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Autore: Isis Horan    26/02/2012    6 recensioni
"Abbassandomi, vidi un'ombra dalla fessura della chiave così, mi bloccai..." La storia che vi propongo è un mix di generi. Dall'horror spazia tra il sovrannaturale e lo splatter. Buona lettura.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perchè ogni notte sento quei maledetti passi?
Quei passi che non capisco da dove vengano. Dalla stanza accanto? No. Dalla mia? No.
Dall'appartamento di sopra.
Ma c'era qualcosa che non quadrava. L'appartamento era disabitato da anni; magari un gatto era riuscito ad entrare..
 




I giorni passarono e quei rumori non cessarono allora decisa, uscii dal mio appartamento e salii le scale. 
Davanti a me una sola porta dietro la quale ci sarebbe stato qualcosa, probabilmente un innocente gattino o dei piccoli topolini..
Aprii lo zaino che avevo sulle spalle e cercai qualcosa che potesse aiutarmi a scassinare quella porta. Abbassandomi, vidi un'ombra dalla fessura della chiave così, mi bloccai. 
Rimasi accovacciata, lì, dopo poco intravidi un altro piccolo movimento. Poteva mai essere un gatto? Bè, se esistono gatti molto simili a umani si.
Dopo un pò riuscii ad aprire la porta e, entrando cautamente, notai che la casa era ancora piena di mobili. Capii immediatamente cosa fosse quel qualcosa che si muoveva nel buio della stanza. Era solo un piccolo telone.
Mi addentrai sempre di più nella penombra di quella casa; cominciai a chiedermi quale fu il motivo per il quale i padroni avessero abbandonato la casa. Poco dopo lo capii.
Camminando, notai una stanza molto piccola dalla quale proveniva una luce talmente abbagliante che mi fece notare qualcosa di strano dietro di me. Oltre alla mia ombra ce ne erano altre tre. 
Inizialmente pensai che quelle ombre fossero frutto della mia immaginazione o che fossero state create da un ammasso di ombre di mobili. Invece non fu così. 
Realizzai solo dopo qualche attimo che qualcosa dietro di me, stava digrignando sul mio collo come una belva affamata. Mi voltai di scatto e notai ciò che non avrei mai immaginato. Un vampiro, un fantasma e uno di quei mostri dei quali non si credeva neanche l'esistenza. Cosa potevo fare? Ormai ero intrappolata in quella casa. Le tenebre mi circondavano. 
L'unica via di scampo era correre; probabilmente mi avrebbero raggiunta ma se non avessi tentato mi avrebbero uccisa ugualmente.
Cominciai a correre e, notai che la belva dietro di me fece un balzo che mi spinse per terra fino a farmi perdere conoscenza. 
 
Mi svegliai, pensai fosse tutto un sogno, un orribile incubo del quale non mi sarei mai scordata ma, non fu così. Girai la testa e notai un qualcosa che mi fissava con le sue orbite scure e profonde. Era un corpo in decomposizione se così si poteva chiamare.
Mi voltai dall'altra parte e notai uno di quei mostri avvicinarsi.
Mi guardò con aria soddisfatta e cominciò ad avvicinarsi con un coltello in mano. 
Cominciai a tremare non sapendo cosa stesse cercando di fare ma, il mio intuito aveva ragione. Voleva cominciare a tagliuzzarmi. Voleva farmi soffrire. Amava fare questo ai suoi ospiti; capii proprio in quel momento dove erano finiti da un giorno all'altro i proprietari della casa.
Si avvicinò sempre di più fino a farmi sentire il suo alito, il suo alito caldo ma allo stesso tempo gelido come il ghiaccio; cominciò a torturarmi, e ogni volta che una goccia di sangue sgorgava da una mia nuova ferita, prendeva il coltello con il quale l'aveva inferta e cominciava a leccarlo. Faceva venire i brividi. Continuò così per un periodo simile all'eternità. 
Stavolta, prese un bisturi e, cominciò a staccarmi le unghie delle dita una ad una; un dolore atroce e tanto sangue che usciva.   
Poi tutto successe così velocemente. Sentimmo un rumore ma, nel falso tentativo di rialzarmi stavolta mi ritrovai con un coltello piantato nel mio collo. Il coltello mi trafisse in un modo talmente forte che il sangue arrivò sul muro di fronte. Da li, per sei lunghissimi minuti dopo la morte del mio cuore, sentii tutto quello che combinava con il mio corpo. Ora che ero morta, prese una sega e cominciò a tagliarmi gli arti, uno ad uno per poi spolparseli subito dopo. Prese un bisturi e cominciò ad armeggiarci. Troppo doloroso da raccontare..mi si avvicinò e lo piantò dentro il mio occhio come fosse un oliva. A quel punto, aprì il mio cranio e prese il mio cervello. Chiamò gli altri suoi amici e cominciarono a mangiare anche quello come fosse del pollo e brindare con il sangue come fosse dello spumante.
Ormai ero un ammasso di carne da macello.
 


Tutto si fece ancora più buio e, con mia sorpresa a poco a poco lo scenario cambiò divenendo più limpido e luminoso. Era stato solo un sogno; solo un orribile sogno.
Mi alzai, andai da mia madre ma, c'era qualcosa che non andava. La chiamai varie volte ma non rispondeva. Capii. Non era stato un sogno. 
 
 
 
 
 
Ora toccava a me scegliere un'altra vittima.
Anche io appartenevo a quel mondo tanto tetro e oscuro. 





Salve a tutti. Spero che la storia sia stata di vostro gradimento. Mi piacerebbe avere delle recensioni quindi non abbiate paura di farle. Grazie ancora e alla prossima.
  
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