La casa è sempre uguale.

Su questa poltrona, è strano, sembra come se non ci si sia mai seduto nessuno, in tutto questo tempo.

Sono solo.

La poltrona davanti a me è vuota. Stesso orribile tessuto rossastro, stessa orribile coperta grigia.

Non mi è mai piaciuta, quella poltrona. Per questo lasciavo che ci sedessi tu, John. Ma tu ora non ci sei.

Sono solo.

Su quella orribile coperta grigia forse c’è ancora il tuo odore, anche dopo tre anni. E se la prendessi e sentissi il tuo profumo, allora sarebbe come ficcare il naso tra i tuoi capelli biondi e respirare forte. Riempirmene le narici.

Voglio che tu oltrepassi quella porta, adesso, e che tu mi veda qui seduto. Come se non me ne fossi mai andato.

Lo so che ci sono poche probabilità che accada. È più probabile che Mycroft stia seguendo la sua dieta.

Ma voglio che tu entri in questa stanza, ora.

Ci deve essere un modo per farti arrivare fino a qui.

Se avessi preso qualcosa di tuo, tu forse torneresti qui a cercarlo. Ma io non ho niente di tuo.

Tu invece John, hai qualcosa di mio. L’ho capito.

Non avevo affatto mentito, quella volta dentro alla piscina buia, mentre tenevo in mano la pistola e tu avevi addosso tanto di quell’esplosivo da farci saltare in aria tutti quanti.

Era vero, non avevo un cuore. Non più.

L’avevo consegnato a te molto tempo prima.

E tu l’avevi tenuto stretto tra le mani, stringendolo tanto da fargli male, senza neanche accorgertene. Neanche io me ne ero accorto.

Ora che lo so, non lo rivoglio indietro. Tienilo tu.

Strizzalo, fallo sanguinare. Fammi sentire dolore.

Torna qui e fammelo vedere mentre lo stringi forte. Il sangue ti riempirà le dita ed io sarò felice perché saprò che quel sangue è mio.

Voglio vedere la tua faccia mentre oltrepassi quella porta.

Voglio vedere come cambieranno i tuoi occhi quando mi vedrai qui.

Voglio vedere cosa farai, quando capirai che ti ho ingannato. Che ti ho mentito. Che ti ho fatto male.

Lo vedrò, che vorrai fare male anche a me.

È difficile dare un pugno mentre si tiene in mano un cuore. Ma tu lo farai.

Forse mi colpirai talmente forte da farmi cadere dalla poltrona. Forse dopo cercherai di andartene.

Non puoi andare troppo lontano, ricorda. Hai in mano il mio cuore.

Tornerai, non puoi tenermelo troppo distante.

Siamo collegati dal rosso filo di sangue che sgorga dalle tue mani e dal mio petto.

Tornerai, lo so. Devo solo aspettarti qui.