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Autore: MedusaNoir    27/02/2012    3 recensioni
Pensieri sparsi nell'arco dei sei anni che raccontano la storia di Marco e Aurora, a partire dal giorno in cui si sono conosciuti.
"Rabbia, gelosia, amarezza, stanchezza, speranza, lussuria, amore. Si trova dovunque: è concettuale, invisibile all'occhio umano." (Effy, "Skins")
[Questo racconto fa parte della serie di "Sulle note di Cat Stevens", ma può essere letto anche senza conoscere il testo di base]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Diario dei giorni passati nella tua presente assenza

Un mese senza te è come passare un mese con te.

 - La mia vita senza te, Erica Gatti

 

Erano i tuoi occhi il sole di quei giorni

quando due più due per noi faceva ancora tre

 

Giorno 27

 

Cavolo, Marco, non puoi prenderti una cotta per la ragazza del tuo batterista!

Va bene, non è ancora la sua ragazza… Ma quanto altro tempo aspetteranno prima di mettersi insieme?! Aurora è pazza di lui, Ettore è praticamente ai suoi piedi: se solo si decidessero a dichiararsi amore eterno, sarebbe più facile per me scivolare via da questi pensieri assillanti!

Aurora è così… Aurora.

Niente di speciale, eh, una giovane cantante piena di ricci. E con una voce divina. Basterebbe questo a togliermi il respiro? Certo che no, e infatti Aurora non si è limitata ad essere una bella ragazza: ama Star Wars, ascolta Cat Stevens e legge romanzi ottocenteschi.

Se la questione si fosse limitata ai gusti in comune avrei potuto defilarmi in fretta, ma il modo in cui parliamo, la capacità che ha di anticipare ciò che penso o completare le mie frasi…

Beh, Marco, sei nei casini. Devi togliertela dalla testa, se non vuoi che Ettore ti faccia a pezzi.

 

 

Quella leggerezza di sentirci eterni

come bolle di sapone esplose nella fretta di crescere

 

Giorno 104

 

Ma tu non eri innamorata di Ettore?

Silvia, cosa vuoi capire di me se non sono capace di comprendermi nemmeno io?

Ettore rimarrà sempre l’uomo perfetto, irraggiungibile, ma mettere i piedi per terra non è stato affatto male. Da più di un mese esco con Marco e c’è una leggerezza nei nostri più semplici gesti da renderci invidiabili al mondo.

Sì, siamo felici, e allora?

Marco sorride mentre suona, lo scopro con uno sguardo e torno a stringere il microfono tra le mani: suona per me, lo so, suona per me. Quanto si diventa megalomani con l’amore!

Amore? Certo non posso parlare di amore. Infatuazione, forse. Qualcosa di più, diciamo… Bene.

No, io non voglio semplicemente bene a Marco. Ecco: è l’inizio di un amore.

Sì, è l’inizio di un amore, invidiateci!

Lo penso e subito Marco lo dice a Simona, scherzando sul modo in cui si diverte a prenderci in giro perché non ho scelto Ettore. Non si trattava di una scelta, però, e io non ho niente da rimproverarmi, sebbene Silvia insista a sostenere che Ettore provava qualcosa per me.

Non posso permettermi di pensarlo, sono in pieno “inizio di un amore”.

 

E quando al buio le mie mani

sfioravano imbranate i seni tuoi, ancora mia

 

Giorno 142

 

Il mortale che non sussulterebbe al contatto con la tua pelle nuda dovrebbe presentarsi al mio cospetto e ricevere ventisette frustrate. Ventisette, come le volte in cui, durante questa interminabile notte, ho ringraziato il Cielo di averti tra le braccia.

Ho cercato nel buio i tuoi seni morbidi e li ho amati più del sorriso che mi elargisci ogni giorno e della voce piena di vita che riaccende i miei sensi all’altro lato del telefono; li ho cercati e trovati, morbidi e tuoi – miei. Avrebbe potuto anche aprirsi l’Inferno sotto i nostri corpi, sarebbe stato meraviglioso precipitare insieme.

Baciare le tue labbra addormentate è ciò di più gratificante che il mondo mi abbia elargito fino ad oggi: sei così bella avvolta dai sogni – straordinaria, normalissima – e la prima notte passata accanto alla tua schiena mi ispira tante incredibili melodie da suscitare il pianto in ogni essere vivente. Dovrei alzarmi, prendere la chitarra e comporre fino alla mattina, approfittando delle note che si stanno formando nella mia mente, ma significherebbe scivolare via dal tuo corpo.

No, ancora un po’, ancora un’ora…

 

Ti lasciai come si lascia il cuore

fra i giocattoli di un'altra età

 

Giorno 267

 

Come ho potuto?

Quelle parole esplodono nella mia testa senza lasciarmi un attimo di tregua.

Come ho potuto?

Stringo le tempie, le lacrime mi bruciano gli occhi – ma no, non posso trovare pace.

Come ho potuto?

Apro le palpebre a quel sussurro che somiglia alla voce di Marco.

Cos’è stato lui per me? Un tentativo di non pensare a Ettore? Il bisogno disperato di avere qualcuno al mio fianco? Il mio egoismo è senza pari, l’ho constatato quando mi sono lasciata avvolgere dalle braccia di Ettore, dalle mani, dalle gambe. Ero sua, non ci ho riflettuto nemmeno: sono sempre stata sua.

Quando il mio sguardo cadeva sul batterista invece di posarsi sulla Fender nera.

Quando avevo le prove con il gruppo e passavo più tempo a prepararmi degli appuntamenti con Marco.

Quando non mi sono rifiutata di rimanere sola con Ettore nel suo appartamento.

Come ho potuto?

Perché non hai urlato di rabbia, Marco?! Perché anche nella mia testa continui a sussurrare con quella delusione frastornante?

 

E ti cerco in quell'angolo azzurro
di ogni donna che passa di qui,

nel silenzio della luna e il suo cielo d'amianto

 

Giorno 280

 

Capelli neri, occhi azzurri. Non ci siamo.

Gonna scozzese, profonda scollatura sul seno. Non ci siamo.

Doppi sensi, discussione su Star Wars… Risata per nulla travolgente. Ancora non ci siamo.

Devo arrendermi, non ti troverò da altre parti: non nelle donne che parlano solo di vestiti, non nelle ragazze che temono di rovinarsi il trucco. Non ci sei, mi hai tradito e sono fuggito via.

Forse avrei dovuto fermarmi.

Forse, già, ma avevo il presentimento che avresti continuato a guardare Ettore; d’altronde, hai sempre voluto lui, quanto folle sono stato io a credere di potertelo far dimenticare?

Ho cercato di essere un bravo fidanzato – non mi sono neanche impegnato, è stato tutto naturale. Ero perfetto con te, mi sentivo a posto. Ma non ero Ettore, non lo sono mai stato e non lo diventerò, non servirebbe a niente farmi crescere la barba o imparare a suonare un altro strumento. Non ho la sua voce, non ho il suo corpo.

Non sono lui.

Dovrebbe essere facile, una volta accettata la sconfitta – per una partita che non avrei mai potuto vincere –, smettere di pensare a te. Mi chiedo allora perché, proprio ora che ti ho perduta, mi rendo conto di essermi innamorato di te.

E di volere spaccare la faccia a quel bastardo.

Sono il buffone del momento,
devo far ridere il mio re

 

Giorno 288

 

Sono sempre stata sua, no? Questa ne è la naturale conseguenza.

Non ho rimorsi, ho fatto ciò che era meglio per me; non mi pento di dormire nell’abbraccio di Ettore.

E’ stato difficile prepararmi a questo momento, non ero sicura di agire per il meglio: la storia tra me e Marco è finita appena un mese fa, il gruppo si è sciolto e i rapporti con i nostri amici sono tesi, anche se Manuel finge che vada tutto bene, mentre Simona mi lancia frasi cattive con il solito sorriso falso sulle labbra ogni volta che ne ha l’occasione.

“Tu e Marco eravate perfetti insieme!”

Oca.

“Ettore ti userà per poi mollarti, è il suo modo di fare.”

Oca.

Nonostante sapessi che le sue parole erano – sono mosse dall’invidia nei miei confronti, non potevo che pensare a quando Ettore l’aveva lasciata, temendo che, se non aveva avuto scrupoli nei confronti della sua fidanzata da tre anni, non li avrebbe certo avuti per una ragazza indecisa come me; tuttavia, Ettore si era fatto avanti dopo qualche settimana, chiedendomi di mettere fine al suo tormento: aveva tradito la fiducia di uno dei suoi migliori amici, doveva valerne la pena.

E io, si sa, sono il buffone del momento, mi lascio facilmente condizionare dalle circostanze.

 

E non ho tempo per amare, pensare e tornare da te.

Oggi no, non piango…

 

Giorno 356

 

Sapevo di non essere Ettore, sapevo che tu avresti voluto solo lui, ma la delusione era assillante, non ho potuto fare altro che lasciare il gruppo.

Altrimenti avrei fatto a pezzi Ettore.

Non serve fingere diplomazia e indifferenza: sono arrabbiato, vorrei spaccare il mondo e tu non capisci, no, non capisco e resti con lui.

Come puoi amarlo? Come puoi non amare me?

Assalirei Ettore e mi fare mettere al tappeto e non importa il sangue che scorrerebbe, non importano le ferite e le amicizie distrutte; rivolterei il mondo pur di averti ancora qui, di mostrare a tutti che eccola, lei è Aurora, la mia ragazza.

Non lo faccio, resto immobile, a che servirebbe insistere? Vuoi lui, hai sempre voluto lui, ti sei accontentata di me e ti odio, ti odio per questo, non posso evitare di amarti e per questo mi monta la rabbia nel petto. Aurora, cosa fai, perché mi hai reso così?

No, non devo piangere, non più. Oggi no, oggi smetto.

 

Ma anche dagli errori non s'impara niente

 

Giorno 423

 

Il nuovo testo composto da Manuel cade a terra.

Le ginocchia tremano leggermente, il basso di Davide smette di suonare.

Un saluto si rompe nella mia gola, costringendomi a restare immobile di fronte alla batteria. A Ettore.

Marco è qui.

L’imbarazzo è subito attenuato da Manuel, che salta addosso al suo migliore amico e minaccia di non lasciarlo più andare per la felicità di averlo nella sala prove. Marco rifiuta l’offerta di suonare la sua Gibson, si lascia andare a qualche battuta sulla differenza tra le loro chitarre. Non suonerà mai più in gruppo, è chiaro dal suo sguardo; forse, però, Manuel non l’ha capito, perché continua ad osservarlo speranzoso. Perché invece a me è tanto chiaro?

Mi guarda, sorride, tutte le sicurezze che mi ero costruita in questi mesi crollano violentemente: non aspettavo altro che vedere ancora il suo volto, sentirlo parlare di Star Wars e discutere del nuovo disco di Cat Stevens.

Non aspettavo altro che un’amicizia.

 

Quante volte infatti tra la notte e il giorno

cado e mi ricordo quando mi dicevi:

“Marco, non smettere, ancora”

 

Giorno 972

 

E’ normale sognare di fare sesso con la propria migliore amica?

Perfettamente, Marco, se la ragazza in questione è la tua ex fidanzata.

Ricordo che nel sogno le accarezzavo i capelli, spingendoli contro la nuca mentre le mie dita scivolavano verso il basso, senza dimenticare nemmeno una ciocca; che le sollevavo la maglietta e le baciavo un seno, tentennando imbranato; che le poggiavo rapidamente le labbra sul collo, che facevo scorrere le mani sulla schiena, che cercavo le sue gambe. E il tutto si completava in un trionfo di sensualità.

No, non è vero: nessuna scena da kolossal, nessuno stallone che fa urlare dal desiderio la sua donna. C’eravamo solo io e te, un ragazzo emozionato che rischia di farsi passare per un imbranato alle prime armi e… beh, te. E le richieste di non smettere.

Ricordo molto bene questo sogno, non solo perché mi sono appena svegliato. Lo ricordo perché rappresenta il passato, quando tra i gemiti invocavi il mio nome – lo invochi ancora adesso?

E perché è un sogno ricorrente.

Maledizione, sei la mia migliore amica, certe scene dovrebbero essere costrette a restare nell’inconscio da un’indistruttibile razionalità!

 

E quanto ti volevo bene io,
e quanto mi volevi bene tu,

comunque sia lasciami ingoiare il sale,

attraversare il mare e non salvarmi mai

 

Giorno 1441

 

Ogni tanto mi capita di pensare a Marco: quando alla radio passano Cat Stevens, in quei momenti lo penso. O quando qualcuno brucia una torta.

Quando mangio ravioli al vapore con Silvia.

Quando Davide viene a casa nostra e mostra nei confronti di Ettore lo stesso legame fraterno che Marco ha con Manuel.

Quando nei video musicali il chitarrista suona una Fender.

Quando Simona parla delle sue nuove conquiste e Silvia non è capace di contenere un’espressione disgustata.

Quando sento la colonna sonora di Star Wars.

Quando Ettore non è in grado di afferrare subito i miei doppi sensi.

Quando a lavoro un collega fa colare la mozzarella della pizza sulla tastiera del computer.

Quando alla televisione trasmettono un film in bianco e nero.

Quando la notte non riesco a dormire e spero che Marco mi chiami per raccontarmi uno dei suoi sogni strampalati.

In questi casi mi manca, ma sono talmente rari.

Sono solo coincidenze, io l’ho dimenticato.

 

E ti cerco in quell'angolo azzurro
dove amore d'amore morì
fra le braccia di una vita sognata soltanto

 

Giorno 1569

 

Michela è fantastica, è la prima ragazza per cui sento di provare qualcosa di importante dopo di te. Forse ho aspettato tanto perché finalmente ho trovato la donna della mia vita, ma è ancora presto per dirlo, sono solo alcuni mesi che stiamo insieme.

La sera in cui l’ho conosciuta non avevo occhi che per lei, per il vestito che portava – di cui ho dimenticato il colore – e il modo in cui si spostava i capelli dietro le orecchie, mi faceva impazzire; c’eri anche tu alla festa, ma mi ci è voluto poco per degnare di rarissimi sguardi te e il tuo abito rosso.

Amo passare le serate con lei, anche se non credo le piaccia molto ascoltarmi suonare. Guarda la finestra, sbuffa, incrocia le braccia al petto e rimane così finché non metto da parte la Fender e usciamo. Sarà l’arrivo delle belle giornate che la spinge a stare sempre fuori di casa.

I miei amici vanno d’accordo con lei, soprattutto Manuel – ma con chi non va d’accordo Manuel? Tuttavia, ho notato che quando siamo tutti insieme lui e Silvia si rintanano in una stanza, come se volessero evitare Michela. Davide sostiene che Manuel è geloso di lei! E Silvia, beh, Silvia è la tua migliore amica. E questo cosa c’entra adesso?

 

Sono il buffone del momento,
devo far ridere il mio re
e non ho tempo per amare e pensare e tornare da te,
lascerò che ti rimanga dentro il lampo di un sorriso che non è più mio

 

Giorno 2021

 

Sarà che Silvia e Davide sono sempre più uniti e sembrano non avere più tempo per me – ma è naturale, la loro storia sta diventando importante –, sarà che Ettore lavora molto, sarà che Heather occupa gran parte della vita di Manuel, però io mi sento sola, atterrita dal pensiero che l’unica persona che mi cerca in questi giorni sia Simona. Per sottolineare la mia solitudine, ovviamente.

Dovrei essere felice per Silvia, ma lei antepone sempre più spesso Davide alle nostre chiacchierate al telefono; la stessa cosa vale per Manuel, che quando Ettore dorme fuori non si offre di ospitarmi, preferendo la sola compagnia di Heather. Solo Marco pensa prima a me che a se stesso: può stare con Michela tutte le volte che lo desiderano, per cui basta chiamarlo per passare le ore al telefono.

Ultimamente, però, mi sembra un po’ strano: ogni volta che sorrido aggrotta la fronte, sospettoso, poi scuote la testa e torna a suonare. Gli ho chiesto cosa non andasse e alla fine mi ha risposto che “non avevo più il mio sorriso”.

Il mio sorriso?

“Già, quello che avevi un tempo. Ora è… diverso.”

Forse la causa è la distanza che si sta creando tra me e Silvia, sempre abituate a stare insieme, o i modi più bruschi e incomprensibili di Ettore.

“Ricordi che sorriso avevo prima?”

“Mi sembra naturale.”

 

E ora vattene via da ogni sogno, il più lontano, lontano da qui,
ma rimani nella stessa carezza di ieri

 

Giorno 2158

 

Ero disperato perché Michela mi aveva lasciato.

Volevo vendicarmi di Ettore.

Non capivo niente, ero confuso.

Oh, Marco, smettila!

No, non posso smettere: se lo facessi la consapevolezza mi cadrebbe addosso e io non posso permettermelo. Non quando manca così poco alle vostre nozze.

Ieri notte abbiamo fatto l’amore – chiamalo sesso, scopata, come ti pare, io lo chiamo amore. Non è mai stato così profondo con te, con Michela, con altre: è stato come se lo avessi aspettato per anni. Ma non è così, lo so, ero disperato, volevo vendicarmi, non capivo niente.

Ora sono consapevole che in questi cinque anni sei stata in ogni pensiero, in ogni nota, in tutti gli sguardi innamorati che rivolgevo a donne di cui non sapevo il nome – ognuna di loro aveva qualcosa di te.

Ti prego, vattene via da ogni sogno, lasciami in pace, non riesco nemmeno a suonare!

Vattene, ma rimani nelle carezze di ieri…

 

E perdonami se ho tradito quel nostro sentimento
e il tuo dolore non ho pianto, ma sei tu che hai vinto

 

Giorno 2161

 

Hai vinto tu.

Ettore sta per sposare una donna incoerente, spaventata, capace solo di tradire e farsi trascinare dagli eventi. Non voglio ripetere lo stesso errore, non lo lascerò per scappare con te: ti ho perso due volte, non posso perdere anche lui per il mio egoismo.

Tra poco tempo incontrerai una ragazza migliore, disposta ad amarti incondizionatamente e capace di comprendere i propri sentimenti; la incontrerai, la sposerai, vivrete per sempre felici e contenti.

Sarà perfetta, amerà Cat Stevens e parlerà solo di Star Wars; vedrete ogni sera commedie americane e la presenterai ai tuoi amici, loro la adoreranno; la sua massima felicità sarà nell’ascoltarti suonare la chitarra – hai ancora quella Fender nera?

Dimenticami e perdonami per tutto ciò che ho fatto, per averti tradito cinque anni fa, per averlo fatto ancora adesso; eravamo amici, tutto stava funzionando per il meglio.

Non ti cercherò più, è meglio così: abbiamo pianto troppo, ormai è arrivato il momento di smetterla.

Io ti ho perso, tu hai vinto tutto.

 

Sono il buffone del momento,
devo far ridere il mio re

 

Giorno 2192

 

Se Ettore sapesse cos’è successo tra noi due, non mi avrebbe certo invitato al vostro matrimonio: non dimenticherò mai il suo sorriso mentre mi consegnava la partecipazione rifinita con una cornice dorata, era felice.

Per questo ho deciso di non andare, scrivendo a Manuel che sì, ci saremmo visti lì, non si preoccupasse perché io sarei arrivato. Il cellulare sul divano, il messaggio inviato, la cravatta che mi sta troppo stretta e mi soffoca, maledizione, rischio di non respirare più.

La slaccio, allento i bottoni della camicia, la giacca potrebbe anche restare a terra, ma con cura la ripongo su una sedia e vado in camera, prendo la Fender nera, tu la amavi, suonava solo per te. Per sei anni ha suonato solo per te.

Sono il buffone del momento, strimpello una canzone e forse un cantastorie narrerà la nostra avventura: il valoroso re sta per sposare la bella principessa e Lancillotto non è un cavaliere, ma un pavido buffone di corte che compone inascoltate poesie per la sua amata.

 

E non ho tempo per amare, pensare e tornare da te.
Oggi no, non piango…

 

Giorno 2192

 

E’ mentre mia madre sistema il velo sui miei boccoli neri che capisco che non ho mai capito niente. Per un momento tutto appare chiaro, poi scompare di nuovo, ricacciando nel caos i miei pensieri.

Cos’ho visto?

Mi volto verso Silvia, lei sorride malinconica; è felice, non lo è. Lei ha capito più di me, ma sa che non la ascolterò: io non seguo mai i buoni consigli.

Osservo l’orologio, è tardi, tra venti minuti devo essere in chiesa. Un rapido controllo al trucco, il vestito è a posto, le scarpe sono pronte e io non ho tempo per amare, pensare e tornare da te.

Scendo le scale. Mi reggo la gonna. Silvia e mia madre parlano della cerimonia.

Le fedi sono in chiesa, Davide le ha prese, per fortuna gliel’ho ricordato, si dimentica sempre tutto.

Mi appoggio al muro. Apro la porta. Silvia e mia madre discutono del pranzo.

Ci saranno le trofie, Aurora le adora, il vino bianco ci sta d’incanto, ho anche fatto preparare un menù a parte per i vegetariani come te.

Mentre entro nella macchina ho una sola consapevolezza: oggi no, non ho intenzione di piangere.

 

Io rimango qui.

 

Giorno 2192

 

Io rimango qui, seduto con una chitarra in mano. Tra un’ora sarai una sposa.

 

Io rimango qui, seduta nella macchina che mi condurrà da Ettore. Tra un’ora sarò una sposa.

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E’ strana, questa storia è strana; diciamo che in alcune parti mi sono lasciata andare allo stile che preferisco – che sento più mio.

In questo caso le note sono importanti – come le note delle canzoni di Marco per Aurora –, quindi cercherò di essere dettagliata.

- La canzone, prima di tutto, è Il buffone del momento di Masini, che sembra avere più importanza per le storie su di loro di Cat Stevens. Non si tratta di un vero diario, solo di pensieri sparsi in quei 2192 mesi – esattamente sei anni da quando si sono visti per la prima volta – in cui si snoda la storia.

- Nella storia originale (Sulle note di Cat Stevens, se voleste leggerla – anche per sapere come andrà a finire tra i due) Marco ha una cotta per Aurora, che a sua volta ha perso la testa per Ettore (non sapendo di essere ricambiata); Marco non riesce a contenere i propri sentimenti, la invita ad uscire e si mettono insieme; dopo sei mesi, però, Ettore furioso decide di farsi avanti e Aurora tradisce Marco, ponendo fine alla loro storia.

- “Straordinaria, normalissima” è una citazione da Amici mai di Venditti.

- Giorno 423: Marco decide di vedere di nuovo Aurora, rendendosi conto che la sua assenza è diventata insopportabile. Non vuole – non crede di volerlo – tornare con lei, le basta esserci amico, e questo è il loro primo incontro dopo la rottura. La citazione della canzone sembra non avere niente a che fare con questa scena, ma in realtà sottolinea come Aurora non sia in grado di imparare dagli errori: quando era cotta di Ettore, le è bastato che Marco la corteggiasse per cadere tra le sue braccia; non l’aveva fatto perché volesse qualcuno, ma perché era Marco. Le basterebbe ancora poco per ripetere lo stesso errore (come infatti farà).

- Giorno 1441: Aurora cerca di convincersi, inconsciamente, che pensa a Marco in rari momenti. E’ chiaro che non è così.

- Giorno 1569: Marco afferma di non avere avuto occhi che per Michela quella sera, eppure non ricorda il colore del suo vestito – mentre dice che Aurora aveva un abito rosso; il gesto che più lo colpisce della ragazza è il modo in cui si sposta i capelli dietro l’orecchio, che è anche il gesto tipico di Aurora.

- Giorno 2021: qui non serve che Aurora sia chiami “il buffone del momento”, perché ancora non si rende conto di quello che prova per Marco e di conseguenza non nota i suoi atteggiamenti. Marco ha superato i trenta anni, Aurora li sta raggiungendo e i loro amici sono in quella fascia d’età: è logico che pensino alla persona con cui condivideranno la loro vita o al lavoro; al contrario, Aurora considera più giusto che Marco trascuri Michela per stare con lei, perché “è un amico”. Non si accorge nemmeno che l’unica cosa che vorrebbe è la sua presenza.

- Giorno 2161: nella storia originale, Aurora va a casa di Marco per dirgli che sta per sposare Ettore; contrariamente a quanto si sarebbe aspettati entrambi, fanno l’amore. Le caratteristiche che lei elenca per la ragazza che augura di trovare a Marco sono – e ancora non se ne rende conto – le sue.

- Un particolare importante è il momento in cui ciascuno passa a parlare direttamente con l’altro. Corrisponde all’istante in cui si innamorano: per Marco è quando stanno insieme, per Aurora è dopo avere tradito Ettore con lui – anche prima, ma rifiutava il pensiero di poterle semplicemente piacere ancora Marco.

Dopo queste lunghe note, spero che la storia vi sia piaciuta ^^ Ne troverete altre su di loro nel mio profilo e su quello di DarkAeris!

   
 
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