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Autore: Red Fox    27/02/2012    6 recensioni
cit./ Sasuke era cambiato. Naruto lo aveva capito dai piccoli gesti quotidiani, dalle parole che aveva taciuto, dagli sguardi che non gli aveva lanciato. Aveva capito che non era più lui a far battere il cuore del moro, aveva capito che non era più il suo sorriso a fargli provare mille brividi di piacere, non erano i suoi occhi azzurri che Sasuke voleva vedere.
No, Sasuke era cambiato. O forse era sempre stato così: perché gli occhi in cui l'Uchiha voleva specchiarsi erano quelli di Itachi.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Aww, l'ho finita *^* Allora: è una Uchihacest che però vive con il SasuNaru. Cioé: Naruto e Sasuke stanno insieme, punto. Ma Itachi sta in mezzo a loro due, perché Sasuke ama suo fratello. Ero partita con l'idea di fare una bella Uchihacest fatta e finita, ma poi il mio cuore NaruSasuNaru ha avuto la meglio XD Perciò beccatevi questa: una... diamine, non so neanche come definirla XD Uchihacest che però sa di SasuNaru? O una SasuNaru che però sa di Uchihacest?
Scegliete voi x° E  vi prego, ditemi se è OOC, perché io proprio non lo so capire XD
Spero vi piaccia orsacchiotti gommosi :3
A presto,
Red Fox


I personaggi non mi appartengono, sono frutto della fantasia di Masashi Kishimoto e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Lie

 

Una bugia è solo una bellissima storia che

qualcuno ha rovinato con la verità.

-Barney Stinson.

 

 

Sasuke era cambiato. Naruto lo aveva capito dai piccoli gesti quotidiani, dalle parole che aveva taciuto, dagli sguardi che non gli aveva lanciato. Aveva capito che non era più lui a far battere il cuore del moro, aveva capito che non era più il suo sorriso a fargli provare mille brividi di piacere, non erano i suoi occhi azzurri che Sasuke voleva vedere.

No, Sasuke era cambiato. O forse era sempre stato così: perché gli occhi in cui l'Uchiha voleva specchiarsi erano quelli di Itachi.

 

 

 

Sasuke vuole da sempre andare in Europa. Non gli importa dove, basta che sia un Paese, una città, un villaggio, che si trova in quel continente. Non sa perché ci voglia andare, ricorda solo che quando gli avevano detto che suo fratello si trasferiva lì, lui aveva deciso che l'Europa era il continente più bello del pianeta. Ma era anche il posto che più odiava al mondo.

D'altronde, gli aveva rubato suo fratello.

Perciò Sasuke non sa perché ci vuole andare, o meglio, finge di non saperlo. Sospira, battendo l'indice sul mappamondo di fronte a lui. E' da stupidi sperare che un giorno tutto possa tornare com'era una volta? Perché Sasuke ci pensa sempre. Vorrebbe che i suoi genitori la smettano di urlarsi contro insulti di ogni tipo, vorrebbe che suo fratello tornasse, vorrebbe che Naruto non si fosse mai dichiarato così almeno non soffrirebbe. Gli piaceva così tanto la sua vita, perché quella ha dovuto cambiare così radicalmente?

Non che non ami Naruto. Ovviamente il biondo continua ad essere una parte importante della sua vita, quasi un pezzo di sé, ma non è più l'unico. Forse non lo è mai stato.

Sasuke non capisce più niente, è così confuso che vorrebbe spalancare la finestra e urlare con tutto il fiato che ha in corpo che è stufo, per poi buttarsi giù dal terzo piano della casa e scomparire.

Perché non ne può più. Ogni volta che si innamora, che riesce a raggiungere finalmente la tanto inseguita felicità, arriva lui a rovinare tutto, come sempre. O meglio, il suo pensiero. Perché lui è lontano, irraggiungibile. Inafferrabile.

Si gira a guardare da un'altra parte, arrabbiato. Possibile che Itachi riesca sempre a rovinare tutto? Anche quando non c'è? Afferra la foto sul suo comodino e la guarda, irritato. Raffigura un bambino di cinque anni che ride, allegro, e che si lancia tra le braccia di un ragazzo che prontamente e con delicatezza lo tira su per abbracciarlo. Come se fosse qualcosa di fragile, importante. Itachi.

Apre il primo cassetto del comodino in legno e butta la foto là dentro, con rabbia.

Perché lui?

E' questo che Sasuke si chiede continuamente, giorno dopo giorno.

Perché non può essere Naruto il ragazzo della sua vita? Perché non può essere il suo sorriso innocente e spavaldo a dare una ragione per vivere a Sasuke? Perché non i suoi occhi a permettergli di respirare?

E' così scorretta, la vita. Sasuke ha sempre pensato che le persone si costruiscono il loro destino da sole, ma si è dovuto ricredere. Perché il fato sceglie le carte che tu avrai in mano, e tu puoi solo decidere se giocare o passare il turno.

Sasuke ha deciso di giocare, nonostante il fatto che in mano si ritrovasse solamente un due di picche e un jack di quadri. La sua vita è il Texas Hold'em dei perdenti.

Si sdraia sul letto, osservando con noia il soffitto. Chissà cosa starà facendo Itachi, in quel momento. Magari sta studiando francese nel suo appartamentino, con un mangiarane ad insegnarsi la lingua e l'accento. O forse sta bevendo una rossa in un pub a Londra. O scopando con un romano in uno squallido Hotel a cinque stelle in via dei fori imperiali.

Chiude gli occhi e morde un cuscino, coprendosi il volto con violenza. Perché deve sempre pensare a lui? Non sa neppure in che cazzo di nazione è, quindi perché tormentarsi con il suo ricordo? Perché?

Poi qualcuno sta bussando alla porta di casa, sente il rumore dei suoi passi provenire dal vialetto in ingresso, tre piani sotto. Si alza appena per infilare la testa fuori dalla finestra e guardare chi è. Sorride. -Usuratonkachi, ti avevo detto di startene a casa oggi.- gli ricorda con un sorriso. Naruto alza la testa di scatto, cercando con lo sguardo il proprietario della voce. Quando lo trova sorride imbarazzato. -E-ecco, ero preoccupato che stessi male, così ti ho portato una cosa da mangiare..- spiega rosso in viso, alzando un contenitore che ha in mano. -Anche se non credo che sia venuta molto bene...- continua mordendosi il labbro.

Ecco. Naruto gli ha cucinato, nonostante le sue scarsissime abilità in cucina, qualcosa perché preoccupato per lui. E allora perché non può essere lui l'unica persona della sua vita? Perché, cazzo?

-Ti apro subito, aspetta due minuti.- dice, indicandogli con una mano di stare fermo. Naruto annuisce, sorridendo, proprio mentre Sasuke si lancia verso il bagno per controllare che sul suo viso non ci siano tracce di pianto, o disperazione, o altro. Si scruta per bene, attento, poi annuisce e corre giù per le scale, rischiando di ammazzarsi più di una volta e infilandosi al volo un paio di pantaloni. Controlla che non ci sia casino in giro -magari qualche vestito lasciando in disordine o qualche lattina di birra dimenticata-, e va ad aprire la porta.

-Ciao.- saluta con il fiatone, sorridendo e appoggiandosi allo stipite della porta. Naruto gli regala uno dei suoi sorrisi raggianti, si sporge appena e lo bacia. -Ciao.- risponde allegro. Sasuke lo invita ad entrare e manda via con il piede il gatto che ha preso qualche mese prima. -Vattene o ti scuoio, stupido gatto.- minaccia guardandolo male. Il gattino in risposta si struscia sulla sua gamba, facendo le fusa. Naruto ridacchia. -E' davvero terrorizzato.- commenta divertito, entrando nell'appartamento del moro. Sasuke lo guarda storto, facendolo ridere più forte, poi si abbassa e prende in braccio l'animale, accarezzandogli la schiena. Quando il gatto gli lecca la guancia: -Dannata bestia.- esclama arrossendo.

Naruto poggia una borsa sul divano, poi gli passa il contenitore di prima. -Faresti meglio a buttarlo e a fingere che non te l'abbia mai portato.- consiglia. Sasuke ride. -Cos'è?- chiede curioso, andando in cucina per cercare un piatto. Naruto sorride felice. -Una zuppa.- dice seguendolo, poi arrossisce. -Dalla voce mi sembravi raffreddato, ho sbagliato scusa.-

Sasuke lo guarda e sorride. -Mi spiace, quando ti ho chiamato ero un po' in crisi..- tenta di giustificarsi, omettendo che in realtà stava piangendo. Naruto si avvicina e gli accarezza una guancia, preoccupato. -Ora va meglio?- domanda scrutando quegli occhi tormentati. Vorrebbe essere lui l'unico in grado di calmare il mare in tempesta che vi scorge attraverso. Ma sa che non è così.

Sorride triste, accarezzando la sua cute con dolcezza, gli occhi lucidi. -Va meglio ora, Sas'ke?- ripete deglutendo, cercando di fermare le lacrime agli angoli dei suoi occhi.

Sasuke non risponde, solo gli afferra i fianchi e se lo tira addosso, baciandolo.

Perché vorrebbe amare lui, soltanto lui.

Ma questo a quanto pare non è possibile.

 

 

 

 

 

 

Itachi torna in Giappone.

Il moro rimane in silenzio, gli occhi sgranati ad osservare un punto indefinito fuori sulla strada. Dall'altra parte del telefono si sente un fruscio, poi un colpo. Sasuke è paralizzato, ma riesce a sentire suo padre che ''Quando?!'' chiede a Mikoto. E appena suo madre risponde ''Martedì prossimo.'', Sasuke sente come se lo stessero risucchiando. Come se stesse morendo e rinascendo un'altra volta, tutto ad una velocità tale da stordirlo. Perché Uchiha Itachi torna in Giappone.

-Mamma.- riesce a soffiare, la gola secchissima e il respiro affannato.

Sì? trilla la donna all'altro capo del cordless blu. Sasuke fa un respiro profondo. -Perchè Itachi torna?- chiede tremando.

Sente la risata della donna, poi la sua voce squillante gli risponde che: Perché ha finito il suo piano di studi, perciò ora che si è laureato può tornare.

Laureato. Suo fratello si è laureato e lui non ne sapeva assolutamente niente. In cosa ha preso la laurea? In che lingua ha parlato quegli ultimi undici anni? Dove ha vissuto, mangiato e dormito? Chi è diventato?

E così glielo chiede, deglutendo rumorosamente e cercando di far apparire la sua voce calma e controllata. -Dov'è stato tutto questo tempo?-

Ma come! Sasuke, Itachi studiava a Parigi. Non lo sapevi?, domanda stupita la donna. Sasuke scuote la testa, anche se sa che sua madre non può vederlo Poi sospira. -Allora martedì che si fa?- chiede semplicemente. Mikoto sorride, poi dice che: Andiamo a prendere Itachi all'aeroporto e poi usciamo a mangiare al ristorante. Ah, giusto. Non è che puoi ospitarlo a casa tua? Perché io e papà stiamo ristrutturando le vostre vecchie camere da letto per farle diventare un ampliamento delle sala. Non sapevamo che Itachi sarebbe tornato, altrimenti non avremmo mai iniziato i lavori! Sasuke sente la donna sbuffare, poi: Quindi tesoro puoi ospitarlo tu?

L'unica cosa che Sasuke riesce a fare è annuire, emozionato.

E nulla ha più importanza, per lui. Nulla.

Perché Uchiha Itachi sta finalmente tornando a casa. E starà a casa sua.

Se n'era andato che Sasuke aveva tredici anni, e adesso che ne ha ventiquattro sta per incontrarlo di nuovo. Non sa se buttarsi giù dal terzo piano o iniziare a preparare la camera dove dormirà, con un sorriso felicissimo stampato in faccia.

Perché è semplicemente troppo, da sopportare: Uchiha Itachi sta tornando da lui.

 

 

 

-E così tuo fratello torna a casa.- riflette pensieroso Naruto, storcendo appena la bocca. Sasuke neanche lo guarda, troppo impegnato a pulire l'appartamento in cui vive. -Già, non vedo l'ora di incontrarlo. Sono undici anni che non lo vedo!- risponde emozionato, passando l'aspirapolvere sul tappeto dell'ingresso. Naruto sorride triste, sedendosi sul divano. -Già.- conferma. -Mi ricordo il giorno che se n'è andato..- mormora, mordendosi il labbro.

Sasuke aggrotta le sopracciglia, girandosi ad osservare il biondo. Oh. Come ha fatto a non pensarci? E' ovvio che Naruto sia preoccupato.

Quando Itachi se n'è andato, Sasuke è corso a piangere da lui. E' da lui che si è sfogato e confidato. E' naturale che ora si preoccupi, d'altronde Sasuke non gli ha mai nascosto che il fratello gli mancava. Ma Naruto non è preoccupato per Sasuke, no.

E' preoccupato per se stesso. Perché sa che appena il moro rivedrà Itachi, per lui non ci sarà più posto. Mai più.

-Naruto.- chiama serio Sasuke, appoggiando l'aspirapolvere al muro e avvicinandosi a lui. Si siede sul divano e gli afferra le mani, stringendole. -Naruto, io sto bene.- tenta di rassicurarlo. Il biondo deglutisce rumorosamente e abbassa lo sguardo, trovando particolarmente interessante la rivista d'auto d'epoca che si trova sul tavolino di fronte a lui. Sasuke sospira. -Naru, davvero.- ribadisce preoccupato, alzandogli il viso. Lo guarda negli occhi e sorride. -Ormai non soffro più per il suo abbandono,- mente disinvolto, ascoltando l'eco di falsità che gli rimbomba nel cuore, -voglio solo rivederlo ancora una volta. Voglio sapere come sta il mio fratellone.-

E in realtà sta pensando a quel bacio, quello che si sono dati pochi giorni prima che Itachi se ne andasse. Quel bacio che lui ha amato e odiato al tempo stesso, perché nonostante sia il suo più bel ricordo, Itachi è scappato in Francia pur di non doverlo affrontare. Riesce ancora a sentire il respiro di suo fratello sulle labbra, se chiude gli occhi; può vedere il suo sguardo combattuto tra il desiderio e la ragione, le sue labbra carnose ma sottili. Se si concentra particolarmente può perfino sentire l'odore dei capelli di suo fratello, quando lui li ha stretti tra le dita. Ancora adesso non sa perché sia successo, come allora. Era avvenuto tutto così in fretta, e con una naturalezza così disarmante, che Sasuke perfino adesso, dopo undici anni, non si spiega perché sia successo. O meglio, perché Itachi non lo abbia impedito. Da parte di Sasuke, nonostante avesse tredici anni, c'era stata molta partecipazione. D'altronde aveva sempre saputo di amare suo fratello. Ma Itachi? Perché non si era spostato, non l'aveva impedito? Ma sopratutto: perché poi aveva sorriso e gli aveva baciato la fronte?

Sospira, Sasuke. Perché quel ricordo è il più bello ma anche il più doloroso. Non ha mai raccontato nulla a Naruto, non avrebbe capito. Non sa, Sasuke, che Naruto sa perfettamente cos'è successo. E come potrebbe non saperlo? Conosce alla perfezione il moro, lo ha sempre conosciuto. Quando Sasuke era corso da lui piangendo, Naruto aveva immediatamente capito che tra i due fratelli era successo qualcosa. Certo, all'inizio non aveva pensato ad un bacio, ma negli anni successivi l'aveva prima sospettato, poi avuto conferma. Innanzitutto Sasuke non voleva mai baciare nessuno, perfino quella volta del gioco della bottiglia si era rifiutato di baciare Sakura-chan. E ogni volta che qualcun'altro si baciava, lui emetteva un lunghissimo sospiro abbattuto, per poi diventare pensieroso e triste. Non ci aveva messo molto a capire la verità, Naruto. Nonostante fosse un po' lento, alla fine l'aveva capito: Uchiha Sasuke amava Itachi.

Negli anni a venire aveva fatto di tutto per cancellare questa realtà: aveva portato Sasuke fuori, lo aveva fatto divertire, gli aveva presentato ragazze di ogni tipo, perfino alcuni ragazzi. Ma niente, Sasuke non voleva saperne nulla. Quando poi Naruto si era accorto di amare Sasuke, era stato il finimondo. Aveva fatto ogni cosa fisicamente e psicologicamente possibile per annullare i suoi sentimenti: ma alla fine aveva ceduto. Impedirsi di amare Sasuke era come tentare di far fermare il suo cuore. Impossibile e sopratutto malsano.

Perciò si era dichiarato. Oh, quanto era rimasto stupito quando Sasuke gli aveva sorriso e aveva accettato. Non riusciva a crederci, semplicemente. Durante tutti quegli anni si era rassegnato all'idea di essere scaricato come tutte le persone che gli aveva presentato: era rimasto scioccato quando il moro aveva accettato senza nemmeno pensarci su, senza alcun dubbio. Aveva presuntuosamente pensato che il motivo per cui rifiutava tutti gli altri era per fargli capire che era lui, che voleva. Ma si sa, ovviamente ogni cosa ha il suo punto di vista. Magari Sasuke non voleva solamente rovinare la loro amicizia, o forse si sentiva solo e Naruto era la persona più vicina con la quale cancellare la solitudine, chissà. Fatto sta che ormai sono quasi sei anni che stanno insieme: e Naruto lo conosce alla perfezione. Quindi è fin troppo semplice capire che Sasuke sta mentendo perfino a se stesso, in quel momento. Perché non è vero che non soffre più per Itachi, non è vero che vuole solo vederlo e basta. Sasuke lo ama ancora, non c'è dubbio.

O forse lo ha sempre amato e lui si è solo illuso di poter cambiare qualcosa.

Perciò: -Okay, Sas'ke. Scusa.- dice sorridendo, poggiando la testa sulla spalla del moro. Perché se Sasuke vuole fingere che non ci sia alcun problema, perché lui deve rovinare tutto?

 

 

 

E alla fine Martedì è arrivato. Sasuke non sta nella pelle, si guarda attorno nervosissimo, fasciato dai suoi jeans migliori e protetto dalla sua maglietta preferita, nera degli Iron Maiden. Si mangiucchia l'unghia del pollice, agitato. Cosa succederà quando lo vedrà? Lo riconoscerà? La sua voce sarà cambiata? Dio, gli sembra di impazzire. Sua madre gli lancia un sorriso rassicurante, suo padre gli mette una mano sulla spalla. -Sasuke, calmati.- mormora l'uomo, nascondendo il fatto che anche lui sta per svenire dall'emozione. Mikoto ridacchia. -E' solo Itachi.- esclama divertita, guardando i suoi due uomini in preda ad una crisi di nervi.

Solo Itachi. Quando mai suo fratello è stato solo Itachi? Lui è tutto, dannazione. Sasuke non riesce a ricordare un solo momento in cui non l'abbia considerato il migliore.

Poi una figura compare in fondo al corridoio. Il cuore si Sasuke si blocca un attimo, che però a lui sembra una vita, e poi ricomincia battere, più veloce. La salivazione aumenta, comincia a sudare. Cazzo, se avesse dovuto scommettere avrebbe detto che una volta arrivato, Itachi sarebbe stato bellissimo. E invece quel ragazzo che cammina cercando tra la folla loro, non è bellissimo: è di più.

E allora le lacrime che Sasuke cercava di trattenere non ce la fanno più a stare lì: e il moro piange. -Itachi..- soffia emozionato, alzandosi. Suo fratello lo individua immediatamente, sgranando gli occhi. Si aspettava un bel ragazzo, un ventiquattrenne di bel aspetto e in salute. Ma Sasuke non è un bel ragazzo: è la persona più bella che Itachi abbia mai incontrato. Quando nota che il suo fratellino sta piangendo, inizia a correre. I loro occhi non si mollano per un secondo, mentre entrambi si lanciano verso l'altro. Quando Itachi è di fronte a Sasuke: -Ciao.- dice, la voce rotta dall'emozione. Il ragazzo sorride sarcastico, spostandosi i capelli dagli occhi e tentando di calmare il battito furioso del suo cuore, che quando ha sentito la voce di Itachi è completamente impazzito. -Ciao.- sussurra tra le lacrime, tremando. E allora Itachi sorride e annulla le distanze, lo abbraccia tanto forte da bloccargli il respiro. -Mi sei mancato da morire.- dice piangendo, salutando con lo sguardo i genitori. Sasuke lo stringe forte, tremando violentemente. -Anche tu.- replica, disorientato. Ama suo fratello, ora non ci sono più dubbi.

 

 

 

-E così vivi da solo.- dice Itachi, osservando il suo fratellino infilarsi un raviolo in bocca. Sasuke alza lo sguardo. Annuisce. E allora il maggiore aggrotta le sopracciglia e guarda i genitori. -Non è ancora piccolo?- chiede. Sasuke spalanca gli occhi lo gli lancia un'occhiataccia. -Ho ventiquattro anni, stronzo.- dice offeso. Il moro ride, guardandolo divertito. -Sei piccolo comunque per andare a vivere da solo.- commenta. E allora Sasuke gli sorride ironico. -Disse quello che andò a studiare dall'altra parte del mondo a diciassette anni.- suggerisce. Itachi si rabbuia. -E' diverso.- precisa.

Mikoto ride. -Itachi, Sasuke ormai è un uomo.- ricorda dolce, mettendo Itachi di fronte alla realtà: il suo fratellino è cresciuto.

-Tzé, come se non fosse evidente.- barbotta Sasuke, scuotendo la testa e afferrando un altro raviolo con le bacchette. Poi guarda suo fratello e: -Resto comunque giovane e figo, a contrario di te.- lo provoca. Itachi sgrana gli occhi. -Cosa vorresti insinuare?! Guarda che ho solo ventinove anni!- lo informa risentito, la faccia rossa dall'indignazione. E Sasuke ride.

Ride.

 

 

 

Quando finalmente Sasuke infila le chiavi nella serratura, i suoi muscoli si rilassano. Apre la porta e fa entrare suo fratello e i suoi genitori. -Tadaima.- sussurra una volta entrato, come riflesso incondizionato. Itachi ridacchia. -Mi ricordo quando lo dicevi da bambino, con mamma che correva ad accoglierti. E tu ti arrabbiavi perché eri ''grande per certe cose''.- Sasuke si imbroncia. -E lo sono ancora.- conferma con disappunto, vedendo Mikoto avvicinarsi a lui con un sorriso e un ''Okaeri Nasai'' pronto a scapparle dalle labbra. La donna si ferma e gonfia le guance. -Come ho fatto per meritarmi tre uomini nella mia vita, cosa? Voglio una figlia femmina!- si lamenta triste. Sasuke ride. -Ognuno ha quello che si merita.- dice divertito, evitando per un soffio il pugno che sua madre gli stava tirando.

Poi si va a sdraiare sul divano, stanco. -Neanche mostri la casa a tuo fratello?- chiede con disapprovazione la donna, incrociando le braccia. Sasuke si gira e affonda la testa nel cuscino. -Sono sicuro che Itachi è capace a farlo anche da solo.- replica. Ma poi Mikoto lo sta buttando giù dal divano e lo sta minacciando, così Sasuke decide di accontentarla. -Vieni Itachi, ti mostro la tua stanza.- commenta ironico, fissando sua madre e camminando verso le scale. Itachi sorride, e lo segue.

Si sente perfettamente a casa, lì da suo fratello. Perché sono stati creati per stare insieme, loro due. Perché Sasuke è il cuore di Itachi, e Itachi è diventato quello del moretto.

Così, senza che Sasuke nemmeno se ne accorgesse.

 

 

 

 

E' sera, e finalmente i genitori dei due se ne sono andati: Sasuke era sicuro che non sarebbe riuscito più a toglierseli di torno. Perciò ora finalmente sta sdraiato sul suo divano, a riposarsi. E' stata una giornata psicologicamente stancante, perciò si merita un po' relax. Ma qualcuno sembra non pensarla allo stesso modo, perché all'improvviso bussano alla porta. Con un gemito frustrato, Sasuke si lancia ad aprirla, convinto che sia sua madre.

Quello che vede lo sorprende.

-Naruto?- chiama stupito. Non si sarebbe mai aspettato di vedere lì il biondino. Il ragazzo lo guarda imbarazzato, spostando il peso da un piede all'altro. -Ecco, io.. volevo sapere se andava tutto bene.- dice mordendosi il labbro. Sasuke sorride: quell'idiota si è preoccupato di nuovo per lui. Gli afferra il braccio e lo fa entrare, baciandogli piano le labbra. -Benissimo, stai tranquillo.- lo rassicura dolce, mostrandogli un sorriso. -Non è stato tanto doloroso rivederlo.- annuncia poi. Naruto annuisce, poi si sposta un po'. -Ero venuto solo per questo, ora vado.- dice lentamente, cercando di andarsene. Ma Sasuke glielo impedisce. -Rimani un po', ti prego.- esclama guardandolo un po' teso. E Naruto capisce che in realtà l'incontro con suo fratello è stato doloroso. Lo bacia e annuisce, sfilandosi la felpa. Poi si siedono sul divano, uno accanto all'altro, la mani unite.

Quando Itachi esca dal bagno, si avvicina al salotto, pronto a parlare a suo fratello. Ha capito che Sasuke è innamorato di lui, ed è chiaro che anche Itachi lo è. Perciò devono discuterne seriamente. Si blocca, quando vede un ragazzo biondo seduto vicino -troppo, vicino- a suo fratello.

-Ciao, Itachi-nii.- saluta educato Naruto quando lo vede, osservando sbalordito l'incredibile somiglianza con Sasuke. Sono davvero identici, accidenti. Itachi spalanca gli occhi e guarda confuso Sasuke. Il moretto ride. -Il mio ragazzo.- presenta divertito, con il cuore pesante. La persona che ama di più al mondo e la persona che vorrebbe amare di più al mondo, sono lì, davanti a lui, a studiarsi. Poi Itachi sorride, falso, e: -Ciao.- risponde. -Sono Uchiha Itachi.- dice allungando la mano al ragazzo. Naruto storce le labbra e afferra la sua mano. Ha una stretta forte, virile. Naruto vorrebbe andarsene.

-Allora, resti a cena Naru?- chiede però Sasuke, e lui non può rifiutare. Deve godersi gli ultimi momenti che ha con Sasuke, altrimenti sarà ancora più dura quando il moro lo lascerà. -'kay..- sussurra allora, con il magone e le lacrime agli occhi. Sasuke si alza senza notarlo e si rifugia in cucina, deciso a preparare una bella cenetta. E Itachi capisce: il biondino sa.

Sa che Sasuke è innamorato di lui, che lui è innamorato di Sasuke, che Sasuke sceglierà Itachi e non Naruto. Lo sa.

E capisce anche che il biondino sa di non poter far nulla per cambiare le cose.

Lui no, ma Itachi sì.

 

 

 

-Diamine teme.- dice Naruto, strascicando la voce. -Non ho mai mangiato tanto in vita mia.- afferma. -E questo la dice lunga su quanto abbia mangiato stasera.- conclude, chiudendo gli occhi e mettendosi le mani sulla pancia. Sasuke ride, divertito. -In effetti ho cucinato un po', oggi.- ammette. Naruto strabuzza gli occhi. -Un po'?- quasi urla, scioccato. Poi: -Teme, hai cucinato per venti persone.- fa presente. E Sasuke ridacchia.

-Sto per scoppiare.- conferma allora Itachi, pieno fino allo stremo. -O morire.- continua facendo una smorfia. Sasuke si alza e decreta che: -Facciamo i piatti domani, ora andiamo a dormire.- Il tono con cui lo dice non ammette repliche, così Itachi e Naruto si alzano, seppur con un po' di fatica, e annuiscono. Quando Naruto fa per mettersi la felpa e uscire, Sasuke lo blocca. -Che pensi di fare?- chiede offeso. Il biondo lo guarda confuso. -Andare a dormire, come hai detto tu.- dice ovvio. Ma Sasuke scuote la testa. -Tu non vai da nessuna parte.- dichiara sicuro, togliendogli la felpa. -Dormi con me.- afferma convinto. Naruto sente che il cuore parte a battergli fortissimo, e annuisce, abbassando il capo. Ha la faccia tutta rossa.

Sasuke lo prende per mano e lo accompagna in camera da letto, salutando e dando la buonanotte al fratello sulla porta della stanza. Quando Itachi ''Anche a te, Sasuke'' risponde, il moro sorride e chiude la porta.

 

 

 

 

Quando si svegliano, Naruto e Sasuke si guardano negli occhi e si sorridono. -Buongiorno.- dice dolce Sasuke, allungando una mano per stringere quella del biondo. Naruto sorride. -'giorno..- soffia assonnato, stiracchiandosi lentamente. Sasuke lo guarda allungarsi, vede i suoi muscoli tendersi e pensa che non c'è nulla di egualmente affascinante.

Capisce che ama Naruto, e che il biondo è l'unica persona con la quale Sasuke è destinato a stare per il resto della sua vita.

E la cosa non gli dispiace affatto.

Si allunga per baciare Naruto, ma quello si copre la bocca con una mano, guardando da un'altra parte, imbarazzato.

-Che hai, usuratonkachi?- chiede Sasuke, confuso.

Il biondo deglutisce rumorosamente, evitando il suo sguardo. -Mi puzza l'alito.- ammette, il viso di un adorabile color vermiglio. Sasuke spalanca gli occhi sorpreso, poi scoppia a ridere. -Non preoccuparti, anche il mio.- commenta togliendogli la mano dalla bocca e baciandogli le labbra. Naruto vuole spostarsi, lo vuole davvero. Ma è impossibile, con quelle labbra sulle sue e quella lingua che gli lecca la bocca per avere il permesso di entrare. Cosa può fare, quindi, se non concedergli la sua bocca? Socchiude le labbra appena, lasciandogli giusto uno spiraglio da cui entrare. Sasuke si insinua in lui come un predatore affamato, come un animale che cerca una via d'uscita. Naruto sa che potrebbe morire, o venire, in qualunque momento. Perché Sasuke lo sta baciando con una passione che non ha mai avuto, con una disperazione che lo distrugge, con un amore che lo riporta in vita.

E non può fare altro che permettergli di sfilargli la maglietta.

 

 

 

-Itachi, io...- tenta Sasuke, le mani che gli tremano. Il maggiore sorride triste, per poi abbassarsi a baciargli le labbra. Sasuke spalanca gli occhi, sbalordito. Il cuore gli batte a mille. Quando Itachi gli lecca la bocca chiedendogli il permesso di entrare, Sasuke schiude le labbra. Nel momento in cui le loro lingue si sfiorano, mille brividi di piacere li stordiscono, le mani corrono tra i capelli dell'altro, le lacrime di gioia scendono prepotentemente degli occhi. Quando Itachi si sposta: -Oremo Sasuke, anche io.- soffia ad occhi chiusi. E allora Sasuke si allunga e, piangendo, lo bacia nuovamente. E quel bacio sa di addio.

-Ti amo Itachi.- dichiara sicuro il moretto, il dolore che lo schiaccia. -Ma sono di Naruto, lo capisci?- singhiozza, accarezzando le guance del fratello.

Itachi sorride. -Lo so.- conferma triste.

-Ma resti qui comunque, giusto?- domanda con un filo di voce Sasuke. -Non mi lasci di nuovo vero?- azzarda con le lacrime agli occhi.

-No, staremo insieme per sempre.- promette Itachi sulle sue labbra.

Sasuke fa una smorfia e capisce: quella è solo una lurida, dannatissima, stupenda bugia.

  
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