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Autore: Stellalontana    27/02/2012    10 recensioni
Hermione si chiese che cosa avrebbe fatto Draco adesso, che cosa avrebbe detto, ma il Serpeverde non disse nulla, non fece nulla. Si limitò a voltare la testa e a chiudere gli occhi senza una parola.
Hermione, in quel momento, capì che – davvero – tutto era tornato come era prima.

Dopo aver deciso di cancellare la precedente storia "Un amore di Serpeverde" si ricomincia con le one-shot :) Questa storia è la prima delle 25 che partecipano alla challenge "Prompts Challenge - 25 stories, your choice!"
Ovviamente Draco/Hermione!
Buona lettura!
Aggiornamento della storia: Settima classificata al contest "Togliere la polvere" di Andrea S. e vincitrice del premio "Lacrima Facile" - banner e giudizio della bravissima giudiciA all'interno della storia.
EDIT: 18.11.2012 - TESTO REVISIONATO E CORRETTO
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Dramione's Facts'
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N.d.A: Allora, questa storia, fa parte della challenge Prompts Challenge - 25 Prompts, Your Choice! sul forum di Efp. Avevo già tentato di scrivere una long con tutti e 75 i prompts che ci vengono dati, ma mi sono sdata perché madama ispirazione danzava indifferente al mio tormento a molte leghe di distanza da qui, perciò adesso torno con questa prima one-shot che non so se continuare o meno... vedremo, sicuramente! I prompts per questa shot sono: anello, imbarazzo, baciare. Adesso vi lascio alla shot, stay tuned!


Tutto come prima


 
 







- ONLY ACT -

 
 

Un giorno non specificato dopo l’attacco di Harry a Draco, 1997
 
Hermione guardò le palpebre socchiuse fremere per un momento e si scostò, timorosa che lui potesse svegliarsi, ma i suoi occhi non si aprirono e lui continuò il suo sonno agitato.
– Signorina, dovrebbe andare adesso, è molto tardi.
Hermione alzò lo sguardo verso Madama Chips e sorrise appena. – Solo qualche altro minuto, Madama. Chiuderò io l’infermeria.
La donna la guardò, per poi posare appena lo sguardo sul ragazzo addormentato e alzò le spalle.
– Va bene, ma solo cinque minuti – e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.
Hermione sospirò, sedendosi sulla sedia che aveva accostato al letto. Appoggiò i gomiti sul materasso che si afflosciò lievemente sotto il suo peso.
– Che cosa gli è venuto in mente? – chiese all’oscurità mentre osservava il viso contratto di Draco Malfoy, disteso sul letto, il collo e gli arti coperti di bende, come fosse una mummia egiziana. – Quel libro lo distruggerà, prima o poi, ne sono sicura. Se non sarà oggi, sarà domani. Maledetto il giorno in cui l’ha trovato.
La Grifondoro si appoggiò alle braccia conserte sul materasso. – Se qualcuno dei tuoi mi vedesse qui probabilmente scoppierebbe a ridere o mi schianterebbe. Come Harry del resto. Come Ron. Come tutti.
Sospirò, continuando a guardare di sottecchi il viso di Draco.
– Non mi ero mai accorta che tu fossi bello, Malfoy, – osservò a bassa voce – Se tu non fossi un meschino bastardo potrei anche azzardarmi a dire che mi piace la tua faccia.
Si scostò perché il ragazzo addormentato si stava muovendo, nel sonno. Pronunciò un paio di parole sconnesse che Hermione non capì, poi la sua bocca si contorse in una smorfia di dolore e lei temette di averlo svegliato. Si alzò così velocemente che la sedia cadde, provocando un tonfo stridulo sulla roccia del pavimento.
Il Serpeverde spalancò gli occhi grigi con un sonoro lamento e le sue iridi scattarono di qua e di là per cercare chi avesse interrotto il suo sonno. Hermione si ritrovò a fissarlo negli occhi, velati dal sonno e – probabilmente – anche dal dolore che la guardavano, incerti, come se non riuscissero a metterlo a fuoco.
– Mezzosangue, – borbottò portandosi una mano alla testa – ma che diavolo combini?
– Scusa – si ritrovò a dire Hermione, l’imbarazzo che le chiudeva la gola – Mi dispiace averti svegliato – si chinò per recuperare la sedia e rimase lì, in piedi accanto al letto.
– Non sei stata tu – rispose all'improvviso Draco – Ma la sedia devo dire che mi ha aiutato.
Hermione arrossì. – Mi dispiace, mi sono alzata troppo in fretta. Tu... insomma, come ti senti?
– Carino da parte tua chiederlo – commentò sarcastico Draco mentre inclinava la testa sul cuscino per fissarla. – E a tal proposito, vuoi spiegarmi che cosa ci fai qui? Sono diventato uno spettacolo interessante?
La Grifondoro scosse lievemente la testa, incerta su come rispondere. – Io... volevo solo vedere come stavi. Ti sei beccato una grossa fattura.
Draco sbuffò, ma subito sul suo volto apparve una smorfia di fastidio e la sua fronte s’imperlò di sudore. Anche i gesti più semplici dovevano essere estremamente dolorosi. Hermione girò la testa da una parte all’altra, poi su un comodino vide una bacinella e qualche benda. Si affrettò ad andare a prenderla e la posò sul comodino vicino al letto del Serpeverde.
Aguamenti – sussurrò e la bacinella si riempì d’acqua, dove lei immerse la benda. Si avvicinò a Draco e allungò la mano sul suo viso. Quando la benda lo toccò sulla fronte, il biondo aprì di scatto gli occhi, per guardarla. Hermione non lo degnò di uno sguardo, sentendo il peso di quelle iridi d’acciaio che la fissavano. Il silenzio era calato su di loro come un sudario e Hermione poteva quasi sentire l’imbarazzo palpitare tra di loro. Non era una buona cosa.
– Perché lo fai, Mezzosangue?
Hermione allora abbassò lo sguardo per guardarlo. – La mia coscienza lo reclama – rispose monocorde. Lui scosse appena la testa, ma si fermò subito, con una smorfia di dolore che gli deformava le labbra chiare.
– Non ho bisogno di aiuto. Soprattutto del tuo.
– Piantala di fare il gradasso – lo rimproverò allora Hermione acuta – Non sei nella posizione migliore per sputare veleno.
Draco continuò a fissarla, mentre lei gli tamponava il viso sudato. Per qualche minuto nessuno dei due pronunciò una parola poi Hermione notò la boccetta che qualcuno, forse Madama Chips, aveva appoggiato sopra il comodino. Doveva essere qualche pozione per le ferite.
– Cos’è? – chiese facendo un gesto con la testa. Draco alzò gli occhi, spostandosi appena sul letto.
– E’ per la perdita di sangue – rispose atono – E per facilitare la chiusura delle ferite.
Hermione annuì senza rispondere. Gettò la benda nella bacinella e afferrò la boccetta per leggere l’etichetta.
– Non è un po’ tardi per giocare al dottore, Mezzosangue? – la prese in giro Draco. Hermione lo fissò.
– Noto che anche in queste condizioni non perdi la tua linguaccia, vero, Malfoy?
Gli occhi acciaio di Draco si dilatarono dalla sorpresa e la sua bocca si arcuò in un ghigno. – Vero – rispose solamente – Lieto che tu l’abbia notato.
Hermione sbuffò. – Non ti smentisci mai, vero? Non puoi essere soltanto Draco per una volta? Non puoi dimenticarti di essere un Malfoy nemmeno in un letto d’infermeria?
Le iridi grigie di lui evitarono il suo sguardo, mentre Draco abbassava lentamente le palpebre, e Hermione pensò che avrebbe ricominciato a dormire senza rispondere.
– No, non posso – rispose, però, dopo un momento. Lei sospirò e si risedette sulla sedia, continuando ad osservarlo. Il suo viso pallido e provato era appuntito ma piacevole, dagli zigomi alti, gli occhi ben disegnati, come la bocca fine e la fronte alta. I capelli gli ricadevano ai lati della fronte, scomposti, e si appiccicavano al collo. Hermione scorse lo sguardo sul suo torace coperto per metà dalle bende, che si alzava e abbassava al ritmo del respiro. Qua e là sui bendaggi bianchi fiorivano boccioli rosso scuro, segno che le ferite non si erano ancora rimarginate del tutto. Anche respirare doveva fargli male.
– Fa male? – chiese Hermione. Draco aprì piano le palpebre per guardarla.
– Sì – rispose laconico lui – Ma è un buon segno, dopo tutto. Sono ancora vivo.
Hermione dovette dargli ragione. – Harry non ti avrebbe mai ucciso di proposito, – disse poi. Sentì una specie di risatina gutturale provenire da Draco, ma si fermò quasi subito.
– Nei suoi panni io l’avrei fatto – rispose con un ghigno che gli percorreva le labbra. Hermione si accigliò.
– Non è vero.
Gli occhi di Draco la fissarono con un’intensità che le avrebbe fatto tremare le ginocchia se non si fosse trovata a sedere. – Come fai a saperlo? – domandò.
– Lo so e basta, – mormorò lei arrossendo – sarai anche un bastardo ma non sei un assassino. Almeno io non lo penso.
Il Serpeverde continuò ad osservarla, rimanendo, però, muto. La osservava e basta, senza dire nulla, gli occhi grigi socchiusi come se la stesse studiando, se stesse cercando di capire se stava mentendo o meno. Hermione si sentì infastidita e al tempo stesso orgogliosa di quello sguardo. Da una parte era offesa dal suo essere così malvagio, ma dall’altra era soddisfatta da quello sguardo interessato. Lui non l’aveva mai guardata in quel modo, in nessuna occasione. Non l’aveva mai guardata come donna, ma sempre come Grifondoro o come  Mezzosangue. Non c’era imbarazzo nel suo sguardo, era uno sguardo limpido, serio come se cercasse di leggerle nella mente, come se fosse capace di percepire i suoi pensieri. Hermione pregò che non fosse così.
Non si chiese che cosa fosse cambiato, non le importava al momento. Nessuno lo avrebbe mai saputo, ad eccenzion fatta di Draco, perciò perché preoccuparsene?
– Sei così strana.
Hermione alzò gli occhi su Draco, che la stava ancora osservando. Riuscì, miracolosamente, a non arrossire. – Prego?
– Ho detto che sei strana. Non mi ero accorto dell’anima da Medimago che nascondi.
Alla Grifondoro scappò una risata. – Non voglio diventare Medimago, – rispose – se sopravvivrò credo che diventerò Auror.
– I buoni in qualche modo se la cavano sempre, Granger, sono i cattivi che non hanno lieto fine – mormorò Draco affondando la testa nel cuscino.
Hermione rimase in silenzio, mentre lo guardava chiudere gli occhi per l’ennesima volta. – E tu sei uno dei cattivi, Malfoy? – chiese.
Lo sentì trattenere una risatina. – Ma certo – rispose con una vena divertita nella voce. – Cos’altro potrei essere? – non riuscì a finire la frase perché cominciò a tossire. Hermione si alzò guardandosi intorno alla ricerca di un bicchiere. Quando lo trovò ripeté l’incantesimo aguamenti e lo portò a Draco che aveva smesso di tossire. Si avvicinò e per un momento fu tentata dalla cattiveria sopita di appoggiarlo sul comodino e lasciare che lui si arrangiasse da solo, ma guardando le sue guance improvvisamente rosso porpora per la fatica del respiro, sospirò, rassegnata.
Gli passò una mano dietro la nuca appena velata dal sudore e lo sollevò, aiutandolo a bere. Lasciò allora il bicchiere accanto alla boccetta della pozione e tornò a sedersi.
– Dovresti davvero fare il Medimago – commentò sarcastico lui. Hermione sbuffò.
– Non è proprio il mio genere – replicò. Rimase a guardarlo, mentre l’orologio sulla parete batteva le undici.
– Torna al tuo dormitorio, Granger, è tardi.
Lei rimase impassibile, mentre Draco socchiudeva gli occhi per fissarla. Li aprì, portandosi con fatica una mano al volto, per togliersi un ciuffo di capelli dalla fronte.
– Lo farò. Rimarrò ancora un po’. Qui è tutto così silenzioso, così... cupo.
– Perché lo fai?
Era la seconda volta che lui le rivolgeva quella domanda, ed Hermione non sapeva che cosa rispondere. – Perché è giusto così, – riuscì ad articolare alla fine – lo è punto e basta. Lo sai anche tu che è così.
Lui rimase interdetto, la fissò negli occhi scuri senza dire nulla, ed Hermione ebbe l’impressione che le sue iridi acciaio si velassero di lacrime. Non poteva vederlo piangere, non avrebbe retto. Draco Malfoy non piangeva, non poteva piangere. Le si strinse lo stomaco, proprio alla bocca, e sentì che se lui fosse scoppiato a piangere anche lei si sarebbe sciolta in lacrime.
E davvero era una cosa orrenda, da più di un punto di vista.
Abbassò lo sguardo, lisciandosi le pieghe della gonna della divisa, tentando di deglutire le lacrime che le salivano agli occhi, e li strinse forte, tanto da farsi male.
– Lo so, Granger.
Hermione alzò la testa e vide che ,davvero, gli occhi di lui erano umidi di lacrime. Deglutì ancora una volta, la vista che si appannava ogni secondo di più.
– Ma non ti dirò grazie. Lo capisci questo, vero?
Lei annuì, piano. – Sì, capisco. Tu sei pur sempre un Malfoy.
Draco scosse lentamente la testa. – No, Granger. Non voglio affezionarmi a te, sarebbe controproducente per entrambi.
Hermione lo fissò esterrefatta, ma lui era serissimo. – Non puoi affezionarti a me, Malfoy. Non dopo tutto questo tempo. Non bastano dieci minuti a cancellare sei anni.
– No, ma dieci minuti mi bastano per capire che ancora una volta ho fatto la scelta sbagliata.
La Grifondoro si alzò dalla sedia. Doveva andare, la situazione stava precipitando troppo in fretta e lei non sapeva che cosa fare.
Una parte di lei voleva restare lì, aspettare che lui si addormentasse, rimanere a guardare il suo volto pallido e fiero, ascoltare il suo respiro come aveva fatto prima, ma l’altra parte voleva scappare nel suo dormitorio sotto le coperte e dimenticarsi di essere stata lì con lui.
Entrambe le scelte non le piacevano, ma non ne aveva pronta una terza. Finché lui non gliela offrì.
– Vieni qui.
Fu un sussurro e Hermione credette di esserselo immaginato. Abbassò lo sguardo su di lui e vide che aveva alzato appena un braccio. Hermione si morse un labbro, indecisa e intimorita.
– Vieni qui, Granger – ripeté lui, questa volta più forte. – Dopo, tutto tornerà esattamente come era prima.
Non fu quello che la convinse, ma lo sguardo che lui le lanciò, sincero e teso. Hermione si avvicinò e posò la mano su quella di lui, che intrecciò le dita con le sue, un po’ difficoltosamente data la posizione delle loro mani, accarezzandole il palmo con un dito. Alla sua mano pallida per un momento brillò un grosso anello a forma di scudo, la M dei Malfoy finemente intarsiata, tutto in argento. Era veramente bello e lei sentì il metallo premere freddo sul suo palmo, facendola rabbrividire.
Si sentì avvampare, ma non disse nulla, era meglio rimanere in silenzio. La mano di Draco strattonò lievemente la sua, e Hermione si chinò su di lui, portandosi un ciuffo di capelli lontano dal viso, e trattenendoli con l’altra mano.
Stava quasi per chiedere che cosa lui volesse o cosa avesse da dire, ma l’altra mano di Draco risalì lenta e impacciata il suo braccio per posarsi sulla sua nuca e affondare fra i suoi capelli, appoggiandovisi con tutto il peso e trascinandola in basso.
Sulle sue labbra.
Non fu un bacio profondo, ma fu intenso e fu lungo. Hermione non seppe per quanto tempo rimasero bocca contro bocca, quella fresca di lei su quella più calda di lui, ma quando la mano di Draco allentò la presa lei non si scostò ancora per qualche secondo, ritrovando piano piano la conoscenza di dove si trovava, di quello che era appena successo.
Draco aprì gli occhi chiari e la fissò mentre lei si portava una mano alla bocca, ancora incredula. La lasciò, indugiando appena sul palmo della sua mano. Si era appena baciati, loro. Hermione si chiese che cosa avrebbe fatto Draco adesso, che cosa avrebbe detto, ma il Serpeverde non disse nulla, non fece nulla. Si limitò a voltare la testa e a chiudere gli occhi senza una parola.
Hermione, in quel momento, capì che, davvero, tutto era tornato come era prima. Afferrò la borsa accanto alla sedia, superò il letto e uscì dall'infermeria, chiudendosi la porta alle spalle. Rilassò la mano chiusa a pugno e qualcosa tintinnò sulla pietra. Hermione si abbassò. Era quell’anello, quel cerchio d’argento sormontato da uno scudo dello stesso materiale con la M intarsiata.
Era il simbolo dei Malfoy.
Non si chiese perché Draco l’avesse dato proprio a lei, lo serrò di nuovo fra le dita e corse via, nel corridoio buio.
 





FINE(?)




E questo è il giudizio di Andrea S. La ringrazio ancora moltissimo per il suo giudizio e per lo splendido banner!

7° CLASSIFICATO - Tutto come prima - Stellalontana

Grammatica 9/10
– "Va bene, ma solo cinque minuti. – e se ne andò" : nei discorsi diretti non va inserito il punto fermo alla fine della frase, soprattutto se poi il periodo continua come in questo caso. E' un errore che ripeti spesso.
- "come Grifondoroo come ": manca uno spazio tra "Grifondoro" ed "o".
-"un grosso anelloa forma di scudo": anche qui manca uno spazio.

Originalità 8/10
Questo particolare tipo di Dramione non l'avevo mai letto prima di indire questo contest. Destino ha voluto che mi sono ritrovata storie molto simili tra loro e questo è il tuo caso. Comunque, nonostante questi piccoli disguidi che possono capitare, mi è piaciuto l'argomento trattato: Draco in infermeria dopo la fattura di Harry del sesto anno. E' una tematica assolutamente inerente con la saga e quindi molto più vera. Il tuo pregio è stato lasciare il finale in quel modo originale e inaspettato che il lettore non si aspetta!

Stile 4,5/5
Molto carino e piacevole, dialoghi perfettamente riusciti. Il lettore sente l'ansia e il dubbio che provano i protagonisti, sente tutta una sfera di emozioni che li accompagna dall'inizio alla fine. Il mezzo punto che ti ho tolto è per i punti all'interno dei discorsi diretti, un errore che ripeti sempre e che disturba un po' la lettura che è comunque molto efficace!

Trama 4/5
Tutto molto buono, lo sviluppo è coerente e la storia prosegue per gradi, fino ad arrivare all'inaspettato bacio. Inatteso e assurdo, anche perchè non ne capiamo le motivazioni, ma comunque stupendo. Unica pecca, ma neanche tanto, è la conclusione un po' fredda. Non stona con la storia, ma mi ha lasciato un po' a bocca asciutta, con una speranza di un seguito che non troviamo. Non è una critica, soltanto una mia speranza che non si è avverata e mi ha fatto restare di stucco.

Uso della coppia 9/10
Punteggio altissimo per te! Draco e Hermione sono rimasti loro stessi dall'inizio alla fine. Nonostante quel bacio immotivato, hai fatto percepire che in fondo ci fossero delle spiegazioni, anche se al lettore non è dato saperle. Aleggia un alone di mistero che mi ha tenuta incollata alla storia per tutta la sua durata. Sono descritti perfettamente e sono al centro dell'attenzione, nessun personaggio secondario si intromette tra di loro. Brava!

Gradimento personale 9/10
Mi è piaciuta moltissimo, di sicuro finito il contest la segnerò tra le storie da ricordare. Non so se il motivo sia perchè mi hai lasciato in sospeso con il finale o se forse, proprio per questo, tu mi abbia dato la possibilità di immaginare tutta una storia che seguisse la tua one shot nella mia testa. In ogni caso, complimenti perchè mi hai lasciato con il fiato sospeso e mi hai fatto commuovere, nonostante non ce ne sia evidente motivo!
Totale: 43,5/50


EDIT: 18.11.2012 - TESTO REVISIONATO E CORRETTO  
   
 
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