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Autore: Cheshire_Blue_Cat    01/03/2012    2 recensioni
... bene, questa è la prima fic che pubblico e, anche se sono cosciente che fa veramente schifo, spero che piaccia a qualche buon anima ^.^ parla di una ragazza che non è umana, si chiama(casualmente -.-) Lirin e sul suo passato è gettato un velo di mistero su cui lei intende far luce, ovviamente possiede un'Ombra(di mia invenzione)... bhe, spero vivamente che qualcuno legga questa schifezza... P.s. ho preferito scrivere che i personaggi fossero un po' più grandi che nell'anime... spero non dispiaccia a nessuno. ^.^
P.p.s. ho apportato alcune modifiche al capitolo 8 per chi fosse interessato... -.-" mi ero dimenticata che per inserire i dialoghi bisogna usare i trattini e non le virgolette... pardon! ^.^
//Incompiuta... già... mi duole il cuore, ma alla fine ogni storia è già finita appena si scrive la prima parola per chi la scrive quindi anche questa storia prima o poi avrà una fine//
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Hate
 
Loghi si inginocchiò dinanzi al trono del sovrano del Gran Reame: - In cosa posso servirla Lord Nene? - chiese in modo reverenziale.
La ragazza rimase immobile al suo fianco, paralizzata dallo sguardo del tiranno puntato su di lei. Tremava, non riuscendo nemmeno a muovere un muscolo. Rimaneva rigidamente in piedi con lo sguardo strabuzzato verso Nene incapacitata a muoversi, anche se il Generale, prima di entrare in quella stanza, le aveva raccomandato di mostrare il massimo rispetto verso quella persona e di inchinarsi, in quel momento non ci riusciva. Un misto di terrore, smarrimento, disgusto e orgoglio le si rimescolava nello stomaco minacciando di farla star male.
- È passato tanto tempo Loghi dal nostro ultimo incontro, spero che la mia improvvisa convocazione non ti abbia dato problemi, ma c’è un nuovo progetto che richiede la tua supervisione. - parlò Nene, Destroy, da sopra la sua spalla sinistra gli fece l’eco delle ultime parole.
La ragazza tremò ancora e ancora rimase in piedi.
Dalla porta alle loro spalle entrò un robot dalla carrozzeria vagamente tondeggiante e una pistola fissata alla cintola, aggiornò il Generale delle recenti manovre e conquiste dell’esercito del Gran Reame.
- Ci sono delle truppe inutilizzate che decido di affidarti Loghi, lo Squadrone vanta di molti Manipolatori di Ombre. -
Loghi chinò ancora il capo, onorato da tanta fiducia poi Nene discese finalmente dal suo trono e, andandogli davanti, lo invitò ad alzarsi, intanto guardava la ragazza.
- Bene Loghi… mi avevi promesso un fiore raro da aggiungere al mio comando… è lei? - chiese con una vaga nota di sarcasmo nella voce.
La ragazza non osava alzare lo sguardo adesso, aveva sbagliato a presentarsi lì, era ancora troppo debole e giovane per entrare a far parte dell’esercito. Poteva essere forte quanto voleva, ma niente poteva compensare la mancanza di esperienza… questi pensieri annebbiavano la mente confusa di lei.
- Si, è lei. - confermò Loghi: - Si chiama Lirin. -
Un altro sussulto la scosse, Lord Nene aveva preso ad osservarla con attenzione, come avrebbe fatto con un pezzo d’oro di cui avrebbe dovuto valutare il valore.
Si costrinse a tenere il mento alto e lo sguardo fiero, per ispirare più sicurezza. Quella che ora le mancava.
Il sovrano la guardò compiaciuto, stupito da una persona tanto singolare: i capelli neri e lunghi erano legati in una coda alla quale però sfuggiva il ciuffo davanti che le ricadeva sulla parte destra del viso, gli occhi erano viola, le guance pallide lievemente punteggiate di efelidi, il fisico era asciutto e snello come si addiceva a qualunque combattente veloce e audace.
- Mmm… - fece Nene pensoso guardandola: - Io non vedo niente di particolare in questa giovane. - affermò.
- Non è umana… ed ha un’Ombra potente. - si affrettò ad aggiungere il Generale.
Nene annuì poco convinto: - Mostrami la tua creatura. - le ordinò.
Il Generale le lanciò un breve sguardo preoccupato, ma Lirin non vi badò, divaricò le gambe e con calma glaciale allentò lentamente le catene che tenevano dormiente la sua Ombra tentando di farla apparire con quanto meno caos possibile, perché, cosa poteva descrivere appieno la sua Ombra se non il caos? Era la distruzione incarnata, quella che si narrava e si temeva fin dagli albori dell’umanità.
Lasciò divampare liberamente solo la sua aura azzurra, che prese a scompigliarle i capelli corvini non appena comparve. Una lingua di oscurità si allungò alle sue spalle, a qualche metro di distanza si bloccò e prese ad agitarsi vivacemente per poi brillare di luce cerulea. Con lentezza quasi snervante il corpo squamoso di una dragonessa blu emerse dalle tenebre, il corpo del rettile era di gran lunga più sottile della norma.
Aveva tre anelli d’oro sul corpo: uno al collo e gli altri due uno su ogni corno. Segno che l’Ombra non era artificiale.
Piano aprì le palpebra scoprendo gli occhi, il rosso e il viola si mescolavano lampanti in quelle iridi grandi quanto un pugno emanando bagliori sinistri quanto arcani.
Lirin dovette fare un enorme sforzo per tenere calma la sua dragonessa, ma rimase comunque compiaciuta dall’espressione sbigottita del re che durò solo un attimo prima di riprendere la solita compostezza.
- È da tempi remoti che non si parlava più di questa Ombra, se ne trovano riferimenti solo alle prime pagine del più antico libro terrestre… - parlò ammirato: - Credevo che i Demoni fossero estinti… - ancora silenzio nella grande sala: - Questa bestia  può sperare di essere controllata solo da uno di loro… dimmi… da dove vieni bambina? -
Lirin si morse un labbro ostinandosi a non parlare e ritirò l’Ombra: - Non può ricordarselo… l’ho trovata che era a malapena cosciente di se… - la difese Loghi.
Nene assentì ancora: - Per ora ho solo le tue parole e la mia teoria a dire che questa ragazza appartenga ad un’altra specie… -
- Scusi il mio intervento Lord Nene… - mormorò Lirin con la voce a sbalzi: - … ma credo di poter colmare i suoi dubbi se me lo concede. - abbassò immediatamente la testa dopo aver parlato, si faceva schifo da sola. Nessuno fino a quel momento si era dimostrato forte abbastanza per avere le sue reverenze, se voleva avrebbe potuto spazzare via quella fortezza con la stessa facilità di un lupo che azzanna un agnello, ma avrebbe perso sicuramente il controllo ed era l’ultima cosa che voleva. Strinse i denti.
- Avanti. - la incoraggiò Nene tenendosi però sempre a debita distanza, aveva notato che da quando aveva evocato la sua bestia quei tre passi di distacco che teneva da loro erano più o meno triplicati.
Non fu necessaria troppa concentrazione per quello.
Dopo qualche secondo al posto del suo corpo umano c’era quello possente di un felino maculato, un giaguaro con gli occhi viola, molto più grande di qualsiasi altro.
Poi cambiò di nuovo sembianze, ma stavolta non erano né quelle umane né quelle animali, sembrava una via di mezzo: il corpo e il viso erano quelli di una ragazza, però sopravvivevano in lei alcuni tratti animali quali le orecchie, la coda, i canini e le unghie leggermente più lunghi del normale. Restò con quella forma e attese paziente con le braccia conserte anche se la coda, mossa nervosamente a destra e a sinistra, tradiva la sua agitazione.
Anche Loghi pareva nervoso dopo che fu calato quel pesante silenzio: - Non toglierò la ragazza dalla tua custodia, sono sicuro che ne farai un’ottima combattente per contrastare Zola e gli evocatori di Ombre. Affido a te la decisione di farla unire allo Squadrone o meno, quando sarà pronta s’intende. - solo dopo quelle fatidiche parole Lirin e il Generale tornarono finalmente a respirare, Lord Nene li congedò, ma anche dopo che uscirono da quella stanza e le pesanti ante della porta si richiusero si poté udire l’inquietante risata alle loro spalle.
Loghi appiattì le orecchie feline della ragazza tra i capelli corvini, almeno per attutire il suono di quella malvagità: - Torniamo a casa. - le disse subito dopo.
Salirono sulla stessa corazzata che li aveva portati fin là e che ben presto si alzò in cielo.
Lirin stava nella cabina di comando con Loghi, acciambellata in forma giaguaro in un angolino vicino alla porta. L’incontro con Nene l’aveva sconvolta, quell’uomo trasudava odio e crudeltà, non che non fosse abituata a percepire quel genere di emozioni, ma quelle erano troppo forti, alimentata de una furia cieca e una brama di potere che a pensarci le dava alla testa.
Era solo contenta di essersi allontanata da quella città-fortezza, per un attimo doveva ammettere di essersi quasi lasciata trasportare dall’aura malvagia che impregnava quel luogo, ma per sua fortuna aveva mantenuto saldo il controllo.
Udiva indistintamente ciò di cui stava parlando il Generale con un soldato semplice, qualcosa riguardo al Tenente Dragnov e lo Squadrone di cui aveva accennato Nene.
Lirin… ti vedo preoccupata…la sua Ombra s’immischiò tra i suoi pensieri tormentati con tale violenza che sussultò.
Non è niente Kirillion…chiamava così la sua Ombra, da quel che ricordava della lingua antica appartenente al suo popolo significava vento dell’est, da est sorgeva il sole, così come sorgeva la dragonessa dalle Tenebre. Non le erano mai piaciuti i nomi generici che la maggior parte dei manipolatori davano alle proprie Ombre, aveva un qualcosa che la ripugnava perché voleva dire che non consideravano le creature altro che armi. Kirillion non era un arma, era l’unica con cui poteva condividere apertamente i suoi stati d’animo.
Sentì il rettile accucciarsi affianco a lei nella sua mente: Non avresti mai perso il controllo, non te l’avrei permesso… la rassicurò captando le sue ansie: E nemmeno tuo padre…
Papà non avrebbe potuto fare niente…era da quando aveva cominciato a prendersi cura di lei, e di conseguenza anche di Kirillion, che definiva il Generale come suo padre e la fortezza sul lago casa sua. Anche perché non aveva nessun altro posto dove andare.  
Kirillion sbuffò irritata: Lirin ti prego smetti di fingere che non te ne importi niente di nessuno e basta con il malumore, non lo sopporto!
Lasciami in pace, sono stanca… interruppe così quella conversazione, si sdraiò più comodamente contro il muro e chiuse gli occhi. Nonostante il fragore che producevano i motori della corazzata Lirin riuscì a prendere sonno, anche se non profondamente, il suo solito dormiveglia.
Quando si svegliò era nel suo letto, nella sua stanza al secondo piano della fortezza sul lago, oltre le tendine sottili della finestra si scorgevano i raggi ambrati del sole morente e dai piani inferiori provenivano i rumori delle persone ancora sveglie.
Eppure decise che avrebbe aspettato ancora un po’ prima di scendere giù per la cena, non era ancora psicologicamente pronta a parlare con suo padre, rimase accoccolata tra le sue lenzuola azzurre a guardare il cielo che scuriva oltre i vetri.
Credi che mi permetterà mai di entrare a far parte di quello Squadrone? chiese riferendosi a Loghi.
La dragonessa emerse lentamente dal terreno e si acciambellò affianco al suo letto come avrebbe fatto un gatto: Sai che ti considera la miglior arma del Gran reame quanto il suo bene più prezioso…
Lirin sbuffò stringendo di più le coperte: Lo so che è iperprotettivo nei miei confronti…
È pur sempre tuo padre, fa quello che è meglio per te…
Già… devo capire anch’io quanto desidero far parte dello Squadrone, fin’ora ne ho sentito solo parlare, bisogna vedere cosa ne penserò quando conoscerò i Manipolatori…
Kirillion sbadigliò: Hai ragione… ti dispiace se rimango qui? chiese sistemando meglio le zampe sotto il corpo e sbuffando una nuvoletta di fumo.
La ragazza annuì e, alzatasi dal letto, scese le scale.
Com’era prevedibile il Generale era seduto in sala da pranzo che l’aspettava: - Scusa se ho tardato. - mormorò Lirin prendendo posto alla destra del padre.
- Non serve che ti scusi, avevi bisogno di riposare. - le rispose in modo piatto.
- Nene è più terribile di quanto mi avessi descritto… -
Loghi riappoggiò la forchetta sul piatto: - Dimentica quell’odio prima che avveleni il tuo controllo. - la ammonì.
Lirin annuì assente e preferì cambiare argomento: - Quando conoscerò lo Squadrone di cui hai parlato con Lord Nene? -
- Massimo una settimana. Dovranno rimanere qua per un po’. -
Lei sorrise non sapendo dirne il perché: - Quanti sono? - chiese curiosa.
- Sono in cinque e se non ricordo male uno dovrebbe avere più o meno la tua età. - Loghi ricambiò il sorriso lieto di allontanare le sue domanda da Nene.
Guardò in alto pensierosa: - Mmm… Sedici anni… - disse pensando a quello che aveva accennato Loghi. Lei ne aveva quindici.
La cena assunse una nota più allegra, Loghi le descrisse i cinque soldati e le loro Ombre quasi nei particolari perché anche lui non gli aveva mai visti.
Quando risalì in camera trovò la sua Ombra placidamente addormentata sul tappeto persiano, per non rischiare di svegliarla dovette far i salti mortali. Quando riuscì a raggiungere il letto e ad infilarsi sotto le coperte era più che sfinita.
Buonanotte… mormorò col pensiero, la dragonessa si agitò lievemente nel sonno poi tacque.
Lirin sorrise e si girò da un lato abbracciando il secondo cuscino che aveva sempre nel letto.
  
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