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Autore: Dhanae    25/02/2012    1 recensioni
Nella piovosa Londra, Oscar, soprannominato "il donnaiolo caotico", infastidisce, con feste e rumori fino a tarda notte, l'anziano vicinato della pensione gestita da giovani ragazze di servizio, l'Owls Of Stone.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, ore diciotto e ventisette minuti. Era quasi ora di cena, dai grandi vetri color smeraldo della pensione Owls of Stone si vedeva solo la fitta pioggia scrosciare furiosa.
Anche quel giorno, il signor Oscar, un ometto panciuto, goffo, tozzo e baffuto, ma molto prestigioso, si prestava ad offrire la cena a quattro fanciullette, con la metà dei suoi anni, che variavano di giorno in giorno, alcune sposate, altre vedove ed altre in cerca di un uomo che potesse mantenerle.
L'appartamento 124 , infondo alla seconda rampa di scale, nel lungo corridoio rosso, in fondo a destra, in cui alloggiava il signor Oscar era sempre caotico ed affollato. Spesso la vecchia Monsen e il signor Jhon, i vicini di alloggio, si lamentavano perchè i festini e il rumore si pfolungava fino a tarda notte e scendavano, lentamente, le due scalinate di legno cigolanti, tenendosi allo scorrimano di metallo dorato, fino ad arrivare alla reception da me, o da qualunque altra cameriera o donna di servizio, denunciando il consueto accaduto, eccellendo con frasi del tipo "Guenda! Signorina Guenda, vorrei RIFARLE presente che, Oscar..."- e poi l'altro reclamava - "Oscar! Quel donnaiolo! " - e la vecchia annuiva convinta - "Quell'uomo! E' da cinque anni che alberga qui, ed è da cinque anni che il mio sonno è interrotto da forti urla e risate, musica e stappate di champagne!" -. I due vecchi clienti si aspettavano che noi rispondessimo dicendo che avremmo provveduto il prima possibile al problema e noi, pazienti, sorridevamo e accontentavamo i due vecchietti con tale risposta. Così risalivano le scale, più sfaticati di prima, tornavano nei loro alloggi soddisfatti e illusi che la situazione sarebbe potuta cambiare, cosa che noi avevamo garantito, ma con scarso successo. 
Era sabato sera, quando il signor Oscar aveva organizzato un convengo di giovani attrici dell'Accademia, in casa sua. 
"E dimmi, Elizabeth, come mai ti trovi proprio a Londra? Sei sposata?" conversava Oscar con la più affascinante tra le ragazze.
"Affatto, Oscar. Sono qui unicamente per la mia carriera, ma non mi dispiacerebbe sposarmi, ora che mi trovo qui! Sà, Londra è una città così attraente e sà, io sono una ragazza giovane e piena di interessi." rispose, alludendo ed infatuando il padrone di casa. 
Fra i due ci fu subito intesa e dopo neanche tre mesi, Elizabeth partecipava ad ogni incontro che si teneva alla pensione, nell'alloggio 124. 
Se un convegno terminava alle 23.00, Elizabeth restava sino alla mattina dopo e, se non vi erano convegni, lei si presentava da Oscar alle 20.00 di ogni sera. 
Dopo poco tempo, poi, Elizabeth si trasferì dal signore e i due vicini non si lamentavano più. 
Un giorno poi, accadde qualcosa di strano: la giovane attrice uscì dalla pensione, con una camminata fiera e spavalda ed un sorrisetto di scherno sul viso. 
Io mi incuriosii molto, così chiesi il cambio a Cecily e corsi su per le scale, arrivai al secondo piano e la vecchia Momsen si teneva una mano sul petto e e il signor Jhon guavardava allibito il pavimento, dove vi era appoggiato un bicchiere di vino rovesciato e dove giaceva il corpo di Oscar. 

  
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