Teatro e Musical > Rock of Ages
Ricorda la storia  |      
Autore: Gondolin    26/02/2012    2 recensioni
[ Rock of Ages - West End cast ] [ Regina/Franz; Sherrie/Drew; Lonny/Dennis ]
Tre flashfic su tre coppie (canon, strano a dirsi) di RoA, e un finale ambientato dopo la fine del musical, in cui tutti sono felici e contenti. A parte il cucciolo di lama, s'intende.
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
[Rock of Ages] My Ship Is On Fire  
Fandom: Rock of Ages (musical, West End cast)
Personaggi/Pairing: Regina/Franz, Drew/Sherrie, Lonny/Dennis
Rating: PG13
Warning: het, slash, crack, coppie tutte stranamente canon, meta e rotture di quarta parete all around
Wordcount: 2560
Dedica: a Sprite e Hika. Anche se non sempre shippiamo le stesse cose, andiamo d'accordo lo stesso and this is what friendship means (fermatemi, sono le due di notte e io ho un calo di zuccheri). No, in realtà è per tenervi buone perché la mia slasher interiore ha un filino preso il sopravvento e, ehm, è successo che una certa coppia ha un sacco di attenzione in più rispetto alle altre. Ma ci sono i lama. Vi amo tanto.
I nomi dei due pargoli (ma perché i miei personaggi figliano così tanto, di recente? Ho paura!) sono scelti proprio a caaaaaaso, eh.


1. [Franz/Regina] You Come To Destroy

Regina conosceva bene quello sguardo per averlo visto negli occhi di sin troppi coetanei. Nello specchio, però, quello sguardo non l'aveva visto mai, non lei, figlia di due anarchici cresciuta in una comunità hippy, non lei che non aveva mai avuto bisogno di mentire o nascondersi per essere accettata.
Franz invece teneva il capo chino e seguiva idee in cui non credeva. Franz prendeva ordini da un padre che chiaramente non aveva la benché minima stima di lui, e lo seguiva con quell'aria da cane bastonato che faceva infuriare Regina, come tutte le ingiustizie. Ma era una questione privata, e non c'erano proteste o catene da tirare fuori, in quei casi. Poteva provare a parlare con Franz, ma ogni volta lui trovava una scusa per scapparsene via.
“Ah, perché mi preoccupo tanto per quel vigliacco?”, si rimproverò mentalmente Regina, senza sapere se essere più arrabbiata col signor Hertz, con Franz o con se stessa.
Ovviamente i due scelsero proprio quel momento per tornare a tormentarla. Ma non ce l'avevano avuto il '68 in Europa? Non lo sapevano che le solide femministe forgiate dal fuoco di mille battaglie come lei non si muovevano neanche quando arrivavano i bulldozer?
Incrociò le braccia sul petto e si preparò a sopportare una sequela di chiacchiere inutili. Eppure... eppure c'era qualcosa di diverso.
- Franz?
Lui non la guardò nemmeno negli occhi, ma lei gli si avvicinò lo stesso, mentre il signor Hertz blaterava di vita efficiente ed edifici nuovi. Regina stava per darsi per vinta e ammettere di essersi immaginata tutto, quando avvenne il miracolo.
- Nein.
Ok, forse era stata troppo vicina agli amplificatori durante l'ultimo concerto degli Arsenal, non poteva essere altrimenti. Franz aveva appena detto no a suo padre? Il cuore iniziò a farle le capriole nel petto. No, non poteva essere, Franz era un codardo, lei non doveva lasciarsi illudere così...
- Cosa? - ruggì il signor Hertz.
- Non voglio. - ripeté Franz con tono più fermo.
Regina sentì risuonare le prime note di Hit Me With Your Best Shot e capì di avere già perso. E già vinto.
“Al diavolo”, si disse, e la sua gonna a fiori volò via insieme al completo grigio elegante di Franz.



2. [Drew/Sherrie] After All My Words Of Steel

Il fischio del treno aveva un che di finale, come la corda di una chitarra che si rompeva, come l'ultima eco dell'amplificatore a quel concerto dei Def Leppard prima della fine del tour, come tutte le porte che gli erano state sbattute in faccia. Che si era lasciato sbattere in faccia.
Ma adesso no, quest'occasione Drew non l'avrebbe persa. Non era ancora mezzanotte, e il treno era fermo, in attesa degli ultimi, frettolosi passeggeri. E, in mezzo al grigio della stazione, lei. Sherrie. Sherrie col suo completino di pelle rossa, i capelli biondissimi tutti spettinati, quel certo non so che di brillante... Lonny, c'era da aspettarselo, stava prosaicamente ricordando al pubblico che era semplicemente tutto il glitter che le era rimasto addosso, ma per Drew quello non contava affatto. Lei, per lui, brillava di luce propria. Lei era bellissima, ed era la donna che aveva aspettato per tutta la vita. Lei era più bella della fortuna e della fama, più bella delle mille facce senza nome che l'avevano osannato mentre si svendeva come lead singer di una boy band. Era Sherrie, e contava solo questo.
Ovviamente tutta la sua decisione si sciolse in una pozza di timidezza non appena lei lo guardò.
- ...ciao, Sherrie.
- Ciao, Drew. - mormorò lei, guardandolo da sotto le ciglia.
- C'è una cosa che vorrei...
- Cosa?
Avrebbe voluto rispondere “te”, ma si rese conto mentre apriva bocca che sarebbe suonata come la battuta di uno squallido film porno. Non che lui ne guardasse di porno, eh! Ma la sostanza restava quella, voleva lei. Allora la baciò, e lei si lasciò spingere contro il muro di mattoni e le cadde di mano la valigia preparata di corsa, che si aprì, lasciando irrispettosamente rotolare in giro pezzi della sua vita. Ma né lei, né Drew se ne accorsero, come non si accorsero dello sguardo di disapprovazione di qualche distinto signore coi capelli corti e l'aria rispettabile. Non si erano mai sentiti tanto al posto giusto prima di allora.
Drew le passò una mano dietro la nuca, affondando le dita fra i suoi capelli come se ne andasse della sua stessa vita, e lei inclinò appena il capo. Tutto il suo corpo era schiacciato fra lui e il muro, e...
- I ballerini per l'ultimo numero in scena. Ora, prima che la cosa degeneri! - ordinò Lonny.
Facendo violenza a se stesso, Drew si staccò dalle labbra morbidissime di Sherrie, la quale a sua volta emise un sospiro insoddisfatto.
- Insomma, siamo o non siamo nella patria di sesso, droga e rock'n'roll? - gridò a Lonny - Speravo di avere la mia parte.
- Non sul palco, campione. - gli rispose il Narratore, facendogli l'occhiolino e indicando le quinte.



3. [Lonny/Dennis] Get the Fog Master 5000!

- Com'è che la presentazione di Dennis è persino più figa di quella del protagonista, eh, Narratore?
Lonny si strinse nelle spalle. - Non è colpa mia se Dennis è un figo di prima categoria mentre Drew è... be', adorabile. - concluse con un sorriso quasi paterno, osservando il ragazzo che reggeva la scopa come fosse stata una chitarra, canticchiando fra sé.
- E comunque - si voltò verso il suo interlocutore - chi sei tu per criticare le scelte dell'unico, inimitabile e meraviglioso sottoscritto?
- Nessuno, solo uno spettatore che sente l'UST sin dagli stalls. - indicò con un braccio i posti più economici, in alto.
Lonny scosse il capo, perplesso. - Se lo dici tu...
- Io ti lascio lavorare. Tu pensaci.
- Certo, come no. Bene, dov'eravamo rimasti? Ah, sì, al favoloso proprietario del Bourbon. Cioè, al favoloso bar, un monumento della Sunset Strip, un vero tempio del rock. Ed è proprio qui che si svolge la nostra storia...
Storia che ormai Lonny conosceva a memoria, quindi concesse ai propri pensieri di vagare. Certo che Dennis andava presentato come un personaggio pazzesco: lo era. Viveva nel decennio migliore del Novecento e ne era consapevole, ma riusciva a vestirsi ancora come negli anni '70 senza rendersi ridicolo, teneva le mutandine della prima stripper di cui si era innamorato appese sopra la foto autografata di Slade, cambiava stazione radio ogni volta che davano i New Kids on the Block ed era stato il primissimo fan degli Aresnal. Era il suo migliore amico ed era intrinsecamente epico, ovvio che volesse farlo sapere al mondo.
E non aveva affatto una cotta per lui, ti ho sentito, te in seconda fila che adesso ti nascondi dietro il programma. Se ti sente anche Lonny quel nunchaku sai dove te lo ritrovi? Lo so che in questo momento Lonny e Dennis stanno correndo sul palco con le braghe calate e non ti stanno prestando attenzione, ma... no, aspetta, cosa ci fanno con le braghe calate? Oh, cielo, poi è ovvio che minacciano di chiudere i locali sulla Sunset Strip!
A proposito di chiusure, sembrava che la battaglia per salvare i locali storici stesse fallendo. Il Bourbon era appena stato requisito, e Lonny stava cercando di impacchettare tutto. Fallendo miseramente. Ogni volta che metteva qualcosa in uno scatolone, la rimetteva a posto un attimo dopo. Dennis non stava avendo miglior fortuna, anche se riusciva a sembrare più calmo. Ma dopo tutto Dennis sembrava sempre calmo.
Quando si imbatté nel Fog Master 500, che per qualche motivo era finito sotto il bancone insieme ai bicchieri da birra, non resistette più. Diede un calcio allo scatolone e si portò al petto quel relitto.
Fu proprio allora che Dennis sembrò riscuotersi dal suo torpore. - Lonny, cosa stai facendo col Fog Master 500?
Il suo tono preoccupato e la sua mano su una spalla erano più di quanto Lonny potesse sopportare in quel momento. - È nostro... - la voce gli si incrinò - pensavo che magari avresti voluto qualcosa con cui ricordarmi. - riuscì ad aggiungere, prima di scoppiare a piangere come un bambino.
“Fantastico, figurone, il Narratore che crolla a metà musical, no, davvero, andate a vedere Wicked che è meglio, almeno la storia è narrata da una bella fata bionda, e...”, era più o meno quello che stava pensando Lonny in quel momento. Ma tutto il suo piccolo universo sicuro stava crollando intorno a lui, tutto quello che aveva sempre conosciuto sarebbe stato inghiottito dal cemento e lui e Dennis avrebbero preso strade separate, e... no. Semplicemente: no.
Ok, tu in seconda fila, in questo momento Lonny sta per darti ragione. Perché si è appena accorto di quanto sia importante Dennis per lui e adesso canteranno insieme Can't Fight This Feeling. Ce l'hai uno scatolone formato famiglia di kleenex, vero? No, idiota, non parlavo sul serio! Ma le vedi le foto dementi di loro che vengono proiettate sullo sfondo? Dovresti passare questa canzone a ridere, non a singhiozzare!
Ti vedo tirare su col naso, quindi i casi sono due: o ti è morto il gatto stamattina o sei anche una fan di Supernatural. Ah, bene, in tal caso si capiscono molte cose. Va bene, mi dispiace, piangi pure. 
Nel frattempo, tra un dramma e l'altro, tutti i problemi dei protagonisti si risolvevano, il signor Hertz si rivelava umano, Franz si rivelava etero, gli americani tutti capivano di non capire i tedeschi e tutto è ben quel che finisce bene.
E così, si scivolava verso la conclusione e il Don't Stop Believing corale e a Lonny, tornato lo stesso idiota esaltato dei tempi d'oro, spettava di raccontare cosa sarebbe successo a tutti i protagonisti. Se non che, quando arrivò al destino di Dennis, Lonny alzò gli occhi al cielo, esasperato. - Seriamente, ragazzi? Dovete farlo anche qui? Credevo fossimo alternativi, diamine, inizieremo anche con gli spettacoli di domenica nel West End, ma ad ammazzare metà della coppia gay non rinunciate neanche voi? Peggio che a Hollywood! Ehi, dannazione, sceneggiatori, mi sentite?
- Psst.
Per un attimo, troppo preso nella sua filippica contro i cliché, Lonny non si accorse della voce che lo chiamava da dietro le quinte, ma quando si voltò tutta la sua ira svanì in un istante. - Dennis, vecchio caprone, come diavolo ti sei conciato? Mi hai fatto spaventare, sai, credevo che fossi... Niente, lascia perdere.
- Oh, ma lo ero. Morto, intendo. Ma il bello del teatro è che tutti si rialzano per gli applausi, no? - gli fece l'occhiolino - Tu che sei il Narratore dovresti saperlo. Torno in scena fra poco. Tu vedi di far finire lo spettacolo anche stasera, o inizieranno a tirarti pomodori.
- Tsk, il pubblico mi adora.
- Egocentrico.
- Megalomane.
- Non è colpa mia se i costumisti hanno disegnato metà degli abiti durante un viaggio ad Amsterdam. In fondo le ali mi donano anche, non trovi?
- È che sei poco credibile come angelo, Dennis. E poi quelle frange, diamine, siamo negli anni ottanta, modernizzatevi un po' anche voi Lassù!
- Lonny, tesoro, non vorrei sconvolgerti troppo, ma la verità è che siamo, o meglio, sono, fuori dallo Shaftesbury, nel 2012.
- Nel... - deglutì un paio di volte, sconvolto, mentre la band lo fissava con perplessità - Credo che morirò anch'io, sai?
Dennis scosse il capo con la stessa aria accondiscendente che prendeva sempre quando Lonny si comportava da bambino capriccioso. - Due paia d'ali dietro le quinte diventano un po' troppo ingombranti, e poi non c'è scritto da nessuna parte che tu puoi morire.
- Alle volte ti odio.
Dennis gli sventolò davanti una certa coroncina di cartoncino del McDonald e sorrise con l'aria di saperne molto di più. Lonny arrossì (anche se per fortuna aveva addosso tre quintali di cerone, quindi nessuno se ne accorse) e tornò al centro del palco, Fog Master in una mano e nunchaku nell'altra, pronto a concludere quella serata col botto.



4. Rock on! Llama on!

- Mamma, mamma, perché lo zio Lonny parla da solo?
Sherrie sorrise al suo primogenito. - Non parla da solo, sta raccontando allo zio Dennis come vanno le cose qui al Bourbon. Dennis adorava questo posto, ci tiene ad essere aggiornato.
In quel momento li raggiunse Drew. Si chinò a dare un bacio sulla fronte a Sherrie e poi annunciò: - Abbiamo un pacchetto dal Messico.
Lonny si voltò, improvvisamente interessato, e Regina, che stava aspettando che Franz la raggiungesse lì dall'aeroporto, li raggiunse al loro tavolo.
- È dallo zio Stacee? - domandò Oliver tutto contento. Aveva un sacco di zii matti, e alcuni di loro non li vedeva quasi mai, come zio Stacee, ma i regali che gli mandava erano sempre bellissimi. Anche la sua sorellina Elphie gattonò più vicina, in bocca il pupazzetto gommoso a forma di lama che aveva ricevuto per il suo primo Natale.
- Ovviamente sì. - rispose Drew scartandolo. Ne uscì una cartolina, che si affrettò a voltare per impedire che suo figlio la vedesse, una di quelle con delle allegre donnine nude con un “Saluti dal Messico” scritto addosso. Prima che potesse farla sparire del tutto, Lonny gliela strappò di mano con un sogghigno.
- Hooray for boobies! - esclamò.
Un attimo dopo, la foto di lui e Dennis gli cadde su un piede. Ed era stata appesa dall'altra parte della stanza.
Lonny sbuffò - Devi per forza essere geloso anche da morto?
Quando il Fog Master si mise ad emettere nebbia senza che nessuno lo avesse acceso, Lonny si arrese. - Ok, ok, Dennis, scusa. Niente tette per me, va bene. - fece per restituire la cartolina a Drew, ma Sherrie fu più rapida di lui e gliela strappò di mano.
- Niente tette neanche per te, tesoro. - chiarì, guardando negli occhi il marito - A meno che non siano le mie, sia chiaro.
Drew le sorrise. - Non c'è altro che vorrei al mondo.
Regina e Lonny si scambiarono uno sguardo falsamente seccato. Quando quei due si guardavano negli occhi l'atmosfera si faceva più mielosa che dopo aver ascoltato dieci volte di fila Only Lonley dei Bon Jovi. Ma in fondo li capivano, anche se Regina preferiva decisamente le Twisted Sisters e Lonny gli Arsenal.
- Cosa c'è nel pacchetto, papà? - li interruppe assai poco romanticamente il piccolo Oliver.
- Adesso vediamo. - rispose Drew, finendo di scartarlo con più attenzione. Non si poteva mai sapere cosa diavolo mandasse Stacee. Una volta era arrivata una gabbia con un pappagallo vivo, quasi sicuramente spedito in maniera molto illegale, e un'altra volta c'era un reggiseno verde brillante che a quanto pare gli aveva regalato una fan e che voleva che custodissero loro. Adesso era appeso con gli altri indumenti intimi sparsi per il locale e nessuno ci faceva più caso.
- Per tutte le Stratocaster! - esclamò Drew ridendo, mentre estraeva un aggeggio improbabile. Lesse il bigliettino: “Un nuovo telefono per il Bourbon.”
Lonny si sentì in dovere di sottolineare l'ovvio. - È a forma di lama. Un telefono a forma di lama.
Iniziò a ridere anche lui, e in poco tempo erano tutti piegati in due, singhiozzanti per il troppo ridere.
Ovviamente fu quello il momento che Franz scelse per fare la sua comparsa, e ovviamente doveva avere addosso il maglioncino con il lama che gli aveva regalato Stacee. Regina non riuscì nemmeno a dargli un bacio di bentornato perché non riusciva a smettere di ridere.




-------------------

A/N: la mia reazione finale, rileggendomi, è: what the actual fuck? Insultatemi pure con comodo, io intanto mi sono divertita più di Stacee Jaxx con quel cucciolo di lama.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Teatro e Musical > Rock of Ages / Vai alla pagina dell'autore: Gondolin