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Autore: Snafu    01/03/2012    1 recensioni
Uguale o diversa? Sarebbe andata oltre le apparenze? L'avrebbe giudicato una volta saputo cosa era? Sarebbe scappata? Ormai era troppo tardi: lui si era già irrimediabilmente compromesso.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Beauty and the Beast

Capitolo V
Luna di traverso



«Ti dispiace raccontarmi di nuovo com’è andata di preciso?» chiese Beauty, mentre le due camminavano nel corridoio per dirigersi nell’aula di Pozioni.
«Beh, io ero terribilmente shockata per quello che ti era successo così Sirius si è preso cura di me e mi ha consolata e mi ha...» rispose la biondina.
«No, non voglio sapere della tua pomiciata con Black! Voglio sapere di come è successo che la tua mazza è caduta sulla mia testa proprio mentre stavo parlando con Remus!»
«Potter può dire quello che vuole, ma è stato un incidente! Non ho scaraventato la mia mazza per la rabbia! E ti ho già detto che mi dispiace!» sbuffò Michelle «Cerchi sempre di colpevolizzarmi!»
«Non cerco di colpevolizzarti, sei tu che sei un’irresponsabile.»
«Bah, è laggiù con la comare Black e l’inutile Minus, guardalo, il tuo principe azzurro.»
«Principe azzurro che tra parentesi non si è fatto più vedere da quando è successo il fatto: penserà che sono perseguitata dal malocchio e a dirla tutta ha tutte le ragioni per farlo!»
La bionda salutò in direzione dei quattro e Sirius rispose al saluto, insieme a Minus. Beauty fece un cenno con la mano e Remus sorrise.
James stava attaccando briga con Piton nel cortile. Niente di nuovo, insomma, visto che pareva non essere intenzionato a dargli tregua. Lupin si stava struggendo per le sue pene amorose, inesistenti per la verità, e Sirius si prendeva gioco di lui. Peter Minus, effettivamente, non stava facendo niente degno di attenzione.
«Lunastorta non ti si può vedere...» asserì Black, compassionevole.
«Lo so, manca una settimana ormai» costatò il ragazzino, facendo la conta dei giorni sulla punta delle dita. Poi buttò la testa all’indietro sull’erba e si coprì il volto con le mani.
«Ma no, dico, in preda a questa tristezza amorosa! Non ho capito perché non ti sei fatto più avanti, tentar non nuoce!»
«Figurati, penserà che sono la sua maledizione personale, e ha ragione: ogni volta che ci incontriamo le capita qualcosa di spiacevole.»
«Mamma mia quanto sei esagerato! Allora la prima volta è stata lei a venirti addosso, quindi non è colpa tua. E la seconda è andata piuttosto bene, invece. La terza è stata una coincidenza, sarebbe potuto capitare a chiunque, poteva parlare anche con me... dai, su, vai a chiederle di uscire!»
«Puoi scordartelo, poi ora è insieme alla sua donna ombra, altrimenti detta la scaraventatrice pazza di mazze da Quidditch o ragazza che si fa consolare da Felpato. Quindi non ci andrò mai.»
«Alla ragazza che si fa consolare da Felpato ci pensa Felpato, infatti» disse Sirius, alzandosi in piedi e pulendosi la tunica dall’erba che ci era rimasta appiccicata. «Tu prendi la mappa, quando mi sarò allontanato con Michelle saprai che puoi agire.»



*



«Allora ragazze? Facciamo ingelosire qualche Corvonero?»
Sirius comparve alle spalle delle ragazze all’improvviso, abbracciandole entrambe. Istintivamente Beauty gli puntò la bacchetta alla gola.
«Ah, Sirius sei tu! Mi hai fatto prendere un colpo!» esclamò subito dopo averlo identificato, scusandosi.
«E chi mai poteva essere? Il tuo porta-malocchio non è qui!»
«Questo lo vedo... povero Lupin, lascialo in pace, se attiro le sciagure non è di certo colpa sua.»
«Oh, su, non scoraggiarti, non attiri le sciagure, solo le mazze di Michelle. Per questo la porto via, ci tengo alla tua incolumità. Signorina, io e lei dobbiamo parlare» disse infine rivolto alla biondina, facendole l’occhiolino.
Lei annuì, piuttosto entusiasta di passare qualche minuto sola soletta con il suo Sirius.
«Ci vediamo in sala comune allora» borbottò Beauty, allontanandosi.
Quando se ne fu andata Black disse a Michelle.
«Mamma mia, quella starebbe proprio bene con Remus. Stanno sempre a deprimersi tra tutti e due.»
«E comunque non credo che il tuo amico possa trovare una ragazza più bella di Beauty in tutta la scuola. Oltre a me, intendo.»
«Scherzi spero, la tua amica non è questa bellezza...»
«Scherzi tu, spero! Beauty è bellissima, fuori e dentro. E lo dimostra il fatto che si interessi a un caso disperato come il tuo amico.»
«Ehi, vacci piano, quella che attira il malocchio è la tua amica. Anche Remus è un bel ragazzo ed è una brava persona, anche se è molto insicuro! Com’è che io e te finiamo sempre per litigare su queste cose?»
«Sei tu che mi hai preso da parte per dirmi queste cose...»
«No, ti ho preso da parte per un altro motivo, ma ovviamente non te lo dico. Insomma, dove andiamo di bello?»



*



Remus aveva avuto un attimo per ridere sul cognome di Beauty, Fool, scoperto dalla Mappa del Malandrino, e poi un altro per piangere, riscoprendosi uno stalker che la pedinava. Altro che Sirius...
Lei stava andando verso le serre e lui fece in modo di arrivare dalla parte opposta.
«Ciao!» fece il primo passo lei.
«Hey ciao, come stai?»
«Molto bene, grazie. Tu? Non hai una bella cera, devo essere sincera...»
«Quando mai!» scherzò lui e lei ridacchiò «Comunque sto bene, grazie.»
«Mi ha fatto piacere vederti, ora ovviamente devo scappare, ma già lo sai» gli fece l’occhiolino lei.
«Infatti, ne ero sicuro...»
«Ci vediamo tanto, no?»
«Sì, certo...» rispose, mentre lei si allontanava. «Ehm, Beauty?»
«Dimmi.» la sua camminata si arresto e lei lo guardò con aspettativa.
«Mi chiedevo, cioè lo so che effettivamente quando ci incontriamo la nostra vita è messa a repentaglio per qualche oscuro motivo, ma... non lo so, magari, ecco, mi domandavo se qualche volta non ti andrebbe di fare quattro passi insieme...» disse, tutto d’un fiato.
Sul viso della ragazza si dipinse un sorriso bellissimo e i suoi occhi si illuminarono. Lo guardò con aspettativa, come se spettasse a lui dare la risposta, e inclinò un po’ la testa, gongolandosi in quella strana felicità che si ottiene dalle prime scottature. Si mordicchiò un labbro, imbarazzata per quanto palese fosse la sua reazione, poi disse:
«Certamente. Quando vuoi! Con un amuleto, così siamo al sicuro!»

   
 
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