Titolo: The
Kissing List
Personaggi: Brittany S. Pierce,
Santana Lopez, Sebastian Smythe, Brittany/Santana, Sebastian/Santana
Genere: commedia
Rating: giallo
Avvertimenti: //
Betareader: Zuzallove –
mogliahhhhh
<3 che ringrazio tantissimo. Avrei tanto voluto postarvi la
storia per come
me l’ha corretta, con tutti i suoi appuntini AHAHAHAH sono
ancora piegata in
due.
Parte: 1/?
Sommario: Santana è
gelosa. Brittany
non ha ancora capito come leggere un orologio con le lancette.
Sebastian si
trova al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Note: ed eccomi qua. Dopo un paio di
mesetti di folle fangirleggiamento mi ritrovo anche io ad approdare nel
fandom
di Glee <3 Ho sempre creduto che la mia coppia preferita fosse
la Brittana –
e sicuramente lo è ancora – ma come non si possono
amare gli amorevoli insulti
di Sebastian e Santana? Basta, li – lo
– amo. È una piccola storiellina senza pretese,
atta a divertire e a farvi
passare un po’ di tempo con i miei scleri u.u
In ogni caso la dedico alle mie due complici: Meissa e Leireel. A loro
mando
tanto amore e tanti influssi Sebtana xD
Fatemi sapere come me la sono cavata u.u è da un sacco che
non esco dal fandom
di Harry Potter e ho paura di non essere entrata a pieno
nell’atmosfera di
Glee.
Un bacio,
Pixie <3
The Kissing List
“Brittany
S. Pierce” era l’ultimo nome della sua lista e
quasi si era pentita di averlo scritto. Era quasi un auto-invito a
partire per
l’isola di Lesbo e restarci in esilio per tutto il resto
della sua, ormai
sfigatissima, vita. Non che si fosse pentita di ogni momento passato
con lei,
dei loro baci e di tutto il resto, solo, non si sentiva pronta ad
ammetterlo
pubblicamente. Tutti al Glee Club sapevano di lei e Brittany, ma
l’aver
inserito il nome della ragazza nella sua Kissing list rendeva tutto
molto più
reale. Brittany, dal canto suo, era ancora accanto a lei a scrivere
nomi su
nomi nella sua lista. Sembrava molto impegnata e Santana non ricordava
di
averla mai vista così concentrata. Aveva sbirciato con la
coda dell’occhio il
foglio, ormai riempito quasi fino alla fine, e aveva notato come nomi
maschili
si susseguivano a quelli femminili. Al contrario di lei, Brittany non
si
vergognava di quella che chiamava bi-curiosità. La lista di
Santana non
arrivava nemmeno a
metà foglio. Santana
si sporse verso il ragazzo seduto nella fila sotto la sua e
controllò i nomi
senza nemmeno cercare di non farsi scoprire.
« Il
fatto che abbiamo un nome in comune mi atterrisce »
ribadì Santana ad alta
voce. Gli altri ragazzi del Glee Club alzarono la testa dai loro fogli,
guardando la ragazza con occhiate interrogative.
« Ti riferisci a Brittany o a Karosfky? »
replicò Kurt sottovoce con un sorriso
ironico.
Santana scosse la testa, divertita.
Brittany continuava a scrivere imperterrita. Ogni tanto
morsicava la
punta della penna con aria pensierosa e poi tornava a chinarsi sul
foglio e ad
aggiungere un nome alla propria lista. Santana non sapeva se sentirsi
gelosa.
« Devo segnare solo le ragazze o anche le mamme? No,
perché se devo scrivere
anche le madri mi riduco come Brittany, che ancora non ha finito di
scrivere ed
è arrivata a quelli tra i dieci e i dodici anni »
intervenne Puck. Anche lui
aveva notato il continuo scrivere di Brittany e Santana sapeva che non
voleva
essere sminuito nelle sue capacità di Latin Lover da una
ragazza.
« Ho quasi finito » replicò Brittany.
« Tempo fa tenevo una lista aggiornata,
ma il mio gatto l’ha trovata e non mi sentivo più
tranquilla a lasciarla in
camera. Ma quella era una sex list ed era leggermente più
corta ».
« Io non mi ricordo tutti i nomi » aggiunse Finn
dall’altro capo della stanza.
La sua espressione concentrata sembrava quella di un pinguino che
s’impegnava a
cercare di volare.
« La tua mamma, Quinn, il folletto, me… Ho
già nominato Quinn? I baci che hai
dato in quella stupida bancarella non contano. Le ragazze che sono
venute da te
volevano solo fare opere di bene. Sai, pensavano di aiutare Greenpeace
con quei
soldi » replicò in risposta.
« Devo ancora capire perché stiamo facendo questo
stupido gioco » replicò
Rachel.
« Ti scazza che arriverai ultima, vero, folletto? »
« No, semplicemente non capisco, Santana. Se l’hai
fatto per scoprire tutti
quelli che ha baciato Brittany e poterli odiare e insultare
apertamente,
avresti fatto prima a chiederglielo piuttosto che architettare questa
cosa
della kissing list, che, oltretutto è una lista stupida
perché riporta a galla
molte cose passate »
« Oddio, ma quanto parli? È una cosa divertente
che facciamo ogni anno con le
Cheerios. E poi so già chi ha baciato Brittany, lei mi
racconta tutto. Avete
finito o dovete scavare nei meandri della vostra memoria per tanto? No,
perché
non penso troverete altri nomi ».
*
« Ho pescato la lista di Brittany, non
c’è nemmeno bisogno che io
la legga » replicò Rachel ad alta voce.
« Una lista così lunga non può che
essere sua ».
« Ricordati le regole, Berry » replicò
Santana. Il momento della lista di
Brittany era arrivato. Aveva cercato di nascondere il fatto che aveva
architettato tutta quella messinscena solo per scoprire con chi
Brittany era
stata di recente. Poteva mentire agli altri, ma non a se stessa. Sapeva
cosa
provava per la ragazza e purtroppo la gelosia era compresa nel
pacchetto.
Rachel cominciò a leggere ad alta voce, fermandosi a
commentare ogni tanto i
nomi. Santana quei primi nomi li conosceva a memoria e le persone che
li
portavano erano già finite tutte nella sua lista nera.
Quando aveva scoperto
che Brittany aveva baciato Matt Rutherford, il ragazzo si era trovato
la macchina
graffiata. Artie Abrams era già stato punito dal destino,
quindi Santana non
aveva infierito più di tanto. Si era limitata solamente a
fargli tirare una
granita da Karofsky. Azimio, invece, si era trovato della polvere
pruriginosa
nel sospensorio.
«
Kurt Hummel, Artie Abrams, Mike Chang,
Sam Evans, Mike Chang,… Finn
Hudson? » Rachel interruppe la lettura e
spostò lo sguardo velocemente da Finn a Brittany. Se il
ragazzo aveva avuto la
prontezza di assumere un’espressione mortificata da cucciolo
di foca a cui
hanno appena arpionato la madre davanti agli occhi, Brittany la fissava
confusa,
non capendo quello che stava succedendo.
« Mike Chang? » chiese invece Tina, sorpresa.
« Continua a leggere, Berry! Questa è roba del
primo e del secondo anno, dai. Lo
sanno tutti che Brittany ha baciato tutti i membri della squadra di
football,
non dovrebbe essere una novità per voi »
replicò Santana, stringendosi nelle
spalle. Rachel non poteva fermarsi proprio mentre arrivava la parte
interessante.
« Karofsky, Azimio, Jacob Ben Israel.
Jacob Ben Israel, Brittany? »
« Brittany? »
replicò Santana con la
voce più alta del normale. « Quando ti saresti
fatta quel pervertito, Britt? »
L’intero Glee Club ammutolì.
« Mi ha detto che se non la baciavo, non avrei vinto
».
Santana la fissò, scioccata. Non sapeva bene cosa replicare
ad una simile
affermazione. Le veniva da vomitare e un sacco di insulti le si
affacciarono
nella mente.
« Dios, Britt…
» fu l’unica cosa che
fu in grado di dire.
Will Schuester entrò in classe un paio di minuti dopo e
trovò i suoi ragazzi
con un’identica espressione sbigottita stampata sul viso.
« Buongiorno a tutti! Ho grandi idee per le
regionali… Ragazzi, che succede? »
*
Santana non sapeva se sentirsi tradita o meno.
Sapeva che Brittany
non aveva le idee molto chiare in materia di tradimenti,
d’altronde come poteva
averle se Santana stessa l’aveva traviata per far
sì che tradisse Artie con lei
a suo tempo? In più la lista non era ancora finita e Santana
sapeva che se
Rachel non si fosse interrotta, avrebbe trovato altri nomi nuovi. Forse
persino
quel Rory Flanagan che viveva a casa sua.
« Santana, tutto bene? » le chiese Finn, dopo le
prove con il Glee Club. Lei lo
guardò di traverso. Possibile che Finn cercasse di
immischiarsi in ogni suo affare?
Prima l’aveva costretta ad uscire allo scoperto e ora ad ogni
suo minimo segno
di vacillamento tentava di avvicinarsi a lei.
« Hudson, fai un favore ai poveri disperati di Greenpeace che
tentano di
salvare la tua specie: estinguiti ».
*
« Un Usignolo mi ha detto che ci sono
problemi in paradiso, Satana
».
Una voce la colse alle spalle. L’aveva riconosciuta, senza
nemmeno aver bisogno
di voltarsi verso di lui.
« Sebastian » lo salutò, girandosi per
guardarlo negli occhi. « Comincio a
credere che Kurt abbia ragione. È impossibile che tu sia
sempre al Lima Bean.
Vivi nel magazzino ed esci per rompere le palle ai poveri clienti?
Andrò ad
avvertire la direzione che qua c’è bisogno di una
bella disinfestazione ».
Sebastian le sorrise e le si affiancò nella fila per la
cassa. Le persone in
fila dietro lo guardarono male, ma lui non fece una piega.
« Ho capito. Sei venuto a romperle a me per saltare la coda.
Perché non puoi
fare come tutti i figli di papà e dire cose tipo
“Ehi, fatemi passare! Sono il
figlio con la vitiligine di Barack Obama”? »
« Per quanto ti paia assurdo, non credo che gridare il nome
di mio padre mi
farebbe saltare la fila » le rispose. Santana lo trovava
molto irritante.
Seriamente, era impossibile trovarlo ovunque.
« Oh, povero caro ».
Sebastian rimase in silenzio affianco a lei, evidentemente troppo
concentrato a
rispondere e sghignazzare a dei messaggi che gli stavano arrivando.
Santana
odiava non essere al centro dell’interesse del suo
interlocutore – a dire il
vero odiava non essere al centro del mondo.
Diede un’occhiata di sottecchi al telefono del ragazzo mentre
la fila davanti a
loro si assottigliava. Possibile che in un posto del genere dovessero
avere
solo una cassa?
« Perché Blaine ti scrive? Io non parlerei con uno
che mi ha praticamente reso
un moderno Polifemo ».
« Perché forse con Kurt non è tutto a
posto » le rispose. « Che cosa prendi? »
« Un cappuccino. E non cambiare argomento! Cosa significa?
»
« Significa esattamente quello che ti ho detto, Santana
».
Si avvicinarono ancora di più alla cassa e Sebastian la
batté sul tempo
ordinando per entrambi. « Un cappuccino e una cioccolata
calda » disse
ammiccando in direzione della ragazza alla cassa.
La ragazza ricambiò l’occhiata, interessata.
Santana non riuscì a trattenere un
verso di disgusto, sia per lo scambio di occhiate, che per il modo
osceno in
cui lui aveva pronunciato quel “calda”.
« Mi fai schifo » sibilò rivolta a
Sebastian. « Il modo in cui flirti con
qualsiasi cosa si muova è
assolutamente
disgustoso ».
Sebastian pagò per entrambi e Santana non si prese nemmeno
il disturbo di
fingere di volergli ridare i soldi. Chi era lei per rifiutare qualcosa
di
gratuito?
« Vorresti che ci provassi anche con te? » le
chiese, continuando a sorridere.
Santana cominciava a trovare irritante ogni suo movimento e ogni sua
espressione facciale, oltre che ogni sua parola.
« Dios, tu eres un hijo de puta » lo insultò, scuotendo la
testa,
quasi divertita.
« Mi dispiace, chérie, ma non parlo lingue dei paesi sottosviluppati
».
« E io non parlo francese. Vedi? Siamo completamente
incompatibili, faccia da
gay ».
Santana afferrò il suo cappuccino e andò a
sedersi nel primo tavolo vuoto a
disposizione. Aveva dato a Brittany appuntamento lì, ma non
era ancora
arrivata. Probabilmente non aveva ancora imparato a leggere gli orologi
con le
lancette. Controllò
se le erano arrivati
messaggi, ma la sua ragazza non le aveva scritto.
« Allora è vero? » le chiese Sebastian.
Si sedette di fronte a lei nonostante
ci fossero altri tavoli liberi al Lima Bean.
« Che cosa dovrebbe essere vero? Che ho intenzione di
picchiarti così forte da
farti sputar– »
« Che ci sono problemi in paradiso » la interruppe
Sebastian.
« Forse dovrei essere più chiara con te: la tua
faccia da suricata non mi è gradita.
E se solo il cappuccino non mi piacesse così tanto, te
l’avrei già versato
addosso ».
Santana tacque, improvvisamente a corto di fiato. Avrebbe tanto voluto
afferrargli i capelli e strapparglieli via con forza.
L’irritazione che i
maglioncini simili a moquette della Berry le causavano non era
minimamente
paragonabile a quella che provava nei confronti di Sebastian, del suo
ghigno,
della sua dentatura da cavallo e del suo essere così checca.
« Goditi il tuo cappuccino, Santana. Non penso che potrai
permettertene altri
per molto altro tempo. Non vorrei che la tua numerosa famiglia ispanica
cada in
disgrazia » replicò Sebastian senza mai smettere
di sorridere nella sua
direzione.
« Draco Malfoy dei Babbani, vedi un po’ di
andartene che la mia ragazza dovrebbe
arrivare a momenti e non vorrei che si mettesse a piangere
perché ha paura del
Marchio Nero ».
Sebastian si alzò dalla sedia, chiaramente divertito dalla
loro schermaglia
verbale. Santana gli sorrise di rimando, ironica. Scambiarsi insulti
con lui
era divertente, le rispondeva sempre a tono, ma quel giorno sembrava
spento e
lei non aveva voglia di insultare un morto su due piedi. Brittany
sarebbe
dovuta arrivare a momenti.
« Il nostro duetto duello è stato molto
interessante, sai? Mi ha aperto molte vie. Se
volessi rifarlo, sai dove
trovarmi » e le diede le spalle per uscire dal Lima Bean. A
Santana cadde
l’occhio sul sedere – possibile
che
sculettasse anche?
Pensò che mentire agli altri fosse semplice, ma a
se stessa un po’ meno.
Quella sottospecie di checca sarebbe stato interessante
– ma pur sempre irritante – anche da
pelato.
*
Non aveva la più pallida idea di quale
fosse il motivo per cui si
era trovata a seguirlo fuori dal Lima Bean e ad entrare nella sua auto.
Tra
l’altro lui non le aveva nemmeno chiesto di andare con lui.
Aveva seguito il
suo istinto e in quel momento non aveva voglia di pentirsi. Era
arrabbiata con
Brittany e sapeva che la ragazza non sarebbe arrivata al Lima Bean
perché
probabilmente non aveva nemmeno ancora imparato a leggere il
calendario. Lui
aveva guidato per un po’ e Santana non aveva nemmeno fatto
attenzione a dove la
stesse portando. Aveva accostato in uno spiazzo in aperta campagna e
ora la
guardava sorridendo. Era da un sacco che Santana non
faceva sesso per vendetta – o con un maschio
–, ma il meccanismo era lo stesso e lei lo conosceva fin
troppo bene. Non si
erano scambiati nessuna parola, nessun insulto, niente di niente. Aveva
percepito la tensione salire, l’aveva vista chiaramente nel
tamburellare
nervoso delle dita di Sebastian sul volante dell’auto, nel
suo ostinarsi a non
girarsi mai a guardarla, nel modo nervoso con cui guidava.
*
« Tieni sempre i preservativi
nel
cruscotto? » gli chiese,
staccandosi un po’ per riprendere fiato e un po’
per prendere la consapevolezza
di sé.
« No, solo quando so che potrei arrivare a scopare con
qualcuno d’interessante
» replicò Sebastian.
« Per quanto mi riguarda, se rimanessi incinta saprei
sicuramente come
spiegarlo a Britt visto che crede nella cicogna, ma ai miei proprio no
»
Sebastian la baciò per farla stare zitta, ma ormai il vomito
di parole le era
salito e non aspettava altro che poter essere esternato.
« Pensa che i ragazzi indossino il preservativo per non
sentire freddo ».
Sebastian la guardò scettica, inarcando il sopracciglio.
« Ma quanto è stup – »
« Non osare dire nulla contro di lei » lo
interruppe e catturò le labbra del
ragazzo nell’ennesimo bacio.
*
Rachel Berry quella mattina si era
alzata
incredibilmente di
buon’umore, come al solito. La sua vita procedeva
tranquillamente, pochi giorni
dopo sarebbe stato San Valentino e lei presto sarebbe stata la signora
Hudson.
Niente di meglio per iniziare la sua giornata, peccato per un piccolo
tarlo che
le continuava a ronzare per la testa. Finn era davvero stato solo con
lei e
Santana? Avrebbe dovuto verificarlo, ma non conosceva modi per far dire
la
verità a qualcuno, eccetto uno che proprio Santana le aveva
insegnato.
« Ragazzi! » esclamò entrando
nell’aula canto. « Potremmo fare una sex list
oggi! »
L’ora della verità sarebbe finalmente giunta.
*
La lista che aveva in mano era incredibilmente lunga per i suoi standard – che comprendevano Finn, Finn e ancora Finn –, anche se non riempiva quasi tutta la pagina come la Kissing list.
« Perché a me capita sempre quella di Brittany? » si lamentò. « Brittany… perché nella tua lista c’è scritto Sebastian Smythe? »
Per la seconda volta in pochi giorni, l’intero Glee Club ammutolì.
« Perché è mia » ribadì Santana dal fondo dell’aula.