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Autore: Veronique.    26/02/2012    3 recensioni
Layla Monroe non è una ragazza come le altre. Non è popolare, non è normale e tranquilla, è semplicemente Layla.
Le piace il brivido, le piace provocare e odia l'amore, non ci crede per niente. Si ritroverà in un gruppo di amici, tra la gente popolare e attirerà su di se molti occhi, molti sguardi.
Quelli di un giovane professore, quelli di un ragazzo inaspettato..quelli di troppa gente. Volete sapere altro? basta leggere.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Passo deciso, chioma castana ben sistemata sul capo e una punta di rossetto rubato alla sorella maggiore sulle labbra

Passo deciso, chioma castana ben sistemata sul capo e una punta di rossetto rubato alla sorella maggiore sulle labbra.

Sesto anno sto arrivando!  pensò tra se e se mentre percorreva la strada che l’avrebbe portata alla stazione di King’s Cross, a Londra.

Un altro viaggio, un’altra avventura, un altro anno tra i banchi di scuola.

 

Layla Monroe spinse il suo bagaglio fino ad arrivare al passaggio che collegava la stazione babbana a quella magica, poi entrò e si ritrovò nella classica confusione pre-partenza.

“Amore hai preso i libri?” “Tesoro mandami qualche gufo” “Samuel togli le dita dal naso” erano i richiami che echeggiavano nella stazione quella mattina, succedeva ogni santissimo anno e lei non lo sopportava. Non c’era nessuno per lei. Sua sorella era estremamente convinta che Layla fosse troppo grande per essere accompagnata “insomma, sei al sesto anno” le aveva ripetuto quella mattina.

Si sentiva sola, terribilmente sola. Non aveva molte amiche e di certo non andava a cercare un ragazzo, non lo voleva, non ne aveva bisogno.

 

Non appena il capo stazione fischiò lei salì sul treno, alla ricerca di una carrozza libera. Sirius, il suo gatto nero, le fece le fusa sulle caviglie, come se volesse incitarla a farsi prendere in braccio, cosa che lei fece poco dopo.

Entrò in uno scomparto completamente vuoto e si sedette accanto al finestrino. Prese il suo ipod babbano e si infilò le cuffie nelle orecchie, le piaceva da morire poter ascoltare la musica in uno di quegli aggeggi, amava potersi perdere nelle note di una canzone che le piaceva.

Socchiuse gli occhi, Sirius si accoccolò sulla sua pancia e tentò di addormentarsi, il viaggio sarebbe stato lungo, come sempre. Iniziò a sognare di essere la star di un concerto, di essere famosa quando..quando qualcuno bussò sul vetro dello scompartimento.

Sbuffò, spazientita e riaprì gli occhi, poi guardò attraverso il vetro e vide un gruppetto di ragazzi e ragazze che sembrava le stesse dicendo qualcosa. Scosse la testa e si ricordò di avere l’ipod nelle orecchie, ne tolse una cuffia e fisso il gruppetto.

Non era molto “popolato”, insomma c’erano un paio di ragazze e un paio di ragazzi, tutti della sua età più o meno, a parte uno dei ragazzi.

“Possiamo entrare?” chiese una delle ragazze. Era fin troppo bella per essere vera, sicuramente non era vera. La ragazza che aveva parlato la fissò attraverso i suoi occhi ghiaccio in attesa di una risposta, poi fece un cenno del capo e mosse i capelli biondo/argentati, come per incitarla a rispondere.

Ma si Dom, entriamo e basta” insistette uno dei ragazzi. Era particolare, era certa di averlo già visto, eppure non riusciva a ricordare il suo nome. Come minimo questi facevano parte della cerchia dei ragazzi popolari della scuola, constatati i  suoi modi di fare.

“Certo, fate pure” rispose Layla, accarezzando il pelo liscio e lucido del suo gatto, poi lasciò che quest’ultimo si accomodasse sulla sua valigia, che spostò per far passare una ragazza dai capelli rossi e un ragazzo che pareva aver l’aria simpatica, uno dei pochi insomma.

“Scusate, ma vorrei sapere chi siete, dal momento che sono costretta a condividere con voi il resto del mio viaggio” commentò Layla, togliendo le cuffie dalle orecchie e riponendo l’ipod nella borsa a tracolla che si portava sempre a dietro.

Il gruppetto parve stupito, della serie “ci sta davvero facendo questa domanda?”. Più che altro questa espressione la si poteva leggere dagli occhi del ragazzo che aveva parlato.

Layla si sporse verso di lui e agitando la mano disse “ehi, ce la fai a parlare oppure hai bisogno di una mano?” chiese, spazientita. La ragazza dai capelli rossi scoppiò a ridere, come se ciò che aveva appena fatto Layla fosse stato chissà cosa di divertente.

“Lei è Dominique, lui è James Sirius, il ragazzo che legge è Albus Severus e io sono Roxanne” spiegò, cercando di smettere di ridere. Evidentemente erano poche le persone che si comportavano così nei confronti di James, che la stava ancora fissando come se avesse detto/fatto chissà cosa.

Layla si limitò a sorridere  a tutti, tranne che a James, poi rimise le cuffie e tornò ad ascoltare la sua musica, a rilassarsi e a dormire per tutta la durata del viaggio.

 

“Hogwarts, stazione di Hogwarts” annunciò qualcuno, che picchiettò sul vetro. Non aveva voglia di alzarsi, eppure qualcuno le stava dando delle lievi botte sulla spalla “no Ruby, smettila, non mi alzo” si lamentò, prima di aprire gli occhi.

Non era sua sorella, come poteva essere lei? “Ehm, no..sono Dominique” disse la ragazzina, sorridendole “Non so chi sia Ruby, ma..siamo arrivati e dovremmo scendere, altrimenti perderemo la cerimonia di quest’anno e sono certa che non vorrai perderti i primini di quest’anno” esclamò, con un sorriso che seguì una risata.

Perché era così gentile con lei? Perché l’aveva svegliata e non l’aveva lasciata sopra il treno, diretto chissà dove?

Layla si sfregò gli occhi, dimenticando di essere truccata, e si alzò dal sedile. Si guardò allo specchio e, dopo uno shock iniziale, si risistemò il trucco con un colpo di bacchetta.

Incitò Sirius a scendere dal treno e lei fece lo stesso con Dominique al suo fianco. Ancora si stava chiedendo il perché di tutta quella gentilezza nei suoi confronti, quando solitamente era scontrosa con tutti e di conseguenza riceveva lo stesso trattamento.

Alzò nuovamente le spalle, con un gesto meccanico della mano si spostò i capelli dagli occhi e lasciò che Sirius le camminasse tra le game, mentre lei e Dominique si dirigevano verso le barche, che quell’anno erano il mezzo di trasporto che avrebbe portato gli studenti dalla piattaforma del treno all’ingresso della scuola.

 

Le barche le ricordarono i racconti della madre, che al suo primo anno aveva raggiunto la scuola sopra di esse. La madre di Layla era una mezza ninfa, una specie poco comune nel mondo magico nonostante fosse costantemente presente nei libri di testo. Si chiamava Anthea ed era bellissima, ogni volta che Layla e sua sorella Ruby andavano in giro assieme  a lei tutti gli occhi erano puntati sulla bellissima donna..ma questo non è il momento per parlare di lei.

Layla scosse la testa, per allontanare i pensieri che si ricollegavano alla madre e guardò davanti a se. L’imponente castello di Hogwarts era illuminato da torce infuocate che davano al castello un bellissimo aspetto, come quello delle favole, con la piccola differenza che in quel caso tutto era reale, la magia e il castello esistevano per davvero.

“Ehi, siamo arrivate” la strattonò la biondina, sempre con un sorriso gentile. Perché? si chiese nuovamente Layla, ancora non capiva, non trovava una spiegazione logica al comportamento della ragazza. Forse..forse faceva pena, sì, era sicuramente così.

Dominique le porse la mano per aiutarla a scendere e la invitò a raggiungere gli altri, che a quanto pare poteva considerare i suoi nuovi amici. Non era mai stata in un gruppo, se non quando aveva 5 anni ed era finita in un gruppo di bambini durante le vacanze estive. L’aveva letteralmente odiato, ma ormai aveva 16 anni e doveva avere almeno qualche amico, altrimenti avrebbe bruciato tutti gli “anni migliori della tua vita” come le ripeteva ogni volta la sorella maggiore, che ormai aveva terminato gli studi.

“Muovetevi!” urlò un James Sirius spazientito. Batteva nervosamente con un piede sul terreno e aveva la faccia imbronciata, spazientita: “qualcosa non va dolcezza?” lo prese in giro Layla, scatenando nuovamente l’ilarità di Roxanne. Aveva appena avuto la conferma che nessuno aveva mai osato prendersi gioco di quel ragazzo. Chi l’avrebbe mai fatto? Era il figlio del grande Harry Potter, nessuno osava importunare un ragazzo così importante. Layla se ne fregava della sua popolarità, per lei era un ragazzo come gli altri.

James sbuffò, spostando involontariamente dei capelli dagli occhi, che rivelarono essere neri, scuri e profondi.

 Il fratello, che aveva appena richiuso un libro decise di avvicinarsi meglio al gruppo “Dai James, piantala di fare il ragazzo popolare con crisi isteriche” rise mentre pronunciava quelle parole e Layla fu sicura di aver trovato un degno alleato alle sue battute contro il ragazzo.

Sì, forse stare in quel gruppo l’avrebbe aiutata a rendere gli ultimi anni nella scuola sopportabili, ad aiutarla a far si che in quegli ultimi anni ci sarebbe stato qualcosa che valesse la pena tenere nell’angolo dei ricordi della sua mente.

Dopo svariati richiami da parte del nuovo professore di incantesimi decisero che la cosa migliore da fare era entrare nel castello, li stava aspettando un succulento banchetto e la cerimonia di smistamento dei nuovi alunni.

Layla andò a sedersi tra i Serpeverde seguita, con sua sorpresa, dal giovane Potter, Albus. “Sei di questa casa?” gli sussurrò, non appena si accomodarono sulle panche di legno, sistemate davanti ai tavoli.

Lui si limitò ad annuire e sorridere “da ormai..sei anni, ma non mi hai mai notato, questa non è una novità” rispose, diventando tutto rosso dopo aver realizzato ciò che aveva appena detto.

Layla non badò al peso delle parole dette dal ragazzo, forse, anzi sicuramente perché non credeva nell’amore. Aveva visto solamente i risvolti negativi in quel sentimento e le prove della sua convinzione le poteva trovare nella sorella e nella madre, la prima morsa da colui che amava e la seconda bè..Layla sospirò, ancora le faceva male pensare alla madre, ancora non riusciva a pensare cosa le era successo.

 

“Benvenuti studenti e studentesse” tuonò la voce della preside, la famosa e rinomata Minerva McGranitt “un nuovo anno, nuove sfide e nuovi progetti vi attendono. Siate decisi, tenaci e concentrati sugli obiettivi che volete raggiungere. Non sprecate le vostre occasioni e non siate timorosi nei confronti delle nuove sfide che si presenteranno a voi. Godetevi ogni singolo attimo di quest’anno” fece una pausa e Layla fu certa che per un secondo gli occhi della preside incontrarono i suoi, per questo motivo sorrise timidamente per poi abbassare il capo e torturarsi le mani nervosamente.

 

Dopo il discorso della preside, la successiva cerimonia di smistamento gli studenti furono liberi di andare nei loro dormitori o, come fece Layla, di girare per la scuola. Peccato che non fosse permesso, ma lei amava strappare le regole, infrangerle e vederle ridotte in mille pezzettini.

Entrò nella biblioteca e si sedette a uno dei banchetti che era posizionato sotto una finestra. Si mise a guardare fuori dalla finestra, amava il paesaggio che vedeva. Le piaceva Hogwarts ed era certa che  quel posto era degno di essere chiamato “casa”.

Si mise a pensare a tutte le cose che erano successe quel giorno, era stata una giornata piena rispetto a quelle a cui era abituata.

“Ehm ehm” qualcuno si schiarì la voce per attirare la sua attenzione, per svegliarla da quel turbine di pensieri che la teneva lontana dal mondo reale. Layla era pronta a rispondere a tono quando, alzando la testa, si accorse che non era uno degli studenti o della sua “compagnia”, ma il giovane professore di incantesimi.

“Signorina..lei…lei non ha il permesso di stare qui” esclamò il giovane uomo, cercando di sembrare serio, autoritario. Peccato che la voce insicura e tremolante lo tradì rovinosamente.

Quindi?” chiese lei, giocando con una ciocca di capelli. Si divertiva in quelle situazioni ed il professore era davvero giovane..chissà se.

“Altrimenti verranno presi dei provvedimenti” continuò lui, con lo sguardo fisso sulla ragazzina.

Layla si alzò, fece qualche passo verso il professore e sussurrò al suo orecchio “sono curiosa di vedere questi provvedimenti”.

 

   
 
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