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Autore: liena    28/02/2012    4 recensioni
“Ti amo, Ritsu” pronunciò il suo nome con una dolcezza estrema mentre lo guardava negli occhi, accennando un sorriso sincero.
“T…Takano-san!” cercò di controbattere il giovane, venendo poi zittito da un altro suo bacio. Il moro si sistemò meglio tra le sue gambe mentre spostò l’attenzione al suo collo, riempiendolo di baci leggeri e piccoli morsi.
Proprio in quel momento il cellulare del maggiore iniziò a squillare.
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Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The Dawn Of Love
 

 
 
 
 
 
 
 
 
“Questi storyboard sono tutti da rifare!” sospirò Takano mentre si toglieva gli occhiali da vista. Chiuse gli occhi e si strofinò le palpebre, stanche. Avevano la scadenza appena tra due giorni ed ancora non riuscivano a trovare qualcosa di entusiasmante, tanto da reputarlo buono.
Con quella scusa -anzi meglio dire richiesta- era riuscito a convincere Onodera a fermarsi nel suo appartamento dopo l’orario d’ufficio così da aiutarlo in quel compito. Ancora quel novellino non era riuscito a entrare in sintonia con il suo nuovo lavoro e necessitava di aiuto.
Non che invitasse tutti i suoi dipendenti a proseguire il lavoro a casa sua per ricevere delle lezioni private, solo quel ragazzo faceva eccezione. Lui che ora lo stava fissando, incredulo.
“Takano-san! È impossibile revisionare tutto quanto in appena due giorni!” aggiunse enfasi scuotendo la testa, sinceramente disperato.
Erano già in ritardo per la consegna, erano riusciti a trattare per avere appena altri due giorni per assicurarsi delle modifiche già apportate, ma ora…la situazione era decisamente impossibile.
Il giovane, seduto sul pavimento, poggiò i gomiti sul tavolino di legno e fissò l’altro con la coda dell’occhio. Si grattò pensieroso la nuca e sospirò, tornando a concentrarsi sui fogli sparsi sul tavolo. Ne raccolse uno ed iniziò a studiarlo attentamente mentre allungò, sovrappensiero, l’altra mano a cercare una lattina di quelle sistemate in precedenza sul pavimento poco distante da loro. Non si accorse però che Takano stava facendo lo stesso.
Sfiorò la sua mano ed arrossì vistosamente appena incrociò i suoi occhi. Prese velocemente da bere e l’aprì, tornando a concentrarsi sul foglio davanti a sé, nonostante il battito impazzito del suo cuore.
Quando si accorse che il moro gli si stava avvicinando prese il pennarello rosso, quello per le correzioni, e, in pochi secondi, modificò i vari riquadri senza darci realmente peso.
“Così può andare Takano-san?” si affrettò a dire allungando il braccio verso di lui per mostrargli le modifiche. Il moro, arrivatogli ormai accanto, prese il polso dell’altro e lo tirò un po’ verso di sé riuscendo a congiungere le proprie labbra con le sue.
Onodera, colto all’improvviso, cercò di staccarsi da lui e respingerlo. La mano libera andò a spingere il petto dell’altro cercando, con tutte le forze di cui disponeva, di allontanarlo. Takano prese ad accarezzare il mento del ragazzo mentre piano lo portava a distendersi sotto di sé, senza grande difficoltà.
“Ti amo, Ritsu” pronunciò il suo nome con una dolcezza estrema mentre lo guardava negli occhi, accennando un sorriso sincero.
“T…Takano-san!” cercò di controbattere il giovane, venendo poi zittito da un altro suo bacio. Il moro si sistemò meglio tra le sue gambe mentre spostò l’attenzione al suo collo, riempiendolo di baci leggeri e piccoli morsi.
Proprio in quel momento il cellulare del maggiore iniziò a squillare.
“Takano-san, rispondi. Può essere per…lavoro” sussurrò ancora scosso dai fremiti mentre teneva il viso voltato, in fiamme, respirando affannosamente.
Masamune si fermò e accarezzò velocemente la guancia dell’altro, posando un bacio casto su di essa prima di tirarsi a sedere e sporgersi verso il tavolino per recuperare il cellulare, nascosto dagli altri fogli.
Onodera sospirò e si rimise al proprio posto, sistemandosi la camicia e riprendendo a lavorare sugli storyboard, cercando di calmare il proprio cuore.
Cosa non difficile quando sentì l’altro rispondere alla chiamata.
“Yokozawa, che c’è?” domandò mentre sbadigliò sonoramente. Il cuore di Ritsu si ghiacciò all’istante. Rimase immobile ed abbassò il viso, nascondendo gli occhi sotto la frangia.
“No. Sto lavorando” rispose il moro e chiuse la conversazione.
Appoggiò il cellulare sul tavolino e tornò a fissare l’altro, ancora scosso.
“Onodera…” non riuscì a finire la frase che il ragazzo lo interruppe.
“Ho pensato di tagliare questo riquadro e di aggiungerne uno in quest’altra parte” prese il secondo foglio prima di continuare “Sarebbe più lineare come narrazione, secondo me. Cosa ne pensi, Takano-san?” parlò senza fissarlo in viso, intento a parlare seriamente di lavoro. Mettendoci convinzione.
L’altro sorrise, fiero del suggerimento. Ora sì che si stava impegnando nel suo lavoro, quel novellino.
Continuarono a lavorare per la successiva mezzora, senza distrarsi l’uno per la presenza dell’altro, arrivando a buon punto.
Sorrise istintivamente Ritsu, orgoglioso delle sue buone riuscite, quando suonò il campanello dell’appartamento del moro. I due si scambiarono una veloce occhiata.
“Resta qui, sistemo in un attimo” si alzò il proprietario dell’abitazione e guardò l’orologio appeso alla parete. Scosse la testa e sbadigliò, andando ad aprire la porta.
“Yokozawa, è mezzanotte passata. Sto lavorando. Pensavo di essere stato abbastanza chiaro” sospirò stanco mentre si stiracchiava le braccia.
Onodera sentì parlare l’altro e, vedendo il suo ritardo, dopo alcuni minuti si avvicinò alla porta del soggiorno che dava sul corridoio.
“Sai che è mio compito prendermi cura di te, Masamune” Takafumi sorrise oltrepassando la porta d’entrata. Takano accennò una lieve risata che colpì direttamente il cuore del giovane che stava origliando in quel momento.
Questo si appoggiò con le spalle al muro ed abbassò lo sguardo, conscio di ciò cui stava assistendo.
“È per te” Yokozawa porse un pacchetto all’altro, che lo guardava abbastanza confuso “Sta tranquillo, è solo del cioccolato. In tema con oggi” aggiunse, riferendosi alla festa iniziata dopo la mezzanotte, mentre l’altro prendeva il dono che gli era stato offerto.
In quel momento Ritsu si portò una mano alla bocca ed una a stringere la camicia, all’altezza dello stomaco.
Perché doveva star male se lui si avvicinava tanto a Takano? Non ne aveva il motivo. In realtà non voleva ammettere quale fosse, il motivo.
Senza aspettare oltre si affrettò a raggruppare i fogli sparsi, del tutto privo d’ordire, e a prendere la propria borsa. Uscì velocemente dalla stanza e si avvicinò ai due.
“Lui cosa ci fa qui?” domandò Yokozawa che non si era accorto della presenza di un altro ospite in quella casa, nonostante le scarpe sistemate poco distanti da lui all’entrata. Continuò a fissare il moro, attendendo una risposta.
“Stavamo finendo un lavoro, ma posso continuare da solo. Mi sono ricordato di un impegno, devo andare. Buonanotte” si affrettò a dire il più giovane mentre s’infilava le scarpe e raccoglieva il cappotto dal porta soprabiti prima di scappare velocemente oltre la porta, entrando con altrettanta fretta nel proprio appartamento.
Sospirò poggiando la schiena alla porta, battendo contro anche la nuca. Socchiuse gli occhi mentre lasciava che il giubbotto e la borsa cadessero rovinosamente a terra. Solo i fogli di lavoro riuscì a tenere saldamente tra le mani.
Dopo un paio di minuti, che gli servirono per riprendere coscienza di sé, si tolse le scarpe ed avanzò fino alla propria camera da letto. Appoggiò il fascicolo sulla scrivania e si abbandonò nel letto, rannicchiandosi e stringendo le lenzuola. Prendendo sonno dopo poco, addormentandosi con il pensiero di aver lasciato quei due insieme, nella casa accanto.
La mattina successiva si alzò di buonora e si recò in ufficio, certo dell’assenza dei suoi colleghi, per completare il suo compito.
“Perché devo sempre vederti nei momenti peggiori?” sbadigliò l’uomo entrando nel suo stesso ascensore. Il giovane alzò lo sguardo, riconoscendo la voce.
“Yokozawa-san!”
“Che ci facevi da Masamune questa notte?” domandò diretto il moro, curioso ed irritato dalla presenza di Onodera nella vita di quello che considerava suo. Il giovane sospirò, distogliendo nuovamente lo sguardo.
“Dovevo riesaminare delle tavole, mi stava semplicemente aiutando” mormorò un po’ scocciato nel ricordare la notte appena trascorsa. L’ascensore aveva raggiunto il primo piano. Doveva resistere per altri due piani. Poteva farcela.
“E dovevi proprio andare da lui? Pensavo l’avessi capito ormai. Masamune è mio, stagli lontano” disse con tono grave, fermamente convinto di quanto aveva espresso.
Ritsu strinse le mani a pugno, trattenendo un forte senso di disagio e nervosismo al sentire quelle parole, ma non rispose. Non disse nulla. Solo quando l’ascensore arrivò al terzo piano e mentre Yokozawa stava uscendo, si risvegliò da quello stato quasi catatonico.
“Io e Takano-san non…” alzò lo sguardo, un po’ rosso in viso, a fissarlo negli occhi. Rimase a sostenere il suo sguardo finché le porte dell’ascensore non iniziarono a richiudersi e il moro non fermò la loro chiusura con una mano.
“Tu e lui, cosa?” incalzò l’uomo, irritato, mentre continuava a fissare il giovane.
“Io e lui non…” abbandonò nuovamente la frase a metà, non sapendo come continuare. Non avrebbe mai ammesso i propri sentimenti se ancora non era certo di quelli di Takano.
“Moccioso, vedi di non fargli del male e di non illuderlo. Di nuovo. Sii chiaro con lui” lo fissò con rimprovero prima di lasciare che l’altro raggiungesse il suo ufficio, comprendendo quello che voleva dire il suo silenzio.
Onodera si fermò al piano successivo, sospirò stanco di quella situazione che si era creata. Si sistemò alla propria postazione e cominciò a lavorare.
Dopo un’ora di lavoro intenso, ormai arrivato quasi alla fine, si concesse una pausa. Si abbandonò sulla sedia, appoggiandosi allo schienale, con la testa gettata all’indietro. Sospirò strofinandosi il viso e si riportò composto. Portò un gomito sulla scrivania ed il viso sulla mano, utilizzando il braccio come sostegno. Si guardò distrattamente attorno, soffermandosi sulla scrivania di Takano.
Rimase a fissarla pensieroso per un paio di minuti prima di alzarsi e avvicinarsi. Si lasciò sfuggire un sorriso amaro, quasi malinconico, mentre allungò una mano a sfiorare i block notes sparsi su di essa, sospirando. Perso in chissà quali pensieri, non si accorse dell’arrivo dell’altro alle sue spalle.
“Onodera, hai bisogno di qualcosa?” domandò questo abbandonando la borsa su una sedia e avvicinandosi, divertito.
“N-no!” si voltò di scatto, rosso in viso, scuotendo la testa negativamente per enfatizzare la sua risposta. In realtà quello che voleva fare era fingersi naturale e non imbarazzato. Takano gli si avvicinò prendendogli una spalla con delicatezza. Il viso del minore andò ancora più a fuoco.
“Takano-san!” gli tolse la mano prima di continuare “Stavo cercando un pennarello, il mio si è scaricato” borbottò la prima scusa che gli venne in mente per cambiare discorso. Il maggiore sorrise bloccando l’altro per entrambi i polsi e facendolo indietreggiare, quasi facendolo sedure sulla scrivania, senza mai distogliere gli occhi dai suoi. Avvicinò piano il suo viso, notando che stranamente Onodera non stava opponendo alcuna resistenza.
“Dimmi che mi ami” sussurrò quasi contro le labbra dell’altro, senza però toccarle realmente. Il castano voltò il viso, imbarazzato, ed abbassò lo sguardo senza dare una vera conferma. Takano gli lasciò un polso per prendergli il volto, accarezzandogli la guancia e facendolo voltare nuovamente verso di sé.
Lo baciò delicatamente sentendosi stringere il maglione all’altezza del fianco, sorridendo sfiorò quella mano, risalendo per il suo braccio fino la spalla, lasciando poi libero anche l’altro polso.
“Lo prendo come un ti amo” sussurrò rimanendo a fissarlo, facendolo arrossire ed imbarazzare ancora di più. Il giovane allontanò l’altro con poca grazia, cercando di recuperare la propria autonomia e razionalità, sistemandosi la camicia senza più alzare il viso all’altezza dell’altro.
“Come sei messo con lo storyboard?” domandò Takano sistemandosi sulla propria sedia, accendendo il portatile per controllare le e-mail. Onodera, tornato quasi al suo solito colorito, portò una mano tra i propri capelli prima di guardare l’altro.
“Non manca molto, entro la giornata sarà pronto!” affermò soddisfatto prima di tornare alla propria postazione. Riprese in mano i fogli ed abbassò lo sguardo sul tavolo di lavoro, concentrandosi su quello che doveva fare e dimenticandosi di essere ancora solo in ufficio con lui. Non perse mai l’attenzione finché Takano gli appoggiò un cioccolatino a forma di cuore, coperto da una carta rossa, proprio sul riquadro che stava esaminando.
“È buono” mormorò convincente mentre Ritsu lo fissava poco convinto. Prese il cuore tra l’indice ed il pollice e lo guardò. “Ne ho ricevuto troppi questa notte, uno posso darlo a te” sorrise senza farsi notare mentre con una mano accarezzava i capelli del giovane che assunse un’espressione alquanto arrabbiata, allontanando la mano dalla propria testa e lasciando il cioccolatino lontano da sé.
“Vieni a cenare da me, questa sera?” domandò dolcemente mentre si chinò verso di lui.
Vedendolo non rispondere e, osteggiando altra ostilità, sospirò.
“Una cenetta romantica, solo per noi due” si avvicinò sempre più al viso dell’altro “C’è un regalo che potresti darmi, dopo cena…” sussurrò sensualmente al suo orecchio.
“Takano-san!” Onodera prese le distanze da lui, evitando di guardarlo negli occhi.
“Lo prendo per un sì. Ti aspetto per le 18” posò un piccolo bacio sulla sua guancia prima di spingergli delicatamente il viso verso i fogli, chiaro invito a finire con quella pratica per liberarsi quanto prima. Ritsu lo guardò poi allontanarsi, fissando poi il piccolo cuoricino rosso che aveva abbandonato lì.
Nonostante i problemi l’alba era finalmente nata quel giorno, pronta a non spegnersi più. Qualsiasi cosa fosse successa, avrebbe resistito.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Nota: La storia partecipa al contest “Amore Conteso – Contest ufficiale di Disegni e Parole” indetto da sango_79 sul forum di EFP.
 
 
 
Un grazie a chiunque sia giunto fino alla fine di questa mia prima one-shot in questo meraviglioso fandom.
In particolare a Rosalie_
  
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