Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |      
Autore: ascrewedupmess    28/02/2012    0 recensioni
23thFeb2013 ; The 02 Arena, London - Tutti dovrebbero sapere cosa indica questa data.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un Caleidoscopio di fumo e luci
 

Le urla di migliaia di altre ragazze nella orecchie e la tracklist della serata nella testa. Piedi che si muovono freneticamente, quasi come se fossero preda di un raptus. Passo dopo passo, falcata dopo falcata. Un rapido incrocio di gambe che alimenta la mia corsa verso il mio ultimo obbiettivo. Il fiato corto che brucia in gola, quasi come se ad ogni respiro l'aria scartavetrasse i polmoni, il vento che appiattisce violentemente i lunghi capelli contro il mio volto, il battito cardiaco accelerato che scandisce ogni mio singolo movimento.

Tu-tum, tum, tu-tum

La sente martellare nelle orecchie questa singolare melodia che accompagna il suo insinuarsi nel ventre pulsante della città. Luci e gas di scarico, la capitale inglese si presenta come un caleidoscopio di colori e sensazioni che avvolge, inghiottisce e vomita in seguito il corpo della ragazza, disgustata. Proprio lì, nel mezzo di quella realtà dove ad ogni passo, ormai, può sentire i piedi agonizzare. Ma non importa, nulla di tutto ciò importa. Perfino tutte quelle lucette colorate e nauseanti che danno alla testa passano in secondo luogo. Gli occhi sono fissi sull'obbiettivo e le gambe, ormai distrutte dallo sforzo, rimangono rigide solo grazie alla forza di volontà. Il cervello è impegnato in inspiegabili calcoli, progetta un disegno troppo alto e perfetto per essere compreso. Nemmeno lei, quella piccola figura, ambisce a tanto. Il tutto per permettere al corpo di muoversi con una velocità che mai avrebbe potuto attribuirgli sino ad ora. Scorre la fra la gente, sgattaiolando tra i passanti che procedono ; ognuno segue la linea del proprio destino, ognuno diretto verso la propria metà. Le braccia si aprono un varco tra il dolce abbraccio di una coppietta felice. Il piede destro, poco dopo, invece, incespica nel passeggino di una donna alla quale viene concessa solo una fugace occhiata, a mo' di scusa, mentre inveisce silenziosamente nei confronti della ragazza. Ma non c'è tempo per fermarsi, non c'è tempo per chiedere "permesso" o "scusa". Tutto ciò che conta davvero, al momento, è a qualche centinaio di metri da metri. Il sogno di una teenager ad un tiro di schioppo eppure, la speranza che riesca a raggiungere quella che è la meta appare così flebile.

Segue il veicolo rosso, col cuore in gola, un puntino sfocato ai suoi occhi che non godono certo una vista perfetta. Gira a destra, volta l'angolo insieme a lui. Il cuore che pompa, la stanchezza dovuta alla corsa che comincia a farsi sentire. Sta per mollare, ne ha davvero abbastanza, ogni singola cellula del mio corpo le intima di fermarsi lì ed accusare in silenzio i postumi di quel folle inseguimento. D'un tratto, poi, la speranza si rianima. Quello che, come aveva già detto, era semplicemente un puntino sfocato si fa mano a mano più nitido. Stringe i denti ; lascia affondare la dentatura candida e imperfetta nella tenera carne del labbro inferiore in un misto di rabbia, frustrazione e insana ostinazione. Può farcela, deve farcela. Si ripete, mentalmente. E gli arti si rianimano mossi da una stranissima, sconosciuta, forza. Corre più forte e più veloce di prima, con i piedi che - se solo l'asfalto fosse più molle - sarebbero perfettamente in grado di lasciare delle orribili impronte lungo il tragitto. Le scarpe di tela contengono a stento i titubanti piedi e i jeans fin troppo attillati ostacolano i rapidi movimenti. Perfino ora, che scavalca una panchina e per poco non si sfracella al suolo, capisce quanto poco le è mancato per sgarare la resistentissima stoffa. Sfreccia attraverso il traffico della grande metropoli, ingoiando avidamente terreno, tagliando la strada ai tipici taxi neri, accorciando finalmente le distanze. Una frazione di secondi dopo si ritrova accanto all'enorme double-decker bus. Il semaforo all'incrocio è rosso, proprio come il veicolo, ma lo sarà ancora per poco. Punta i piedi, arresta il suo avanzare. Usa un palo lì vicino come punto d'appoggio, come cardine, per non capitombolare in avanti visto la brusca frenata. Una qualche forza fisica sembra spingerla ancora in avanti, contrastata solo dalla sua volontà e dall'attrito. I capelli, d'un tratto, finiscono per raccogliersi sul suo petto ansimante, incorniciando una faccia da ebete euforico, con la bocca socchiusa e gli occhi puntati su cinque figure qualche metro più in alto.

Devono essersi necessariamente accorti di quella cretina che ha mandato in tilt più di due semafori, attraversando nonostante non le sarebbe dovuto esser stato concesso e rischiando, quindi, la morte. Si aspettano qualcosa, e lei, forte di quella che definirebbe una scellerata impresa, ne è perfettamente cosciente. E' sicura che quelli lì su, quei cinque ragazzi per cui ha letteralmente sputato sangue quella sera, stiano attendendo un "Hi, I love you guys" o qualcosa del genere. Glielo può leggere negli occhi. Ma tutto ciò che riesce a fare, lasciando saettare gli occhietti lucidi tra i vari volti, è rimanere in silenzio con un sorriso che è il perfetto amalgama tra lo stupito e il soddisfatto stampato in faccia. La gabbia toracica si muove, quasi spasmodica, mentre il corpo cerca di far tornare tutto alla normalità. Il respiro lentamente si regolarizza, eppure sente ancora quell'incessante martellare nelle sue orecchie.

Tu-tum, Tum, Tu-tum

Il semaforo diventa giallo, una frazione di secondi e dovrà dire addio a tutto questo. Il suo sogno scemerà nel nulla, le sfuggirà proprio come fa la sabbia una volta che la stringi tra le dita. Rimangono a guardarla, i cinque famosissimi ragazzi, sventolando le loro mani e gridandole qualcosa a mo' di saluto e a lei non le resta che arrossire, scuotere il capo e deviare lo sguardo involontariamente. La segnaletica stradale divide definitivamente la ragazzina dai suoi cinque sogni umani, come ha sempre amato definirli. Prima che le immagini si rendano semplicemente sgranati ricordi risolleva lo sguardo, giusto in tempo per un caloroso congedo silenzioso che combacia con il tempo impiegato da una singola lacrima per rigarle il volto.





« Note della pseudo-autrice »

Ho letto una marea di fanfic. tra efp e twitter (non tutte, diciamo una decina) in inglese, italiano, spagnolo o francese che fosse. Le ho trovate tutte estremamente fantasiose, ben architettate. Mi spiace, ma io non sono così geniale né ho la meravigliosa capacità di immaginare che anche solo un di questi cinque meravigliosi ragazzi possa entrare nella mia vita, anche solo per un nanosecondo. Mi scuso, quindi, per aver deluso eventuali aspettative. Scusatemi, ma preferisco difendermi dal frustrante abbraccio delle illusioni prevenendo eventuali crisi isterico-depressive(?) e scrivendo qualcosa di più serio. Almeno per il momento, poi si vedrà. Per ora è tutto, spero che a qualcuno sia piaciuta, per quanto insolita sia, questa One-Shot. Come molti di voi sapranno mi mette profondamente a disagio far leggere a qualcuno le mie creazioni, forse perché le ritengo davvero qualcosa di intimo, personale. Tuuuuuuttavia le recensioni sono stragradite! " I can take criticism, i can definitely take criticism. " che è diverso da insulti a vuoto.
Smetto di annoiarvi, adios. Thanks for care/read/rewiev this story (:
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: ascrewedupmess