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Autore: belongtomusic    25/02/2012    7 recensioni
-Che stai facendo?- Chiesi.
Lui mi sorrise, ignorando la mia domanda e tornando a fare quello che stava facendo. -Non è evidente?- Rispose dopo qualche minuto, spostandosi di lato, attento a non cadere, per farmi vedere la sua opera.
Sbattei più di qualche volta le ciglia, prima di rendermi conto che davanti a me avevo un cuore inciso sul tronco dell’albero con le nostre iniziali.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ognuno ha il proprio posto. Il posto in cui vai quando sei triste, quando ti senti solo. Il posto in cui vuoi stare, in cui vuoi isolarti. Il posto in cui scappi, e che magari vuoi che qualcuno ti trovi.
Ecco, il mio posto era quell’albero centenario che si trovava nell’immenso prato in quella villetta di mia nonna, in cui passavo l’estate. 
Vi salì e mi sedetti, presi il mio libro, aprì a pagina centosessantadue e tornai a leggere.
Il vento leggero e caldo dell’estate scompigliava i miei capelli, facendomi sbuffare di tanto in tanto perché si posizionavano sul mio viso. 
-Hey!- Una voce fin troppo familiare e al quanto irlandese invase il silenzio. 
Sorrisi non distogliendo lo sguardo dal libro che stavo leggendo.
Quando arrivava lui tutto cambiava. Il cielo sembrava più azzurro, l’erba ancora più verde e il sole ancora più caldo. 
-Sali?- Lo invitai. Lui annuì, non facendoselo ripetere due volte. Si sedette vicino a me, prendendo il mio libro. -Che leggi?- Chiese guardandomi. -Niente di importante.- Risposi. 
Lui era lì con me, così vicino e parlare di libri non era cosa che mi interessava in quel momento.
Continuava a guardarmi con quei suoi occhioni blu, che mi ricordavano tantissimo il cielo e in tutte le sue sfumature. Ogni pezzo di cielo era un suo blu. E io mi perdevo in quell’immensità di blu, ogni volta che mi guardava.
Sorrise ancora, mostrando i suoi denti. Quelli che lui definiva storti, quelli che io definivo perfetti.
Diceva che per lui i suoi denti erano il suo peggiore difetto, e io, nella mia mente, gli rispondevo che quei denti erano il suo miglior pregio. Ma non trovavo mai il coraggio di dirglielo.
Infondo ho molte cose da dirgli, ad esempio, che quando sento la sua risata, rende tutto più allegro. Che quando mi guarda mi sento come le onde quando si infrangono sulla riva. Che quando sorride mi rende nervosa. Che mi solleva da terra e mi fa girare intorno, come se stessi per cadere e vorrei anche dirgli che forse lo amo. 
Di solito riuscivo sempre a controllarmi, ormai erano quasi quattro estati che passavamo insieme, io e lui eravamo vicini di casa, o meglio, lui e mia nonna erano vicini di casa. 
Io ero solo la nipotina che passava l’estate da sua nonna e che per un disgraziato equivoco si innamorò del vicino. Lui mi aveva insegnato tantissime cose da quando eravamo diventati amici. 
Mi aveva aperto gli occhi, mi aveva fatto guardare il mondo da un lato diverso, dal lato positivo, dal suo lato.
Mi aveva mostrato qualcosa che non riuscivo a vedere e mi ha fatto cominciare a credere, ad avere più fede verso le persone, che non dovevo essere sempre terrorizzata dal diavolo che viveva in loro.
-Ho sempre adorato i tuoi capelli.- Disse carezzandomi i capelli raccolti da una coda alta.
Sorrisi timidamente e arrossì vistosamente ed ero certa che non era il sole, o quella temperatura estiva a farmi bruciare. Lui non poteva sapere che una minima sua frase, per me era un romanzo che rileggevo ogni notte nella mia testa.
Mi appoggiai sul tronco dell’albero e lui mi imitò, prendendo dalla tasca un coltellino. Si girò con il busto e cominciò ad incidere delle lettere sull’albero. Lo guardai confusa. -Che stai facendo?- Chiesi.
Lui mi sorrise, ignorando la mia domanda e tornando a fare quello che stava facendo. -Non è evidente?- Rispose dopo qualche minuto, spostandosi di lato, attento a non cadere, per farmi vedere la sua opera. 
Sbattei più di qualche volta le ciglia, prima di rendermi conto che davanti a me avevo un cuore inciso sul tronco dell’albero con le nostre iniziali. 
Il mio cuore fece qualche capriola e poi andò a giocare con lo stomaco e con le presunte farfalle, che mi facevano visita appena lui era nei dintorni. 
-Ti piace?- Chiese sorridente. Annuì. Si avvicinò ancora di più, io rimasi immobile, torturandomi le mani quasi sudate. Riuscivo a sentire il suo respiro fresco e dolce che mi faceva quasi solletico. 
Si avvicinò ancora lentamente, per poi poggiare le sue labbra morbide sulle mie, provocandomi centomila brividi e una terribile felicità nel petto.
Un bacio piccolo, tenero. Migliore di tutto il sesso del mondo, così appagante, così emozionante.
Si allontanò di poco da me e mi abbracciò, poggiando il mento sulla mia spalla scoperta.
Niall mi aveva mostrato per cosa si vive davvero, non dovevo più nascondermi. 
-Ti amo.- Sputai titubante. Ma cosa mi era saltato in mente? 
Lui si staccò da me, incrociando i miei occhi castani. Ma non riuscivo mai a reggere quello sguardo senza perdermi dentro. 
-Meno male, perché ti amo anche io.- Disse sorridendo e lasciandomi vari baci corti e continui sulle labbra. 
-Tu mi fai diventare pazza.- Soffio vicino il suo viso sorridendo. 
-In senso positivo?- Intrecciò le sue mani con le mie. Io annuì. 
-Ovviamente.- 




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Buonasera, diciamo che ho scritto questa schifezza di getto, ecco perchè è così brutta.
Ma ogni tanto ho voglia di pubblicare qualcosa, quindi ecco qui questa OneShot così mielosamente romantica D:
A parte che questa me l'ha ispirata Crazier, di quella fantastica donna di Taylor Swift <3

Un bacione a tutte x :)
   
 
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