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Autore: buffy_91    26/02/2012    8 recensioni
"“Sei bellissima” disse sporgendosi in avanti e piazzandole un bacio sulla tempia.
In tutta risposta il braccio magro di lei gli cinse il fianco. "
[b]Spoiler generici 4 stagione [/b]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
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“Sei bellissima” disse sporgendosi in avanti e piazzandole un bacio sulla tempia.

In tutta risposta il braccio magro di lei gli cinse il fianco.

Erano appena scesi da un taxi che li aveva condotti di fronte ad uno dei ristoranti preferiti da Castle, il Peccati di Gola.

“Andiamo, non hai idea di cosa ti aspetta stasera”. Era per natura un provocatore.

Attraversarono delle ampie porte a vetri e raggiunsero il bancone per chiedere al cameriere di indicare loro il tavolo. Mentre aspettavano che l'uomo controllasse la prenotazione, Rick vide avvicinarsi Tommy Silvani, il proprietario.

“Ricky!” disse, avanzando a braccia aperte per abbracciare Castle. “ Uno scrittore della tua fama ci omaggia della tua presenza!”

“Andiamo, Tommy. Sai che amo la tua cucina.”

La amano tutti, amico” - la modestia non era mai stata uno dei pregi di Tommy, che fino dai tempi del college era uno degli amici più fidati di Castle. Assieme avevano passato serate che era meglio non ricordare.

Tommy spostò velocemente lo sguardo da Castle alla donna al suo fianco. “ E questa deve essere la detective Beckett” disse, strizzando l'occhio, malizioso.

“In realtà lei è Linda” si intromise Castle, sorridendo in direzione della donna.

Tommy era stato evidentemente preso in contropiede, ma nascose in fretta lo smarrimento e strinse calorosamente la mano a Linda.

“Vi accompagno al tavolo”.


Silvani li fece accomodare uno di fronte all'altro in un piccolo tavolino d'angolo e fece portare loro due menù. Castle passò un tempo esagerato nascondendosi dietro ad esso ed evitando gli sguardi di Linda.

“Andiamo, Rick, smettila di nasconderti dietro al menù” disse la donna, punzecchiando il menù con una lunghissima unghia curata. “Chi è questa detective Beckett?”

Castle alzò gli occhi dal menù e vide che Linda sorrideva. Uno dei motivi che lo aveva spinto ad uscire con lei era che non avesse mai letto nessuno dei suoi libri. Ed il fatto che fosse incredibilmente bella, naturalmente. Linda era bionda, alta e con degli occhi di un particolare colore grigio.

Nessuno” disse in fretta, troppo in fretta. “Una persona con cui ho lavorato. Ricerche.” si corresse. Era una forma di verità. Più o meno.

La creatura più splendida che l'universo abbia mai piazzato su questa Terra – pensò malinconico.

Erano passati circa cinque mesi dall'ultima volta in cui l'aveva vista. Un pomeriggio al distretto Gates l'aveva convocata in ufficio. Il tono era, se possibile, ancora più freddo del solito, ma Castle non se n'era curato particolarmente. Beckett era uscita turbata da quell'incontro, ma si era rifiutata di parlarne con lui, dicendo che si trattava solo di pratiche burocratiche da sbrigare.

Castle ci aveva messo esattamente una settimana per costringere Beckett a dire la verità: Gates aveva ricevuto una comunicazione da Chicago per cui si rendeva necessario il trasferimento di Beckett per diciotto mesi al distretto di Chicago. I motivi lui non li aveva mai capiti. Non che gli interessassero. Di punto in bianco non l'avrebbe più vista. Per diciotto mesi. Il tempo di rifarsi una vita. Kate partì due settimane dopo.

Linda lo strappò dai suoi pensieri allungando una mano e sfiorando la sua con un polpastrello. Castle aveva notato subito le mani di Linda, curate, morbide, agili. E capaci.

Uscivano da tre settimane, circa, ed era abbastanza convinto che Linda gli piacesse davvero. Intelligente, incredibilmente ironica, passionale, sexy. Era incredibilmente attratto da lei.

Ordinarono entrambi aragosta e non ci volle molto prima che il piede di Linda si allungasse verso il suo polpaccio. Certamente la posizione d'angolo dava loro una certa privacy. Si chiese se Tommy li avesse sistemati lì proprio per dare loro intimità.

Anche se,pensò Rick, Silvani era convinto che fossi qui con Beckett.

Consumarono la cena relativamente in fretta e dopo aver pagato il conto decisero di passeggiare un po' per la città, prima di riprendere un taxi.

La serata era calda, in tutti i sensi. Linda continuava a stuzzicarlo, con una mano tentatrice che tracciava percorsi casuali sulla sua schiena. Il diavolo tentatore.

“Pensavo che a quest'ora mi avresti già portata in un vicolo buio, Rick. Sono sorpresa”

“Sono un uomo dal fortissimo autocontrollo, signorina Westing” scherzò Castle, approfittando del momento per piazzarle un bacio ruvido direttamente sulle labbra.

“Le lenzuola dell'altra sera non confermano la sua versione dei fatti, Mr. Castle”

Sentirla giocare alla detective lo irritò leggermente. Tommy gli aveva decisamente rovinato la serata. Non era più in grado di apprezzare le battute al peperoncino.

Stavano attraversando una strada in fretta quando Castle si accorse che di fronte a lui c'era Lanie, assieme ad un gruppo di gente.

La mia serata fortunata – pensò, serafico.

Da quando Kate se n'era andata era passato al distretto una decina di volte, ma lo sguardo omicida di Gates lo aveva convinto a limitare le sue visite, fino a che aveva smesso totalmente di andarci. Vedeva i ragazzi e Lanie qualche volta all'Old Haunt. Erano l'unico modo per sapere come stava lei.

Dopo la sua partenza si erano telefonati qualche volta, ma le conversazioni si rivelavano sempre cariche di imbarazzo. E di rabbia. Rabbia per non essere riuscito a tenerla con sé. Avevano semplicemente smesso di chiamarsi.

Per qualche scherzo del destino Lanie si accorse di lui. O meglio di loro, visto l'occhiata lanciata a Linda.

Sperando di cavarsela in fretta alzò la mano per un cenno di saluto.

Fu in quel momento che la vide. Kate Beckett era di fianco al medico legale. Stava chiacchierando con un ragazzo moro. Non si era accorta di nulla. Non si era accorta di lui. Non si era mai accorta di lui.

Altissima, in un paio di sandali con un tacco da vertigini, le gambe scoperte fino a metà coscia. Era fasciata in un vestito blu che, ovviamente, le stava perfettamente. I capelli erano sciolti, come piacevano a lui. Ma c'era un dettaglio che aveva rapito completamente la sua attenzione. Kate stava sorridendo.

Si sentì uno stupido a pensare che quel sorriso non era per lui. Un completo idiota.

Erano a circa tre-quattro metri dal gruppo di persone.

Nontigirarenontigirarenontigirarenontigirare.

Lanie non aveva ricambiato il saluto, per cui Castle si sentì abbastanza fiducioso sul riuscire a cambiare direzione e non farsi notare. E scappare il più lontano possibile.

Qualcosa però colse l'attenzione di Kate, distraendola dalla conversazione. La detective girò la testa proprio in direzione di Castle, ma parve non notarlo. Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco Rick e la sua compagna.

Castle poteva leggere distintamente le emozioni sul suo volto, come se fossero letteralmente scritte con un pennarello. Stupore. Imbarazzo. E lì, proprio a livello dello zigomo destro, un movimento quasi impercettibile gli comunicò che Kate era terrorizzata.

“Li conosci, Rick?” chiese Linda, curiosa.

“Fidati se ti dico che ho più volte desiderato il contrario.”

Non sapeva cosa fare, al momento. Andarsene e piantare Kate lì? Piantare lì Linda e portare via Kate?

Decise che avvicinarsi e salutare era la scelta migliore. D'un tratto il braccio di Linda attorno alla sua vita gli parve una morsa.

“Detective, non sapevo fossi tornata in città” si rese conto solo dopo di aver gettato alle ortiche le buone maniere, ma non gli importava nulla, se non sapere cosa diavolo ci faceva lì Beckett.

“Non sono tornata, Castle”.

Lanie decise di intervenire in soccorso dell'amica, che sembrava sul punto di girarsi e scappare via.

“E' qui per un matrimonio. Anche a Chicago danno giorni di permesso.”

Tagliente come sempre. Sentiva quasi la mancanza della sagacia del medico legale.

Io sono Linda” dal nulla la donna decise che era il momento delle presentazioni. Porse la mano a Lanie che gliela strinse debolmente e a Kate, che si limitò a fissarla, truce.

Linda non si infastidì, ma era una donna troppo brillante per non capire che l'espressione di Kate trasudava gelosia. Come donna si sentì in dovere di marcare il territorio, marcare ciò che era suo. Spostò il braccio dalla vita di Rick e cercò la sua mano. Intrecciò le dita. Castle rimase imbambolato.

“Lanie, dobbiamo andare” Kate afferrò il braccio dell'amica e piantò gli occhi in quelli di Castle. Dopo quella che sembrò un'eternità distolse lo sguardo e salutò entrambi prima di trascinare via una Lanie decisamente contrariata.


Quando si furono allontanati a sufficienza Linda decise che era tempo di domande.

E quindi quella era la famosa detective Beckett.” il tono era neutro.

“Ci sei andato a letto?”

“No, eravamo colleghi.”

“I suoi occhi dicevano il contrario Rick.”

Non c'era traccia di gelosia nella sua voce.



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Lanie si staccò dalla presa dell'amica.

“Che diavolo ti è preso? Le braccia mi servono, tesoro”

“Scusa, la situazione era alquanto scomoda”

“Scomoda? Per via di quella bionda slavata? Tesoro, vinci dieci a zero contro una così”

Kate rimase interdetta per qualche secondo, ma poi riprese il controllo. “Non hai capito. Castle. Non lo vedevo da molto. Ero solo sorpresa.”

“Certo bambina. Come no”.


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Salirono sul primo taxi che erano riusciti a fermare. L'incontro con Kate e le parole di Linda, taglienti come rasoi, avevano decisamente smorzato l'atmosfera.

Castle diede all'autista l'indirizzo di Linda. Fecero il tragitto in silenzio. Linda giocava con le dita della mano destra di Castle, distratta. Lui invece guardava fuori dal finestrino, senza però vedere quei palazzi che conosceva bene. C'era solo il sorriso di lei.

Arrivarono velocemente. Castle pagò l'autista e si offrì di accompagnare Linda al suo appartamento, al settimo piano di un elegante edificio.

“Dai, saliamo. Ti offro un bicchiere di un vino che ti farà dimenticare il tuo nome” il sotto testo era chiaro. Castle ghignò, consapevole della serata che si prospettava davanti a loro.

Entrarono nell'edificio e la mano di Linda si riposizionò sulla sua schiena mentre aspettavano l'ascensore.

Andava tutto a meraviglia, ora. Nella sua vita. Era uno scrittore di best seller con una figlia meravigliosa che lo rendeva sempre orgoglioso di lei ed una madre che aveva un suo perché. Frequentava donne bellissime e quasi sempre intelligenti. Come Linda. Apprezzava che non avesse letto i suoi libri. In particolare alcuni dei sui libri che avrebbero svelato troppo a proposito di chi era lui e di cosa voleva. O chi voleva.

D'un tratto si sentì completamente sbagliato.

Erano ormai arrivati al piano. Linda lo spinse dolcemente per farlo uscire e si fermò davanti alla porta dell'appartamento per cercare le chiavi.

“Forse è meglio che vada” le parole gli uscirono dalle labbra prima che potesse rifletterci su.

“Mi sembravi ben predisposto per la serata.” di nuovo quel tono neutro.

“Forse... ho mangiato qualcosa di avariato. Non mi sento troppo bene.” era un pessimo bugiardo, per essere uno scrittore.

“Capisco.”

Sì. Linda aveva centrato il punto. Lo si leggeva nei suoi occhi.

Castle si sporse e la baciò delicatamente.




Uscito dall'edificio respirò l'aria a pieni polmoni. Si sentiva soffocare. Decise di camminare un po'. Doveva schiarirsi le idee.











Nota dell'autrice: prima fanfiction nel fandom di Castle. Lo seguo da poco ed è decisamente diventato un'ossessione :)

E' anche il mio primo tentativo di fiction multichapter. Ho già qualche idea su come farla continuare.

Avevo questa mezza idea che mi ronzava nella testa, ora verdò cosa riuscirò a partorire.

Accetto qualsiasi tipo di critica. Anzi, ne ho bisogno. Davvero :) Grazie a tutti coloro che leggeranno :)



  
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