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Autore: _AleAle_    28/02/2012    1 recensioni
Scorpius vuole fare LA proposta alla sua dolce metà, ma le cose non andranno esattamente come lui aveva previsto.
Mille imprevisti si metteranno in mezzo!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Disclaimer: tutti i personaggi sono di proprietà di JK Rowling, questa storia è stata scritta per mero diletto personale e non ha alcuno scopo di lucro.

***


Salve a tutti! :)
Questa breve one-shot, come avrete visto, parla dei tentativi di Scorpius di chiedere la mano alla sua Rosie, ma soprattutto degli imprevisti a cui andrà incontro.
Spero vi piaccia e vi diverta almeno un pò, visto che l'ho scritta per questo!
Un bacione

Ale





Everything against Scorpius






Doveva ringraziare Albus. Doveva ringraziarlo infinitamente.
Se non fosse stato per lui, nessuno nella sua famiglia non lo avrebbe mai accettato.
Se non fosse stato per lui, nessun ragazzo gli avrebbe mai rivolto neanche la parola, nessun Grifondoro l’avrebbe mai considerato come un semplice ragazzo, lo avrebbero per sempre visto come l’unico Malfoy che il Cappello Parlante si era sbagliato a smistare.
Ma soprattutto, se non fosse stato per lui che lo aveva preparato psicologicamente, suo zio Ron lo avrebbe Schiantato nell’istante esatto in cui Rose lo aveva fatto entrare per la prima volta alla Tana, quel Natale di cinque anni prima.
Aveva quasi ventiquattro anni ormai, era stato promosso a Spezzaincantesimi vero e proprio solo poche settimane prima, in giugno, dopo un tirocinio che gli era sembrato non finire mai.
Quando era stato finalmente certo di aver trovato un lavoro certo, aveva passato tutto il resto della giornata in cerca di un appartamento.
Una settimana dopo, era corso a casa di Rose, l’aveva bendata senza dirle nulla e si era Smaterializzato a Diagon Alley.
Inutile dire che Rosie era stata più che felice di scoprire che quella casa non era solo per Scorpius, ma per loro due, come sarebbe inutile dire che Ron non aveva aperto bocca per i tre giorni successivi quando aveva scoperto che la sua bambina sarebbe andata a convivere.
Ed ora, a poco più di un mese da quel giorno, Scorpius si sentiva pronto al grande passo, quel grande passo.
Era un tranquillo giorno di luglio, Rose era al lavoro al Ministero, impiegata nell’Ufficio di Applicazione della Legge sulla Magia.
Si era laureata in Magisprudenza, dopo sette eccellenti anni a Corvonero.
Nessuno ad Hogwarts aveva mai capito come potesse quello scapestrato di Malfoy amare quella secchiona della Weasley, ma alla fine anche i più scettici si erano dovuti ricredere.
Se è vero che gli opposti si attraggono, loro due ne erano la prova vivente.
Avevano avuto le loro crisi, ovvio, ma Scorpius sapeva che ce l’avrebbero fatta.
Aveva pensato a tutto, ma proprio a tutto.
Sapeva che ormai i nonni di Rose, soprattutto Arthur, erano anziani.
Sapeva quanto alla sua ragazza sarebbe piaciuto avere tutta la famiglia al suo matrimonio.
Sapeva che, anche se non lo avrebbe mai ammesso, avrebbe adorato una proposta romantica.
Era andato alla Tana, aveva chiesto il permesso a Molly e aveva passato il pomeriggio a sistemare tutto.
Quella sera tutta la famiglia sarebbe stata a cena li, quindi non avrebbero avuto occasione migliore.
Aveva sgomberato il terrazzo in cima alla casa, quello che era così piccolo da non poter essere occupato da più di due persone contemporaneamente.
Aveva riempito il pavimento di petali di rose, pregando Merlino e Morgana che non si alzasse il vento, quella sera.
Non c’era una sola nuvola in cielo, sarebbe stato perfetto avere il cielo stellato sopra di loro.
Sistemato il terrazzo, era passato al corridoio e l’aveva tappezzato di loro foto.
Ce n’erano di tutti i tipi, da quelle di loro due quando erano piccoli a quelle insieme di Hogwarts.
Era certo che Arthur e Ron avrebbero storto il naso nel vederle, quanto che i suoi amici l’avrebbero preso in giro probabilmente per i dieci anni successivi, ad essere positivi.
Ma di nuovo, non gli importava.
Alla fine era sceso in giardino e aveva sistemato le candele.
Quando sarebbero state accese, avrebbero formato la scritta: Vuoi sposarmi Rosie?
“Scorpius? Tutto ok?” il ragazzo di voltò sentendosi chiamare, vedendo Molly dirigersi verso di lui.
Annuì felice, girandosi di nuovo a guardare il suo capolavoro.
Romantico si, ma non troppo.
Non era da lui, e sapeva che Rose avrebbe preferito che lui fosse se stesso anche in quel momento.
“Andrà bene, me lo sento” continuò la donna, sorridendo agli occhi grigi di Scorpius “sono certa che Rosie scoppierà di gioia”.
“Speriamo” rispose lui.
Avvertì Molly che loro e due sarebbero arrivati prima degli altri, così da avere tempo per loro.
Tornò a casa e si cambiò, prendendo l’anello che teneva nascosto nel comodino dietro i fumetti da dieci giorni.
Era stato una comica per quel benedetto anello.
Lo aveva visto in una gioielleria della Londra Babbana ed lo aveva fermato, assicurando il gioielliere che sarebbe andato a ritirarlo quel pomeriggio.
Il tempo di andare alla Gringott per cambiare i Galeoni in sterline che quella sciocca della commessa lo aveva venduto, non accorgendosi che era stato già prenotato.
Quando era tornato a ritirarlo e aveva capito cosa era successo, era stato sul punto di schiantare la ragazza e mandare all'aria lo Statuto di Segretezza, ma per fortuna aveva notato un altro gioiello che sperava sarebbe piaciuto alla sua quasi futura moglie.
Quella sera, tornando dal lavoro, Rose si stranì nel vedere quanto Scorpius avesse fretta di andare alla Tana, ma non commentò.
Arrivati dai nonni, accadde qualcosa che lei non si aspettava, il ragazzo si sciolse la cravatta e la bendò, proprio come aveva fatto il giorno che l’aveva portata nella nuova casa.
“Ehi, ma che stai...” tentò, ma lui la fermò con un bacio.
“È una sorpresa, tranquilla” le rispose.
Lei rise con quella risata che lo aveva fatto innamorare, poi iniziò a camminare seguendo i passi di Scorpius.
Mentre camminavano, il ragazzo accese le candele con un incantesimo non verbale, poi guardo il cielo.
Si senti mancare.
Le stelle! Dove diavolo erano quelle dannate stelle?!
Si fermò e si guardò intorno spasmodicamente, vedendo che tutto il cielo era completamente coperto.
“Siamo arrivati?” chiese Rose, portando le mani alla testa per sciogliere la cravatta.
“NO!” esclamò lui fermandola “Non ancora!”
Tornò a camminare trascinandosela dietro, maledicendo Merlino e Morgana per aver fatto annuvolare il cielo.
Era estate, porca miseria, il tempo doveva per forza essere bello!
“Bene” pensò irritato “tanti saluti al cielo stellato”.
Quando entrarono alla Tana, Scorpius fece cenno ai nonni di stare zitti, anche se Molly aveva già le lacrime agli occhi e Arthur, nonostante cercasse si nasconderlo, era felicissimo.
“Ora ci sono le scale, Rosie” le sussurrò all’orecchio, baciandola poi sul collo.
Lei iniziò a salire appoggiandosi al muro, sapendo a memoria come fossero i gradini della Tana.
Sfiorò con le dita le foto che avrebbe visto solo dopo, e per la prima volta Scorpius sentì la sua sicurezza venire meno.
Dopotutto, nessuno gli garantiva che Rose gli avrebbe detto di si, forse lei non era ancora pronta o semplicemente non voleva sposare proprio lui.
Un brivido freddo gli corse su per la schiena pensando alla sua Rosie all’altare con un altro, ma scosse la testa più forte che poté e scacciò quel pensiero.
Arrivarono davanti alla porticina e il ragazzo aiutò lei ad entrare.
Mentre lei andava avanti e lui si premurava di chiudere la porta, la sentì rabbrividire.
“Tira un bel venticello, quassù…” disse la ragazza, e Scorpius abbassò gli occhi con orrore e raccapriccio.
I petali di rosa! Quei benedetti petali di rosa non c’erano più!
Si sporse a guardare il prato e li vide, erano tutti caduti di sotto.
“Dannazione…” mormorò.
Ok, stava andando tutto storto, ma in fondo non poteva andargli tutto perfetto, qualche imprevisto doveva esserci.
“Scorpius? Devo preoccuparmi?” chiese lei, incrociando le braccia al petto.
Lui prese un bel respiro, poi le si avvicinò e le prese le mani tra le sue.
“Rose, io…”
“Ehi, ragazzi!” sentendo la porta aprirsi di botto, entrambi si voltarono, anche se Rosie non poteva vedere come Albus era arrossito nel trovarli soli.
“Tesoro, non muoverti di qui” mormorò il ragazzo tra i denti, dirigendosi verso il suo presunto migliore amico.
Lo prese per la spalla e lo sbatté fuori senza profferir parola, chiudendosi la porta dietro.
Tornò dalla sua ragazza e la riprese per le mani.
“Dove eravamo?” scherzò, e anche lei sorrise ad occhi bendati “Rose, c’è un motivo per cui ti ho portato qui. E…”
“SCORPIUS!”
Il ragazzo serrò gli occhi sentendo quell’urlo, riconoscendo la voce di James.
“SCORPIUS! VIENI GIU’ UN ATTIMO!”
Malfoy sospirò di nuovo, avrebbe dovuto avvertire pure i suoi amici.
“Amore, ti prego, non muoverti. Torno subito”.
Si alzò e corse di sotto, rischiando pure di cadere per le scale, urlando ai suoi futuri parenti di non rompergli le scatole.
Era stato maleducato, ok, ma si sarebbe fatto perdonare dopo.
Quando riaprì la porticina trovò Rose, ancora bendata, sotto la piccola tettoia.
“Che fai qui Rosie?” le chiese.
“Sta piovendo” rispose lei leggermente irritata “per favore, mi dici che sta succedendo?”
Ma lui si era fermato alla parola pioggia.
Corse a guardare di sotto, vedendo le candele ormai spente e ovviamente bagnate.
“Oh no” gemette.
Niente cielo stellato, niente rose, niente candele.
“Dannazione” esclamò.
“Ok Scorpius, adesso mi tolgo questa cravatta, voglio sapere cosa sta…”
“NO!” la fermò di nuovo lui.
Si inginocchiò, aveva ancora l’anello e nessuno l’avrebbe fermato nella sua dichiarazione.
“Rose, è andato tutto storto, ma c’è una cosa che devo chiederti” iniziò “vuoi…”
La porta si aprì di nuovo, ma stavolta era Lily.
“Ehi ragazzi la cena…”
E Scorpius scoppiò.
“Si può chiedere la mano in santa pace?!?” urlò, facendo sbiancare Lily dalla vergogna.
Sentendo quelle parole, Rose si tolse la cravatta dagli occhi e si trovò l’anello a pochi centimetri dal viso.
“Oh mio Dio” sussurrò, mentre Scorpius fissava la Potter infuriato e l’altra fissava entrambi morendo di vergogna “stavi…?”
Il ragazzo si voltò di nuovo, guardando Rosie negli occhi in un modo che non aveva mai fatto.
“Sei la donna della mia vita Rose, non potresti farmi un regalo più grande” le disse “Sposami”.
Le lacrime di gioia iniziarono a rigarle il viso, mentre annuiva e lui le infilava l’anello al dito.
“Non è uno dei tuoi stupidi scherzi, vero?” chiese fissando il suo anulare.
Lui finse di pensarci su.
“Direi di no” rispose.
Mentre la ragazza gli saltava tra le braccia e iniziava a baciarlo, un eccesso di magia involontaria causata dalle loro emozioni fece riaccendere le candele in giardino, le fece resistere alla pioggia che cadeva.





Vuoi sposarmi Rosie?
Oh si, certo che si.

 
…anche perché se non lo fa lei, lo faccio io :P

  
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