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Autore: ownworld    27/02/2012    2 recensioni
[ONE-SHOT]
“Ma che fai?”
Riuscii a dire. Speravo di non cominciare a balbettare o roba simile, per non fare la figura della stupida. Lui mi guardò negli occhi, mi sorrise e lentamente si avvicinò. Poi d'improvviso, neanche il tempo di realizzare, tornò tutto come prima. Lasciò il mio fianco e tornò a camminare come se non fosse successo niente. Lo raggiunsi.
“Vuoi spiegarmi?”
“Volevo solo verificare. E' vero, non ti piaccio.”
Detto questo corse dal suo amico e io tornai sulla mia strada.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I want to be loved by you. 



 

Avete presente quelle sere in cui ci si sente stanchi della monotonia delle giornate?
Sveglia, scuola, pranzo, compiti, il weekend si esce, cena, letto e si ripeteva il giro.
Quando non puoi fare niente, se non rimanere ad osservare lì ferma e aspettare qualcosa che non arriverà mai a salvarti.
Quella prima era stata esattamente uguale.

Elisabeth dormiva. In quei casi l'unica cosa che voleva era che la giornata finisse il prima possibile, e l'unica cosa che poteva far durare meno di 24 ore una giornata di merda era andare a letto presto e sperare di svegliarsi felice e contenta come se non fosse successo niente. Non voleva essere svegliata da niente e nessuno, ma, come se avesse sentito i suoi pensieri e volesse farle un dispetto, il cellulare cominciò a squillare. Lo prese di malavoglia dal comodino alla sua destra e guardò lo schermo con gli occhi socchiusi, ancora mezza addormentata. Il cellulare segnava un numero sconosciuto.

“Pronto?”
“Beth! Se ti ho svegliata, perdonami. Ti ricordi di me?”

Quella voce l'avrebbe potuta riconoscere tra miliardi. Certo che si ricordava di lui, purtroppo. Aveva anche cancellato il suo numero per dimenticarlo, ma non era cambiato tanto.

“...Louis?”
“Per un momento pensavo non mi riconoscessi! Come stai?”
“Si va avanti. E tu? Come mai mi hai chiamata?”
“Io sto bene, grazie. Volevo sapere se devi andare alla pizzata che hanno organizzato Lucas ed Emily.”
“Ah già, me la ero dimenticata.. Si comunque, ho già dato la conferma. Tu invece?”
“Si, e ti chiamavo per dirti che hanno cambiato giorno e invece di Sabato l'hanno spostata a Venerdì. Sai, hanno dato a me il compito di avvisare tutti...” rise un pochetto.
“Sì, ho capito. Comunque per me non c'è problema.”
“Perfetto. A Venerdì, allora!”
“Ciao Louis.”

Louis era un vecchio compagno di Elisabeth. Avevano la stessa età e adesso frequentavano l'ultimo anno di liceo, ma quando erano entrambi al terzo la loro scuola fu chiusa a causa delle poche iscrizioni. Andarono tutti in scuole differenti e così adesso volevano organizzare una rimpatriata. Beth aveva accettato di malavoglia proprio per la presenza di Louis. Fin dal primo anno le era piaciuto tantissimo e non aveva smesso neanche quando cambiò scuola e non lo vide più. Diciamo che adesso si era messa la testa a posto, ormai erano passati due anni e lei era stata con altri ragazzi, ma sentire di nuovo la sua voce le aveva fatto ricordare tanto. Era stato il suo primo amore e in cuor suo sapeva che rivederlo le avrebbe fatto male.


“Quindi mi stai dicendo che Nick Hill di 3B non ti piace? Ma dai, non farmi ridere!”
Louis rideva di gusto, il che mi dava fastidio. Nessuno mi credeva quando dicevo che non mi piaceva quell'armadio, era lui che mi stava addosso ogni giorno. Avrei voluto urlargli contro che in realtà una persona che mi piaceva c'era, ed era lui, ma avrei rovinato tutto.
“Te lo giuro, davvero.”
“Dai, faccio finta di crederti. Sai che girano voci su noi due?”
Metà scuola aveva capito che mi piaceva, solo lui non se ne era accorto.
“Dicono che io ti piaccia.”
“Ah bè, non è una novità che girino queste voci. Ormai ci sono abituata.”
“E tu che ne pensi?”
“Semplice: tutte cazzate.”
Lo guardai sperando che non sospettasse niente, e dalla sua faccia sembrava proprio che quella frase non gli avesse fatto nessun effetto. Ormai non ci speravo neanche più in un suo probabile interesse verso di me, me l'aveva fatto capire in tutti modi che non gli piacevo e io non ci avrei più provato. A volte non importa quando duramente ci provi, non puoi sempre far andare le cose per il verso giusto, pensavo. I miei pensieri furono interrotti dal braccio di Louis che mi prese per un fianco e sbattendo la mia schiena al muro avvicinò la sua faccia alla mia fin troppo. Mi girai dall'altra parte per non fargli notare le mie guance che ormai andavano in fiamme.
“Ma che fai?”
Riuscii a dire. Speravo di non cominciare a balbettare o roba simile, per non fare la figura della stupida. Lui mi guardò negli occhi, mi sorrise e lentamente si avvicinò. Poi d'improvviso, neanche il tempo di realizzare, tornò tutto come prima. Lasciò il mio fianco e tornò a camminare come se non fosse successo niente. Lo raggiunsi.
“Vuoi spiegarmi?”
“Volevo solo verificare. E' vero, non ti piaccio.”
Detto questo corse dal suo amico e io tornai sulla mia strada.

 

Era arrivata la sera della pizzata e Beth si sorprese stranamente calma. Si mise un vestito che le scendeva poco prima delle ginocchia blu turchese, uno di quei vestiti semplici ma che sulle persone giuste faceva colpo. Elisabeth era una di quelle. Non si aspettava tanto da quella pizzata, “saluto tutti, mangio, una chiacchierata veloce e tutto tornerà come prima”, continuava a pensare. Si soffermò al 'e tutto tornerà come prima', e si rese conto che probabilmente quelle poche ore le avrebbero rovinato tutto il lavoro fatto durante quei due anni. Rivederlo le avrebbe scombussolato i suoi sentimenti, perchè in fondo sapeva di non esserselo dimenticato realmente, sennò non le avrebbe fatto quell'effetto sentire la sua voce al telefono. Il bello, anzi, il brutto, era che non poteva fare altro che non fosse andare alla pizzata e sbavargli dietro. Le tornò in mente la serata precedente e si sentì esattamente uguale.

"Bene, un'altra giornata di merda."

Disse tra sé e sé, così prese le chiavi della macchina e si diresse verso il Purple Sage.
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“Beth, stai benissimo! Non ti ricordavo così bella.”

Era appena scesa dalla macchina e già era arrivata il capitano del gruppo delle oche a fare la lecchina, Cheryl. Aveva sempre odiato le sue compagne, o almeno, la maggior parte. Erano quel tipo di persona che ti fa i complimenti e appena giri la faccia dice l'esatto contrario alla sua amica, che fa lo stesso con le altre. In quel gruppo di persone nessuno si vuole bene per davvero, e Beth pensò a tutto quello che si perdevano. Ma non diede tanta importanza, quindi le sorrise e accennandole un 'grazie' andò a salutare gli altri. Non era cambiato nessuno, erano tutti esattamente uguali dall'ultimo giorno di scuola di terza liceo, Beth ci rise su. Pensava a quanto sarebbe stato bello rimanere con lo stesso aspetto di un sedicenne anche a quarant'anni, ingannando la vecchiaia. Le venne in mente la figura di un anziano di sessant'anni con il viso da adolescente e si mise a ridere, così tutti la notarono.

"E' arrivata Elisabeth! Sempre a ridere da sola, non cambi mai, eh?"
"Ciao ragazzi."

Cassie e Jeremy la accolsero in un meraviglioso abbraccio. Loro due erano le persone con cui aveva legato di più, e anche quelle che le mancavano da impazzire. Purtroppo la chiusura della scuola comportò anche il trasferimento di alcuni, tra cui loro due, così smisero di vedersi.

"Dio, Beth, mi sei mancata da morire. Neanche ti immagini."
“Anche a me, sono così contento di rivedervi.”

Elisabeth sorrise, sapeva che loro erano le uniche persone di cui poteva fidarsi ciecamente senza avere dubbi. Questo lo pensava anche quando stavano in classe assieme, e il fatto che loro due si fossero trasferiti non cambiò mai il loro rapporto. In qualche modo riuscivano a sentirsi sempre, al cellulare, o anche al computer. Ormai la tecnologia era così avanzata che non si sarebbe sorpresa se avessero trovato il modo di materializzarsi da un luogo all'altro solo grazie ad un programma da scaricare gratuitamente. La distanza non conta niente quando si parla di amicizia, pensava, perchè l'importante è volersi bene tutti i giorni, non vedersi. E, a parere suo, la distanza aumentava anche il sentimento.

"Anche voi ragazzi, davvero tanto."
“Bè, adesso che abbiamo finito i saluti, possiamo entrare? Aspettiamo gli altri dentro.”

Lucas ed Emily, che avevano organizzato la pizzata, dissero al cameriere di portarli al tavolo e tutti cominciarono ad entrare.

"Hey ragazzi, piano! Non vi starete mica dimenticando di me?”

Elisabeth si girò e vide Louis correre verso di loro intento a raggiungerli prima che entrassero in sala. Come sospettava, ecco arrivare il groppo in gola e la gola secca. No, non le era passato niente, Louis Tomlinson le piaceva quanto il primo giorno in cui l'aveva visto, se non di più. Continuava a pensare a come fosse possibile, a tutto quel lavoro fatto in quel tempo, a tutta quella distanza che li aveva separati quando si fermò un attimo. Pensò a quello che si era detta pochi minuti prima; la distanza aumenta il sentimento. Probabilmente le era mancato talmente tanto da volerlo ogni giorno sempre di più, e la sua mente glielo aveva nascosto per tutto quel tempo solamente perchè voleva dimenticarsi di quel ragazzo. "Dimentica le persone che ti dimenticano", diceva, ma questa volta non aveva funzionato. Rise ironicamente e guardò lo schianto di ragazzo che le si era piazzato di fianco.

"Che sorpresa, Beth, non sapevo fossi diventata così carina."
“Sei la quarta persona che me lo dice stasera Tomlinson, non ci crederò comunque.”
“Perchè non dovresti?”
“Semplicemente perchè ho uno specchio in casa e non sono cieca.”
“Però sei miope.”

Elisabeth arrossì e le fece piacere che lui si ricordasse qualcosa su di lei. Sinceramente, pensava si fosse dimenticato anche il suo nome. Rise.

"Vabbè.."
“Vabbè niente, accetta il complimento e basta.”

Le sorrise.

"Va bene, non mi lasci scelta."

Si sedettero nel loro tavolo, Louis da un lato e Elisabeth dall'altro. Erano lontani, e lei voleva proprio quello; stargli lontano il più possibile. Aveva capito che qualunque cosa facesse non aiutava. Più parlava con lui più cuore le batteva a mille, più cercava di dimenticare e più le tornava in mente, più gli stava lontana e più gli mancava. Alla fine decise di sedersi vicino a Cassie e Jeremy per parlare di quello che fosse successo in quei due anni, così sarebbe stata lontana da lui e non gli avrebbe né parlato né ci avrebbe pensato. “Perfetto”, pensò. A pochi passi da lei, però stava succedendo quello che aveva sempre desiderato, ma era troppo occupata a cercare di dimenticarselo per capire che girarsi sarebbe stato più facile.
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“E vi ricordate quando Veronica urlò contro la professoressa e quando le disse di andare dal preside lei la mandò a cagare?”

Tutti si misero a ridere. La situazione era passata dal parlare ognuno dei fatti suoi con i propri amici a 25 persone che parlavano tutte assieme di fatti successi a scuola e che ridevano sguaiatamente, facendo un casino assurdo. Elisabeth dopotutto stava passando una bella serata.

"E come scordarselo.."
“E quando giravano le voci tra Louis ed Elisabeth?”

Come non detto.

"Erano state smentite, ma io ho sempre creduto che fra quei due ci fosse qualcosa. Sbaglio, Louis?"

Ecco Cheryl che, prontamente, rovinava la serata.

"Scusate."

Elisabeth poggiò il fazzoletto che stava usando per pulirsi sul tavolo e si diresse verso l'uscita, aveva detto che le mancava l'aria ma nessuno ci aveva creduto.

"Tutto bene?.."

Louis l'aveva seguita perchè si sentiva colpevole, e in qualche modo voleva rimediare.

"Si, tranquillo."

Elisabeth disse quelle parole forse con troppa pressione.

"Beth, non te la sarai presa per la storia che ha tirato fuori Cheryl, vero?"
“Tu proprio non capisci. Sei ottuso, Tomlinson.”

Si era stancata. Si era stancata di Louis che non capiva niente, di Cheryl che le aveva rovinato quei tre anni di liceo facendole sempre fare figure di merda davanti a lui, dei suoi compagni di classe, del suo cuore che impazziva quando parlava con quel ragazzo. Si era stancata di tutto, e non poteva dire niente. Era stanca anche di nascondere tutto dentro.

"Come scusa?"

L'aveva sentita, ma non sapeva se prenderla sul serio o ironicamente.

"Niente, niente."
“Ok... Senti, io torno al tavolo.”

Louis fece per girarsi e tornare al tavolo, ma Elisabeth lo prese per un braccio e lo tirò verso di sé, baciandolo. Lo immaginava da cinque anni quel momento e scoprì che baciare Louis Tomlinson era anche meglio di quello che si era immaginata. Nel momento in cui le loro labbra si toccarono sentì un intero zoo nel suo stomaco. Perchè lei no, lei non si limitava alle farfalle. Le farfalle erano troppo poco, erano troppo piccole, erano una cosa insignificante in confronto a quello che lei provava per quel ragazzo.
Si staccarono e lui prese una faccia confusa.

"..Perchè?"
“Un conto in sospeso.”

Lui fece per non capire, poi si ricordò. Lei si era girata ed era già tornata a guardare il cielo, e non si accorse del sorriso che il ragazzo le stava rivolgendo proprio dietro di lei. Non si accorse di niente, e il ragazzo pensò che quello non gli bastava, così la prese per i fianchi e la ribaciò, questa volta più deciso.

"Meglio, no?"

Louis aveva già capito dal suo sguardo quello che pensava. Lei si era completamente persa in un altro universo, gli sorrideva e lo guardava negli occhi. Pensava a cosa fosse appena successo e a quanto fosse stato bello.

"Non so perchè io ti abbia fissata tutta la sera... Non so neanche perchè adesso non abbia voglia di lasciarti andare."

Abbozzò una risata, guardandola negli occhi e stringendola come se la volesse tutta per sé e non la volesse lasciare a nessun'altro.

"Non so niente, come sempre, ma ho capito una cosa.. Ti ho lasciata perdere una volta, ed è stato uno sbaglio. Se tu lo vorrai, non ti lascerò mai più."

Prima ancora che lei realizzasse la situazione, lui la baciò sperando in una risposta positiva. Pensò a tutto quello che lui le aveva fatto passare, a quanto lei si fosse impegnata per non ricascarci, a quanto lui probabilmente le avrebbe fatto male col passare del tempo. “Al diavolo”, pensò, “al futuro ci penserò. Non mi lascerò scappare un'altra volta il mio sogno dalle mani.” e così si staccò, guardò dritto negli occhi e annuì sorridendo. Lui gli rivolse uno dei sorrisi più belli che lei avesse mai visto e che lui avesse mai fatto. “Come scappi via dalle cose che hai nella tua testa?”, disse tra sé e sé, e capì di essere stata una stupida per tutto quel tempo a non essersi mossa. Quella notte sarebbe tornata a casa con Louis nei suoi pensieri, proprio come aveva temuto qualche giorno prima. Ma sicuramente, ne sarebbe stata più che felice.

“Volevo solo verificare. E' vero, non ti piaccio.”
Mi girai e andai verso Josh, che era appena arrivato.
“Progressi con Elisabeth?”
Ripensai al modo in cui lei girò la testa non appena mi avvicinai al suo viso per baciarla.
“Terra chiama Tomlinson! Ci sei? Dovresti fare la prima mossa.”
Mi sorpresi assurdamente triste. Non pensavo che Elisabeth mi piacesse così tanto. Era dal primo anno che provavo qualcosa per lei, ma non mi ero mai accorto di quanto fosse grande.
“Non gli piaccio Jo'.”
“Dai su, non dire così. Per me, non c'è persona a cui tu sia piaciuto di più che non fosse Elisabeth.”
“Non hai visto la faccia..”
“Ma non ti arrenderai così, vero?”
Certo che no. Sono tre anni che mi piace quella ragazza, probabilmente è una delle persone che mi siano mai piaciute di più in tutta la mia vita. Ma che dico, togliamo il probabilmente, lei è fantastica. Non so come abbia fatto, ma in poco tempo lei e quel suo carattere che tanto mi piaceva mi hanno fatto impazzire. Elisabeth è tutto per me. E lo sarà sempre.
“Non mi arrenderò mai. Un giorno sarà mia, lo giuro.”
Così tornammo per la nostra strada, diretti alla palestra.

 

Ciao a tutti :)
E' la prima fanfiction che pubblico e sopratutto che scrivo, e...
A dire la verità ne sono abbastanza soddisfatta, lol.
Non sono sicura di riuscire a scriverne una a più capitoli, perciò ho provato con una one-shot :)
Vorrei tanto sapere che ne pensate, perciò perdereste 2 minuti del vostro tempo a lasciarmi una recensione?
Che sia critica o positiva, voglio solo sapere la verità. uu
Grazie mille in anticipo e grazie comunque per aver letto,

- Rob .

  
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