andando?” chiese Naruto a Kurama che si trovava a pochi metri dalla porta di casa.

“Che domande, cominciò col darmi da fare e cercare le nostre cucciole!” disse per poi sparire.

 

 

  
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