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I cinque uomini entrarono nel pronto soccorso con aria spavalda, non guardando in faccia nessuno.

Il dottor Louis White andò loro incontro.

-Chi siete voi?! Non avete il permesso di stare qui dentro!- esclamò.

Il primo di loro gli mostrò un distintivo e il medico ammutolì.

Gli uomini in nero proseguirono sino all'ambulatorio e, sganciata la barella, trasportarono fuori il corpo, dopo averlo coperto interamente con un telo.

-Non una parola con nessuno.- ordinò il capo di loro al dottore e alle due infermiere che gli stavano accanto, perplesse.

Usciti fuori dal pronto soccorso, caricarono il corpo su un'ambulanza, così da non dare troppo nell'occhio e partirono.

Attraversarono tutta Londra, fino a fermarsi nella periferia Nord, nel parcheggio sotterraneo di un enorme magazzino, apparentemente fatiscente.

Li attendeva Mycroft, illuminato da un faro alle sue spalle.

Quando il furgone si fermò, l'uomo si avvicinò loro.

Scoprì il volto del fratello, sollevando il lenzuolo con un gesto deciso e meccanico, fino a lanciarlo dietro di sé, poi tirò fuori una siringa con un ago lungo e spesso e una fiala dalla tasca del cappotto invernale.

Riempì la siringa e con uno strattone aprì la camicia di Sherlock.

Non esitò e gli conficcò l'ago dritto nel cuore, premendo lo stantuffo.

Sherlock sussultò e i suoi polmoni si dilatarono in un respiro asmatico.

Scattò a sedere, tossendo e si portò una mano al petto, tirando fuori la siringa.

I suoi occhi azzurri guizzarono tutt'intorno, allarmati, ma si rassicurò quando vide il fratello e abbozzò un sorrisino.

-Hai ricevuto il mio messaggio.-

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N.d.A: Ahahahah! Non ho potuto resistere alla tentazione, ragazze! Voi non avete idea! Tutte voi avete “visto, ma non osservato” ho scritto “Fine”, ma non ho cambiato l'avvertimento di storia conclusa!

Ci vediamo la settimana prossima su The blog of Dr. John H. Watson. Vi chiedo di mantenere il segreto con coloro che non si sono ancora rese conto di questa “Missing Moments”.