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Autore: Greenfrog    27/02/2012    1 recensioni
Leggete se volete sapere di cosa parla.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                Questa One-shot la dedico alla mia migliore amica.
                                                         Grazie perché c’eri, perché ci sei e ci sarai. Grazie di esistere. Grazie e basta.
 
 
 
Era seduta sul letto, il suo profumo era ovunque, impregnato nelle pareti come lo era nel suo cuore.
Le faceva male pensare che se fosse andata diversamente, se non gli avesse dato colpe non sue, lui sarebbe stato ancora là, con lei, senza pensare ad altro.
 
“Voglio scopare con te, ecco cosa voglio”. Marta era seduta su uno sgabello di pelle nera consunta in un sudicio bar di periferia. Accanto a lei c’era la persona con cui aveva fatto più minchiate in tutti i sedici anni di vita che aveva vissuto. Non che fosse strano che Billie uscisse con cagate del genere, dovute più che altro al fatto che di suo era un po’ fuori di testa, ma questa volta la ragazza rimase colpita. Sarà stato per il fatto che la stava fissando con quei suoi occhi verdi da far paura dritto nei suoi, oppure perché quella notte non era particolarmente sbronzo, ma si convinse che quello non era uno scherzo. Era un gioco più che altro, come lo era tutto per lui d’altronde, ma quella volta le stava offrendo di disporre le carte in tavola con lui. La riccia sorrise maliziosa e si alzò dallo sgabello. Lo baciò con tutta la passione che poté metterci e presto si ritrovò nel suo letto, con accanto quello stronzo del suo migliore amico.
*
“Porca puttana, troia, Eva, bagassa!”
“Dimmi coglione, che ti serve?”
“Lo sai, ho bisogno della mia cazzo di chitarra e tu mi devi dire dove cazzo l’ho messa!”
“Questa è casa mia depravato mentale, non può esserci la tua chitarra in casa mia, no?”
“Oooh giusto, giusto, cazzo ho le prove oggi! Ciao baby, ti vengo a trovare stanotte ok?” fece l’occhiolino e sbatté la porta correndo fuori.
Era così che vivevano loro. Si sostenevano un po’ a vicenda, si capivano con uno sguardo. Lei sapeva quanto lui si sentisse solo, quanto bisogno aveva della musica. Cazzo se lo sapeva. Come lui lo sapeva di lei. Erano innamorati, ma non potevano esserlo e forse era per questo che provavano a rendere il loro stare assieme, la loro complicità negli sguardi solo un gioco. Un gioco divertente, che procura tanto piacere, ma, come ogni gioco, prima o poi sarebbe finito. No, no, loro non erano per niente quei tipi melensi che pensavano al futuro. Loro vivevano giorno per giorno, a volte perdendosi nei cunicoli oscuri dei loro incubi, dai quali però uscivano concedendosi una canna o due.
*
“A me piace questo!” urlò la riccia ridendo.
“Cazzo Marta no! E’ davvero orribile, facciamo questo!”
“No! La foglia di marijuana no, non mi va!”
“Spiegami cosa cazzo vuol dire che non ti va! E’ un cazzo di tatuaggio, Cazzo!”
“Calma coglione, voglio quello, e non scassare le palle, facciamo quello e basta!”
Era una vespa nera, che entrambi si tatuarono sotto l’orecchio, era quasi invisibile, ma c’era, l’importante era quello.
*
“Basta sei solo un coglione!”
“Si, cazzo lo so che sono un coglione, ma tu mi ami vero?” un sorriso malizioso comparì sul suo volto. Dio, quel sorriso la sballava di più della droga.
“No che non ti amo! Pensi davvero che io ti ami? Tu sei uguale a tutti gli altri Armstrong di merda! Oddio, cazzo credevi davvero in un lieto fine? Non esistono quelle merdate di storie d’amore come nei film Disney bello! Pensavo lo sapessi” urlò la riccia concludendo con una risata amara.
Il ragazzo la guardò stupito per un paio di secondi me poi si riprese.
“Vattene se vuoi” Un altro sorriso. Lo odiava all’impazzata.
“Io me ne sono già andata Billie, mi hai lasciata andare via” detto questo la ragazza si girò e usci dalla porta. Lui non l’avrebbe mai più vista.
*
 
Strinse il cuscino a se. 
                                                                                                    Non sei più la stessa da molto, troppo, ormai.
Lacrime amare iniziarono a scendere sulle sue guancie.
                                                          Hai perso colpi Marta, dove è finita la stronza menefreghista di un tempo?
Si toccò dietro l’orecchio, c’era ancora la cicatrice. Il tatuaggio non c’era più. Come non c’era più lui d’altra parte.
Partì la radio, la voce del cronista, acuta da dare il voltastomaco ti infastidì, come un ronzio d’ape. “E adesso il nuovo singolo dei Green Day!” Eccolo. Come al solito riusciva a ricomparire anche nei momenti meno opportuni, come da ragazzi. Altre lacrime iniziarono a scenderle lungo le guancie.
“She went away and then I took a different path,
I remember the face,
But I can’t recall the name”
 
Un singhiozzo trattenuto, un grido che nessuno avrebbe mai potuto sentire.
 
“Sono Marta, Billie, solo Marta”
 
 
 
 
 *spazio autrice*
Oook, io non sono una Green Dayer, però la mia migliore amica si, e siccome volevo da tanto fare una cosa del genere, eccomi qua. Spero che vi sia piaciuta e spero di non aver sbagliato a disegnare il comportamento di Billie. Volevo anche dirvi, anche se forse non vi interesserà molto, che io sono una Directioner. Si bè e con questo? Volevo soltanto farvi capire che non sono tutte delle bimbe michia, che non tutte pensano solo alla bellezza dei cantanti, ma anche a ciò che ti trasmettono con le loro canzoni e con le loro voci. Ok smetto di annoiarvi. Baciiii ciao *W*
  
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