Fortunatamente non è svanito neppure Alex, unica benedizione nella dolorosa afa australiana: riuscire a riscuotermi da quel momentaneo torpore sarebbe un’impresa titanica se il suo braccio nudo, muscoloso e umido di sudore non si appoggiasse mollemente all’asta del microfono per permettergli di voltarsi a lanciarmi un’occhiata stravolta e solidale.

Ce la faccio.

Scatto per riuscire a muovermi, tiro una pedata alla pedaliera, mi volto, do una pennata casuale che qualcuno riconosce come l’accordo iniziale.

Cominciamo bene, penso.

Giuro, se non parlo mi si chiuderanno gli occhi nell’arco di una decina di secondi e crollero’ a dormire sul palco; mi guardo attorno alla disperata ricerca di un interlocutore, già sapendo chi sarà a ricambiare il mio sguardo: sembra il mio gemello cattivo, alto forse un paio di centimetri in meno di me, il ciuffo da duro che inizia a cedergli sulla fronte e una mise al mio opposto, che sembro un Cristo glam.

Idea sua, vestirci l’uno al negativo dell’altro.

Lui si è accaparrato il nero.

Stronzo.

Gli unici pantaloni bianchi che ho sono stretti sul pisello quanto una vergine.

“Alex…” gli dico. Mi sposto la chitarra al fianco per avvicinarmi e farmi sentire sovrastando il chiasso. La frase, nella mia testa, si completa logicamente con “sto crepando”.

Mentre Alex mi si para davanti il tecnico delle luci ha la splendida idea di tingere il faretto sopra di noi di un blu da strip club; un accordo di tastiera.

Sa Dio cosa passa di preciso per la testa di quell’idiota: davanti a migliaia di fan urlanti ed eccitati l’idea piu’ geniale che riesce a partorire è quella centrarmi la bocca, stampandoci sopra la sua, fradicia di birra e sudore, bollente. Mi passa pure l’indice sul petto orizzontalmente, per fare il carino, mentre si stacca.

Bene.

Alex mi ha baciato, sotto la luce porno-blu e sulle prime porno-note di “505”.

La nostra canzone.

Un boato isterico di leva dal pubblico. E ci credo.

Alex si dirige alla batteria dondolandosi da vero uomo su quel suo culo favoloso e si sistema i jeans, ma io non lo vedo già piu’: sono troppo impegnato, voltato nella direzione opposta, a passarmi incredulo un dito sulle labbra, dove mi è nato un sorriso spontaneo da vero idiota.

Sei un cretino Kane. Stai ripensando, eccitato, a un bacio gay col tuo migliore amico.

Farà il giro di internet, lo so.

Ma avro’ il bis, prima della doccia.

O durante.

Anche la voce di Alex ha un che di pornografico, ora.
 

*

La Chiave di Do.

L'impaginazione, liberamente ispirata a quella della mia morning moon, è cosi' gestita per rendere l'immediatezza e la
successione del flusso dei pensieri.

L'ispirazione è assolutamente reale, mi sono solo limitata a riscrivere un momento verificatosi ad Adelaide durante
un live degli Arctic Monkeys.

Devo proprio dirlo,  comunque,  che non mi appartengono eccetera o ormai lo hanno capito anche i sassi,  che come è
risaputo non sono di madre lingua italiana?