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Autore: Stregazza_    27/02/2012    3 recensioni
Questa è la mia prima FF sulla coppia Draco\Hermione ( che adoro )
Dalla storia:
Draco Malfoy correva, doveva raggiungerla, doveva consolarla, doverla farle sapere che dopo la guerra era cambiato, che non era più l’arrogante viziato figlio di papà.[...]
Aveva fatto uscire il vero Draco e tutto solo per lei e lei questo lo doveva sapere; ma non riusciva a trovarla, sapeva che era stata dalla vecchia ma il suo ufficio era vuoto, era sicuro di aver visto i suoi boccoli sparire dietro l’angolo, ma dietro l’angolo non c’era nessuno.[...]
Lui doveva correre, per raggiungerla, aveva in mente solo lei...
Spero di avervi incuriosito!
è gradita ogni tipo di recensione ovviamente!
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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                                    LEARN TO LOVE IMPARARE AD AMARE

              I CAPITOLOOgnuno di noi porta una maschera.
 
  19.20 – corridoi di Hogwarts
 
Hermione correva, correva, e piangeva.
Le lacrime scorrevano copiose sul suo viso, una discesa inarrestabile, incontrollabile, che bruciavano a contatto con la pelle e che soprattutto la bruciavano dentro.
Correva Hermione Granger, correva a perdifiato lungo i corridoi senza una meta, senza saper dove andare, con l’unico intento di scappare, fuggire, allontanarsi il più possibile da tutto e da tutti.
Era appena uscita dall’ufficio della vicepreside, e ora correva, sembrava che non sapesse fare altro, correre, correre, correre aveva in mente solo questo e l’accaduto di poche ore prima.
 
FLASHBACK                                                                                                                                                     
   
       16.05 – terzo piano - Sala Grande
 
Avevano appena finito il compito di Trasfigurazione e ora si dirigevano verso la Sala Grande per cenare. Harry e Ron sembrava parlassero del Quiddich mentre Hermione pensava, aveva la testa altrove persino durante il compito. Era sicura di averlo sbagliato e per poco non lo consegnava in bianco. Rifletteva, rifletteva ancora su quello che aveva visto quella mattina: Ron e Lavanda che si baciavano. Ed era un bacio che di puro e casto non aveva proprio niente, neppure l ‘iniziativa. Ma non era il bacio in sé per sé a darle fastidio ma il fatto che Ron aveva detto ad Harry che l ’amava e anche se a lei Ron non piaceva più da tempo ormai, la faceva sentire bene il fatto che lui si era accorto della sua presenza anche come donna, ora si sentiva usata, tradita, anche se forse non ne aveva il diritto.                                                                                                                                                                          "Mione! Hey Herm ci sei?....sveglia….terra chiama Hermione…c’è qualcosa che non consente le comunicazioni, passo.”
“ Si, si, ci sono Harry, ci sono, dacci un taglio”
Intanto erano arrivati a destinazione e Ron già stava riempiendo il suo piatto di qualunque cosa gli capitasse sotto forchetta.
“ Bene, allora dicevamo….di cosa stavamo parlando Ron?”
“ Fel fonfito fi faffigurafione”
“ Certo….grazie Ronald….ah si! Il compito di Trasfigurazione”
“ E io che ho detto Harry?!”
“ Tu hai detto ‘Fel fonfito fi faffigurafione’ ”
“ Uff…comunque come è andata ‘Mione?”
A volte non lo sopportava, prima si sbaciucchiava la Brown, poi le faceva gli occhi da cucciolo bastonato per copiargli i compiti e gli appunti e la faceva sentire una regina… menomale che non le aveva ancora chiesto di fargli copiare i compiti o di fargli vedere gli appunti…altrimenti sarebbe esplosa.
“ Ah Herm mi puoi dare gli appunti di pozioni?” Hermione strinse più forte la forchetta ma si sforzò di rimanere impassibile continuando a mangiare.
“ No.” Le piacevano le risposte secche: erano chiare e concise!   
“Dai Herm durante la lezione mi ero distratto!”
“No Ron, non ti eri distratto, ti eri semplicemente addormentato! È diverso il discorso. E a giudicare da come russavi, anche profondamente!”
“Dai Herm ti preeeeeeeeego…” no gli occhi da cane bastonato ora non li poteva accettare!! Ma cercò di rimanere calma.
“Ho detto di no.”
“Dai Mione non la fare così lunga, non è colpa mia se sei brava solo in questo”
La mano di Hermione volò meccanicamente e istantaneamente sulla guancia del rosso che non ebbe il tempo per reagire.
Il tempo sembrò fermarsi, la Sala Grande si era ammutolita, neanche una mosca si azzardava a volare. Tutti gli sguardi erano puntati su di loro, perfino i Serpeverde fingevano di interessarsi all ’accaduto.
Ron con la guancia destra rossa restava immobile come paralizzato mentre Hermione aveva il fiatone e tremava vistosamente: Ron aveva sbagliato, Hermione lo sapeva, ma lui non pensava mai prima di parlare e lei glielo aveva fatto capire nel modo più doloroso: essere preso a schiaffi da una ragazza davanti a tutta la sala grande e all’intero corpo docenti non era il massimo, ma la mano si era mossa istintivamente, senza controllo.
“Hermione ma come ti sei permessa??” Ron si era ripreso dallo shock, si era alzato, e ora  le stringeva con forza il polso; era arrabbiato, no peggio, furioso: nessuno poteva trattare così il – nostro – re, specialmente una ragazza.
“Allora?! Come ti sei permessa!?!” in Sala Grande ancora non fiatava nessuno e se i professori non erano ancora intervenuti, ci poteva scommettere che Silente lo aveva vietato, ma perché, rimaneva un mistero. Era strano quell ‘uomo.
“Basta Ron, lasciami, mi fai male”
“Anche tu mi hai fatto male, ma non te ne è importato più di tanto!” mentre lo diceva continuava a stringerle il polso ancora più forte. Era sicura che le sarebbe rimasto il livido.
“Ahia!...Ron…ti…prego…”
“Ora fermati, le stai facendo davvero male” Harry finalmente era intervenuto, non sopportava vedere l’amica in quello stato, non dopo le parole che le aveva rivolto Ron…aveva esagerato stavolta e lo schiaffo se l ’era meritato. Ma evidentemente il diretto interessato non l ‘aveva ancora capito.
“ Harry stanne fuori, non sei stato tu ad aver avuto uno schiaffo!”
“ Basta…ora!” era un comando, per niente mascherato. Ron le lasciò con così tanta poca grazia il polso, che Hermione cadde all ‘indietro sulla panchina. Restavano tutti ancora in religioso silenzio, solo un piccoletto del primo anno si avvicinò tremante alla grifoncina.
“Signorina Hermione, la professoressa Mc Granit la vuole vedere”
“Grazie Jeremy”
Hermione si alzò tenendosi il polso che le faceva ancora male e, correndo, si diresse verso l ‘ufficio della vicepreside.

 
FINE FLASHBACK
 
Da qui in poi i racconti diventavano sbiaditi, le lacrime offuscavano persino la memoria.
Ricordava di essere entrata nell’ufficio, essersi seduta e aver sentito quello che non voleva sentire.
“Hermione ti devo confessare che sono molto delusa, non mi aspettavo un così brutto voto in un mio compito, in Trasfigurazione, una materia che se non ricordo male ti piace molto. Ma è successo qualcosa? Se non ti sentivi bene possiamo rifarlo se sei d ‘accordo.”
Ricorda lei che annuiva, ma non ricorda nulla del discorso della vicepreside, troppo impegnata a pensare di voler scappare da lì per prestare attenzione a quello che le si diceva. Infine, ricorda di essere scappata.
Ora stava ancora correndo, stava ancora correndo, si doveva essere fatta due volta l’intero castello e non se ne era accorta, era stanca, ma non si voleva fermare, voleva continuare a correre.
Ma le gambe ad un certo punto cedettero, non per volontà della proprietaria.
Hermione si accasciò a terra dolorante, era stremata per la corsa, le gambe le facevano male e il polso le si era gonfiato. In più continuava a pensare a degli occhi di ghiaccio che non c’entravano praticamente nulla e che non sapeva nemmeno di chi erano e quando li aveva visti.
 E continuava a piangere, le lacrime le rigavano il viso cadendo in piccole goccioline sul pavimento ghiacciato.
Qualcuno doveva aver lasciato la finestra aperta perchè una corrente d’aria fredda le arrivava alle spalle. Tremava, aveva freddo, ma non aveva la forza di alzarsi e di chiuderla. Così impugnò la bacchetta ma prima di poter dire la formula, si sentì un tonfo, la finestra si chiuse e la corrente cessò.
Cadde un silenziò, rotto solo dai singhiozzi di Hermione che non aveva smesso di piangere; ma si arrestò non appena un profumo di menta l’avvolse e due braccia forti ma delicate la strinsero ad un corpo che doveva essere stato scolpito da anni di allenamenti di Quiddich.

 
 ***********
      
      19.20 – corridoi di Hogwarts
 
Draco Malfoy correva, doveva raggiungerla, doveva consolarla, doverla farle sapere che dopo la guerra era cambiato, che non era più l’arrogante viziato figlio di papà, anche perché il caro vecchio Lucius ora si trovava ad Azkaban e li doveva restare.
 Aveva fatto uscire il vero Draco e tutto solo per lei e lei questo lo doveva sapere; ma non riusciva a trovarla, sapeva che era stata dalla vecchia ma il suo ufficio era vuoto, era sicuro di aver visto i suoi boccoli sparire dietro l’angolo, ma dietro l’angolo non c’era nessuno.
 Lei non sapeva dove andare, perciò correva senza una meta, voleva scappare da qualcosa di orribile per lei,  Draco ne era certo, ormai la conosceva troppo bene: l’aveva osservata molte volte durante questi mesi senza mai farsi scoprire ed era arrivato alla conclusione che l’amava,  l’amava da anni e non se ne era mai accorto, probabilmente dal terzo, più precisamente da quando lei gli aveva tirato quel pugno e lui non aveva saputo reagire, non aveva voluto reagire.
Se ne era andato, era scappato, giurando di vendicarsi, ma non si era mai vendicato.
 Ora capiva il perché…perché l’amava e non avrebbe mai potuto farle del male.
 La messa in scena che dovevano recitare lui e Blaise davanti a  loro faceva male ad entrambi, perché anche il suo amico aveva il suo piccolo segreto.
Ma la mezzosangue questo non lo sapeva, maledizione a lei che non si faceva trovare! Ma era sicuro che stesse ancora correndo proprio come lui.
E lui doveva correre, per raggiungerla, aveva in mente solo lei e quello che era successo poche ora prima.  
 
FLASHBACK
 
   15.30 – dormitorio dei Serpeverde
 
Draco era disteso a pancia allinsù, sulle coperte di seta del suo letto a baldacchino. Aveva un braccio sugli occhi e l ’altro che gli penzolava fuori dal letto. Era quasi ora di cena ma lui stava pensando alla “sua” mezzosangue, perché presto sarebbe diventata sua ne era certo. Nel frattempo, pensava al  modo migliore per dichiararsi…perché la Granger era diversa, non sarebbe caduta ai suoi piedi come tutte le altre…e forse proprio per questo le piaceva da matti!
Toc – Toc
Al diavolo la porta voleva ancora pensare a lei…
Toc – Toc
 …ai suoi occhi, i suoi capelli, al profumo di vaniglia che emanava…
“ Draco ci sei?”
“ No Blaise, non ci sono”
Sentì l’amico armeggiare un po’ con la serratura, poi la porta si aprì rivelando Blaise Zabini: 1.80, fisico da paura, capelli un po’ ribelli neri, carnagione olivastra e occhi di un ‘azzurro oltremare, segno distintivo di ogni Zabini.
“ Amico è ora di cena”
“ Mmm…”
Blaise si sedette sul bordo del letto pronto a psicanalizzarlo.
“ L ‘hai incontrata di nuovo?”
“ Mmm…”
“ Non è andata molto bene vero?”
“ Mmm…”
“ Direi che è andata malissimo”
“ Ma che cazzo vuoi Blaise?” non lo sopportava quando riusciva a capiva tutto al volo!
“ Aiutarti.“ da come lo diceva sembrava la cosa più semplice del mondo…ma non lo era, almeno, non per lui.
“ Ma vai ad aiutare lo Sfregiato!”
Ora Draco aveva toccato un tasto mooolto dolente, lo sapeva, ma era stato più forte di lui. Vide l ‘amico irrigidirsi e assottigliare lo sguardo ma quando parlò il tono di voce, diversamente da quanto si potrebbe pensare, era calmo e pacato solo i pugni ancora serrati tradiva quanto in quel momento fosse nervoso.
“ Senti Draco, per quanto mi piacerebbe farlo non posso. Quindi, se vuoi il mio aiuto, perché lo vuoi, dimmi cosa ti è successo senza tante storie. Altrimenti ti saluto! È ora di cena e sto morendo di fame!” Così dicendo Blaise Zabini, incoraggiato dal silenzio dell ‘amico, si alzò diretto alla porta.
Ma Draco non lo poteva permettere: aveva bisogno di qualcuno che gli desse delle risposte, che lo ascoltasse, che lo aiutasse a chiarirsi le idee, e Blaise era qui per questo.
Però lui tutto questo non glie lo poteva di certo dire: diamine, rimaneva pur sempre un Malfoy! L’amico aveva già aperto la porta quando la sua voce lo raggiunse.
“ Stamattina, l ’ho incontrata stamattina, al quinto piano, stava andando a Babbanologia. Non mi chiedere come faccio a saperlo: so il suo orario a memoria…”
“ Non te lo stavo chiedendo, non sei l ’unico a sapere a memoria l ‘orario della persona che ami.” Disse Blaise sorridendo. Draco ricambiò il sorriso, anche se si dovette sforzare, e fece cenno all ‘amico, che intanto aveva chiuso e sigillato la porta, di sedersi sulla poltrona di fronte al letto dove lui era seduto con la testa tra le mani.
“ Sembrava sconvolta, non mi vide neanche, ma io si e morivo dalla voglia di sentire la sua voce. Così l ‘ho salutata con un banale ‘ Ciao Mezzosangue’ e lei ‘ Senti Malferet oggi non è giornata e vedi di sparire il più presto possibile’. Non ebbi il tempo di risponderle che già se ne era andata. Cazzo Blaise mi odia, mi odia!”
“ Uff…non ti preoccupare! Era soltanto arrabbiata con qualcuno che non eri tu e tu, ti trovavi al posto sbagliato al momento sbagliato. Niente di più. Non fasciarti la testa prima di essertela rotta!”    
“ Ah Blaise! Non so più che pensare!”
“ Incomincia a pensare di andare a cena così almeno potrai vederla“
“ E se…”
“ Cazzo Draco sto morendo di fame!”
Arrivarono in Sala Grande che già tutti erano presenti e avevano cominciato a mangiare, ma appena si sedettero al loro tavolo verde – argento subito un sonoro “ ciaf “ catturò la l ‘attenzione del bel moretto e quella di tutta la Sala, tranne quella del biondino.
“ Draco guarda!”
“ Mmm…” ma Draco sembrava avere occhi solo per il suo piatto…vuoto.
“ Amico la Granger ha schiaffeggiato la Donnola…e lui non l ‘ha presa affatto bene!”
“ COSA?!” ok ora aveva anche l ‘attenzione del principe delle serpi.
Il suo sguardo volò immediatamente al tavolo dei grifoni dove il Pezzente con la guancia rossa stava strattonando per un polso la SUA Mezzosangue.
“ Draco ma che cazzo fai?! Siediti immediatamente!” si era alzato, anzi era letteralmente schizzato non appena aveva visto la scena e sembrava che avesse tutta l ‘intenzione di sperimentare un Crucio.
“ Amico CA – LMA – TI!” Blaise lo stava strattonando per un braccio per farlo sedere ma ovviamente senza successo infatti lui non ne aveva nessuna intensione.
“ Non posso Blaise, lui la sta facendo male, io devo…”
“ Tu non devi niente! Secondo te cosa si chiederà quando ti vedrà prendere a pugni Lenticchia? Ci hai pensato? Non capirà, si sentirà ancora più spaventata di ora, penserà di essere presa in giro e allora ti odierà per davvero!”
Con uno strattone più potente degli altri Blaise riuscì a far tornare al proprio posto Draco che dopo le parole dell ‘amico aveva serrato spasmodicamente i pugni.
“ Basta…ora!” la voce di Potter li raggiunse chiara come un comando che Weasley accolse lasciandole il polso che lei ora si teneva con l ’altra mano.
“ Hai visto Draco? Si è risolto tutto per il meglio grazie a Potter”
“ si , si, grazie a lui” Draco alzò gli occhi al cielo e si girò verso l ‘amico dicendo con voce più decisa che mai “ Weasley me la pagherà, stai pur certo che la pagherà!”
Ma quando si girò per guardarla nuovamente lei non c’era. Ma in compenso vide i suoi capelli sparire oltre la porta della Sala Grande. Senza pensarci due volte afferrò il mantello e uscì con l ‘intenzione di raggiungerla.

 
FINE FLASHBACK
 
Già, il suo amico, l’aveva lasciato solo senza neanche una spiegazione. Ma lui avrebbe capito, almeno lo sperava. Ora la stava rincorrendo: ma dove cazzo era quella stupida Mezzosangue!?
All’improvviso udì un rumore provenire dalla fine del corridoio ‘ Ti prego fa che sia lei, fa che sia lei ’.
Avvicinandosi riconobbe dei singhiozzi ‘Ti prego fa che sia lei, fa che sia lei ’, un’inconfondibile profumo di vaniglia:è lei, l’aveva trovata! Ma poi si ricordò dei singhiozzi, stava piangendo. La Donnola l’avrebbe pagata cara. Parola di Draco Malfoy!
Le arrivò alle spalle e si fermò ad osservarla. Era seduta sui talloni con le mani appoggiate a terra, vide il polso gonfio e serrò istintivamente i pugni ma li allentò quasi subito, non appena vide le sue spalle scosse dai singhiozzi: lui non sapeva che fare, l’aveva raggiunta, e ora?
La vide tremare, e si accorse che una corrente non molto piacevole entrava da una finestra lasciata aperta da qualche imbecille del primo anno. Almeno aveva trovato qualcosa da fare. Recitò in mente un incantesimo non verbale e con un movimento della bacchetta, la finestra si chiuse con un tonfo.
Cadde un silenzio rotto solo dai suoi singhiozzi, non sopportava vederla soffrire in questo modo, così seguì l’istinto e l’abbracciò da dietro sicuro di beccarsi qualche fattura non appena avrebbe scoperto chi fosse.

 
 **************
   
Hermione non si sentiva così bene da, da…secoli. Piangeva ancora ma ora era più uno sfogo o altro. Racchiusa in quell’abbraccio si sentiva la persona più speciale della Terra.
Ma non sapeva neanche chi fosse la persona che la faceva sentire in questo modo, di sicuro non la conosceva. Così provò a girarsi per scoprirlo.
Dal canto suo Draco si sentiva rinato in quell’abbraccio.
Quante volte aveva sognato di stringerla tra le braccia e respirare il suo profumo così da vicino, ma fraintese quando lei si girò. Pensava che lo volesse abbandonare, che aveva capito chi era, così la strinse ancora più forte facendole affondare il viso nella sua spalla mentre lui immergeva la testa nei suoi capelli che profumavano di vaniglia.
Ognuno si stava inebriando del profumo dell’altro, quando un singhiozzo di Hermione ruppe involontariamente l’atmosfera che si era creata intorno ai due ragazzi.
“ C-chi s-sei?” era ancora un po’ scossa ma rispetto a prima si era calmata e Draco la trovava ancora più bella così indifesa tra le sue braccia.
Ora però voleva sapere il suo nome, non l’aveva riconosciuto, come poteva?
Non si era mai comportato con nessun altro così, forse solo con Blaise.
Ma non la voleva ingannare, quindi, doveva dirle la verità anche se questo significava la fine per lui.
Questo sogno era destinato a finire.
Prima però si doveva dichiarare: ora, o mai più.
E meglio ora, non voleva arrendersi senza neanche averci provato e aver saputo lei cosa ne pensasse, se lo odiava davvero, doveva sapere.
“ Ognuno di noi porta una maschera. La tua…è quella della forte regina dei Grifoni”.
Hermione era confusa, ma quelle parole erano così dannatamente vere!
Come faceva a sapere che lei aveva sempre portato quella maschera? Non lo conosceva nemmeno.
Non ricordava di aver mai sentito una voce così dolce ma al contempo anche così decisa.
 Se tutti portavano una maschera, lui da cosa si travestiva? Forse così l’avrebbe finalmente riconosciuto.
“ E tu? Che maschera porti?”
“ Io? Quella dell’arrogante principe delle Serpi”.

 
 *************

Intanto fuori dalla sala grande…
 
“ Ma dove cazzo è andato quello stronzo?” Blaise era furioso. Draco l’aveva lasciato solo da un momento all’altro e nel bel mezzo di una chiacchierata. Era inammissibile!! Come aveva potuto farlo?!
E mo cha cazzo era sto profumo di colonia?!?
Un attimo…colonia…ho no!
“ Sai dov’è andato il Furetto??”
È lui, è lui…calma Blaise…non gli saltare addosso…calma…
“ Zabini ma mi senti? Ti ho chiesto dov’è andato Malfoy! Mica stava rincorrendo Hermione? Non si deve neanche azzardare a toccarla oppure io…”
“ Si si…dacci un taglio Harry, aveva solo dimenticato dei libri ed è andato e prenderli” Per quanto gli piacesse ascoltare la sua voce doveva indossare la maschera di Serpeverde e questa diceva di non ascoltare i Grifondoro per quanto potessero essere dannatamente affascinanti. Un attimo…Harry? L’ho chiamato Harry? Oh cazzo e mo che m’invento?! Vabbè l’indifferenza è la miglior arma!
“ C-come mi hai chiamato?” ho dio come è bello imbarazzato! Imbarazzato? Perché è imbarazzato?
Indifferenza…indifferenza…
“ Vado da lui, si deve essere perso visto che non torna” ma che scusa patetica! Ne potevo trovare una migliore…comunque, ora è fatta. Meglio muoversi prima cacciarsi in qualche guaio!
“ Aspetta! Perché mi hai chiamato Harry?”
“ Ah…ma vaffanculo Potter!” Scusami amore mio…
Blaise se ne andò senza mai voltarsi indietro…quindi non vide  la lacrima solitaria che ora stava percorrendo la guancia di Harry…ma perché si sentiva così?
Diamine è soltanto Zabini!
Che gli stava succedendo? Forse…si aspettava un po’ più di gentilezza dopo sette anni passati insieme…
Ma perché si stava facendo tutte queste paranoie?
“ Piantala Harry è solo un Serpeverde!” si ripeteva fino al ritratto della signora Grassa e, dopo averlo superato ed essersi buttato sul letto, si addormentò.
Dal canto suo Blaise stava affogando il dolore in due bottiglie di whisky incendiario. Seduto sulla poltrona della stanza che condivideva con Draco, guardava il fuoco di fronte a lui senza vederlo.
Non poteva crederci…aveva davvero detto quelle parole a lui…proprio a lui…lo aveva perso per sempre.
Dopotutto era un Serpeverde, e loro non si innamoravano dei Grifondoro.
“ Sono solo un Serpeverde!” e con questa convinzione Blaise si abbandonò alle braccia di Morfeo.


Spero vi sia piaciuto!! e lasciate un commentino please ;)
  
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