Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Misao    30/09/2006    6 recensioni
Sei anni.Lontani i ricordi della fanciullezza, così quelli d’un passato che ormai pareva chiuso definitivamente.Riposto in uno scrigno, sigillato da una chiave dalle intarsiature di bronzo,il suo passato.All’apparenza un vecchio libro impolverato, dentro al quale un’arcana forza giaceva in quel lontano periodo. Chiuso un capitolo.Aperta una nuova porta, la maturità. Ben pochi i problemi procurava la ricerca delle carte di Clow, a suo dire, in confronto a quel che i diciotto anni portano con loro.Problemi, ansie, paure eppure anche amore, quello vero… Nota: Ho messo la storia sotto Alternate Universe perchè si svolge sei anni dopo l'effettiva conclusione dell'anime.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura, Un pò tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Lo scriverei su un foglio bianco…

Lo scriverei su un foglio bianco…

 

 

 

…Un ricordo…dal passato…-Prima parte-

 

 

 

“Shaoran” quel nome gridato al vento, chiaro e marcato come impresso con un marchio a fuoco sulla pelle.La corsa sembrava interminabile, la mano allungata contro l’illusione, gli occhi che stringevano gelosi le lacrime dietro le brune ciglia. Nessuna risposta. Lo rivedeva così, ancora, col visetto d’un bambino dodicenne avvolto negli scuri abiti tipici della Cina.Di poco era voltato verso di lei, impresso sul viso quel timido sorriso che col tempo, in passato, aveva imparato ad amare. Amore, non sapeva se dare a quella parola un senso effettivo, se scriverla o no con la lettera maiuscola.Infatuazione o amore? Dodici anni sono un età ancora troppo tenera per scoprire sentimenti così forti.E se fosse stata illusione la sua? Se ‘l’amore’ per quel cinesino fosse stato solamente uno sbaglio giovanile come quello provato un tempo per Yukito?

Eppure, nonostante fossero passati sei anni, gelosamente custodiva quel sentimento incorrotto per lui.Aveva provato ad amare di nuovo, mille e mille volti avevano conturbato la sua mente, l’ultimo, forse quello che avrebbe potuto farle dimenticare coului che ricordava solo come una figura della sua infanzia, era stato Yaran.Il suo volto si contrapponeva spesso a quello di Shaoran, seppur il primo fosse maturo e dai lineamenti demarcati.Eppure, nemmeno lui, era riuscito a strapparle dal cuore il sentimento che perdurava da anni per il suo piccolo Shaoran Li. Forse, serbava il suo ricordo con tenerezza, l’incontrastata purezza d’un primo amore? Ne restava aggrappata per paura, o perché infondo, quei sentimenti col tempo erano solo maturati?

 

Sakura si svegliò nel cuore della notte, solo il ticchettìo dell’orologio a pendolo poco distante e il respiro affannato di lei interrompevano a sprazzi il silenzio.

Si era alzata a sedere sul letto, le mani nivee strette con forza alle lenzuola come a sostenersi involontareamente a qualcosa. Eppure il viso era imperturbato, non una lacrima, non una traccia di quel liquido perlaceo che usava spesso, da piccola, bagnarle il volto.

Ancora quel sogno, pareva un gioco de destino crudele. Aveva paura, timore d’addormentarsi per rivedere quegli occhi ambrati, l’unica cosa che tra mille uniformità avrebbe riconosciuto. Pensava spesso a lui, seppur inconsciamente, o nei sogni il più delle volte.Rivedeva il suo piccolo cinesino. ‘suo’ poi.

Chissà, magari aveva poi scelto Mai Lyn, o semplicemente si era ricostruito una vita ad Hong Kong. Sei anni, l’ultima volta l’aveva rivisto bambino.

Quell’addio, quella promessa, quella parola.

Ti prometto che tornerò, quando mi rivedrai avrò con me una sorpresa.

Ecco perché quella parola l’aveva terrorizzata il giorno prima. Il volto si corrugò in una smorfia malinconica.Gettò uno sguardo in direzione dell’orologio poco distante. Le 4.40.

Le capitava spesso di svegliarsi durante la notte sopraffatta da quell’incubo. Anche questo forse, era motivo della sua continua apatia, la scuola era un peso, continuava solo per forza d’inerzia, e poi, perché infondo la letteratura l’aveva sempre appassionata.

Sembrava che il mondo volesse caderle addosso da un momento all’altro. Non ce l’avrebbe mai fatta a reggere quel peso.

Anno dopo anno, giorno dopo giorno s’era costruita una palizzata insormontabile. La Sakura del passato era cambiata, chiusa, schiva, indifferente a tutto.

Finzione. Quello era divenuto il suo mondo ora, affrontava le sue giornate con quella maschera che piano piano cominciava a sfuggirle sempre di più.

Avrebbe continuato per quanto questa farsa?

La verità era una soltanto.Solo lei sapeva quanto il suo cuore aveva sofferto, tutto quanto per un’unica, piccola persona. Non una telefonata, non una lettera. Ormai cominciava a credere che la promessa di Shaoran si sarebbe franta come vetro.

Eppure ancora si ostentava  nel crederci. Aveva bisogno di credere nelle sue parole. Erano l’unica sicurezza che ormai le era rimasta.

Silenziosa, tirò via le coperte dal corpo avvolto nella seta. Perle di sudore si frangevano sul mento, partendo dalla fronte, attraversando il collo.

Si alzò in piedi, muovendo qualche passo in direzione dello specchio poco lontano. La luce della luna, filtrava inquieta tra le tende, aumentando la spettralità nella stanza, dandole quell’innaturale luminosità quasi cerea.

Osservò vaga i suoi movimenti allo specchio, le iridi erbose si soffermarono per qualche istante sul volto, per poi scendere lentamente lungo il corpo costretto nel pigiama. Le forme, erano ben evidenziate dal contorno argenteo della falce di luna che s’intrometteva violenta contro lo specchio riflettendosi contro il corpo.

Non s’era alzata molto in quegli anni, aveva raggiunto a malapena il metro e sessantotto. Non era l’altezza però che la doveva render piacente. Le sue forme erano ugualmente al posto giusto, né troppo grandi né troppo minute, quasi perfette.

Il suo punto di forza, era sempre stato il volto. Pulito e aggraziato sin da bambina, ora, aveva assunto lineamenti ancor più femminili, persino la voce s’era ingraziata quasi col canto dell’usignolo, se non fosse stato per il suo imprimere troppa forza nel tono, rendendola quasi acidula.

Portò le mani dietro la nuca, sciogliendo i capelli che ormai avevano raggiunto la lunghezza giusta.Poco sotto le spalle, né più né meno.

Sfiorò una bruna ciocca, avvitandola attorno alle dita, quasi giocandoci.

L’unica nota che discordava erano i suoi occhi, quell’espressione di malinconia non adatta al suo bel viso.Volse lo sguardo all’orizzonte, ancora tetro.

Camminò docilmente verso la finestra poggiando i gomiti sul balconcino e sostenendo il viso ovale tra i palmi. A volte si chiedeva quanta distanza reale intercorresse tra lei e Shaoran.Troppa forse.

Ricordò che Mai Lyn le aveva proposto di raggiungerla a Hong Kong una volta, quando tornava, non vi metteva troppo tempo con l’aereo.

Scosse la testa. Quale assurde idee le stavano ora balenando alla mente?

“Sakura, sei sveglia?” mugolò la vocina di Cerebus all’interno del suo mini-alloggio. La ragazza diresse solo un’occhiata di sbiego al peluche semi addormentato, muovendo la testa in quello che pareva un assenso.

Il piccolo Kero-chan, si fregò le zampette agli occhi per mettere meglio a fuoco l’immagine dell’ ex Card Captor.Quando divenne nitida, solo un piccolo uggiolìo gli sfiorò le labbra.

“Sakura…gua…guarda” proferì deglutendo con un’insolita balbuzia nella voce. La brunetta si voltò completamente.

Come il giorno prima, un moto di sorpresa le rapì le labbra. Dinanzi a sé, una lieve luce permeava la stanza, assai più fulgida di quella della luna. Ricordava bene quell’immensa chiarezza e luminescenza, i suoi occhi si sbarrarono specchiando al loro interno l’immagine di una delle carte di Clow.

“Ma questa è…” la carta dello specchio volteggiava in aria, quasi fosse una libellula, unica tra le cinquantatrè ad esser ancora ‘viva’.

Gli occhi della ragazza cominciarono a piegarsi in un’espressione mista a perplessità e inquietudine. In cuor suo, era più che felice di poter rivedere una delle ‘sue’ carte. Eppure, quell’apparizione misteriosa pareva coincidere in modo quasi esasperante e tedioso con il messaggio di Yukito.

Non voleva pensare a qualcosa di negativo, eppure, quella stessa sensazione cominciò a formicolarle di nuovo le mani.

Cerebus, pareva aver superato quel primo momento di confusione.

Strano. Perché quella carta, ormai spenta da anni dentro lo scrigno, ora pareva aver ripreso vita improvvisamente?

La carta smise di volteggiare, assumendo, senza comando alcuno, le medesime sembianze di Sakura. Da bambina.

L’immagine del suo alter ego del passato fecero sobbalzare la ragazza.Inarcò le sopracciglia, un senso di timore cominciò a trafiggerle lo stomaco.

La carta, aveva un sereno sorriso disegnato sul volto.Quell’immensa tranquillità, era quello che spaventava l’ex Card Captor.

“Cosa…” pronunciò la brunetta, prima che l’altra carta la prendesse per mano, quasi una figlia con la madre.

“Sakura…non spaventarti, sono qui escusivamente per te. Per quanto mi riguarda mi sto spegnendo, come le altre, lentamente.Sono l’unica rimasta, eppure, c’è una cosa che dovevo fare prima di andarmene.”

Sakura sbarrò gli occhi, si stava spegnendo come le altre? Una fitta le colpì il petto. Le sue carte stavano…morendo?

Continuò ad osservare silenziosa la carta, che pareva ora estrarre una sorta di chiave dall’obi del kimono.

“Questa è per te” proferì, in un dolce sorriso.

Sakura rimase interdetta.Prese l’oggetto tra le mani cominciando ad osservarlo con minuzia.Lo stesso Cerebus s’alzo lievemente in volo avvicinandosi con titubanza alla chiave.

“Cos’è…non ho mai visto quest’oggetto” proferì il peluche senza troppi preamboli. La carta dello specchio volse lo sguardo verso di lui, quasi un tuffo al cuore procurò nel piccolo pupazzo il volto sereno di quella bambina, di quella che prima era Sakura.

“…Non lo so, mi era stato consegnato da quel cinese prima di essere riposta nel libro e quindi, non ho fatto in tempo…a…”.

Non concluse la frase. Si sentì intorpidita e paralizzata, le forze la stavano abbandonando. Sakura, rimase immobile a fissare la chiave.Shaoran? Era lui che aveva affidato quell’oggetto alla carta? Ma perché proprio la carta dello specchio? E…perché non a lei?

Le condizioni della carta attirarono la sua attenzione, distraendola.

Cerebus, si precipitò dietro ‘la bambina’ per sorreggerla dalla debolezza, gesto pressochè inutile data la sua minuzia.

Sakura, aiutò Specchio a rialzarsi. Tutto questo stava cominciando a divenire strano, prima Yukito, le pareva insolito che suo fratello avesse avvertito lui anziché chiamare casa, come di solito usava fare.

Ora, la chiave e la carta dello Specchio.

Qualcosa non andava, anche se in quel momento, il pensiero di Shaoran la sollevò dai suoi dubbi, per un istante.

Una chiave, una carta, una sorpresa.

Osservò la carta dello specchio.Perché non aveva assunto le sue attuali fattezze?

 

 

…Fine prima parte…

 

  
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