Sono mollemente coricato sopra un divano color cielo, fisso il soffitto con aria sognante, le mani incrociate in grembo, il respiro calmo e regolato. Le tende del mio appartamento sono completamente spalancate e lasciano intravedere l’Empire State Building e quell’ammasso di formiche che ci camminano attorno. Pare un grosso, enorme, strabiliante, colorato formicaio. Eppure, l’unica persona che realmente mi interessa è proprio al piano superiore, intenta a farsi una doccia.

Il dolce rumore della pioggia mi fa dimenticare di tante cose, ma non di tutto. Perché tutto è Blaine e Blaine è sempre nei miei pensieri. Che ogni giorno mi si riversa addosso come una cascata di miliardi di brillantini colorati: lui è il mio arcobaleno.

I miei vecchi amici mi chiedono se non mi sono ancora stancato di Blaine dopo tutti questi anni, e io rispondo di no, che non ci si può stancare di una persona come lui. Di una persona così solare, coraggiosa, fiera, premurosa e dannatamente innamorata di me.

Lui è sempre stato l’unico.

Per me, per i nostri figli.

Meredith e Ennis sono frutto del nostro amore, Rachel è la loro vera mamma, e abbiamo mischiato il nostro sperma per ben due volte, perché non volevamo sapere di chi fossero. Sarebbero stati perfetti comunque, perché li amavamo.

Meredith ha i miei occhi, ma i capelli di Blaine. Ennis ha l’inconfondibile sorriso di Blaine, un insano amore per i papillon, ma ha i capelli castani, morbidi e lisci come la seta, proprio come i miei. Alle volte ci chiediamo se è possibile che siano di tutti e due, è stupido, ma ci divertiamo a credere che sia così.

Penso che sia assurdo che tutti i miei sogni siano stati esauditi: New York, Brodway, due meravigliosi figli, degli amici fantastici e lui, Blaine, che ho sposato legalmente da più di cinque anni e che non lascerei mai, qualunque cosa accada.

E se ricordo quel giorno, in quella stanza di ospedale, dove il mio amico David stava piangendo perché era così dura, ripenso a quanto sognassi di essere proprio in questo posto, ora.
Sento dei passi provenire dalla scale, e ritorno alla realtà. Mi volto lentamente e vedo Blaine scendere le scale in accappatoio con i ricci completamente bagnati. Mi alzo in piedi velocemente e gli corro incontro, perché più ora che mai ho voglia di fare l’amore con lui, ovunque.

Mi avvento sulle sue labbra prima ancora che possa dire qualcosa, e mentre ci fermiamo per riprendere fiato, dopo un bacio così lento e caldo sento che devo dirglielo, perché è quello che penso.

“Sono così felice, Blaine, così tanto” sussurro dolcemente, mentre l’accappatoio cade a terra, e le mie mani sfiorano quel corpo che ormai conosco meglio di me stesso.

     

 

*
 

 

Angolinoinoino!

 

Oggi avevo tanta voglia di Klaine, come se non avessi voglia di Klaine sempre, e ho scritto questa piccola flashfic.

Kurt si immagina il suo futuro dopo dieci anni, proprio mentre è in quella stanza di ospedale assieme a David. 

Ci sono un marito dolcissimo, due piccoli pargoletti - che non erano in casa, ma da Rachel (?), se no Kurt non avrebbe mai fatto l'amore con loro due in casa ahah -, e un appartamento meraviglioso a New York. Tutto quello che avrebbe sempre voluto, no? :)

Spero che vi lasci un piccolo sorriso!

Un bacione, alla prossima! :)