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Autore: Blaina    27/02/2012    0 recensioni
Kurt Hummel è stato eletto come nuovo presidente degli USA ed è pronto per rivoluzionare l'America ma una delle più grandi associazione criminali americane gli è contro ed per un milione di dollari incarica un giovane, Sebastian Smythe, di ucciderlo.
“ Puoi, per piacere dirmi il tuo nome in modo che io possa ricordarmelo in paradiso? Ti metterò una buona parola con San Pietro, tanto è li che sto andando giusto?”
Poi mi guarda e mi indica il cuore. Lui lo vuole. Vuole che io lo spari.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Vi consiglio di ascoltare questa canzone mentre leggete la fanfiction: http://www.youtube.com/watch?v=i_UD-zxgRUs
Per un pugno di dollari.


“Ammazzalo e ti daremo un po’ di quattrini. Un milione precisamente.” Mi avevano detto e mi avevano convinto. Non mi piaceva stare in un associazione criminale, non sono mai stato un tipo socievole, ho sempre preferito lavorare in solitudine – non per questo il mio nome in codice era lupo solitario - ma purtroppo per questione di denaro ho dovuto entrarci. La mia famiglia è in miseria e per questo ho accettato un grosso, un grosso affare: uccidere il presidente Hummel. Sono arrivato da poco qui in America, perché prima lavoravo qui e li in Francia o in Inghilterra. Poi mi hanno chiamato, mi hanno detto di aver un fra le mani un delitto speciale che io avrei dovuto commettere. All'inizio ho esitato, ma alla fine ho accettato solo per soldi. Per un fottuto pugno di dollari. Odio il denaro ed odio la mia vita.

Mentre penso a questo, non mi sono reso conto di essere arrivato davanti alla stanza del presidente. Con agilità ho evitato tutte le guardie. Devo essere stato molto, molto fortunato: le guardie presidenziali sono guardie scelte che non abbandonano il loro posto per nessuna ragione del mondo beh tranne che per emergenze fisiologiche. In quel momento però si danno il cambio. Ma se tutte le guardie avessero bisogno di quel posto, tutte nello stesso preciso momento? Avevo studiato tutto alla perfezione. Era una cosa che sapevo fare bene il fatto di trovare punti deboli in qualsiasi cosa. Questo piano non poteva fallire o sarei stato ammazzato, o dalle forze dell’ordine americane o dai miei stessi colleghi a cui ho sottratto il posto.

Apro leggermente la porta cercando di non far rumore. Non vedo nessuno. Per un po’ mi sento sollevato: non mi sarei dovuto macchiare di un delitto così grande. Ma poi da dietro la poltrona si alza un uomo, sulla trentina d’anni. Mi guarda sorridendo e poi apre la bocca senza timore.
“Ti aspettavo.” Dice con una voce molto acuta e sicura di se. I suoi occhi, verdi o verde acqua forse azzurri anzi no un colore che probabilmente dovrebbero inventare, mi guardano senza preoccupazioni. Improvvisamente provo una grossa stima per quell’uomo, ma poi ricordo il perché io fossi li. Senza indugi prendo la pistola e gliela punto contro.
“ Andiamo signor presidente, come ha fatto a capire che la sua fine è giunta?” Gli dico con aria di sfida. Mi affascina quell’uomo, davvero è una figura che non ho mai visto prima.
“ Tutte le mie guardie stanno male, anzi no tutti coloro che hanno mangiato qui nella Casa Blanca. Beh tutti tranne io, che ho deciso di passare la cena stasera. ” Sorride accettando la sfida. Quel maledetto sorriso mi confonde le idee. Inizio a tremare. E’ la prima volta che parlo con una mia vittima ed è la prima volta che il mio cuore senta qualcosa. Quando ho iniziato a fare la carriera di criminale, dopo una forte, una fortissima delusione d’amore, ho deciso di incatenare il mio cuore. Ho indossato una maschera che mi calzava a pennello. Del mio cuore non ne ho saputo più nulla per anni, beh per lo meno fino a quel momento. Quel fottutissimo uomo, in poche parole aveva distrutto la mia maschera. Poi mi fissa, mi squadra. Penso che ha capito che sto tremando. Dannazione, sto violando il codice del perfetto assassino.
“Oh andiamo, sir killer, se proprio vuole posso fare la parte della vittima… vediamo come posso farla? Ah già. O sir, come posso esserle utile? “ Ha oltrepassato il limite. E’ scoppiato in una risatina decisamente irritante. Se crede di potermi battere si sbaglia di grosso. Nessuno vince contro Sebastian Smythe .
“ Signor presidente,” gli dico con un tono abbastanza minaccioso – o per lo meno cerco di farlo sembrare così- continuando a puntargli la pistola contro. Dopo che lui ha finito di ridere mi guarda e mi esorta a continuare con un piccolo cenno della testa.
“ si stia zitto e facciamo veloce, sa non ho mangiato e non vedo l’ora di andare a cas-“ Lui prende una caramella e me la lancia. L’afferrò con una mano non lasciando cadere la pistola che mantenevo con l’altra mano. Lui mi si avvicina. Mi guarda, con sguardo serio. I suoi occhi sembrano incupiti ma nonostante tutto non ha mai perso quel sorriso, decisamente malinconico. La sua fine è vicina. L’ha capito.
“ Puoi, per piacere dirmi il tuo nome in modo che io possa ricordarmelo in paradiso? Ti metterò una buona parola con San Pietro, tanto è li che sto andando giusto?”
Poi mi guarda e mi indica il cuore. Lui lo vuole. Vuole che io lo spari.
“ Sebastian Smythe.” Gli dico pronto per premere il grilletto.
“ Kurt Hummel. “ Poi lo premo. Non ne capisco come e sinceramente neanche il perché. L’ho fatto ed improvvisamente il mondo ha iniziato a muoversi al rallentatore. La pallottola, si sposta attraverso l’aria lentamente e raggiunge presto il suo cuore che si trova a un metro da me. Non sembra spaventato. Poi il tempo ricomincia a scorrere normalmente. La pallottola lo colpisce, dritto al cuore.
“ Io ti perdono, Sebastian, perché probabilmente tu non sai cosa stai facendo.” Mi sussurra prima di accasciarsi al suolo. Cade e perde sangue, tanto sangue. Prendo finalmente coscienza di me stesso. Guardo le mie mani e poi guardo lui. Sono stato uno stupido. Ho ucciso l’uomo che avrebbe potuto salvare l’umanità solo per un pugno di dollari, un fottuto pugno di dollari. Mi avvicino a lui. E’ morto e inizia a perdere calore. Guardo la pistola ancora una volta. Ormai non aveva più senso vivere. Avevo commesso un reato, un reato terribile, continuo a ripetermi. Poi prendo la pistola, l’avvicino alla mia testa. Ora nella pistola ho solo 1 colpo. Di solito ne uso porto sempre due. Uno per ammazzare la vittima ed uno di riserva, se mai qualcosa dovesse andare storto. Mi sentivo come un uomo alla roulette russa. Solo che era diverso. Io giocavo per morire loro giocavano per salvarsi. Prima di cliccare il grilletto penso a come l’uomo per uno stupido, uno stupidissimo pugno di dollari, potesse essere così cattivo e crudele contro i propri fratelli. L’orologio segna le due e 43.

**

Il giorno dopo, Blaine Anderson, capo della CIA ritrovò il corpo di due uomini nella stanza del presidente ed una sola pistola. Il corpo del presidente Hummel ed il corpo di un altro uomo. Il mondo pianse per la morte dell’amato presidente ed dopo circa 6 mesi di indagini, sia l’FBI,sia la CIA, sia altre forze dell’ordine e della giustizia decisero di archiviare il caso. E così la morte del presidente Hummel e dell’altro uomo ritrovato morto assieme a lui restò un mistero.

Era da tanto che volevo scrivere una Kurt/Sebastian e poi oggi, studiando John Kennedy ho avuto questa idea. Possibile che l'assassino di quest'ultimo non si sia pentito di ciò che ha fatto?
Comunque la morte di Kennedy e di altri grandi personaggi della nostra storia resterà per sempre un mistero. Nella fan fiction non ho voluto specificare il motivo per cui questa associazione criminale voglia uccidere il presidente Hummel. Beh ovviamente, come i grandi omicidi della storia non se ne sa mai il motivo.
Il titolo, è preso dalla canzone che vi ho linkato sopra di Ennio Morricone. Mi ha sempre ispirato quell'uomo (?) e sono felicissima di poter suonare con il clarinetto alcune delle sue canzoni.
Sto divagando lo so. Mi dispiace se scrivo solo cose depresse *si inchina per scusarsi* :'( Ps: nel caso se vi trovate cliccate il link che segue. D: XXX
   
 
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