CREPE
ripenserai
ancora a tutto il bene che
ti ho dato solo e solamente io
ripenserai ancora
a quanto il niente tuo
per me fu tutto
e per sempre ho perso un pezzo di me
(Troppo
buono-Tiziano ferro)
“Come
fai a vivere senza di lei?”
In
quel giorno di agosto, Jacob Black era sdraiato sul divano di casa sua,
fissando
il nulla sopra la sua testa come era sua abitudine da qualche
settimana.
Era
tornato. Dopo quasi due mesi trascorsi nella forma di lupo aveva infine
indossato il suo vestito migliore e, come il povero pazzo masochista
che era diventato, si
era recato a dare il suo addio a Bella. L’ennesimo
e questa volta quello definitivo.
L’aveva
vista, stupenda nel giorno del suo matrimonio. Aveva ballato con lei,
aveva
stretto a sé per l’ultima volta il suo corpo
caldo, vivo… ed ora aspettava solo
la notizia che la sua esistenza, l’unica esistenza che lui
potesse concepire,
era finita. Non riuscendo a darsi pace.
Passava
così le sue giornate, nel inerzia totale. Con il petto
chiuso in una morsa che,
ora dopo ora, macellava sempre di più il suo cuore.
Non
pensava che sarebbe sopravvissuto e non lo voleva neanche. La vita
senza Bella
non aveva più nessuna attrattiva per lui,
perché lei era in ogni respiro; ogni fibra del
suo essere si tendeva
verso di lei e ora era alla deriva.
Fu
così che, quando sentì il cigolio della sedia a
rotelle del padre, quella stupida
ma vitale domanda li balenò nella mente.
Si mise seduto e vide il
dolore attraversare
il viso stanco del uomo che l’aveva messo al mondo. Lo vide
cercare una risposta
che, con ogni probabilità,
non voleva
dargli. Lo vide sospirare ed avvicinarsi a lui.
“Figliolo,
ascolta. Bella ha…” Lui bloccò le sue
parole sul nascere.
“Non
ti ho chiesto di farmi una predica, ti ho solo chiesto come riesci ad
alzarti
la mattina da quando la mamma è morta.”
La
voce di Jacob risuonò dura fra quei muri che improvvisamente
sentiva come una
gabbia intorno a sé. Si alzò dal divano e si mise
a slacciare le scarpe da
ginnastica. Aveva bisogno di sentire il lupo prendere il sopravvento,
aveva
bisogno di liberarsi dal dolore che l’uomo provava. Ma, prima
di attraversare
la porta, la mano del padre gli afferrò il braccio. Lui lo
guardò negli occhi e
forse come non aveva mai fatto in vita sua, parlò.
“Giorno
dopo giorno, Jake… sei giovane. Arriverà il
momento in cui incontrerai un'altra
e Bella sarà solo un ricordo. Un ricordo importante ma
passato.”
“Come
hai fatto tu, papà?”
Jacob
scappò oltre quella porta, lasciando dietro di sé
tanti brandelli di vestiti.
Una
consapevolezza schiacciante nacque nel petto di Billy.
L’amarezza di sapere di
aver mentito al figlio, perché lui lo sapeva: un amore
così non si dimentica.
Conosceva l’intensità dei sentimenti
di Jacob
per Bella e sapeva che sarebbero sempre rimasti nel suo cuore, come una
scheggia che giorno dopo giorno si sarebbe conficcata sempre
più affondo.
Fu
allora che iniziò a pregare. Pregare per un qualche
miracolo, qualsiasi cosa
che avrebbe potuto salvare il figlio da quella condanna di dolore .
Infine,
un giorno, le sue preghiere vennero esaudite.
Il
miracolo che Billy sperava tanto accadesse, si materializzò in un volto
ed in
un nome: Renesmèe.
L’imprinting
entrò nella vita di Jake nel momento stesso in cui i suoi
occhi incontrarono
quelli di lei, così identici a quelli della
madre… così identici a quelli di Bella.
Finalmente
tutto sembrò riacquistare senso, il dolore svanì,
permettendogli di tornare a
respirare dopo un secolo di apnea. Il suo cuore riprese a battere
sintonizzandosi su un ritmo nuovo, il ritmo che Nessie dettava.
Gli
anni passarono e arrivò il giorno del quinto compleanno di
Nessie.
Jacob
la osservava. Lei, con le guance arrossate, spegneva le candeline della
sua
torta, perfetta e troppo grande, dato che loro due sarebbero stati gli
unici a
mangiarla. La osservava mentre apriva i regali che la sua famiglia le
aveva
donato. La osservava mentre rideva felice abbracciando il padre; Bella
le
posava un bacio lieve sulla fronte. Jacob osservava ancora ma, adesso,
vedeva madre e
figlia simili e allo stesso tempo
diverse e per un istante… immaginò che
l’unico cuore che battesse in quella
stanza, oltre al suo, fosse il cuore di Bella.
In
un secondo, eterno come la loro vita, tutto scomparve e lui si
ritrovò a vivere
un'altra scena.
Non
in una citta anonima ed impersonale, come quella in cui ormai vivevano,
ma in
una riserva indiana, circondati da volti conosciuti e amati.
Ora,
invece di Nessie, c’era
una bambina di cinque
anni che spegneva le candeline, la sua pelle era color bronzo e i suoi
occhi
avevano il colore del cioccolato fuso. C’era
una madre che la guardava felice. Una madre che non era
più un
adolescente ma una splendida donna e, accanto a lei, un giovane padre
che, con
un orgoglio che lui non avrebbe mai ammesso davvero, amava le donne
della sua
vita.
Jake
osserva. Osserva una vita che doveva essere la sua e che invece non
sarà mai
vissuta.
Soffre
quando ritorna al presente, accorgendosi che Bella lo sta fissando. Ed
una
certezza assoluta lo colpisce: Anche lei ha visto. Hanno condiviso
ancora una
volta lo stesso attimo di futuro. Proprio come sulla cima di una
montagna, con
il loro unico vero bacio, hanno visto quella che sarebbe stata la loro
vita,
così ora ne hanno avuto un altro assaggio, hanno condiviso
un’ altra volta un
attimo di una felicità assoluta che non esisterà
mai.
È
allora che, per la prima volta da quando
Nessie è nata, Jacob si chiede che cosa
c’è che non vada in lui. Perché
quel dannato imprinting, che doveva essere la soluzione per tutti i
suoi
problemi, all’improvviso sembra esser divenuto una gabbia.
A
breve Renesmèe diventerà adulta e lui non
può fare a meno di pensare se lei lo
vedrà mai come qualcosa
di diverso da un
fratello maggiore.
E
in quel caso che cosa farà lui? Sarà in grado di
essere alla sua altezza?
Quello
che prova per lei è amore? Ama davvero Nessie o è
solo il modo che la sua anima
ha trovato per continuare ad essere legata a Bella, amandola attraverso
la
figlia?
Non riesce a capirlo e ha
paura, perché la sua
vita è fatta di troppi rimpianti, così tanti che
neanche la più potente magia è
riuscita a portarli via.
Ora sa anche che non
è da solo perché in quel
minuto eterno ha potuto vedere gli occhi ambrati di Bella attraversati
da un’
ombra e quell’ ombra era una crepa nella sua vita perfetta.
Una crepa che si
era formata al rumore di risate che non ci sono mai state e al suono di
baci
mai dati. Una crepa che si era allargata in abbracci mai ricevuti in un
amore
negato. Una crepa che in quel minuto, lo ha capito, ha il suo nome.
C’è
una crepa nella loro vite perfette e quella crepa è un noi
che non è mai
esistito ma che avrebbe potuto essere. Quella crepa è il
rumore di due anime
gemelle separate, che vivono di attimi e sguardi rubati.
NOTTE
AUTRICE.
Questa
storia si colloca temporaneamente prima di no happy ending
Il suo intento è
quello di analizzare le
molte domande che, secondo me, l’imprinting
lascia irrisolte. Ci sarà ancora un ultima storia di questa serie e
vedrà affrontata la questione
dal punto di vista di Bella.
Ancora
una volta grazie a aniasolary
Che ha betato la storia. Vi consiglio se non l’avete
ancora fatto di leggere la sua meravigliosa Destiny heart
Grazie
a tutti quelli che leggeranno e lasceranno un commento.
A
presto
Noemi.