Il Caso di Kanade Mino




Che Kisa Shouta fosse ben poco interessato al genere femminile, Kanade Mino lo aveva sempre sospettato. Lavoravano insieme da anni, e non aveva mai visto un nome femminile comparire sul display del suo cellulare, per non parlare di quella volta in cui un tizio – che inizialmente Kisa aveva spacciato per sua madre, senza convincere nessuno – aveva iniziato a chiamarlo ogni quindici minuti, e che era stato scaricato alla sesta telefonata nel modo più terrificante che Mino avesse mai visto. Comunque, la cosa non l’aveva turbato molto.
Poi era stata la volta di Hatori, e quella l’aveva spiazzato. Era nascosto in bagno a leggere il giornale, quando era entrato qualcuno; per un attimo aveva temuto si trattasse di Takano-san e che la sua vita sarebbe presto finita, ma con suo sommo sollievo era solamente Hatori impegnato a discutere con Yoshikawa Chiaharu, a giudicare dai vari e sempre più glaciali “Yoshino”. Fin qui, tutto normale. Poi aveva sospirato e aggiunto che quella sera sarebbe passato da lui. Anche questo era perfettamente ordinario. Infine aveva ridacchiato – Hatori! – e sussurrato “Ti amo”.
Mino non era uscito dal bagno per altri cinque minuti buoni. Più per la risata, a essere sinceri.
Infine, giusto quella mattina, aveva fatto il colpo grosso. Aveva passato la notte in ufficio – e Midori-sensei avrebbe passato le prossime tre a implorare pietà, poco ma sicuro -, era sceso al reparto vendite per consegnare il lavoro finito e aveva sentito Yokozawa-san lodare Onodera. Già questo avrebbe dovuto fargli capire che c’era qualcosa di strano. Stava giusto per voltare l’angolo e raggiungerli, quando quell’asociale del reparto vendite aveva chiesto a Onodera se era innamorato di Takano-san. Mino aveva seriamente creduto che la sua mascella sarebbe caduta sul pavimento facendo un rumore infernale e che sarebbe stato scoperto. L’altro, dopo qualche attimo, aveva risposto di sì – e questo doveva aspettarselo, si disse, mentre la sua stupida mascella cercava di raggiungere il piano terra – e Yokozawa l’aveva avvertito di non far soffrire Takano, o se lo sarebbe ripreso. Mino non sapeva se sbattere la testa contro il muro o iniziare a correre in cerchio urlando.
 
Misaki rise, buttando indietro la testa, ascoltando i racconti del suo fidanzato.
≪ Vorresti dirmi che sono riusciti a farti abbandonare il tuo solito sorriso da tanuki? ≫ chiese, sghignazzando.
 Mino sorrise, più inquietante del solito. ≪ Ovviamente no ≫
≪ Dopo cos’è successo? ≫
≪ Yokozawa ha svoltato l’angolo, mi è finito addosso e credo mi avrebbe strozzato, se non avesse sentito Takano-san arrivare. A quel punto se l’è filata ed è andato a maltrattare qualcun altro, penso. ≫
Misaki ricominciò a ridere.
≪ Certo che alla Marukawa vi assumono in base all’orientamento sessuale! ≫
≪ Misaki! ≫ esclamò Mino, scandalizzato, ≪ ti sembra che mi piacciano i maschi? ≫
≪ Ovviamente, le ho notate le occhiate fiammanti di passione che lanci ai miei romanzi di Akikawa Yayoi! ≫
≪ Oh, beh, questo non vuol dire nulla, hanno una trama talmente originale, varia e densa di significati profondi che uno passa sopra il fatto che non siano altro che porno per ragazze. ≫
≪ Idiota! ≫ esclamò ridendo la ragazza, colpendolo con un cuscino. Mino rise con lei e si rintanò in un angolo del divano, nella vana speranza di proteggersi.
≪ Ehi! Un po’ di rispetto! Sono un esemplare in via d’estinzione, ormai! ≫
Misaki abbandonò il cuscino e lo baciò.
≪ Peggio. Sei un highlander, caro ≫
Mino le posò le mani sui fianchi, diventando serio.
≪ Io sono l’ultimo etero rimasto alla Marukawa. ≫ declamò. ≪ Io sono leggenda ≫
Misaki lo baciò di nuovo, spingendolo a sdraiarsi.
Per quella sera, Mino smise di pensarci.
La mattina dopo, invece, si ritrovò a sperare ardentemente di non trovare Yokozawa consolarsi con un altro capo editore o Isaka-san avvinghiato al suo segretario.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Inutili note:
Trolololololol. Sono un genio del male. Dai, ammettete di aver pensato che fossi una mente perversa pronta a dividere Usagi-san e Misaki e accoppiare quell’esempio di virilità a Mino!
A parte questo, ho un sacco di dubbi sul mettere o no i vari suffissi (in questo caso solo -san, ma vabbè). In italiano ovviamente non ci sono, ma i nomi senza suffissi mi sembrano strani... qualcuno ha consigli?

Precisazione: Misaki significa qualcosa come “bellezza che sboccia”, ed ovviamente è anche un nome femminile. Anzi, mentre lo cercavo per essere sicura di non dire cavolate l’ho trovato tra i nomi femminili. Poi ci si chiede come mai Takahashi junior abbia più maglioncini rosa di Paris Hilton.