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Autore: _ChiaraS    29/02/2012    3 recensioni
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Alzai appena gli occhi per incontrare lo sguardo della cosa, o meglio della persona contro cui ero andato a sbattere e mi pietrificai all’istante. Due iridi color ghiaccio mi fissavano dritto negli occhi, sembravano quasi volermi leggere dentro e attraversarmi l’anima..non avevo mai visto due occhi così belli e così maledettamente..freddi. Il suo sguardo era distaccato e freddo, tanto che sentii dei brividi attraversarmi la spina dorsale..quel momento durò solo pochi secondi che a me parvero un’eternità. Mi sentivo quasi spogliato di fronte a quello sguardo, che sembrava poter capire in un attimo ogni mio pensiero.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 Effy continuava a blaterare mentre mi trascinava via attraverso quel labirinto di corridoi..cavolo quella scuola era davvero immensa, chissà quanti laboratori e aule c’erano e chissà se ce l’avrei mai fatta a ricordarli tutti. Sospirai perdendo le speranze di fermare quella furia che mi trascinava via, e decisi di concentrare la mia attenzione sulle persone che vedevo passare. Tutti sembravano presi dal dirigersi verso le proprie classi, alcuni si voltavano a guardarci, probabilmente si erano accorti che ero nuovo. Un leggero rossore colorò le mie guance mentre mi sistemavo meglio al fianco di Effy, tentando invano di liberare il mio braccio dalla sua presa salda, mi aveva preso per un bambino piccolo per caso?

Mentre questi pensieri affollavano la mia mente la mia attenzione cadde fuori dalla finestra, su un gruppo di ragazze abbastanza numeroso riunite in cerchio attorno a qualcosa. Mi accigliai continuando ad osservare la scena mentre venivo trascinato via. Perché c’era tutta quella folla? Cosa sarà successo da attirare l’attenzione di così tante ragazze? Assottigliai lo sguardo cercando di notare cosa c’era effettivamente al centro di quella gran massa di ragazze, ma l’unica cosa che riuscii a vedere erano dei capelli biondi..che fosse stato un ragazzo ad attirare l’attenzione di così tante ragazze? 

Ma i miei pensieri vennero interrotti quando mi ritrovai a sbattere contro quella furia bionda, che nel frattempo si era fermata all’improvviso e ora mi guardava con sguardo curioso. Mi passai una mano sulla testa che era andata a sbattere contro di lei e la fissai negli occhi un po’ confuso, cosa le prendeva adesso?

“Dave ma mi stai ascoltando?” disse alzando un sopracciglio vedendo la mia espressione perplessa.

“Ehm ecco..veramente..” cercai di dire imbarazzato ma lei sospirò leggermente e mi diede un buffetto affettuoso sulla testa indicandomi poi con la mano un’aula che si trovava alla nostra destra.

“Ti stavo dicendo che questa è la nostra classe, siamo arrivati..ma a quanto pare hai ancora la testa tra le nuvole…deve essere l’impatto con un ambiente nuovo” disse convinta annuendo alle sue stesse parole con gli occhi chiusi e la mano appoggiata sul mento. Sorrisi divertito per la sua espressione, di sicuro non si era accorta che parlava troppo veloce perché io potessi tenere il passo dei suoi discorsi, ma decisi di lasciarle credere che ero ancora confuso per il nuovo luogo in qui mi trovavo, anche perché in parte era vero.

Sono sempre stato un ragazzo abbastanza curioso fin da bambino, mi cacciavo nelle situazioni più impensabili perché appena trovavo qualcosa di nuovo non riuscivo a fare a meno di rimanere incantato come un cretino, facendo mille viaggi mentali con la fantasia. Scossi leggermente la testa riprendendomi dai miei pensieri e le sorrisi gentilmente.

“Si forse hai ragione..”

“Hey io ho sempre ragione” disse facendo una faccia ovvia e per la prima volta nella giornata scoppiai a ridere, quella ragazza era davvero troppo simpatica. Credo che lo abbia fatto di proposito a dirmi questo, solo per farmi ridere..avrà capito che ero un po’ a disagio, e infatti in quel momento mi guardava sorridendo dolcemente mentre io lentamente smettevo di ridere e ricambiavo il suo sorriso, le ero molto grato e in quel preciso istante capii di aver trovato una vera amica, la mia prima vera amica.

“Dai entriamo prima che arrivi la prof” disse indicandomi con un cenno del capo la porta dell’aula, annuii leggermente e mentre stavo per entrare in classe mi voltai sentendo un vociare provenire dalle mie spalle. Mi fermai e mi girai per vedere cosa stesse succedendo e quello che potevo vedere era che tutte le ragazze che stavano passando nel corridoio si erano fermate, mentre quelle nelle aule affianco si stavano affrettando ad affacciarsi sull’uscio. Alzai un sopracciglio e seguii con lo sguardo quello di quelle ragazzine che sembravano quasi sognanti, e scorsi in mezzo a tutta quella massa una figura che si stava avvicinando lentamente.

Era un ragazzo, più o meno leggermente più alto di me che stava venendo proprio nella nostra direzione, ma potei vederlo chiaramente mentre si avvicinava sempre di più. Aveva decisamente un bel fisico, non troppo robusto ma che lasciava immaginare i tratti di un ragazzo che curava il proprio corpo, il suo passo era lento e deciso e sembrava non curarsi degli occhi a cuoricino che avevano le sue immense ammiratrici, quasi come se ormai ci si fosse abituato. Passai lo sguardo sul suo corpo fino ad arrivare al viso..la sua pelle era ambrata e i tratti erano dolci, se pur con qualcosa di estremamente attraente..i suoi capelli erano neri come una notte senza stelle, e non gli coprivano il viso, ma bensì erano alzati in una cresta accennata, che metteva ancora di più in risalto la bellezza del suo viso. Le labbra erano incurvate in un piccolo sorrisetto sghembo, e aveva una mano nella tasca dei pantaloni, come se fosse sicuro di avere tutti gli occhi puntati addosso e avesse la consapevolezza della sua estrema bellezza. Ma ciò che mi colpì di più di questo ragazzo erano gli occhi, che potei notare chiaramente quando fu a pochi metri da noi. Erano di un castano scuro, quasi sembravano neri a tratti, ed erano profondi, bastava che li guardassi per perderti in quei due pozzi marroni che saresti rimasto fermo ad osservare per ore..e poi i suoi grandi occhioni erano contornati da ciglia lunghe, ma che non gli davano un aspetto femminile, anzi lo rendevano ancora più sexy. Ok forse stavo dilagando troppo con i pensieri perché rimasi con la bocca leggermente schiusa mentre quello ci passava davanti e faceva un cenno con la testa ad Effy.

“Buongiorno McQueen” disse educatamente fissandola per qualche secondo negli occhi. L’espressione della mia nuova compagna era cambiata radicalmente, non aveva più il suo sorriso solare, ma al contrario aveva un’espressione decisa sul volto.

“Salve Horan” disse lanciandogli una sola occhiata, mentre lui indifferente mi lanciò un’occhiata prima di entrare in quella che doveva essere la nostra classe. Bene, avevo un figo nella mia classe, la cosa si faceva estremamente interessante. Scossi la testa per osservare la mia amica, la sua reazione mi aveva lasciato perplesso, avevo pensato che lei fosse socievole ed amichevole con tutti, ma a quanto pare quel ragazzo non gli era troppo simpatico. Spostai l’attenzione su di lui che andava a sedersi in un banco vicino la finestra e osservava fuori con aria vagamente disinteressata a tutto il resto..eppure non sembrava un cattivo ragazzo.

“Hey Effy…lui chi è?” mi decisi a chiedere riportando l’attenzione sulla ragazza dai capelli color oro ancora al mio fianco. Lei mi guardò sbuffando leggermente.

“Lui è Adrian Horan, uno dei più fighi della scuola” disse con sarcasmo alzando le mani e facendo una smorfia ed un’espressione buffa che doveva senz’altro essere una caricatura di tutte quelle ragazze che stavano sospirando nei corridoi con ancora i cuoricini che giravano intorno alle loro teste. Non potei trattenere una risata per la sua faccia e lei mi guardò ancora infastidita dall’arrivo di quel ragazzo.

“La sua famiglia è una delle più ricche della città, ha praticamente i soldi che gli escono dalle orecchie e una schiera di ammiratrici lunga chilometri” mi spiegò fissandolo solo per qualche secondo e poi alzo gli occhi al cielo.

“Ma chi si crede di essere, solo perché è ricco e mediamente carino si permette di essere così presuntuoso..e deciso..e…” e poi non la stavo ascoltando più, come sempre si era persa in una dei suoi discorsi infiniti dei quali non ci capivo niente. Mentre entravamo in classe, con Effy che ancora blaterava su quanto fosse troppo sicuro quel ragazzo, lo osservai ancora attentamente, prendendo poi posto in uno dei banchi nella fila di centro, vicino alla finestra, a soli due banchi di distanza dal moro.

E così la sua famiglia era ricca, eppure non aveva assolutamente l’aria del ragazzo viziato. Alzai le spalle leggermente e decisi di non pensarci per il momento, la mia attenzione ora era concentrata sul non arrossire di fronte alle occhiate interessate del resto della classe e il chiacchiericcio che si sollevava ogni secondo di più. Odiavo essere al centro dell’attenzione, non ero troppo timido ma sentire che parlavano alle mie spalle richiamava nella mia mente brutti ricordi che preferivo rinchiudere in un angolo della mia memoria. Sospirai impercettibilmente tenendo lo sguardo basso sul banco e poi sentii la mano di Effy sulla mia..era seduta nel banco vicino al mio e appena alzai lo sguardo su di lei trovai un sorriso veramente confortante, stava cercando di dirmi di farmi coraggio ed affrontare serenamente il primo giorno di scuola. Sorrisi ringraziandola mentalmente e poi tutti si zittirono quando entrò la professoressa.

Era alta, avrà avuto all’incirca una quarantina di anni ed era vestita con una gonna a tubino e una giacchetta nera sopra una camicia bianca, e con delle scarpe con un paio di tacchi che facevano un rumore profondo mentre passava per la classe silenziosa fino a sedersi alla cattedra. A parte questo non era una brutta donna, anzi aveva dei bei capelli neri, lasciati cadere lunghi sulle spalle e degli occhi blu scuro, quasi neri che ci osservavano senza il minimo di severità, sembrava essere una professoressa abbastanza gentile. Al suo passaggio ci alzammo tutti insieme e ci inchinammo leggermente come segno di saluto.Lei sorrise e sedendosi alla cattedra si mise a sistemare alcuni fogli. Ci rimettemmo seduti mentre la donna prendeva a parlare.

“Buon giorno ragazzi, come alcuni di voi già sanno, io sono la professoressa Masako, la vostra insegnante di lettere, ma visto che abbiamo un ragazzo nuovo ci tenevo a ripresentarmi” sorrise cordialmente verso di me e mi sarebbe piaciuto sprofondare nella mia sedia. Il suo sguardo non prometteva niente di buono..oh nononono non aveva intenzione di…

“David perché non ti presente alla classe?” mi chiese facendomi cenno di avvicinarmi alla cattedra. Ecco lo sapevo io, ma che cavolo, cambiano i luoghi ma questa stupida usanza di presentarsi davanti ad una classe di sconosciuti non cambia mai. Sbuffai impercettibilmente per non farmi sentire e maledissi mentalmente quella donna,dovevo solo stare tranquillo e non farmi prendere dal panico, bastava solo dire il mio nome e sarebbe andato tutto bene. Prima di alzarmi incontrai lo sguardo di Effy che mi sorrideva teneramente, molto probabilmente per l’espressione da cucciolo affranto che avevo in quel momento, ma appena mi voltai verso la prof sfoderai uno dei miei sorrisi più finti e mi alzai dirigendomi verso la cattedra. Guardai ognuno dritto negli occhi, sentivo il cuore battere velocissimo e le mani leggermente sudate..feci un piccolo sorriso e cominciai a parlare.

“Buon giorno a tutti, il mio nome è David Joseph Anderson, ma potete chiamarmi semplicemente Dave..vengo dall’Ohio e mi sono trasferito un paio di giorni fa a causa del lavoro di mia madre..spero di trovarmi bene qui con voi e fare presto nuovo amicizie” parlai tutto d’un fiato e feci un piccolo inchino verso di loro cercando di non guardare le loro facce. Poi sollevai la testa e incontrai gli occhi del moro che mi fissavano curiosi..fece mezzo sorrisetto e arrossii girando subito lo sguardo verso la professoressa. Lei mi guardò sorridendo soddisfatta dal fatto che avessi terminato la mia presentazione e mi fece cenno di tornare a posto.

“Bene Dave, impareremo a conoscerci tutti insieme col tempo..ora cominciamo la lezione” tornai a posto mentre un coro generale di no si levava nella classe, nessuno proprio aveva voglia di tornare a studiare, ma io speravo che la giornata passasse il più veloce possibile.

Le ore passarono velocemente, la professoressa che era molto simpatica, una volta finito di spiegare si fermò vicino a me facendomi qualche domanda, voleva conoscere meglio il suo nuovo alunno, e cercava di mettermi a mio agio. Alla fine il tempo passò velocemente, tra le chiacchiere con Effy e qualche nuovo compagno, ma soprattutto compagne che si avvicinavano a me riempiendomi di domande, alle quali risposi volentieri, anche se mi sentivo sempre un po’ a disagio in mezzo a tutta quella massa di persone che mi stavano attorno.
Erano le 13:30 e la campanella segnò la fine delle lezioni mattutine, era ora di andare a mangiare. Nella mia vecchia scuola c’era una mensa, qui invece i ragazzi potevano mangiare in classe, o riunirsi nel cortile centrale per mangiare tutti insieme in compagnia o a gruppi. Io non amavo molto la cucina giapponese, così mi ero portato da casa un panino e a quanto pare non ero l’unico, perché anche Effy aveva portato un panino con sé..in effetti non mi ero mai accorto che il suo nome, e il suo cognome non sono tipici del Giappone, anzi direi che erano quasi americani.

Appena arrivammo sull’erba morbida del giardino di fronte all’entrata, ci sedemmo sotto un albero pronti ad addentare i nostri panini. Mi voltai verso la ragazza al mio fianco, aveva deciso di pranzare con me, forse non voleva lasciarmi da solo in mezzo a persone pressoché sconosciute intorno a me. Sorridi e guardandomi intorno notai gli sguardi assassini che mi lanciavano alcuni ragazzi. Alzai entrambe le sopracciglia, forse erano gelosi del fatto che appena arrivato avessi fatto subito amicizia con Effy, a quanto pare riscuoteva molto successo tra i ragazzi, dovevo stare attento, o mi avrebbero picchiato per il motivo opposto per cui mi trattavano male nella vecchia scuola. Mi girai verso la mia amica guardandola curioso..

“Effy..il tuo non è un nome giapponese, e neanche il cognome..” dissi mentre lei si girava verso di me con un sorriso divertito sulle labbra, ingoiò il pezzo di panino che aveva in bocca e poi cominciò a parlare.

“Si infatti io non sono giapponese..vengo da Nashville in America, come te..e il mio nome completo è Elizabeth Alison Hope McQueen..si lo so è un po’ lunghetto, ma la stravaganza dei miei genitori non ha mai fine..” rise leggermente e io ancora più curioso sorrisi ripensando al suo nome, non mi sbagliavo allora, lei era straniera come me..perciò mi capiva così bene, c’era passata anche lei ancor prima di me.

“E come mai sei qui?” lei mi guardo per un attimo, poi spostò lo sguardo davanti a lei.

“Beh perché studiavo lingue nella mia vecchia scuola, ed ero bravissima in giapponese, amavo questo paese..e così eccomi qua, per approfondire le mie conoscenze linguistiche e culturali..mi sono trasferita due anni e mezzo fa circa..all’inizio ero un po’ spaesata come te, ma alla fine sono riuscita a guadagnarmi una certa importanza in questa scuola, come rappresentante d’Istituto..perciò cerco di mettere sempre tutti a proprio agio..e poi tu sei estremamente simpatico, credo che diventeremo buoni amici” mi disse sorridendomi dolcemente ed io annuii convinto, aveva perfettamente ragione, me lo sentivo anche io.

Continuammo a mangiare e parlare del più e del meno fin quando non suonò di nuovo la campanella che segnava la ripresa delle lezioni. Ci alzammo e lentamente ci avviammo di nuovo nella nostra classe..penso che dovrò ringraziare Effy alla fine della giornata, adesso ero più tranquillo, e riuscivo a muovermi in modo meno impacciato, tutto merito suo, che mi stava sempre vicina e allontanava la marea di ragazze che mi si avvicinavano per parlarmi, mettendomi così in imbarazzo. Mentre camminavo con lei lungo i corridoi però, svoltando l’angolo del corridoio, siccome ero troppo impegnata a chiacchierare con Effy, e quindi non guardavo davanti a me, andai a sbattere contro qualcuno, e senza neanche accorgermene ero a terra mentre mi massaggiavo la testa dolorante. Cavolo dovevo aver sbattuto contro qualcuno di veramente duro per farmi così male. Alzai appena gli occhi per incontrare lo sguardo della cosa, o meglio della persona contro cui ero andato a sbattere e mi pietrificai all’istante.

Due iridi color ghiaccio mi fissavano dritto negli occhi, sembravano quasi volermi leggere dentro e attraversarmi l’anima..non avevo mai visto due occhi così belli e così maledettamente..freddi. Il suo sguardo era distaccato e freddo, tanto che sentii dei brividi attraversarmi la spina dorsale..quel momento durò solo pochi secondi che a me parvero un’eternità. Mi sentivo quasi spogliato di fronte a quello sguardo, che sembrava poter capire in un attimo ogni mio pensiero. Non mi ero accorto che ero rimasto tutto il tempo a bocca letteralmente aperta, fu solo quando Effy mi aiutò ad alzarmi che mi ridestai dai miei pensieri, e senza staccare lo sguardo dai suoi occhi mi rimisi perfettamente in piedi.

“S-S-scusami..n-non ti avevo v-visto..” ma che cavolo mi prendeva? Stavo balbettando?! Ah bene, un’altra bella figura da cretino che stavo facendo.

Osservai meglio il ragazzo di fronte a me..era alto, molto alto rispetto a me..credo anche che fosse più grande, forse doveva essere uno del quinto anno. Il suo fisico era slanciato, doveva fare qualche sport..di sicuro non aveva problemi con le attività fisiche a scuola. Aveva dei capelli biondi lisci, che gli ricadevano in parte anche sul viso, tralasciando però vedere quegli occhi magnetici, contornati da lunghe ciglia..Dio quanto erano attraenti quei due pezzi di ghiaccio, anche se sembravano completamente vuoti. Il suo viso era contratto in un’espressione estremamente seria che non lasciava trasparire nessuna emozione, sembrava quasi che avesse una maschera sul volto..e le sue labbra..aggiungerei stupende labbra…non mostravano alcun accenno di sorriso, niente, neanche una minima smorfia, era del tutto impassibile.

Non so per quanto tempo rimasi a fissargli la bocca, ma quando me ne resi contro arrossii vistosamente e riportai lo sguardo ai suoi occhi. L’unica cosa che fece fu alzare un sopracciglio, poi come se non fosse successo niente, come se neanche lo avessi incontrato mi passo di fianco sorpassandomi e continuò a camminare lentamente verso la direzione opposta alla nostra. Rimasi immobile a fissare ancora il punto dove c’era lui poco prima, poi lentamente mi girai osservandolo allontanarsi da noi..e il mio sguardo non potè fare a meno di percorrere tutto il suo corpo fino al sedere, aveva un fisico davvero niente male…Mentre si allontanava Effy dovette accorgersi che ero rimasto pressocchè perplesso di fronte al suo comportamento e scuotendo la testa mi mise una mano sulla spalla sospirando lentamente.

“Cavolo..proprio con lui dovevi scontrarti…quello è Alexander Horan..” mi disse quasi come se mi avesse letto nel pensiero. Aspetta..aveva detto Horan? Non poteva essere. Mi voltai di scatto verso di lei che di sicuro aveva intuito la mia muta domanda dal mio sguardo leggermente sconvolto, perché annuì appena e riprese a parlare dicendo..

“..e si..è il fratello maggiore di Adrian”. Rimasi per un attimo a bocca aperta..Cosa?! ma se quei due erano totalmente diversi. Riportai lo sguardo sul biondo che si stava allontanando e ormai era sparito tra la folla. Era completamente diverso da suo fratello..lo sguardo di Adrian era profondo ed estremamente espressivo, mentre il suo..era vuoto e a dir poco glaciale. Come poteva essere che due persone provenienti dalla stessa famiglia avessero così poco in comune? L’unica cosa che li caratterizzava era la loro immensa bellezza. Si perché anche se era così freddo, quel ragazzo era bellissimo..oserei dire il ragazzo più bello che avessi mai visto, tutto di lui era così attraente e misterioso, il suo modo di fare distaccato non faceva altro che dargli un’aria ancora più affascinante.

Scossi la testa ai miei pensieri..ma bene ora cominciavo a fare pure apprezzamenti su un ragazzo che primo non mi aveva cagato di striscio, secondo era stato davvero maleducato a non rispondere, limitandosi solo a guardarmi. Non mi accorsi che ero rimasto a fissare il punto in cui era sparito, mi ridestai dai miei pensieri solo quando Effy sospiro sconsolata, e io mi girai verso di lei alzando un sopracciglio incuriosito.

“Hey cosa c’è che non va?” mi guardò un attimo alzando poi gli occhi al celo in una scena abbastanza comica, visto che tentava di sembrare tragica.

“E io che avevo pensato di provarci con te.. povera me..mollata per un biondino antipatico e senza cuore” si portò una mano alla fronte per imitare chissà quale disgrazia, ma si vedeva che mi stava prendendo in giro. All’inizio non afferrai subito le sue parole, poi spostai rapidamente lo sguardo da lei al punto in cui era sparito il ragazzo e tutto prese un senso. Arrossii violentemente e porta le mani davanti agitandole, cavolo aveva capito tutto.

“Hey no aspetta..che hai capito..non è come sembra..” cercai di giustificarmi ma di fronte a quella scena lei scoppiò a ridere, divertita dalla mia reazione.

“Su dai tranquillo Dave, stavo scherzando..oppure per caso ho fatto centro?” mi disse con un sorrisino malizioso stampato sul viso. Girai lo sguardo altrove imbarazzato, e poi come se non ci avessi ancora pensato, mi domandai una cosa..come diavolo faceva a sapere che ero gay?! Non le avevo detto assolutamente niente. Forse si era buttata ad indovinare, o forse lo aveva capito da solo, e se anche tutti gli altri lo avessero già capito? Non doveva succedere, per lo meno non adesso, non potevo permettermi di ritrovarmi di nuovo con la testa ficcata in un cassonetto, o perseguitato giorno e notte da ragazzi enormi. Scossi vigorosamente la testa cercando di non annegare nei ricordi del passato, che facevano ancora male. Ora avevo cambiato paese, per me era ricominciata una nuova vita e dovevo fare tutto il possibile perché fosse migliore, lasciandomi il passato alle spalle.

“Ma per favore Effy..n-non dire sciocchezze..” dissi ancora rosso in viso, ma per lo meno ero voltato dall’altra parte e quindi non poteva vedermi.

“Su forza andiamo o faremo tardi a lezione” cercai di sviare l’argomento e a passo deciso mi avviai verso la nostra classe mentre sentivo i passi della mia compagna che mi seguiva e se la rideva sotto i baffi.

   
 
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