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Autore: DouglasSpunk    26/02/2012    7 recensioni
« Tu dovresti capirlo meglio di me, no? TU sei quello sposato. » Alzi lo sguardo come a fulminarmi.
Voglio ferirti come tu fai con me ogni giorno da quando ti conosco.
Voglio ferirti come quando mentre stavamo facendo l'amore, dalla tasca dei pantaloni che avevi appena tolto ti è cascata una custodia di velluto; all'interno il suo anello di fidanzamento.
Voglio ferirti come hai fatto tu mesi fa, quando mi hai detto che era incinta.
Voglio ferirti come tu fai con me quando ti chiedo di restare, di non lasciami sola ed invece lo fai.
Voglio ferirti come tu ferisci me.
« Hai ragione ». Ti allontani da me. Fa male, molto male.
Piccola storia di un Edward e di una Bella un po diversi.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Non sono come lei, o forse sì.


Una delle cose più difficili dello svegliarsi la mattina è ricordare cos'hai cercato di dimenticare così tanto l'altra notte.

Come non mi capitava da anni, sono in ritardo; avevo dimenticato l'adrenalina che ti scorre nelle vene quando sei di fretta.
« Bella, sei in ritardo ». Mi guardi pieno di rimprovero, odi chi non è puntuale.
Poso le mie cose sulla scrivania, getto uno sguardo alla foto incorniciata in un rettangolo di argento: Io e Charlie.
La foto l'hai scattata tu, ricordi?
« Sono solo dieci minuti Ed, diamine non è così grave » . Non sopporto quando ti rispondo con questo tono acido, ma da quando ventisette giorni fa, Tanya ha dato alla luce Lizzie io ti odio.
Ma infondo tu che colpa ne hai se ti sei innamorato di lei mentre stavi con me?
Ironia  della sorte, fino al giorno in cui è nata tua figlia, la tradivi proprio con la sottoscritta.
Stringi i pugni fino a far sbiancare le nocche; questa freddezza fa male anche a te.
« Non usare questo linguaggio con me Isabella ». Mi chiami con il mio nome intero, lo fai solo quando sei arrabbiato con me.
Ora lo sei.
« Edward, ti prego niente prediche sul mio modo di parlare. Non sei mio padre » Il mio tono è tagliente, freddo e duro; voglio farti male.
Mi guardi mentre lasci andare un sospiro di frustrazione.
Ora che sei più vicino a me, ti noto meglio: Sei bello.
Il tuo completo nero si sposa bene con il colore della  camicetta che indosso - stavolta io non c'entro niente.
« Bella » Il tuo tono di voce e la tua espressione sono cambiati, ora sono dolci e tradiscono un emozione che non riesco a decifrare. Vorresti che fosse tutto come prima.
Vorresti dividere il letto con me, mentre porti quella fede.
Vorresti usarmi ancora.
Io non lo voglio più.
Ma quando fai così, resisterti è la cosa più difficile del mondo; il cellulare per fortuna mi ridesta dai miei pensieri e mi evita certe tentazioni.
Il nome sul display mi è sconosciuto: Riley.
Chi è Riley?
Non rispondo, non so perché ma accettare una chiamata di un uomo mentre sono con te mi provoca ribrezzo. Come se non fosse giusto.
« Perché non rispondi? » Sei tranquillo quando lo dici; hai sbottonato la giacca ed in questo momento la stai togliendo.
La camicia ti fascia in maniera perfetta il torace, le spalle larghe, le braccia.
Amo le tue spalle, sono larghe e protettive. Mi sono sempre sentita a casa ogni qual volta mi stringevi a te.
« Bella? Il cellulare » Ridi divertito.
Persa com'ero nel contemplarti non avevo sentito il cellulare squillare - di nuovo.
Di nuovo questo Riley. Forse è meglio rispondere.
« Pronto? » Dico titubante.
« Ehilà dolcezza! » Dolcezza? La voce al telefono è roca, una bella voce maschile, ma non la riconosco.
Intanto tu mi guardi curioso, forse il mio sguardo sconcertato  ha scatenato la tua curiosità.
« Tu saresti? »
« Mi ritengo offeso! Come non ti ricordi di me? Eppure il mio numero ti è stato salvato nella rubrica. » Il tizio è piuttosto irritante.
« Sì beh so il tuo nome, ma non capisco chi sei, e come diavolo abbia fatto tu ad avere il mio numero »
« Il numero me l'ha dato Rose, e sempre lei ha salvato il mio nel tuo cellulare. » Che stronza!
Mi guardi concentrato, stai scrutando il mio volto per capire cosa stia succedendo.
« Ok, ma ora parliamo di te. »
« Basta, io dovrei proprio staccare sai? Nessuna si dimentica di me! »
« Fatti tuoi. » Lo sento ridere attraverso il cellulare
« Ok, allora mi presento: Sono Riley, ci siamo conosciuti ieri al mio ristorante ed io c'ho spudoratamente provato con te, ma tu anche dopo il sesto bicchiere di vino mi hai rifiutato. Mi sono sentito proprio umiliato, sai? »
Oh, ora ricordo.
« Ah, quel Riley. » Ora sembri nervoso, odi non sapere e se si tratta di un uomo è anche peggio.
In passato ho creduto che la tua  fosse gelosia, ma poi ho realizzato che la tua era una forma di protezione.
« Vedo che ti sei ricordata di me, bene. Anzi benissimo, perché ti invito a cena, e non accetto un no come risposta. Stasera alle sette ti verrò a prendere sotto casa tua, e andiamo al Ginger Eclipse, che poi sarebbe dove ci siamo conosciuti - è il mio ristorante se te lo stai chiedendo. Ok, beh è andata. A dopo Bella. »
Sono allibita.
Credo di aver perso l'uso della parola.
Sono arrabbiata.
Sono lusingata.
Mi ha chiamata Bella, assurdo. Quel tipo è assurdo.
Ho un appuntamento con un ragazzo semi sconosciuto, assurdo e da quel che ricordo estremamente carino.
« Chi era? » Mi svegli dai miei pensieri, con un dito ti intimo di fare silenzio.Le mie mani riprendono possesso dell'iPhone e telefono Rosalie.
Uno squillo e lei risponde.
« Rosalie Hale come hai potuto? » La sento ridacchiare: odiosa.
« Ti ha chiamata eh? »
« Sì! E ripeto, come hai potuto? Quel tizio mi ha palpato il sedere per tutta la serata » Ti agiti sulla sedia, lo sento anche senza aver bisogno di guardarti.
« Hai bisogno di dimenticare Masen, e lui è perfetto. È un bellissimo ragazzo, prova a dire il contrario dai »
Ripercorro con la mente la serata precedente, e beh no Riley non è brutto: Alto, muscoloso, biondino, occhi blu. Il classico figo insomma.
« No, è obbiettivamente fig » Mi fermo appena sento una specie di ringhio, sei tu e sei arrabbiato. Torno a guardare la vista che ho dal mio ufficio.
« E allora qual è il problema? »
« Mi ha messo le mani sul culo! » Urlo sconcertata, perché Rose non ci arriva?
« Ok senti, Emmett mi ha detto che Riley - è suo amico - è un bravo ragazzo, simpatico e soprattutto libero. »
Colpita in pieno.
Mi arrendo, forse è quello di cui ho bisogno.
« Va bene, ma non farlo più » Ride, mentre sento il tuo sguardo traforarmi la schiena. Dopo mi urlerai contro, ne sono sicura.
« Ok, tanto lui sarà l'ultimo in tutti i sensi, me lo sento! »
« Sì fai pure gli inviti del matrimonio, Agosto è perfetto »
« La prima bambina la chiamerete Rosalie » rido, lei mi fa dimenticare il dolore in cui navigo.
« E se fosse maschio lo chiamo Emmett, in vostro onore ovviamente » Tossisci forte, quasi ti stessi strozzando. Mi volto verso di te e sei paonazzo, vorrei ridere ma me la faresti pagare.
« Ovviamente. Isabel, metti qualcosa di sexy. »
« Ma va va »
« Voglio i dettagli domani! »
« A domani Rose. » Chiudo la chiamata e torno con lo sguardo verso di te, hai le mani nei capelli, li afferri e li smuovi come se fossero la tua fonte di stress.
« Si può sapere che diavolo succede? » Sputi quella frase con cattiveria, sei arrabbiato e non fai nulla per nasconderlo.
« Rose ha dato il mio numero ad un tizio che ho conosciuto ieri, tutto qui » Sono tranquilla quando te lo dico; in realtà vorrei urlarlo, vorrei che tu ti accorgessi che se non fai qualcosa mi perderai.
« Tutto qui... Bella, che cazzo vuol dire e cito testualmente
"
Quel tizio mi ha palpato il sedere per tutta la serata " ? »
Sono infastidita, non puoi trattarmi come una bambina, e non puoi fare il fratello geloso quando fino a tre settimane fa mi scopavi ovunque.
Sono stanca di tutto questo, lo sono per davvero.
Perché non mi vedi Edward? Io sono qui, davanti a te.
« Vuol dire esattamente quello che credi. » Torturi con più foga - è quasi rabbia - i tuoi capelli.
« Ti ho già detto che non devi rispondermi con questo tono. »
« Ed io ti ho già detto che non hai diritto di chiedermi questa cosa. » Se tu sei freddo, io lo sarò ancora di più.
« Tu resti a casa, e se hai intenzione di uscire con quel tizio stasera, io verrò con te e mandiamo via questo Riley. » Pronunci il suo nome con disprezzo, quasi come se fosse la peggior feccia umana.
« Edward, tu non farai niente. Lasciami vivere la mia vita »
« NO, ho prome » Eccola la solita scusa, ma no Edward stavolta non lo dirai, non sporcherai ancora il ricordo di mio padre.
« Charlie è morto tre anni fa, e le tue promesse valgono poco. Quindi se hai finito, la porta è quella. »
Se prima eri arrabbiato, ora sei furioso.
Il tuo volto livido di rabbia fa paura.
Ti alzi dalla sedia ed esci sbattendo la porta.
Ho bisogno d'aria, ho bisogno di respirare.

.....


L'intera giornata di lavoro è stata estenuante, e poco proficua; ho pensato a te tutto il tempo.
Nonostante io abbia deciso di porre fine alla nostra relazione, sei il mio migliore amico e litigare con te mi provoca dolore.
Dolore fisico ed emotivo.
È un dolore che mi opprime, è quasi identico a quello che ho provato sentendoti dire quel "" in chiesa .
Esco dal mio ufficio con due cartelline in mano, congedo Jessica la mia segretaria. Lei mi sorride contenta, probabilmente aveva qualche impegno con il suo nuovo fidanzato.
Non ero una molto incline al pettegolezzo, ma il suo nuovo ragazzo ci aveva provato con me in ascensore, una volta.
Edward aveva riso per tutto il tempo del mio racconto.
« A domani Jessica »
Proseguo verso il tuo ufficio, quando sto per aprire la porta sento la tua voce alterata.
« Ti ho detto che alla prossima ci sarò, cazzo! »
La apro delicatamente, ma facendo un minimo di rumore per annunciare la mia presenza. Mi guardi per un istante e poi mi fai segno di aspettare, ed io mi siedo sul tuo muretto di marmo.
Il tuo ufficio l'ha arredato tua zia Esme, è confortevole ed è moderno.
Ci ha messo un piccolo muretto alto di pietre di pomice nere, e marmo grigio; sopra ci sono incisi due nomi: Quello di tua madre, e quello di mio padre.
Non ho mai capito il perché.
« CAVOLO TANYA TI HO DETTO CHE ALLA PROSSIMA NON MANCHERò! » Tanya... da quando è nata la bambina avete problemi.
A volte mi illudo che sia colpa mia se il vostro rapporto va male, perché vorrebbe dire che ti manco esattamente come tu manchi a me.
Poi torno alla realtà delle cose.
« Era solo una visita di routine... e cosa c'entra questo ora? .... Io ne ho ancora per un'ora » Guardi me, c'è una scintilla particolare nei tuoi occhi: Quella scintilla.
« Forse due. Poi arrivo a casa e ne parliamo ok? .... Bene, perfetto a dopo »
Butti il telefono sulla scrivania di legno bianco, e ti appoggi a quest'ultima. Mi guardi sconcertato, sei arrabbiato e frustrato.
« Problemi? »
« Lizzie oggi aveva una visita di controllo, ma avevo troppo da fare per andarci e così si è incazzata dicendo che non sono un bravo padre. »
Di tutte le cose che Tanya poteva rimproverarti, quella era proprio la meno appropriata.
Ami tua figlia, e per lei faresti  di tutto.
Ricordo ancora il tuo sguardo quando mi facesti vedere la prima ecografia; eri così occupato a venerare quel piccolo esserino che faceva già parte di te, da non notare il mio cuore che perdeva un altro pezzo.
« Sei un buon padre, Edward. Infondo sei un genitore da soli ventisette giorni, questo è solo il primo errore; nel corso degli anni ne commetterai altri, ma questo non vuol dire che tu non sappia fare il padre. E per quanto riguarda la visita beh, pensa che lei sarà frustrata... un neonato non è facile da gestire. La prossima volta prenditi due ore libere, sei il capo e puoi farlo »
Mi guardi come se ti fossi appena reso conto di qualcosa, forse hai capito che per quanto io ti eviti, tengo a te più di ieri e meno di domani.
« L'ultima cosa me l'ha detta anche Tanya »
Gliel'ha detto anche lei, beh ovvio.
A volte penso che io sia come lei , sai? Tanya quando ha saputo del tuo tradimento, ha messo da parte l'orgoglio e ti ha sposato lo stesso.
Sono convinta che ti perdonerebbe ancora se sapesse che quella storia non si è mai interrotta.
Lei dipende da te, dalla tua presenza. È per questo che ti perdona ogni volta.
Io non sono come lei, io non ti ho perdonato.
Io non sono come lei, non sono dipendente da te.
Io non sono come lei, o forse sì.
« Masen, il prossimo mese ti prendi due ore. È un ordine »
Ridi gettando la testa all'indietro.
Sei ancora più bello quando sei allegro, è per questo che amo farti ridere. Quando non sei serio, il tuo volto si illumina.
« Ehi, io sono il capo ricordi? »
« Ah no, cinquanta e cinquanta caro mio. Nessuna maggioranza. »
« MH... » Ancora quella scintilla nei tuoi occhi. Poi diventi serio
« Perché lo fai? »
Me lo chiedo anche io Edward...
Lo faccio perché vederti felice è quello che voglio, e mi  hai detto più di una volta che lei lo fa.
Lo faccio perché l'amore non è egoista.
Lo faccio per te, lo faccio per me.
« Lo faccio perché ti amo. » Mi guardi come se ti avessi rivelato il più grande segreto di tutti, come se ti avessi sparato dritto al cuore.
Scendo dal muretto, e mi avvicino alla porta
« Buonanotte »
Vado via.






E beh che dire, siccome ad alcune di voi avevo promesso che avrei aggiornato domenica, mi sono messa al pc e ho scritto... Cosa ne è uscito fuori non lo so sinceramente, ma non mi sembra così male, magari sbaglio ditemi voi :)
Come ho detto anche la scorsa volta, non sono abituata a scrivere con questo stile, ma non volevo cambiarlo... è anche una sorta di sfida... spero non risulti lento xD
Ovviamente scusate gli errori che avete incontrato nella lettura.. sorry ç_ç

Beh, a voi la parola :)

P.s
Per chi segue  SHE is love, HE is all i need vi dico di aspettare massimo fino a martedì per il nuovo capitolo, è quasi pronto e poi sono troppo curiosa di farvi leggere la litigata tra i due piccioncini u.u
   
 
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