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Autore: postergirl84    26/02/2012    4 recensioni
Bella Cullen e Jacob Black hanno finalmente il loro finale felice. C’è una famiglia perfetta, c’è un imprinting che promette una storia d’amore futura, ma c’è anche un rimpianto.
Un rimpianto che resta sepolto infondo all’anima, ma che nei momenti meno opportuni prende il sopravento facendo desiderare qualcosa di impossibile.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'gli occhi di tua madre'
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CREPE

 

 

ripenserai ancora a tutto il bene che
ti ho dato solo e solamente io
ripenserai ancora
a quanto il niente tuo
per me fu tutto
e per sempre ho perso un pezzo di me

 

(Troppo buono-Tiziano ferro)

 

“Come fai a vivere senza di lei?”

In quel giorno di agosto, Jacob Black era sdraiato sul divano di casa sua, fissando il nulla sopra la sua testa come era sua abitudine da qualche settimana.

Era tornato. Dopo quasi due mesi trascorsi nella forma di lupo aveva infine indossato il suo vestito migliore e, come il povero pazzo masochista che era diventato,  si era recato a dare il suo addio a Bella. L’ennesimo e questa volta quello definitivo.

L’aveva vista, stupenda nel giorno del suo matrimonio. Aveva ballato con lei, aveva stretto a sé per l’ultima volta il suo corpo caldo, vivo… ed ora aspettava solo la notizia che la sua esistenza, l’unica esistenza che lui potesse concepire, era finita. Non riuscendo a darsi pace.

Passava così le sue giornate, nel inerzia totale. Con il petto chiuso in una morsa che, ora dopo ora, macellava sempre di più il suo cuore. 

Non pensava che sarebbe sopravvissuto e non lo voleva neanche. La vita senza Bella non aveva più nessuna attrattiva per lui,  perché lei era in ogni respiro; ogni fibra del suo essere si tendeva verso di lei e ora era alla deriva.

Fu così che, quando sentì il cigolio della sedia a rotelle del padre, quella stupida  ma vitale domanda li balenò nella mente.

 Si mise seduto e vide il dolore attraversare il viso stanco del uomo che l’aveva messo al mondo. Lo vide cercare una risposta che, con ogni probabilità,  non voleva dargli. Lo vide sospirare ed avvicinarsi a lui.

“Figliolo, ascolta. Bella ha…” Lui bloccò le sue parole sul nascere.

“Non ti ho chiesto di farmi una predica, ti ho solo chiesto come riesci ad alzarti la mattina da quando la mamma è morta.”

La voce di Jacob risuonò dura fra quei muri che improvvisamente sentiva come una gabbia intorno a sé. Si alzò dal divano e si mise a slacciare le scarpe da ginnastica. Aveva bisogno di sentire il lupo prendere il sopravvento, aveva bisogno di liberarsi dal dolore che l’uomo provava. Ma, prima di attraversare la porta, la mano del padre gli afferrò il braccio. Lui lo guardò negli occhi e forse come non aveva mai fatto in vita sua, parlò.

“Giorno dopo giorno, Jake… sei giovane. Arriverà il momento in cui incontrerai un'altra e Bella sarà solo un ricordo. Un ricordo importante ma passato.”

“Come hai fatto tu, papà?”

Jacob scappò oltre quella porta, lasciando dietro di sé tanti brandelli di vestiti.

Una consapevolezza schiacciante nacque nel petto di Billy. L’amarezza di sapere di aver mentito al figlio, perché lui lo sapeva: un amore così non si dimentica.  Conosceva l’intensità dei sentimenti di Jacob per Bella e sapeva che sarebbero sempre rimasti nel suo cuore, come una scheggia che giorno dopo giorno si sarebbe conficcata sempre più affondo.

Fu allora che iniziò a pregare. Pregare per un qualche miracolo, qualsiasi cosa che avrebbe potuto salvare il figlio da quella condanna di dolore .

Infine, un giorno, le sue preghiere vennero esaudite.

Il miracolo che Billy sperava tanto accadesse, si materializzò in un volto ed in un nome: Renesmèe.

L’imprinting entrò nella vita di Jake nel momento stesso in cui i suoi occhi incontrarono quelli di lei, così identici a quelli della madre… così identici a quelli di  Bella.

Finalmente tutto sembrò riacquistare senso, il dolore svanì, permettendogli di tornare a respirare dopo un secolo di apnea. Il suo cuore riprese a battere sintonizzandosi su un ritmo nuovo, il ritmo che Nessie dettava.

 

 

 

Gli anni passarono e arrivò il giorno del quinto compleanno di Nessie.

Jacob la osservava. Lei, con le guance arrossate, spegneva le candeline della sua torta, perfetta e troppo grande, dato che loro due sarebbero stati gli unici a mangiarla. La osservava mentre apriva i regali che la sua famiglia le aveva donato. La osservava mentre rideva felice abbracciando il padre; Bella le posava un bacio lieve sulla fronte. Jacob osservava ancora ma, adesso, vedeva  madre e figlia simili e allo stesso tempo diverse e per un istante… immaginò che l’unico cuore che battesse in quella stanza, oltre al suo, fosse il cuore di Bella.

In un secondo, eterno come la loro vita, tutto scomparve e lui si ritrovò a vivere un'altra scena.

Non in una citta anonima ed impersonale, come quella in cui ormai vivevano, ma in una riserva indiana, circondati da volti conosciuti e amati.

Ora, invece di Nessie, c’era  una bambina di cinque anni che spegneva le candeline, la sua pelle era color bronzo e i suoi occhi avevano il colore del cioccolato fuso. C’era  una madre che la guardava felice. Una madre che non era più un adolescente ma una splendida donna e, accanto a lei, un giovane padre che, con un orgoglio che lui non avrebbe mai ammesso davvero, amava le donne della sua vita.

 

Jake osserva. Osserva una vita che doveva essere la sua e che invece non sarà mai vissuta.

Soffre quando ritorna al presente, accorgendosi che Bella lo sta fissando. Ed una certezza assoluta lo colpisce: Anche lei ha visto. Hanno condiviso ancora una volta lo stesso attimo di futuro. Proprio come sulla cima di una montagna, con il loro unico vero bacio, hanno visto quella che sarebbe stata la loro vita, così ora ne hanno avuto un altro assaggio, hanno condiviso un’ altra volta un attimo di una felicità assoluta che non esisterà mai.

È allora che, per la prima volta da quando  Nessie è nata, Jacob si chiede che cosa c’è che non vada in lui. Perché quel dannato imprinting, che doveva essere la soluzione per tutti i suoi problemi, all’improvviso sembra esser divenuto una gabbia.

A breve Renesmèe diventerà adulta e lui non può fare a meno di pensare se lei lo vedrà mai come qualcosa  di diverso da un fratello maggiore.

E in quel caso che cosa farà lui? Sarà in grado di essere alla sua altezza?

Quello che prova per lei è amore? Ama davvero Nessie o è solo il modo che la sua anima ha trovato per continuare ad essere legata a Bella, amandola attraverso la figlia?

 Non riesce a capirlo e ha paura, perché la sua vita è fatta di troppi rimpianti, così tanti che neanche la più potente magia è riuscita a portarli via.

 Ora sa anche che non è da solo perché in quel minuto eterno ha potuto vedere gli occhi ambrati di Bella attraversati da un’ ombra e quell’ ombra era una crepa nella sua vita perfetta. Una crepa che si era formata al rumore di risate che non ci sono mai state e al suono di baci mai dati. Una crepa che si era allargata in abbracci mai ricevuti in un amore negato. Una crepa che in quel minuto, lo ha capito, ha il suo nome.

C’è una crepa nella loro vite perfette e quella crepa è un noi che non è mai esistito ma che avrebbe potuto essere. Quella crepa è il rumore di due anime gemelle separate, che vivono di attimi e sguardi rubati.

 

 

 

NOTTE AUTRICE.

 

Questa storia si colloca temporaneamente prima di    no happy ending

 Il suo intento è quello di analizzare  le molte domande che, secondo me, l’imprinting lascia irrisolte. Ci sarà ancora un ultima storia di  questa serie e vedrà affrontata la questione dal punto di vista di Bella.

Ancora una volta grazie a aniasolary Che ha betato la storia. Vi consiglio se non l’avete ancora fatto di leggere la sua meravigliosa Destiny heart 

Grazie a tutti quelli che leggeranno e lasceranno un commento.

A presto

Noemi.

   
 
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