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Autore: Amor31    27/02/2012    2 recensioni
Quante volte abbiamo sperato di realizzare il nostro sogno d'amore,
ma ci siamo sentiti bloccati da un timore spesso infondato?
Immaginate una ragazza ed i suoi sentimenti.
Immaginate un ragazzo dal dubbio comportamento.
Karen e Ian.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore e timore


Lunedì mattina.
-Ciao, zia! Ci vediamo all’una e mezza, d’accordo?-. La ragazza salutò allegramente la donna e, uscita dall’automobile, entrò di corsa nell’edificio alle sue spalle.
-In ritardo anche oggi. Uffa, speriamo che non sia ancora suonata la seconda…-. Non ebbe il tempo di finire di formulare la frase: il trillo acuto della campanella la bloccò nel bel mezzo della prima rampa di scale.
-Devo sbrigarmi. Ti prego, fai che il professore non sia ancora arrivato in classe!-.
Raggiunse il secondo piano ed attraversò il corridoio che la separava dall’aula. -Per favore, che la porta sia aperta…-. Le sue speranze si infransero davanti alla porta inevitabilmente chiusa; dall’interno provenivano le voci dei suoi compagni, intenti nella preghiera di inizio lezioni. La ragazza si fermò per alcuni istanti, aspettando che tornasse il silenzio. Poi entrò.
-Buongiorno a tutti. Salve, professore-.
-Ancora cinque minuti di ritardo, eh? Lo sai che ci si deve trovare in classe alle 8.20 o forse il regolamento non è chiaro?-. La ragazza si limitò ad abbassare lo sguardo. Poggiò lo zaino a terra, vicino alla sedia, ed estrasse i libri, mentre l’insegnante cominciava a parlare della nuova lezione; sistemando le sue cose lanciò un’occhiata al posto libero alla sua sinistra: come al solito lui non c’era ancora. -Che sia in ritardo anche oggi?-. Ci pensò su solo un attimo, poi iniziò a prendere appunti, ma la spiegazione fu interrotta da qualcuno che stava bussando. -Avanti!-. La ragazza allungò il collo nella speranza di veder arrivare la persona giusta, ma comparve la segretaria.
 -Ragazzi, questa è una comunicazione da far firmare a casa, quindi scrivete…-.
Cinque minuti dopo la lezione riprese. Karen guardò l’orologio: erano le nove meno un quarto; ormai non sarebbe più arrivato. -E va bene, oggi starò da sola. Ma in fondo chi se ne importa, non posso far ruotare la mia vita attorno a lui. Bisogna essere indipendenti!-. Il resto dell’ora trascorse piacevolmente;  al suono della campanella si scatenò il panico, ma l’ordine fu ripristinato dal Preside. -Avrete la mia supplenza. Approfittatene per ripassare. Non voglio sentir volare una mosca, mi raccomando-. Karen prese il libro di Inglese e rilesse il paragrafo evidenziato da penne colorate. Era sicura che quel giorno sarebbe stata interrogata. Terminata la lettura, gettò uno sguardo alla sedia vuota lì vicino e non riuscì a frenare i propri pensieri. -Speriamo che stia bene… Non vorrei che fosse fermato dall’influenza proprio in questa settimana di esami-. Tornò al libro e ricominciò daccapo. Tutto era silenzio; sembrava che gli altri trattenessero il respiro per non interrompere la quiete. Poi, all’improvviso, l’armonia fu spezzata dai battiti alla porta.
-Avanti!-.
-Buongiorno, Preside, e scusi il ritardo. Ho avuto un problema serio a casa e mio padre ha potuto accompagnarmi solo adesso-.
-Non preoccuparti, Ian, vai pure a sederti. Ripassa la lezione della prossima ora come i tuoi compagni-. Il ragazzo prese posto al quarto banco, al fianco di Karen. Gli occhi pieni di una luce nuova ed il cuore a mille erano solo piccole testimonianze della felicità della giovane. -Ciao-, la salutò Ian. -Tutto bene?-.
-Oh si, grazie. Dovrai recuperare gli appunti di Letteratura, e non sono pochi-.
-Hai ragione. Che cosa stai ripassando?-.
-Inglese. Mi chiamerà, non vengo interrogata da settimane-.
-Io devo rivedere gli esercizi di matematica. Non riesco a capire come applicare la regola. Tu hai avuto difficoltà?-.
-Poche, solo nei casi più difficili. Se vuoi posso aiutarti-.
-E con Inglese?-.
-È la quindicesima volta che rileggo le stesse pagine. Ormai le conosco a memoria. Dai, fammi vedere il quaderno di matematica-.
Ian poggiò nel mezzo del banco il suo quaderno e Karen controllò i vari passaggi. -Vedi, hai commesso questo errore di calcolo. Devi moltiplicare due numeri negativi; qui è la stessa cosa. Devi soltanto prestare più attenzione-.
-Grazie! Correggo immediatamente-.
Karen lo osservò mentre era intento a scrivere e sorrise: avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, eppure il ragazzo non se ne rendeva conto. A volte credeva che i suoi sentimenti fossero più che palesi, chiunque sarebbe potuto venirne a conoscenza. Soltanto Ian era indifferente, o almeno così le appariva. In altri momenti riteneva che il giovane la stesse semplicemente usando; probabilmente era interessato solo ai suoi risultati scolastici, non a moralità ed opinioni. Karen comunque non poteva non sentirsi bene con lui: ridevano, scherzavano, riflettevano insieme; conversavano tranquillamente di passioni comuni e si lanciavano sfide. Erano perfetti, l’uno equilibrava l’altra. Ma una cosa bloccava Karen: la timidezza. E per questo non avrebbe mai ammesso di nutrire  nei confronti di Ian qualcosa oltre l’amicizia. Ma se avesse avuto la forza di liberarsi da quelle catene che la opprimevano, avrebbe urlato al mondo intero i suoi sentimenti e tranquillamente svelato al ragazzo sedutole vicino che costituiva la sua forza, che svegliandosi era il primo pensiero ad attraversarle la mente, così come l’ultimo prima di addormentarsi. E la sua voce fungeva da melodia; era stato Ian a tirarla inconsapevolmente fuori dal periodo più buio della sua vita, era stato lui ad aprire la finestra del suo cuore affinché questo prendesse una boccata d’aria pura. Ed in quel momento quel ragazzo adorato, o più semplicemente amato, era lì, a meno di trenta centimetri da lei. Lo avrebbe stretto a sé in quell’istante stesso, se la ragione non l’avesse portata a frenarsi. Tutto rimaneva nascosto nei meandri più profondi di cuore e mente, in attesa. Quell’attesa che ciascuno di noi nella vita ha provato almeno una volta e che ci lascia sospesi nella paura: essere respinti e giudicati.   
 

   
 
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