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Autore: Onlyna    29/02/2012    2 recensioni
– Sei qui, – rispose semplicemente Potter, appoggiando le mani al piano del tavolo e alzando gli occhi fino ad incrociare i suoi, serio. – È un'occasione speciale, no? Rose ti ha lasciato venire da me.
Quinta classificata al "Chocolate Contest!".
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nickname: Only_ (Only_Me)
Titolo della storia: 
All'aroma di cioccolato
Pairing: Scorpius/Rose, Albus Severus/Scorpius
Prompt obbligatorio: cioccolato fondente
Prompt facoltativi inseriti: libro, occhiali, gufo, rosso
Genere: romantico, commedia, malinconico
Avvertimenti: Het, Slash, Long-fic
Introduzione: Albus sa che la sua è una battaglia persa, ma ci prova lo stesso. Scorpius sa di non poter dire di no al cioccolato fondente.
Note dell'autore: delirio nato a causa del mio odio viscerale per la prima coppia segnata in alto e, viceversa, l'amore incondizionato verso la seconda. Spero che questo primo tentativo di long sia riuscito almeno un po'.

 

 

 

All'aroma di cioccolato

 

Capitolo uno

 

Quando era entrato a casa del suo migliore amico, Scorpius non si aspettava di trovarsi una scena del genere davanti: Albus pareva incredibilmente concentrato su qualcosa che Malfoy non poteva vedere, gli dava le spalle nonostante si fosse sicuramente accorto del suo arrivo - il suono della Materializzazione l'avrebbero potuto sentire anche in Scozia, per Merlino! -, ma la cosa che lasciò piuttosto interdetto l'altro ragazzo fu che il padrone di casa sembrava essere completamente nudo, a parte un grembiule rosso da cucina allacciato dietro la schiena, poco sopra il sedere.
– Al?
Scorpius aveva la gola secca, non riusciva a staccare gli occhi dal corpo dell'altro: perché, tutto d'un tratto, Albus doveva farsi trovare in quel modo proprio al suo arrivo? Cosa c'era di difficile da comprendere, nella richiesta dello stesso Scorpius di limitare i comportamenti ambigui?
Albus sapeva che il suo “migliore amico” aveva in programma di sposarsi con sua cugina Rose - una persona inutile, a suo parere, buona solo a far scoppiare le Pluffe altrui con discorsi senza senso conditi con paroloni di cui probabilmente non conosceva nemmeno il significato - il primo fine settimana di ottobre dell'anno successivo, ma non aveva intenzione di restare con le mani in mano mentre Scorpius si svendeva in quel modo solo perché non aveva il coraggio di affrontare davvero i suoi sentimenti.
– Oh, ciao, – salutò Potter, voltando appena il capo nella sua direzione con le labbra piegate in un sorrisino malizioso che colpì direttamente l'inguine dell'altro. – Non ti ho sentito arrivare, stavo preparando dei dolci. Ne vuoi assaggiare uno? Sono al cioccolato.
Scorpius non rispose, deglutendo a vuoto, perché aveva il presentimento che aprendo la bocca avrebbe di certo detto qualcosa di molto compromettente; si accorse con un certo stupore che i suoi pantaloni si erano fatti stranamente più stretti, l'imbarazzo lo fece arrossire fino alla punta dei capelli.
– Scorpius, va tutto bene? – domandò Albus, con un'espressione preoccupata che l'amico non seppe interpretare. Fece per girarsi del tutto verso di lui e andargli incontro, ma Malfoy lo bloccò con un'occhiata.
– Ho bisogno del bagno, – mormorò, dileguandosi in fretta nel corridoio.
Chiuse la porta sbattendola senza rendersene conto e vi si appoggiò contro con le spalle; aveva il respiro affannato come se avesse corso fino a quel momento, gettò un'occhiataccia ai piani bassi maledicendo il comportamento di Albus e le reazioni spropositate del suo corpo davanti alla nudità di Potter. Si sentiva un idiota, eccitato alla sola vista del sedere sodo ed invitante dell'amico, e in colpa per aver lasciato Rose da sola per andare da suo cugino e fare certi pensieri su di lui: doveva davvero esserci qualcosa che non andava per il verso giusto, nella sua testa.

 

Quando tornò in cucina, diversi minuti e con la situazione nelle mutande ritornata normale, trovò Albus davanti al tavolo con una teglia piena di palline di cioccolato: non era una novità vederlo cucinare, creare dolci era sempre stata una sua passione sin da quando era un ragazzino e tutti lo prendevano in giro per il suo hobby “da checca”. Nessuno dei loro compagni di dormitorio aveva mai avuto la possibilità di assaggiare quello che preparava, solo Scorpius aveva avuto il privilegio di gustare le sue prelibatezze.
Rimase fermo sulla soglia e lo guardò mentre spolverava una sostanza granulosa sopra il cioccolato, cercando di ignorare il fatto che fosse ancora nudo: era bello vederlo disporre con cura maniacale gli strumenti che gli sarebbero serviti per cucinare, la sua espressione sempre corrucciata si distendeva in una rilassata, sembrava che entrasse in un mondo tutto suo e che quello reale non lo sfiorasse più in alcun modo.
– Va meglio? – domandò Albus senza alzare gli occhi dai dolcetti, gli occhiali che scivolavano piano sul suo naso fino a fermarsi poco prima di cadere. Li tirò su con il dorso di una mano, in un gesto automatico che per Scorpius era diventato familiare: alcune cose non erano cambiate con il passare degli anni, quelle abitudini che aveva sin da piccolo e che con il tempo non erano variate erano sempre un toccasana per Malfoy.
Il ragazzo annuì, avvicinandosi piano al tavolo di lavoro dell'amico e sedendosi sulla sedia di fronte a lui.
– Festeggi qualcosa in particolare? – chiese accennando alla teglia con un piccolo sorriso che nasceva sulle sue labbra; Albus riservava il cioccolato solo per le occasioni importanti, diceva che era un elemento troppo nobile per essere utilizzato ogni giorno e in ogni torta, diceva che avrebbe perso importanza se fosse stato sfruttato troppo spesso.
– Sei qui, – rispose semplicemente Potter, appoggiando le mani al piano del tavolo e alzando gli occhi fino ad incrociare i suoi, serio. – È un'occasione speciale, no? Rose ti ha lasciato venire da me.
Scorpius fuggì il suo sguardo, uno spillo colpevole che si piantava nel suo cuore. Da quando lui e la sua fidanzata avevano annunciato alle loro famiglie di volersi sposare, il comportamento di Albus nei confronti della cugina era cambiato: sin da quando l'aveva sentita prenderlo in giro per la sua passione per la cucina, aveva cominciato a parlarle il minimo necessario, nel modo più scostante e antipatico possibile, ma i loro screzi si erano sempre e solo limitati a quello. Da quando, invece, aveva scoperto che la ragazza gli avrebbe portato via il suo migliore amico, era drasticamente peggiorato: nessuno, nella sua famiglia, aveva capito perché avesse cominciato a punzecchiarla crudelmente ad ogni pranzo di famiglia alla Tana e tutti avevano ovviamente preso le difese della ragazza, fino a lasciarlo solo nell'altro “schieramento”. Solo Lily, sua sorella minore, aveva compreso le sue motivazioni e gli era rimasta accanto.
Rose, dal canto suo, aveva intuito che i sentimenti di Albus verso il suo promesso sposo non erano di semplice amicizia e aveva fatto di tutto per guastare quello che rimaneva del loro rapporto: ogni volta che Scorpius le comunicava di voler andare a trovare suo cugino, la Weasley fingeva un malessere o cominciava a strepitare per non essere lasciata sola, e il fidanzato annullava puntualmente gli appuntamenti con l'amico per poter stare con lei e tranquillizzarla.
– Rose non sa che sono qui, – mormorò imbarazzato, pentendosi all'istante delle sue parole: con la coda dell'occhio vide i pugni di Albus stringersi fino a far sbiancare le nocche e il brivido che gli fece tremare le braccia tese. – Se glielo avessi detto non mi avrebbe fatto venire, – continuò, tentando di rimediare.
– Certo, – sibilò Albus afferrando malamente la teglia e la bacchetta che aveva posato lì accanto. Si voltò ed aprì il frigorifero con un incantesimo non verbale, spingendo i dolcetti in un ripiano completamente vuoto. – Da quando hai bisogno del suo permesso? Da quando è diventata tua madre? Per Merlino, Scorpius! Non sei un bambino, non hai bisogno che lei “ti lasci venire qui”.
– Non voglio che stia male, – tentò ancora Malfoy, senza rendersi conto di continuare a scavarsi la fossa.
– Certo, povero tesoro, – sbottò Albus inacidito, richiudendo il frigorifero con una manata. – Non ti sembra strano che stia sempre male quando le dici che dobbiamo incontrarci? Non pensi mai a quanto stia male io ogni volta che annulliamo un appuntamento perché tu devi rimanere a casa con lei?
Scorpius rimase in silenzio, gli occhi bassi e le mani sudate per la tensione; si asciugò i palmi contro i pantaloni, senza riuscire però a guardare l'amico in faccia.
– Mi dispiace, – sussurrò. – Forse è meglio che vada.
– Certo, scappa come al solito, – soffiò Albus con asprezza. – Vai da lei, dai, che altrimenti sta male.

   
 
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