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Autore: princess of disasters    30/09/2006    4 recensioni
Amelie e' una ragazza intraprendente e gelosa, se vuole una cosa, va e se la prende. Andrea e' bellissimo ed e' stato il ragazzo di molte sue amiche, se vuole una ragazza, sorride ed e' gia' sua. Ma Amelie no. Almeno non subito.... E poi a complicare tutto c'e' il padre di Andrea, professore di latino di Amelie. Ma se Amelie vuole.... Amelie prende.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1- Stupido sbruffone!

Amelie passeggiava tranquillamente per la strada principale per raggiungere il liceo Classico che da quattro anni frequentava. I suoi boccoli bruni le sfioravano le spalle mentre ondeggiavano spinti indietro dal vento, gli occhi scurissimi color cioccolato erano rivolti agli alberi ingialliti che erano ai lati della strada. Qualche macchina passava distratta e veloce.

A vederla nessuno avrebbe mai detto che Amelie aveva qualcosa d'Inglese (nazionalita' della madre) . Scura come una ragazza del Sud e con lo stesso temperamento espansivo dicevano che assomigliava piu' che altro alla zia, spagnola. La pelle ambrata era coperta da un cappotto nero imbottito e jeans a sigaretta che la slanciavano ancor di piu'. Il vento soffio' un po' piu' forte nella sua direzione ed Amelie strinse il giubbotto a se' nella speranza di raggiungere al piu' presto il Liceo.

Una macchina si fermo' ed una ragazza sorridente scese. -Ciao Amy!- la saluto' Ivana prendendo lo zainetto dalla macchina e salutando distrattamente il padre.

Amelie sorrise a quel nomignolo che Ivana amava darle. -Ciao Ivana, oggi sei scesa presto a quanto pare!-

Ivana alta, bruna con una frangia laterale che le copriva gli occhi verdi che Amelie tanto invidiava ad Ivana, era la migliore amica di Amelie, o giu' di li'. Per la prima volta da quando la conosceva Ivana era arrivata in orario, se non in anticipo.

-Gia'! Mia madre mi ha praticamente buttato giu' dal letto perche' Tommaso doveva andare dal dottore!- spiego' Ivana seccata.

Amelie ridacchio'.

-Ma sono stata brava- continuo' Ivana con aria fiera. -Sempre cinque minuti piu' tardi dell'orario che mia madre aveva stabilito!-

Amelie roteo' gli occhi. Ivana non sarebbe mai stata puntuale in vita sua. Quando uscivano ad esempio se l'appuntamento era alle otto precise, Ivana se decideva di far presto arrivava alle otto e mezza, altrimenti... questo nessuno l'aveva mai provato ma Ivana ed anche la madre aveva assicurato che riusciva ad arrivare anche con un'ora e mezza di ritardo.

Le due camminarono qualche minuto chiacchierando del piu' e del meno e soprattutto del professor Amato, portava cosi' di cognome ma tanto amato da loro non era.

-Quel tiranno!- esclamo' Ivana -Non mi vuole far uscire dalla classe nemmeno per andare in bagno!-

Memore delle rare uscite per il bagno permesse ad Ivana (consistenti in tre quarti d'ora) in fondo Amelie senti' che forse il professore aveva almeno un pelino di ragione.

Un motorino si fermo' al semaforo e loro incrociarono lo sguardo del conducente. Andrea Amato. Il ragazzo piu' carino dell'istituto.

Nonche' figlio del caro (anzi carissimo) professor Amato. Ma questo poco importava, non al professore ovviamente! Bensi' al figlio che sulle quindici ragazze della sua classe era stato con una decina. Storie di qualche giorno, o addirittura una serata o a volte (rarissime) fidanzamenti terminati all'improvviso. Scappava dalle relazioni lunghe.

Andrea si volto' e sorrise ad Ivana e Amelie. La prima rimase ancora una volta ammaliata dal suo sorriso mentre Amelie dopo un minuscolo cenno volto' la faccia.

-Come fa a piacervi quello sbruffone? E' solo una bella faccia, niente piu'- chiese Amelie accigliata.

Ivana rimase a fissare il motorino di Andrea che spariva. -E' meraviglioso, sono stata due giorni con lui e mi ha fatto sentire una meraviglia-

Amelie inarco' un sopracciglio. Andrea era decisamente carino, forse un po' troppo ma in qualunque caso lei di certo non sarebbe stata una delle tante. Perche' se c'era una cosa che Amelie non sopportava era di essere una delle tante. Chiunque doveva ricordarsi di lei. Ed inoltre si era lasciata solo da qualche giorno con il suo ragazzo. Ex ragazzo. Non riusciva ancora a realizzare che fosse il suo ex. Troppo abituata dopo un anno di relazione ormai nella sua mente l'immagine di Roberto era associata al suo fidanzato. Doveva accettare la triste realta' pero'. Non era il momento adatto per lei.

Era stato brusco l'eliminarlo dalla sua vita perche' avevano vissuto quasi in simbiosi per circa sei mesetti dunque era parte della sua vita... passata!

Giunsero finalmente dopo tanti pensieri davanti al Liceo. Una ragazza bassina, bionda, coperta da un giubbino esageratamente imbottito bianco le saluto' sorridente mentre fumava una sigaretta.

-Ciao ragazze!-

Amelie e Ivana sorrisero a Meggy. Non era il suo vero nome, ovviamente. Ma Margherita e' troppo lungo per essere pronunciato, no?

-Avete visto Andrea sul motorino? Non e'... magnifico?- chiese Margherita aspirando l'ultimo tiro e gettandola a terra.

Amelie ancora una volta roteo' gli occhi mentre Ivana annuiva.

-Ma tu non ci sei mai stata con lui?- chiese Margherita un'altra delle vittime del suo fascino.

Amelie come orripilata dal solo pensiero inarco' un sopracciglio -Gli ho dato un bel palo- (per chi non lo sapesse: palo sarebbe due di picche, dire di no)

Meggy abbasso' lo sguardo. Amelie era carina eppure continuava a rifiutare le attenzioni di quello splendido ragazzo.

Le tre appena sentirono la campanella entrarono trascinando i piedi sulle scale sperando che succedesse qualcosa che chiudesse la scuola. Definitivamente.

Il punto e' che avere il lunedi' mattina due ore con la voce tutt'altro che melodiosa del professor Amato non era il massimo, eppure quel dannato professore non si era mai assentato il lunedi' e nessuno aveva mai tentato di marinare la scuola quel giorno.

Perche' il giorno dopo alla prima ora, tanto per cambiare, chi avevano se non il loro carissimo professor Amato? Beh il professore prima controllava la firma se possibile da ogni lato, angolatura e se corrispondeva perfettamente con la firma originale chiamava a casa per accertarsi di non avere un amanuenso perfetto in classe. Mentre se era sbagliata, sospensione era la minima pena. Ma con Amato tra i piedi un'espulsione anche sarebbe stata possibile.

Davanti al portone era in piedi lui. Bassino, leggermente grassoccio, tutti i capelli grigi, occhi piccoli neri indagatori e baffi folti, grigi anch'essi.

A vederlo poteva anche far tenerezza ma le sue alunne ed i suoi alunni non la pensavano cosi'.

-Gatti!- disse il professore guardando Ivana negli occhi.

-Dica professore- rispose Ivana seccata.

-Si prepari per un'interrogazione- spiego' il professore cercando la prossima vittima da mandare al patibolo assieme ad Ivana Gatti.

Ivana impallidi' e raggiunse Amelie e Meggy che avevano gia' capito tutto ed erano pronte a farle ripetere un intero programma. Eh si'. Della lezione precedente Amato era solito far dire si' e no due parole. Trovava divertenti le domande a trabocchetto o la ripetizione molto lontana. Incredibilmente sadico. Incredibilmente bastardo.

Le tre si sedettero in una classe semipiena. Ivana con le mani di capelli aveva risposto si' e no a due domande su cinque. Il professore chiuse la porta.

-Gatti e Selvi, alla cattedra prego-

La coraggiosa rappresentante di classe si alzo' e dopo aver deglutito parlo'. -Professore mancano ancora molte persone- ma Amato non aveva ascoltato una parola. La rappresentante prese posto sconsolata. Amato era una testa dura.

Amelie qualche minuto dopo l'inizio decise di andare in bagno. Il professore acconsenti' preso dalla spiegazione impacciata di Marianna Selvi.

Chiuse la porta alle sue spalle ed osservo' il corridoio deserto fatta eccezione di qualche ritardatario.

Si ando' a sedere sulla cattedra in disuso nei pressi della scalinata e prese il cellulare. Non sapeva cosa fare ma una cosa era certa. Da Amato non ci tornava.

Un ragazzo prese posto accanto a lei. Lei si volto' e trovo la sorpresa piu' antipatica del mondo. Lui sorrise, lei si limito' ad inarcare un sopracciglio.

-Che ti ho fatto, Amelie?- chiese lui.

-Ah sai anche il mio nome!- esclamo' Amelie.

-Il nome di una bella ragazza non si dimentica mai- replico' lui sistemandosi i capelli.

-In qualunque caso non mi hai fatto niente, mi sei solo antipatico- rispose Amelie secca.

-Antipatico? Ma non mi conosci! Usciamo una volta assieme!-

Amelie scoppio' a ridere divertita -Oh no! Grazie ma.. no-

Lui pero' non si arrese e le si paro' davanti. Gli occhi scuri del ragazzo erano terribilmente profondi...

-Ammettilo! La curiosita' c'e'!-

Amelie ci penso' su qualche secondo. -No-

-Ma come fai a dire di no ad un ragazzo cosi' bello?- chiese Andrea sorridente.

Amelie guardo' oltre la sua spalla. -Dove sarebbe il ragazzo cosi' bello? Dove si nasconde?-

-Qui davanti a te- ridacchio' Andrea.

-Il solito stupido sbruffone!- esclamo' Amelie avvicinandosi alla sua classe.

-Ehi te lo prometto che un giorno uscirai con me- replico' Andrea. Amelie scoppio' a ridere. Almeno faceva ridere.

-E' tutto da vedere...- rispose lei entrando in classe.

 L'ora scivolo' sempre piu' lenta. L'interrogazione di Ivana non ando' poi tanto maluccio, a volte si bloccava pero' altre volte partiva in quinta.

-Bene andate a posto- disse il professore aprendo il registro -Selvi... ho delle titubanze su di te, direi quattro e mezzo. Mentre Gatti nonostante qualche incertezza, che posso anche ammettere e' andata abbastanza bene. Sta decisamente migliorando, un sei lo concedo-

Ivana senti' i suoi occhi farsi lucidi. Sei. Sei. Sei. Sei. Sei. Sorrise al professore sedendosi ed aprendo il libro.

Amato inzio' la spiegazione. Come al solito la spiegazione era noiosa. E nella mente di Amelie era impresso il sorriso di quel ragazzo. Incredibilmente carino ma antipatico e stupido e soprattutto un pallone gonfiato. Quando suono' la campanella Amelie felice corse fuori con Ivana, al settimo cielo per una sana stiracchiata.

-Insomma e' sei!- esclamo' la ragazza mentre scendevano le scale per andare in palestra. Prima pero' le fermo' la bidella del loro piano, la signora Ermenegilda. Credevano quel nome fosse solo un nome scherzoso eppure di Ermenegilda ce n'era almeno una! Alta, rugosa, curvata in tal modo da somigliare al gobbo di Notre Dam, capelli sale e pepe, piu' sale che pepe, acida e dai vispi occhietti non era una persona cosi' gradevole.

-Oggi uscite alla quarta ora- annuncio' la donna borbottando.

Ivana sorrise ad Amelie. -E' la mia giornata fortunata! Filosofia non l'avevo proprio studiata-

Amelie scocco' un bacio sulla guancia dell'amica. -Qualcuno lassu' che ti protegge allora c'e'!-

-Scommetto che e' la nonna- rispose Ivana guardando il soffitto. -Sicuramente ora mi sta guardando!-

-Ehm... non vorrei essere poco delicata ma rivolgi lo sguardo da un'altra parte! Sulla parte di soffitto dove tu stai guardando ci sono i bagni e non penso che tu possa paragonare l'oltretomba o il paradiso ad uno squallido bagno maschile!-

Ivana ridacchio' -Birichina come al solito! Nel bagno dei maschi nonna Maria Arcangelina anche da morta eh?-

Amelie trascino' l'amica ma prima getto' una veloce occhiata al soffitto e sorrise.

Giunte in palestra le accolse la professoressa La Furba. Tutti prendevano in giro la professoressa La Furba: era una vecchietta ormai sul limite, forse quello sarebbe stato il suo ultimo anno che piu' che andare a fare una lezione di educazione fisica sembrava dovesse andare a sfilare. Maglie scollate che mettevano in mostra un decolte' che aveva avuto momenti migliori, mani sottili piene di anelli, bracciali e gingilli vari.

-Buongiorno ragazzi, disponetevi in fila. Ovviamente quasi tutti senza tuta, che classaccia!- esclamo' la professoressa battendo il tacco a spillo 7cm a terra con rabbia, poi torno' a sorridere. -Amelie mi faresti un favore?-

Amelie annui'. -Seconda f, te ne prego!- sorrise la donna porgendole un fascicolo. -Mentre voi anziche' chiacchierare, correte, poi addominali e poi si vedra'!-

Amelie usci' dalla palestra e noto' che il cielo non prometteva affatto bene. E che soprattutto sua madre non poteva venire.

Sali' le scale finche' non giunse davanti alla classe, sosto' li' qualche secondo, poi busso' ed entro'.

-La professoressa La Furba doveva consegnarle questi- disse Amelie entrando in classe. Si blocco' una volta davanti alla scena. Andrea Amato sedeva sulla sedia del professore con i piedi sulla cattedra che sfogliava il registro tranquillamente, mentre la classe si divertiva a chiacchierare e a fare un po' di chiasso.

-Oh buongiorno Amelie, da' pure a me questi fascicoli- sorrise Andrea tendendole la mano.

-Cosa fai qui?- chiese la ragazza.

-E' la mia classe-

-Questo l'avevo capito, mi riferivo al posto della cattedra-

-La cara professoressa e' dovuta uscire un secondo e mi ha chiesto, poiche' sono cosi' buono e composto di dare un'occhiata alla classe-

Amelie trattenne un risolino. -Vuoi restare?-

-Ti ringrazio ma ho la professoressa che mi aspetta in palestra- rispose la ragazza avviandosi verso l'uscita.

-Ehi tu!- la chiamo' un ragazzo alto, quadrato come la facciata di un palazzo. -Hai proprio un bel culo sai?-

Amelie offesa raggiunse il tipo.

-Ehi Walter piano con le parole!- lo riprese Andrea.

-Non ce n'e' bisogno- replico' fredda la ragazza mollando uno schiaffo a Walter. -Cafone!-

Usci' sbattendo la porta dietro la sua.

-A quella stronza l'ammazzo!- esclamo' Walter alzandosi.

-Non la toccare- ribatte' Andrea dal suo posto.

Walter sbuffo' tornando a chiacchierare con Valeria.

L'ora trascorse in fretta e cosi' anche quella successiva, e Amelie tristemente constato' che le sue previsioni avevano fatto centro.

-Dovresti lavorare per il bollettino meteo- commento' Margherita aprendo l'ombrello e scomparendo tra la folla di studenti.

-Ivana! Come te ne vai?- chiese Amelie avvicinandosi ad Ivana.

-Mia sorella che come al solito e' in ritardo!-

Amelie roteo' gli occhi. Parlava Ivana, la ragazza che scappava al solo sentir nominare la parola puntualita'!

-E tu come credi di tornare?- domando' Ivana.

-Quello che sto cercando di capire- rispose spazientita.

-Ti manca un cavaliere? Guarda caso dietro di me oggi non c'e' nessuno!- propose Andrea apparendo da dietro la ragazza.

-Tu! Insulso Andrea Amato stai chiedendo a ME di salire dietro di TE?- domando' con aria minacciosa Amelie. Ma Andrea come sempre non abbandono' quel sorriso.

Ivana ridacchio'. -E' un si' Andrea, ma trattamela bene!-

Andrea sorrise tirando Amelie con se'. -Stai andando contro la mia volonta'! E' inammissibile!- esclamo' Amelie una volta giunta davanti al motorino.

-Sta piovendo a dirotto e tu con un ombrello da sola non puoi tornare a casa- spiego' Andrea.

-Mi stai facendo credere che lo fai per puro altruismo?-

-Precisamente. Ora sali-

Amelie dopo aver brontolato sali' dietro il ragazzo. -Il casco lo voglio io!- puntualizzo' Amelie.

-Ti si rovinano i capelli senno'?- chiese Andrea ridacchiando.

Amelie gli diede un pugno amichevole sulla spalla incitandolo a partire.

-Oggi e' anche la tua giornata!- strillo' Ivana.

Amelie scuotendo la testa distorse le labbra in una smorfia e si tenne saldamente al sedile.

-Puoi anche tenerti a me non mangio mica eh?- suggeri' Andrea.

-Io ti sbrano se solo ci provi eh?- lo minaccio' la ragazza.

Andrea sorrise e Amelie appoggio' le sottili dita sulla schiena del ragazzo mantenendo una netta distanza.

-Sei per caso una suora o hai fatto un voto?- chiese Andrea svoltando a destra al semaforo che era rosso.

-INCOSCIENTE! Era rosso!- lo riprese Amelie sbuffando.

-Ma non c'era nessuno- replico' il ragazzo.

-E' da incoscienti comunque! E per la precisione oltre a non aver fatto voti o essere suora, non sono nemmeno cattolica!- preciso' Amelie -E se ti riferisci alle distanze, ci tengo alla mia incolumita'!-

Andrea ridacchio' e prese la sua mano lasciando con una mano il manubrio. Amelie arrossi' lievemente sentendo la mano calda del ragazzo. Dopo nemmeno due minuti si era lasciata convincere ed era comodamente appoggiata sulla sua schiena con le mani appoggiate sull'addome del conducente.

-Arrivato qui dove devo svoltare?- chiese il ragazzo. La ragazza gli indico' la strada e riappoggio' la testa nella schiena del ragazzo. Aveva un ottimo profumo, dolce ma molto leggero.

Annuso' un altro po' quell'ottima fragranza finche' Andrea non scoppio' a ridere.

-Perche' mi annusi?- domando' il moro.

Amelie si distacco' da lui. -Cercavo solo di capire cosa fosse quel tanfo-

-Bulgari, Amelie- rispose lui svoltando ed arrivando dinanzi ad una villetta. -Qual e' di queste?-

Amelie indico' la seconda ed Andrea si fermo' lasciandola scendere. Intanto aveva cessato di piovere dunque chiuse l'ombrello. Arrossi' lievemente mentre ridava il casco a lui, e nonostante il rossore fosse leggero, appena accennato ad Andrea non sfuggi' e sorrise poggiandole una mano sul viso.

-Allora io vado- sorrise Amelie.

-Non ci credo! Amelie sorride a ME!- esclamo' il ragazzo allibito.

-Credo sia un minimo di ringraziamento per il passaggio...-

-E per l'ottima compagnia- concluse Andrea tirandola verso di se'.

La ragazza senti' il calore diffondersi sulle guance ed avvampare.

-E per l'ottima compagnia- acconsenti' lei sorridente.

-Un bacio me lo concedi?- chiese il ragazzo. Amelie annui' ed appena vide il ragazzo chiudere gli occhi ed avvicinarsi "minaccioso" con le labbra tanto bramate da tante ragazze, prese il mento di lui tra le mani facendolo voltare. -Sciocco un bacio sulla guancia intendevo!-

Andrea sorrise un po' deluso e la lascio' andare.

 

Ecco il primo chap! Spero vi piaccia! Fatemi sapere anche con una breve recensione cosa ne pensate! =°D non siate troppo maligni pero'! =P

Baci,

Princess... Of Disasters!

  
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