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Autore: miss longbottom    28/02/2012    2 recensioni
Io sono Phoebe, Phoebe Thomas e sì, sono una mezzosangue. Mio padre è Hermes, il messaggero degli Dei e il Dio dei ladri, ovviamente. Luke Castellan invece è mio fratello, l'unico fratello degno di questo nome. Ormai lui è la mia famiglia e dovunque andrà io andrò con lui.
Questa è la mia prima ff su Percy Jackson e questo personaggio è nato grazie ad un GdR sulla stessa saga. Spero soltanto che vi piaccia. :D
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luke Castellan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione.
 
Uscii di casa, zaino in spalla e skate sotto braccio. Mia madre, come al solito, era appena tornata a casa ubriaca con un uomo. Tornava a casa sempre con qualcuno e non lo riuscivo più a sopportare. Avevo solo otto anni però volevo andarmene da quella casa, da quella vita che faceva schifo. Scesi le scale del palazzo, pronta a scappare; non sapevo dove, ma qualsiasi posto era migliore di quello. Uscii dalla porta principale, lasciai cadere lo skate a terra e con una spinta iniziai a muovermi verso il centro della città. Avevo i capelli raccolti nel cappello da skater che avevo rubato al mio vicino di casa. Ero molto brava in quello, a rubare. Era come se ce lo avessi nel sangue. Girai l’angolo, pensando a qualche posto dove andare, dove rifugiarmi per la notte, quando mi sentii chiamare. Mi voltai di scatto, frenando sullo skate. Vidi da lontano Sky venirmi in contro. Sky era l’unico ragazzo dell’isolato che mi avesse mai rivolto la parola, anche perché non ti calcolano molto quando hai otto anni, una madre alcolizzata e un padre inesistente. 
«Phoebe, aspetta! Dove stai andando?» disse lui.
«Sto scappando, Sky, cosa credevi che stessi facendo!» 
Il ragazzo, che aveva i capelli ricci e molto arruffati, nascosti sotto il cappello, esattamente come me, annuì e mi prese la mano. «Allora vieni con me, è giunto il momento che tu sappia la verità!»
«La verità? Ma di cosa stai parlando?» domandai prendendo lo skate di nuovo sotto braccio. Lo seguii verso un taxi. 
«Tu sei… diversa dagli altri, Phoebe» mi sussurrò non appena fummo partiti per la destinazione. «Non hai mai conosciuto tuo padre, sei iperattiva, hai la dislessia e vedi cose che molta gente non riesce a spiegarsi. Sei un mezzosangue!»
«Io sono cosa?» domandai inarcando un sopracciglio.
«Un mezzosangue. Un semidio. Metà e metà. Chiamati come vuoi, ma il punto è che tu sei speciale… e ora incontrerai altre persone speciali come te!» ribatté lui.
«Ma tu come fai a sapere queste cose, sei anche tu un… com’è che mi hai chiamato?»
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. «No, sono un satiro» Si tolse il cappello e notai subito due corna in cima alla testa. 
«Wow, ok, ora ci credo!» affermai ridacchiando. Allungai una mano per toccare quelle corna tanto interessanti, ma Sky mi scostò subito la testa. «No! Non provarci neanche… accosti qui!» gridò alla fine.
Il taxista si fermò, guardandosi in torno, non sembrava molto convinto di lasciarci lì, in quel posto, però dopo che Sky gli diede una bella mancia, si dileguò all’istante. Non appena scendemmo dal taxi, ci incamminammo verso quel posto tanto speciale di cui Sky parlava. Lungo il tragitto alcune ciocche di capelli fuori uscirono dal cappello che avevo indosso. Mi fermai e mi tolsi il cappello per sistemarmeli come prima di uscire di casa. In quell’istante Sky, che era davanti a me per farli strada, si voltò e rimase di sasso. «Phoebe!» esclamò.
Mi spaventai di brutto, guardai il paesaggio attorno a me come se da un momento all'altro un mostro mi stesse per attaccare «Che c’è?» esclamai.
«Per Pan, che cavolo hai fatto ai capelli?» domandò indicandomi.
Ecco, ora avevo capito. Era sempre sta bionda, come mia madre, ma adesso avevo i capelli rossi. Rossi come il fuoco, rossi come il sangue.
Li sistemai con la mano e sorrisi: «Perché non ti piacciono?»
«Non è quello… non sei un po’ troppo piccola per colorarti i capelli? E poi dove hai preso la tinta?»
«Allora, non sono piccola… sì, ok, ho solo otto anni, però ho una mente da quattordicenne, più o meno, e poi ho rubato i soldi a mia madre per la tinta. Tanto lei li avrebbe spesi per ubriacarsi o chissà che roba» spiegai «Ora andiamo? Sono stanca di camminare, voglio riposarmi» 
Salimmo fino ad arrivare al campo, quel campo tanto speciale. Sorrisi nel vederlo, però non avevo idea del perché. Era un luogo sconosciuto per me però lo amav già dal primo secondo.
«Siamo arrivati; questo è il Campo Mezzosangue» dichiarò Sky.
«Sì» annuii «siamo arrivati a casa!»









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bene, eccomi qua.
questa è una piccola prefazione, volevo spiegare come Phoebe fosse arrivata al campo insieme a Sky.
vi consiglio di immaginarvi Hayley Williams come Phoebe. :D
(mi scuso per eventuali errori di battitura :D)
  
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